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Autore: Pineapple__    14/10/2013    2 recensioni
Ormai tutti i nemici sono stati sconfitti, Sasuke è tornato a Konoha e tutti vivono felici e contenti nella loro bella fogliolina!
Ma un giorno, al Villaggio della Foglia, arriva una ragazza, sotto mentite spoglie di una normale Chunin. Capelli blu, occhi rossi, timida, impacciata e con un burrascoso passato alle spalle. In realtà, lo scopo della sua presenza è un altro, tutt'altro che pacifico. Ma tra allenamenti, amicizie, contese e amori la discreta Akiko riscoprirà dopo tanto tempo dei valori fondamentali come il coraggio e la volontà.
ATTENZIONE! ALCUNI PERSONAGGI (MORTI) POTREBBERO RIAPPARIRE MAGICAMENTE! °W°
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la serie
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EEEEEEEHI, FANZI! *^* Ci si rivede, certo che ‘sta scuola mi sta strangolando, e non lo dico tanto per dire! D: Vabbè, ma il tempo per voi io lo trovo sempre, già. <3 Quindi, direi di passare ai ringraziamenti! Ringrazio Kate_fu_panda, ReikoITA, susy e franci e Lita97 per le recensione che hanno recensito lo scorso capitolo. Vorrei anche ringraziare Ernesto507 e scheuren per aver infilato questa storia tra i preferiti. :3 Vorrei ringraziarvi dal profondo del mio heart, davvero, vi adoro. :’D Bene, ora al capitolo, buona lettura fanzi! ;)
P.S.: Forse i prossimi capitolo saranno leggermente più corti, chiedo umilmente scusa! ^^”
 
Capitolo 12: Bum
 
 
“Potrebbe piegare il mondo al suo volere, se solo lo volesse.”
 
Mi portai una mano alla fronte, sbattendoci il palmo contro. Sai, che cazzata hai fatto. Non potevi innamorarti di qualcuno meno pericoloso? Ma, in fondo, lui cosa ne poteva sapere di tutti quei segreti, quelle bugie che mi ero portata tacitamente appresso durante tutta la durata della mia missione? Nulla. Ecco cosa sapeva quel ragazzo di me, nulla. Eppure mi aveva baciata come se nulla fosse, come se al mondo, in quel momento, esistessero solamente i nostri due respiri che si scontravano l’uno con l’altro. Mi passai due dita sopra le labbra, sentendole incresparsi improvvisamente. Il mento cominciò ad aggrottarsi e la vista mi si appannò, come se una fitta bruma si fosse alzata improvvisamente intorno a me. La nebbia del dubbio, dove vacillavo, cercando disperatamente una via di fuga.
“Aki-chan, qualcosa non va?” domandò gentilmente Hinata avvicinandosi a me.
Indossava un delizioso vestito giallo con un’unica spallina e un sole fatto di strass che le decora il fianco sinistro. (http://www.promgirl.com/shop/dresses/viewitem-PD1010454) Mi asciugai repentinamente gli occhi, cercando di non sbavare il semplice trucco che me li dipingeva tenuamente. Non potevo mettermi a fare scenate. In quel momento, la missione aveva la priorità assoluta. Girai il viso verso la mora e sforzai un sorriso.
“Nulla, Hinata-chan, sono solo nervosa…” ammisi sfregandomi nervosamente la nuca.
“Ti posso capire, anche io sono un po’ in ansia, è la prima volta che suono davanti a così tante persone.” rivelò alzando i nivei occhi al soffitto.
Solo grazie alle sue parole mi accorsi che la ragazza recava uno lucido violino intarsiato nella mano destra, mentre stringeva l’apposito archetto nella sinistra. Immaginavo che una fanciulla pura ed elegante non avrebbe potuto che inscenare uno spettacolo altrettanto elegante.
“Sono sicura che sarai bravissima.” affermai accarezzandomi il braccio completamente scoperto.
“Cerchiamo di dare il massimo, va bene?” sorrise lei con fare materno.
Sorrisi di rimando, cercando di non farmi abbindolare dalle dolci parola della mora. Ormai non mi interessava più del concorso, non che me ne sia mai interessata. In quel momento il mio unico pensiero era la missione. Sarei salita su quel palco e avrei cantato, infischiandomene del vestito troppo corto o degli esagerati tacchi. Prima avessi terminato la missione, prima avrei lasciato il villaggio. Prima avessi lasciato il villaggio, prima avessi evitato di fracassare indelebilmente le vite sia di Sai che del ragazzo dagli occhi d’ossidiana.
“Fate passare, sta arrivando la vincitrice!” trillò euforica Ino piombando in mezzo a me e alla Hyuuga.
Sgranai gli occhi quando vidi il suo vestito carinissimo vestito fucsia (http://www.promgirl.com/shop/dresses/viewitem-PD820716) che, anche se fosse spropositatamente corto, le calzava a pennello. Probabilmente aveva ragione; avrebbe vinto sicuramente lei il concorso. Sicuramente la bionda era una bella ragazza, con molto più fascino e femminilità della sottoscritta. Nelle mani stringeva due bastoni con dei rigonfiamenti spugnosi alle estremità, bagnati, come se fossero stati imbevuti di qualcosa di vischioso. Ipotizzai che fossero gli oggetti con cui avrebbe dovuto esibirsi.
“Per carità, Ino, siamo a Miss Konoha, non una gara a chi ha il vestito più corto.” commentò Sakura apparendo misteriosamente da dietro Hinata, facendo prendere un mini infarto a quest’ultima.
“E allora Akiko cosa dovrebbe dire, anche il suo è piuttosto corto. Non è che voglia attirare lo sguardo di Sasuke?” ridacchiò malvagiamente Ino tirandomi una leggera gomitata sul braccio.
Puntai subito lo sguardo sulla minacciosa figura della rosa che si avvicinava con fare assassino a me, stropicciando ad ogni passo la stoffa dell’abitino verde che indossava (http://www.promgirl.com/shop/dresses/viewitem-PD1156462).
“A-Aspetta… cosa c’entro io? È stata lei a tirarmi in ballo, io n-non ho fatto nulla, non l’ho nemmeno scelto io questo vestito!” mi giustificai additando la bionda come farebbe una bambina piccola.
“Prova solo ad attirare troppo l’attenzione di Sasuke e giuro che salgo sul palco e ti prendo a sprangate. Avvisata.” pronunciò grevemente puntandomi un dito contro il viso.
“È l’ultima cosa che voglio, davvero…” pigolai arretrando di un passo.
“E ora facciamo un bell’applauso alla prima finalista della serata! Ino Yamanaka!” la voce della Quinta Hokage mi salvò per l’ennesima volta da una situazione a dir poco sconveniente.
http://www.youtube.com/watch?v=r1bCCi_kJAc
La kunoichi allungò le estremità dei due bastoni verso un assistente, che glieli accese con un fiammifero. La bionda si ritrovò a stringere due contenute aste dai margini ardenti, mentre faceva la sua entrata in scena.
Incominciò a far ruotare vorticosamente le asticelle, rigirandosele abilmente tra le agili ed affusolate dita. Le lanciava in aria con disinvoltura, lasciando che le fiamme si indebolissero quando sferzavano l’etere rendendolo fulmineamente incandescente, per poi rinvigorirsi non appena la giovane le stringeva di nuovo in mano. Osservavo attentamente ogni suo movimento, meravigliandomi della sua grande maestria nel giocherellare con degli oggetti talmente pericolosi. Non volli pensare a cosa sarebbe successo se uno di quei bracieri fosse venuto in contatto con qualche tendaggio o drappeggio lasciato incustodito.
Piegò leggermente le ginocchia, facendo passare pericolosamente le aste ardenti dietro la schiena e, dopo aver incrociato sapientemente le braccia, diede loro una potente spinta e le gettò in avanti.
“Non si può dire che non abbia un certo stile.” commentò Sakura con una velata aria di sufficienza.
“Secondo me ci vuole un gran coraggio a inscenare uno spettacolo come quello. È davvero brava…” intervenne innocentemente Hinata azzardando un timido passo avanti.
“Come se non si facesse già notare abbastanza con quel vestito.” aggiunse acidamente la rosa arricciando il labbro superiore “Akiko, tu che ne pensi?” domandò subito dopo diretta alla sottoscritta.
Mi chiedevo il perché del fatto volesse sempre ogni mia santa opinione, quando potevo starmene zitta senza dare nell’occhio.
“Non è male, mi piace…” affermai studiando gli agili movimenti della giovane ninja che volteggiava leggiadra per il palco.
La bionda spiccò un abile balzo e operò uno spettacolare salto mortale, afferrando al volo i bastoni, per poi ripiombare aggraziatamente al suolo. Una gamba piegata, mentre l’altra era sensualmente distesa, lasciando intravedere il magro interno coscia. Alcuni spettatori si alzarono in piedi, emettendo urla animalesche davanti a quello spettacolo che per loro rappresentava il vero e proprio paradiso. Mi meravigliai di come il “sesso forte” diventasse così primitivo ogni qualvolta venissero mostrate delle formose curve femminili. La musica si fermò e tutto tacque, prima che il pubblico esplodesse in un fragoroso applauso. La bionda si ricompose e fece un piccolo inchino, osservando con soddisfazione la folla acclamante davanti ai suoi occhi azzurri.
“Bravissima la nostra Ino. Un numero circense e di grande effetto! Ma non perdiamo altro tempo, la serata si sta cominciando a scaldare! Date un caloroso benvenuto alla prossima sfidante, Sakura Haruno!” annunciò Tsunade appena la Ino fosse rientrata nel backstage.
“Scusate, stanno chiamando la futura vincitrice.” asserì la rosa afferrando il microfono che le porgeva uno degli assistenti.
“Buona fortuna, anche se non riuscirai mai a inscenare uno spettacolo come il mio!” affermò la bionda gonfiando altezzosamente il petto.
“Staremo a vedere.” pronunciò l’altra con un sorrisetto di scherno, entrando con scioltezza sul palco.
Procedeva con naturalezza, sicura come un animale nel proprio habitat naturale. Come per Ino, il palco era proprio il suo ambiente. Una ragazza che non aveva paura che la gente la guardasse. Soprattutto se tra quella gente c’era lui.
(http://www.youtube.com/watch?v=hdlEGQk_8TE)
La kunoichi scaricò il peso corporeo sulla gamba destra, schizzando celere gli occhi sul pubblico. Non appena i loro due sguardi si incrociarono, per un fuggente secondo, strinsi i pungi. Non sopportavo come Sakura gli stesse appiccicata come le mosche al miele. Fortunatamente la reazione di Sasuke fu quella di sempre; alzò un sopracciglio con fare disinteressato e distolse lo sguardo sbuffando. La giovane si portò il microfono vicino alle labbra e cominciò a cantare, lasciandoci a bocca completamente spalancata. Non avrei mai creduto che la ragazza avesse una voce così potente.
Ero davvero con l’acqua alla gola; tra lo spettacolo circense di Ino, la voce di Sakura e la futura performance di Hinata con il violino, le mie possibilità di vincere si riducevano a un numero microscopico. Tornai per un attimo alla scena di qualche secondo prima. Perché avevo preso così male il fatto che Sakura stesse cercando di attirare l’attenzione di Sasuke? Perché mi sentivo così… gelosa? So che non era giusto quello che stavo facendo. Ma come diceva sapientemente la mia cara mami… “Al cuor non si comanda, puoi solo mostrargli i modelli.”. In aggiunta al fatto che io, il “fidanzato”, ce l’avevo già. Sospirai, spostando l’attenzione sulla figura di Sakura che stava intonando quella energica canzone. Riuscivo perfettamente a scorgere i tendini stagliarsi per tutto il suo collo, segno dello sforzo che stava compiendo per cantare il motivo.
 
You make me blow 
But I cover up, won't let it show 
So I'm putting my defenses up 
Cause I don't wanna fall in love 
If I ever did that, I think I'd have a heart attack 
I think I'd have a heart attack 
I think I'd have a heart attack.
 
Improvvisamente la musica si fermò, appena finito il ritornello, e Shikamaru si alzò in piedì, davanti al confuso e paonazzo viso di Sakura.
“Grazie mille, ci basta per esprimere un giudizio.” dichiarò il giovane Shinobi.
“In realtà questo è un modo per dirti con tatto di andarti a bere un bel bicchier d’acqua prima che ti esploda una vena.” sogghignò malignamente la giudice dagli spinosi capelli violacei.
“Anko, non si dicono queste cose!” la riprese la donna dagli occhi scuri seduta al suo fianco.
“Senti, Shizune, non dovrei nemmeno essere qui.” sbuffò l’altra Jonin infilandosi incurante un mignolo in un orecchio.
“A chi lo dici…” acconsentì il moro passandosi una mano sull’annoiato volto.
Tutta la folla scoppiò in una fragorosa risata, subito repressa da un’occhiataccia della Hokage.
“Una parola di più, giuria, e vi mando tutti a lavorare nelle miniere. E sapete che ho il potere di farlo.” minacciò la donna con fare omicida, per poi rivolgersi al pubblico “Molto brava anche la nostra seconda candidata, facciamole un grande applauso!” incitò Tsunade alzando un pugno al cielo.
Sakura incrociò lievemente le gambe e fece un piccolo inchino, per poi risalire velocemente le scale e rientrare nel backstage.
“Sei stata mitica, Sakura!” cinguettò la bionda circondandole le spalle con un braccio.
“Bravissima, Sakura, non sapevo avessi una così bella voce…” si complimentò la Hyuuga.
“Non mi hanno fatto finire la canzone, però.” sbuffò gonfiando le guance ancora leggermente arrossate dallo sforzo.
In effetti, Shikamaru non aveva agito così avventatamente nel fermarla; se le avessero permesso di terminare le canzone le sarebbe come minimo esplosa la testa. La rosa girò il capo verso di me, squadrandomi con fare di circospezione.
“E tu non aggiungi altro?” domandò convinta che l’avrei lodata pure io.
Feci per risponderle ma, come da programma, la voce della Hokage mi interruppe sul nascere.
“Siamo a metà gara, ninja e kunoichi, e ci rimane da assistere all’esibizione di altre due splendide. Quindi facciamo un enorme applauso a Hinata Hyuuga!” strepitò la donna indietreggiando per lasciare il posto alla ragazza.
La mora deglutì sonoramente, stringendo l’archetto del violino nella mano. La sua espressione lasciava intravedere tutto il suo nervosismo. Pure lei… non era una ragazza che amava farsi notare.
“VAI HINATA! SEI FANTA… AHIA!” la squillante voce del biondo fu smorzata da un gemito di dolore. Probabilmente Sasuke lo stava ricacciando al suo posto per le orecchie, com’era successo in precedenza.
Hinata sorrise ed entro in scena con rinnovata carica. Era bastata solo la voce di Naruto ad infonderle tutto quel coraggio?
“Forza, Hinata-chan…” bisbigliai guardandola con ammirazione.
(http://www.youtube.com/watch?v=uU8DCOxhn-8)
La fanciulla scese la scalinata, scrutando davanti a se il pubblico ammutolito che la fissava, ansioso di assistere alla sua performance. Il suo vestito giallo rifulgeva sotto le luci dei riflettori, donandole un aspetto particolarmente raggiante. Subito partì il sottofondo d’accompagnamento e una musica cristallina si diffuse in tutto il palco. Gonfiò e sgonfiò più volte il petto, respirando profondamente, e appoggiò lo strumento sulla spalla, facendo aderire il fine mento al sostegno di pelle nera. Cominciò a far scorrere l’archetto sulle tese corde del violino, producendo una meravigliosa farandola di note piuttosto basse. Chiuse gli occhi e cominciò ad ondeggiare al ritmo della sua stessa musica. Le ciocche di capelli neri dai riflessi bluastri danzavano altalenanti, frustando gentilmente la schiena scoperta della giovane Hyuuga.
Riuscivo a intravedere un dolce sorriso farsi strada sulle labbra di Hinata, disegnandole delle morbide rughette ai lati della bocca. Era come se la ragazza non stesse suonando con le mani, bensì con la sua stessa anima. Dal suono di quello strumento musicale trasparivano tutte le emozioni che stava provando in quel preciso momento. Tutta la sua ansietà, il suo nervosismo e forse anche la sua voglia di non sfigurare, venivano amplificati da quel lucido violino ligneo. La mora riaprì un momento gli occhi, puntandoli verso il ragazzo biondo seduto tra la folla. Si scambiarono lunghi secondi di dolci sguardi, scivolando sulle note dello strumento della fanciulla. Naruto sembrava perdersi in quella tormenta di ghiaccio che erano gli occhi della sua ragazza. Erano davvero bellissimi.
“Ciao.”
Sussultai leggermente, voltandomi lentamente il testo verso chi aveva pronunciato quel saluto, probabilmente indirizzato alla sottoscritta. Mi ritrovai il moro dietro di me, sorridendomi cangiante. Ricambiai, talmente imbarazzata da non riuscire a proferire alcuna parola.
“Sai, ma che ci fai qui?” chiese Ino rivolgendogli una fuggente occhiata.
“Nulla, mi volevo godere solo lo spettacolo dal punto migliore.” asserì incrociando le braccia al petto e rivolgendomi un incomprensibile sorrisetto.
“E arrivi solo quando Hinata ha quasi finito la sua esibizione e l’ultima che resta è solo Akiko?” domandò scettica la rosa alzando un sopracciglio.
Il mio cuore perse un battito. Che avesse capito tutto? Sapevo che Sakura avesse una buona dote intuitiva, ma non credevo fino a quel punto.
“No, è che… sono arrivato in ritardo e ho trovato il mio posto occupato, quindi ho pensato di venire qui.” disse con aria stranamente fiera.
Improvvisamente la musica del violino di Hinata cessò e la folla esplose in un fragoroso applauso. La ragazza operò un elegante inchino e sorrise dolcemente, per poi rimboccare la scalinata e rientrare leggermente tremante ed emozionata nel backstage.
“Sei stata bravissima, Hinata…” mi complimentai annuendo con convinzione.
“Ma che dici, non ho fatto nulla di che…” arrossì la mora torturandosi le dita delle mani.
“Ha ragione Akiko, sei stata fenomenale!” aggiunse la bionda assestandole una leggera pacca sulla spalla nuda.
“Senza indugiare oltre, dopo la nostra bellissima Hinata, diamo il benvenuto all’ultima concorrente. Voglio sentire battere le mani per Akiko!”  annunciò Tsunade lievemente euforica.
Deglutii sonoramente, stringendo nella sudaticcia mano tremolante. Sai mi si avvicinò e mi sussurrò qualcosa all’orecchio.
“Vai, sei bellissima.”
Lo guardai da capo a piedi. Come poteva pensare che un complimento avrebbe potuto anche solo minimamente calmarmi? Era ora. Appena avrei iniziato a cantare, sarebbe ufficialmente iniziata la mia “Caccia alla Volpe”. La mia ultima caccia, prima dell’obbiettivo finale. Mossi qualche oscillante passo verso il palcoscenico, incitata dalle voci delle altre concorrenti.
Cosa stavo facendo?
Le luci dei riflettori mi abbagliarono bruscamente, trasportandomi in un attimo di cecità. Quanto avrei voluto che durasse per tutto il decorso della mia esibizione. Avrei voluto evitare di vedere il viso del biondo sbiancare al bianco latteo, reazione naturale quando si aprono i Punti di Fuga di una forza portante.
Perché ero lì?
I roboanti applausi del pubblico mi perforavano acutamente le orecchie, facendomele fischiare. Percorsi la scalinata con accentuata lentezza, fissando un punto indefinito tra la folla. Poi lo vidi. Vidi il ragazzo dagli occhi d’ossidiana completamente concentrato su di me. Avrei voluto dirgli che si stava sbagliando. Che non ero quello che sembravo. In realtà… ero solo un mostro. Sforzai un sorriso e portai il microfono alle labbra. Cominciai a cantare.
Bum.
  
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