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Autore: Ari1246    15/10/2013    1 recensioni
Bisogna provare a non fermarsi mai, a mettere da parte l'orgoglio e iniziare a combattere per ottenere ciò che vogliamo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Era ancora seduta alla sua sedia e non si accorse nemmeno che qualcuno era arrivato, ultimamente si rintanava spesso nei suoi pensieri, anche se lei non faceva semplicemente dei pensieri, i suoi erano dei veri e proprio libri che a volte si trasformavano anche in film: erano così reali.
Si sentì toccare sulle spalle e trasalì
“ Ehi ciao “ disse sorridendo a quel viso imperfetto ormai diventato familiare. “ pensavo arrivassi più tardi”
“Ho cercato di fare più in fretta, sapevo di trovarti qui a crogiolarti nei tuoi pensieri” le disse sorridendo.
“ehi peste!! come osi prenderti gioco di me?” continuava a sorridere Kate.

Stava parlando con Emily, una ragazza di sedici anni che ormai viveva con lei.
Era la figlia di Erik,  un suo collega rimasto ucciso in un'operazione sotto copertura, Kate aveva fatto il possibile per salvarlo ma i soccorsi erano arrivati troppo tardi e mentre cercava di non fargli chiudere gli occhi, Erik con un filo di voce  le aveva detto: “ prenditi cura di lei ”  per poi chiuderli  e non riaprirli mai più.
Era terrorizzata all'idea di doversi occupare di una sedicenne di cui aveva sentito parlare si e no due volte, Erik non poteva chiederle una cosa simile.
Possibile che non avesse una madre?
 Chiese in po' in giro e scoprì che la madre della ragazza era morta di parto e lei era cresciuta con il padre: iniziavano ad avere alcune cose in comune; inoltre  i suoi nonni erano morti e a lei non rimaneva che Beckett
Così dopo la morte di suo padre era stata affidata ai servizi sociali.
Per i primi giorni  Kate non  ebbe il coraggio di andare da lei e dirle le ultime volontà del padre, non le sembrava giusto piombare nella sua vita e stravolgerla ancora di più.
O forse aveva paura, paura del ruolo che avrebbe dovuto ricoprire una volta fatto quel passo.
Poi al funerale del padre Emily le si avvicino.
“ Tu dovresti essere l'agente Beckett ”
“ Ehm... si, come fai a conoscermi? ” chiese con un sorriso timido.
“ Mio padre mi ha parlato molto spesso di te, lui diceva... ” non riuscì a terminare la frase, si asciugò una lacrima e poi tornò a guardare la detective. “ Lui diceva che eri nuova nell'ambiente, ma che ci sapevi fare ”.
Kate non sapeva cosa dire.
“ Erik, tuo padre, era un uomo fantastico. Mi ha parlato molto spesso di te, era fiero di avere una figlia così ” Le rispose sorridendo.
Emily continuò a guardare Kate con occhi curiosi per alcuni istanti fin quando non parlò.
“ Credo che papà fosse segretamente innamorato di te, ma non avesse il coraggio di ammetterlo, perché in questo modo credeva di tradire la mamma ”
“ Tuo padre era un uomo meraviglioso, ma credimi, non era innamorato di me, eravamo colleghi e lui credeva molto in me”
La ragazza non rispose e un lampo di tristezza le attraversò il viso, solo adesso Kate si accorse della piccola macchia che aveva accanto all'occhio destro, eccetto questo piccolo “difetto” i suoi occhi erano marrone scuro in netto contrasto con la carnagione chiara.
Quando sorrideva  le si formavano delle piccole fossette sulle guance ed il suo sorriso non era completamente diritto, tutto questo rendeva il suo viso affascinante.
Aveva i capelli lunghi anch'essi color nocciola che teneva legati in uno chignon disordinato con qualche ciocca che le incorniciava il viso.
Kate pensò che  non fosse una delle classiche adolescenti che danno importanza solo al trucco e all'essere perfette sempre, lei vedeva che Emily non era così.
Non era una persona superficiale che si soffermava sulle apparenze.
Come faceva a capire tutto questo?
Andiamo!! era sempre una detective!!!
Emily interruppe i suoi pensieri.
“ Qui è tutto finito, ti andrebbe di venire con me a prendere un caffè? ”
“ si certo! ” le avrebbe parlato, le avrebbe detto ciò che suo padre voleva.
E così, entrambe assorte nei propri  pensieri, si incamminarono verso una tavola calda.

“ Raccontami qualcosa di mio padre ” chiese Emily una volta sedute al tavolo.
“ Sai, una volta io e lui stavamo ricontrollando delle carte ed entrambi morivamo di fame, ma non potevamo smettere con il nostro lavoro. Eravamo ad un punto morto delle indagini e forse tra quei documenti c'era la chiave di volta. Ad un certo punto lo vedo che si alza, mi guarda e mi fa : < Al diavolo Beckett... sto morendo di fame e senza qualcosa nello stomaco mi andrà in pappa il cervello!! > ”  Emily soffocò una risata e Kate riprese a raccontare.
“ e senza aggiungere altro è andato via tornado qualche minuto dopo con due pizze e due birre, un comportamento inappropriato per due agenti federali, ma a lui non interessava, diceva che il suo stomaco era più importante del comportamento da tenere ” sorrise al ricordo di quella sera.
“Si! Questo era proprio classico da lui, aveva sempre fame. A volte mentre eravamo a casa e stavamo guardando un film lui a metà si alzava e andava a prendere qualcosa da mettere sotto i denti, magari perdendosi una parte fondamentale del film. Non gli importava! Lui quando aveva fame, mangiava. ”
Continuarono a raccontarsi aneddoti divertenti fin quando Emily non fece la fatidica domanda.
“ Tu eri lì quando è successo? ”
ci mise un po' a capire a cosa si stesse riferendo, ma poi rispose sinceramente.
“ Sì...”
“ quindi sei stata l'ultima persona a vederlo viva, giusto? ”
Kate annuì senza sapere cosa dire.
“ E...com'è stato? Cosa ha detto? ”
è il momento giusto, adesso o mai più . Penso Beckett.
“ è proprio di questo che vorrei parlarti.. Non so come dirlo, non so da dove iniziare ” disse mettendosi le mani nei capelli, era davvero difficile.
“ io ero lì, quando lui ha chiuso gli occhi per sempre ero lì, ed era... spaventato. Lo so vorresti sentirti dire che il quel momento era sereno, che è morto felice, facendo il lavoro che amava, ma non è così. Lui non era felice, non era contento di lasciarti qui da sola, non voleva abbandonarti.
Ed è per questo che mi ha chiesto....”
Emily non distoglieva lo sguardo da quello della detective, tutto quello che aveva sentito non sembrava averla sconvolta, era calma.
“ Ti ha detto? ” il suo tono era pacato, non arrabbiato.
“ Ha detto che avrei dovuto prendermi cura di te ”
Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime, apriva e chiudeva la bocca senza riuscire ad emettere alcun suono. Forse era troppo da sopportare.
Continuando a guardare Kate, prese la sua giacca e corse fuori dal locale senza voltarsi indietro.
Kate realizzò ciò che era successo, pagò il conto e cercò di raggiungerla, era a poca distanza. La chiamò.
“ Emily!!! ” la ragazza si voltò, la guardo.
Stava piangendo.
La fisso per un istante poi aggiunse:
“ Vattene via.. Non ti voglio più vedere ”
E in quel momento Kate capì che ormai ci stava dentro, che quella ragazza le era entrata nel cuore senza chiedere il permesso e avrebbe fatto di tutto per proteggerla.
Continuò a guardarla mentre fuggiva, aveva bisogno di tempo per assimilare la cosa.

 

Angolo autrice
Ringrazio tutti quelli che hanno letto questa storia, mi fa piacere ricevere recensioni positive, negative ecc.... è importante il parere di tutti! :) scusate se ci ho messo una vita a pubblicare un nuovo capitolo ma ho avuto dei piccoli problemi :D
 grazie a tutti.
Ciao :):):)
  
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