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Autore: Marty Andry    15/10/2013    3 recensioni
Siamo nel 28 a.C., a Roma. Una figlia illecita di Giulio Cesare, Tosca, vive con la madre ed uno zio nell'Urbe. Un matrimonio combinato farà in modo che sulla vita di Tosca, calino le tenebre.
Come potrà la ragazza a ritrovare la luce?
Genere: Malinconico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità greco/romana
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No, non era stato un sogno. O meglio, un incubo. Il cammeo che la madre del suo futuro sposo, di cui non voleva nemmeno pronunciare il nome, giaceva in una coppa  a mo’ di scatola. Coppa di poco  valore, fatta dal padre di Adriana. Un paio di spille, qualche nastro costituivano i pochi averi di Tosca. Si alzò dai cuscini si cui si era addormentata e  osservò il sole attraverso una sottile tenda che copriva una finestra rotonda. Ancora un po’ stordita, iniziò a camminare avanti e dietro per la stanza, mentre i suoi pensieri erano in balia delle onde del mare più scuro che li avessero mai cullati. In un attimo, il catsello di carte in cui viveva, era crollato con un soffio di vento gelido.
Tosca uscì di corsa da casa, artigliando il cammeo. Raffigurava una donna dai tratti molto fini, aggraziata, rappresentata di profilo. Gli occhi erano socchiusi, la bocca leggermente aperta. Ricordava che, nel Foro, vi era un banco che esponeva molti cammei simili a quello.
 Dopo aver camminato per un po’, trovò ciò che cercava. Dietro al bancone, un uomo stava terminando il suo manufatto. Con audacia, si avvicinò all’uomo.
<< Ave, signore. Starei cerc… >>
Tosca non finì la frase. L’uomo alzò la testa, mostrando i tratti di un giovane, dai grandi occhi blu. Era lo stesso ragazzo che aveva visto il giorno prima, mentre fuggiva da Adriana.
<< Diceva? >> disse lui con voce estremamente calma.
<< Sa chi ha fatto questo cammeo? >>
Il ragazzo lo prese con delicatezza dalle mani affusolate di Tosca, sfiorandole le dita. Soffocò una risata, facendo accendere gli occhi di una strana luce. Le rimise il gioiello in mano e poi disse << L’ho fatto io. Vede, c’è il mio nome intagliato dietro. >> e vi tamburellò sopra con l’indice e il pollice.
<< Oh, è stupendo…chi è questa donna? >> chiese lei curiosa.
<< Non ne ho idea, l’ho sognata. Sì, un paio d’anni fa. >>
<< Paolo. >>
Lo guardò con un’espressione interrogativa.
<< Mi chiamo Paolo. >> precisò, sfoderando un enorme sorriso.
<< Tosca. >> rispose timidamente, ricambiando il sorriso.
<< Dove sono le tue ancelle? >>
<< Non ne ho, non ho quella restrizione. O almeno ancora per poco. >>
<< Devi sposarti? >>
Annuì con un cenno del capo.
<< Non sembri molto entusiasta… >>
<< No…decisamente no. >>
<< Un momento…tu sei la stessa che ieri, al tramonto, stava correndo con le lacrime agli occhi? >>
Tosca, sorpresa, rispose di sì.
<< Imparerai a volergli bene, te lo assicuro. >>
Dopo dei minuti di silenzio che parvero eterni, Paolo riprese.
<< Perché ti confidi proprio con me? Uno sconosciuto… >>
<< Mi ispiri fiducia…tutto qui. >>
<< E se io conoscessi il tuo sposo? >>
<< Non… >>
<< Tranquilla, Tosca. So mantenere i segreti; e non conosco il fortunato. Se vorrai, mi troverai qui. >>
<< Grazie, ora devo andare. A presto. >> disse la ragazza con un fil di voce.
<< A presto. >> rispose lui, dolcemente.
 Tosca tornò sui suoi passi quasi volando, stringendo forte il cammeo e con un solo nome nella mente: Paolo. 
  
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