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Autore: Giuliascorner    15/10/2013    10 recensioni
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«E così...Edith» cominciò Harry, enfatizzando il mio nome con un cenno distratto della mano. «Praticamente sei venuta a fare la spia delle nostre vite, giusto?" disse, sistemandosi per bene sulla sedia.
«Te l'ho già detto, non sono una spia, ma una giornalista.» sospirai, rassegnata. «Un'aspirante giornalista, oltretutto.» aggiunsi.
«Non vedo la differenza.» soffiò piantandomi gli occhi in faccia.
«Non scriverò di tutte le ragazze che ti porti a letto, Styles, a me interessa solo il vostro lavoro, è di quello che dovrò parlare nell'articolo finale.»
«Ah sì? Niente vita privata?»
«Niente vita privata.»
«Prometti?»
«Non vedo come la tua vita privata potrebbe interessare a un professore universitario sessantenne!» esclmai sarcastica. Harry abbozzò una smorfia, ma incrociò le braccia al petto e mi fissò in attesa. Dio, quello sguardo. «E va bene, sì, prometto!» sbuffai.
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I giornalisti, si sa, sono i migliori alleati delle fans e spesso i peggiori nemici delle celebrità. Harry lo sapeva bene, e aveva imparato come difendersene; ma come potrà riuscirci quando sarà costretto a convivere con una di loro?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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X. Burn.

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Ci sono spesso dei rumori che non vorremmo sentire. Lo squillo di una chiamata che non si vuole ricevere, la voce di qualcuno che non si vuole incontrare, il trillo di un campanello quando si è appena usciti dalla doccia.
Il suono che volevo non arrivasse giunse alle nove e mezza precise quella stessa sera. Il rumore di un clacson fuori da casa mia riuscì a gettarmi totalmente nel panico.
«Ci siamo!» strillò Lani, alzandosi di scatto dal divano. Bell corse a prendere il mio cappotto e lo aprì aspettando che infilassi le braccia, ma il mio sedere sembrava inchiodato alla poltrona.
«Devo andare, vero?» mugolai sommessamente.
«Penso proprio di sì.» rise Lani, spumeggiante. «Dai, lo so che non vedi l'ora!»
Era vero: non vedevo l'ora di essere seduta e circondata da giornalisti con tanti artisti ad esibirsi a cinque metri da me. Era la parte prima che volevo evitare. Non era stato l'assalto dei paparazzi ad impressionarmi, né tantomeno aver visto alcune mie foto su Internet che mi avevano ricordato quanto fossi poco fotogenica. Il vero colpo erano stati i commenti delle fans che ovviamente, presa da un attimo di curiosità morbosa e masochista, ero andata a vedere. Molte di loro avevano già ipotizzato che fossi la nuova ragazza di Harry e solo con questa supposizione avevano sollevato una serie di reazioni acide e gelose nei miei confronti. Tuttavia, se non potevo evitare che m'insultassero per essere amica dei loro idoli, potevo sempre far sì che non mi criticassero di nuovo per il mio aspetto fisico. Avevo così deciso di farmi mettere a nuovo dalle mie coinquiline, che per un pomeriggio erano entrate perfettamente nei ruoli di estetiste, parrucchiere, make-up artists ed esperte di moda. Avevo passato ore seduta sul gabinetto a farmi stirare i capelli -e bruciare le orecchie- da Lani mentre Bell dava sfogo alla sua abilità con i colori truccandomi con cura; avevo esaminato miliardi di vestiti nei negozi per poi scegliere quello che mi stava meglio, un abito semplice di un particolare colore tendente al pesca; ero rimasta mezz'ora con mani e piedi immobili per non rovinare lo smalto. Dopo tutte queste attenzioni avrei dovuto sentirmi bellissima, in teoria, ma solo l'idea di varcare quella soglia mi terrorizzava.
«Muoviti, ti stanno aspettando!» m'incitò Bell, che ancora reggeva il mio cappotto per farmelo indossare. Mi costrinsi ad alzarmi dalla poltrona, infilai la giacca e mi diressi verso la porta d'ingresso.
«Divertiti!» fece Lani salutandomi scuotendo la mano. Le mie amiche erano in piedi l'una di fianco all'altra, emozionate; sembravano i due classici genitori americani che guardano la loro bambina andare al suo primo ballo della scuola.
«E non bere troppo, superstar!» mi canzonò Bell, conoscendo la mia scarsa resistenza all'alcol. Scossi la testa ridacchiando e uscii risoluta dalla porta.
Harry e Liam mi aspettavano fuori da una delle due grandi macchine nere a disposizione della band. Avrei voluto raggiungerli con un'elegante camminata da gatta, ma l'unica cosa che riuscii a fare fu fare attenzione a non scivolare giù per gli scalini e a non incastrare i tacchi nelle fessure del vialetto.
«Ciao Dee!» esclamò Liam tutto contento. «Pensavamo non saresti mai uscita!»
Lo salutai allegramente e, mentre faceva il giro dell'auto per risalire, trattenni il respiro in attesa dei commenti di Harry che non tardarono ad arrivare.
«Sei...stai benissimo, Edith.» sorrise, e dall'espressione sorpresa che aveva vidi che era davvero sincero.
«Grazie.» risposi, contenta. «Anche tu, sei elegantissimo...» aggiunsi, passando lo sguardo sul suo perfetto completo scuro con scarpe abbinate.
Harry si scostò dalla macchina, mi aprì la portiera, fece un piccolo inchino ed esasperò il gesto della mano col quale m'invitava a salire facendomi ridere. "Ecco come si sente una celebrità", pensai, e mi accorsi che quella sera avrei potuto essere la reincarnazione di una specie di Cenerentola inglese coi piedi già doloranti per i tacchi.

Il secondo suono che quella sera non avrei voluto sentire giunse esattamente mezz'ora dopo il rumore del clacson.
La sezione giornalisti dov'ero seduta era quasi tutta piena. Mi era dispiaciuto separarmi dai ragazzi, ma almeno dal mio posto riuscivo a vedere bene dov'erano seduti poco lontano.
Davanti a me passavano una sfilza di personaggi famosi che probabilmente, se non avessi partecipato a quella serata, non avrei visto in tutta la mia vita. Sembravo una bambina in un parco divertimenti: ogni volta che vedevo una celebrità o qualche famoso giornalista rivolgevo un'occhiata emozionata ad Harry che, proprio come un papà, fingeva di sorprendersi con me anche se era abituato ad essere sempre circondato da quella gente.
Il mio entusiasmò scemò quando vidi un corpulento buttafuori di colore accompagnare Kayla Alvord verso la sezione giornalisti. Rivolsi suppliche e fioretti ad ogni divinità ultraterrena affinché non fosse seduta accanto a me, ma il buttafuori sembrava proprio indicarle la sedia di fianco alla mia.
«...e quindi l'abbiamo messa vicino a una sua compagna di Università, signorina.» sentii che spiegava il ragazzo.
«Oh, eccoti qui Seabury!» starnazzò Kayla, camminando in modo maldestro fra le gambe degli altri reporter seduti e raggiungendomi. La sua voce riusciva ad irritarmi a livelli incredibili.
«Ciao Kayla.» sospirai, liberando il suo posto dalla mia borsa. Cercai un modo per non parlarle, così tirai fuori le bozze del mio articolo e iniziai a correggere, aggiustare pezzi che non mi piacevano e aggiungere altri dettagli che mi sembravano importanti.
Kayla tentò di stuzzicarmi come faceva di solito, ma vedendo che non le prestavo la benché minima attenzione, chiamò il suo fedele paparazzo Logan e si mise a spettegolare con lui. Mentre scrivevo qualche appunto sul mio quaderno giungevano alle mie orecchie pezzi di inutili conversazioni fra i due, che sembravano interessarsi solo ai vari look delle celebrità. Ogni tanto, sapendo che Kayla non mi stava fissando, alzavo impercettibilmente gli occhi e guardavo la schiena di Harry nella speranza che si voltasse anche lui. Una volta successe davvero, e ci rivolgemmo un grande sorriso d'intesa attraverso l'enorme sala degli Awards senza che nessuno se ne accorgesse.
«E così te la fai con Harry Styles, eh?»
O forse non proprio nessuno.
Quella domanda fece scomparire il sorriso dalle mie labbra in un millesimo di secondo. Kayla avrebbe trasformato in qualcosa di cattivo gusto anche la più dolce e romantica delle storie d'amore. E non avevo mai sentito nulla di più riduttivo di quel te la fai pronunciato con sprezzo.
«Non sono affari tuoi.»
«Se vi tenete per manina per strada sì, sono anche affari miei.»
Ci aveva visti. Lo sapevo.
«Comunque sei intelligente. Insomma, non c'è modo migliore di farsi conoscere da tutti i giornali se non comparire su quegli stessi giornali. Con Harry Styles, oltretutto.» continuò.
«Qualcuno è geloso, eh?» risi senza nemmeno alzare lo sguardo dal foglio.
«Gelosa di te?» sibilò. Logan, con mia grande sorpresa, invece di appoggiarla le fece segno di smetterla.
«E di chi se no?»
Kayla non replicò. Si appoggiò allo schienale con stizza e disse sgarbatamente al paparazzo di andarsene. Era il ritratto dell'invidia personificato in una ragazza antipatica e vestita più da ballerina di lap dance che da aspirante giornalista.
Passò un quarto d'ora dove arrivò l'altra metà della gente che mancava. Alzai lo sguardo dagli appunti e, dopo aver quasi avuto un attacco di cuore per il vestito mozzafiato di Selena Gomez, notai una ragazza altissima camminare in modo elegante davanti a noi. Il suo vestito color corallo saltava subito all'occhio e un giacca corta le copriva la schiena nuda. Qualcosa dei suoi lineamenti da sudamericana mi era familiare. Non era sicuramente una cantante e neanche una giornalista, ma il suo incedere sicuro sui tacchi mi fece pensare ad una modella. In pochi secondi il mio cervello unì i pezzi: alta, lineamenti da brasiliana, corpo da indossatrice. Zoe Whelan!
Scattai in piedi senza neanche sapere bene cosa fare, uscii di corsa dalla sezione giornalisti e mi scapicollai verso la ragazza con il mio quaderno fra le braccia. Quando fui abbastanza vicina richiamai la sua attenzione battendole un dito sulla spalla.
«Zoe...Whelan?» esordii cercando di sembrare professionale.
«Sì, sono io.» mi rispose, alquanto perplessa.
«Posso vedere dov'è il tuo posto?» domandai indicando il pezzo di carta che aveva fra le dita dalle unghie laccate di rosso.
«Certo, tieni.» mi porse il foglietto. Posto 121: lontanissimo da Niall, praticamente dall'altra parte della grandissima sala. Guardai rapidamente verso i ragazzi: il posto alla destra di Niall era occupato da Zayn, ma avevo visto che il posto alla sua sinistra era ancora vuoto.
«Mi è stato detto di farti sedere là, se per te non è un problema.» esclamai guardando il mio quaderno per fingere ancora meglio di essere una delle organizzatrici.
«Nessun problema, non sono venuta in compagnia. Là in fondo dove?» chiese voltandosi.
«Là, vicino a quel ragazzo biondo.» dissi indicandole i capelli di Niall che ci dava la schiena.
«Oh, d'accordo. Grazie.» sorrise la ragazza e, dopo aver dato qualche occhiata perplessa al foglietto, alzò le spalle e si diresse dove le avevo detto.
Quando si sedette e vidi lei e Niall salutarsi tentai di rimanere calma anche se dentro di me stavo saltellando e strillando per la soddisfazione. Probabilmente sarebbe arrivato presto il proprietario del posto vicino al ragazzo, ma nel frattempo Niall avrebbe avuto tutto il tempo per parlarci e, chissà, magari invitarla a rivedersi all'uscita o al party dopo gli Awards.
Ad un tratto Niall si voltò verso di me; forse Zoe gli aveva indicato chi le aveva detto di sedersi lì. Naturalmente eravamo troppo lontani per parlarci, ma con la bocca mimò un "grazie" silenzioso e sincero; gli risposi con un occhiolino d'intesa e tornai a sedermi compiaciuta.

«E adesso...» annunciò la presentatrice Lucy Hale rivolgendosi al pubblico e alle telecamere. «...siete pronti per la band più famosa del momento?»
Il pubblico scoppiò in grida esultanti e le fans, sedute nei posti più lontani dal palco, si lasciarono andare a una serie di urla selvagge attraverso la sala. Anche io iniziai ad applaudire con entusiasmo, ignorando le occhiate di scherno che mi rivolse Kayla.
«E allora diamo il benvenuto a Harry, Zayn, Niall, Liam e Louis!» esclamò la presentatrice. I ragazzi si alzarono in piedi e accompagnò la loro salita trionfale sul palco uno scroscio di applausi dai presenti in sala. Salutarono tutti Lucy Hale, si disposero uno di fianco all'altro e Harry prese il microfono che gli porgeva la ragazza.
«Grazie, grazie a tutti!» disse salutando la platea. «Abbiamo deciso questa sera di esibirci con una canzone del nostro ultimo album che si è classificata al primo posto in così tanti Paesi da non sembrare neanche vero... Questa è Best Song Ever, grazie a tutti!»
Lucy Hale zampettò via dal palco con i suoi tacchi vertiginosi e ben presto si sentirono le prime note di Best Song Ever, introdotte da un potente e breve assolo alla batteria.
Era la prima volta che sentivo i One Direction cantare dal vivo e dopo le prime parole cantate da Harry mi ritrovai ad applaudire, cantare con loro i pochi pezzi che ricordavo a memoria e scatenarmi sulla mia sedia come una delle loro fans. Ogni tanto cercavo di calmarmi per non perdere la stima di tutti i giornalisti adulti e famosi intorno a me, ma quando mi voltai per dare un'occhiata notai divertita che la metà di loro si dimenava sulla sedia come me, alcuni inconsapevolmente e altri no. L'unica a non divertirsi era ovviamente Kayla, imbronciata e con le braccia conserte. Guardava ripetutamente Logan, il paparazzo, che però quella sera aveva lasciato a casa macchine fotografiche e obbiettivi per presentarsi alla serata come semplice accompagnatore della ragazza. La performance degli One Direction l'annoiava così tanto che, quasi alla fine della canzone, si alzò e s'incamminò verso il backstage. Giurai che Harry che mi avesse rivolto tanti sguardi, durante quella canzone, ma poi m'intimai di smetterla di comportarmi come una ragazzina di undici anni. In ogni caso, i miei occhi erano sempre incollati su di lui: gli altri erano bravi quanto lui, ma Harry sapeva tenere la scena in un modo particolare. Quando sentivo la sua voce un po' roca intonare le parole di Best Song Ever mi sembrava assurdo che, pochi giorni prima, quel ragazzo fosse stato nella mia piccola stanza a mettere le mani fra i miei dischi dei Beatles. E a provare a baciarmi.
"It was the best song ever..." cantò Zayn, facendo vibrare l'ultima nota e finendo così la performance della band.
«Ladies and gentlemen, gli One Direction!» trillò Lucy Hale provando a superare con la voce le grida e gli applausi. I ragazzi salutarono il pubblico scuotendo le mani e scesero i gradini del palco a due a due, soddisfatti del loro spettacolo. Applaudii più forte di tutti: sapevo quanto avevano sperato che quell'esibizione fosse impeccabile.
Ricevettero tantissimi complimenti da tutti e rischiai di urlare di gioia quando vidi Zoe Whelan, che era rimasta nel posto vicino ai ragazzi, stringere Niall in un grande abbraccio.
Se potevo aver frainteso le occhiate di Harry durante la canzone, quella che mi rivolse quando annunciarono la pubblicità in televisione fu molto chiara. Si alzò dal suo posto e i suoi occhi m'indicarono di sbieco il backstage. Lasciai che si allontanasse abbastanza da non destare sospetti, poi mi alzai col cuore che batteva a mille e camminai facendo finta di nulla. Probabilmente la gente che mi guardava pensò che fossi strana: procedevo velocemente, noncurante del male ai piedi, e lanciavo occhiate furtive come se avessi appena assassinato qualcuno.
Quando entrai nel backstage, però, mi accorsi che nessuno aveva tempo per badare a me; appena varcai la soglia, infatti, venni quasi travolta da uno sciame di parrucchiere, truccatrici, tecnici e organizzatori che schizzavano come biglie da una parte all'altra.
«Pss! Dee!» sentii un sibilo alle mie spalle mentre passavo davanti ad una porta.
Quest'ultima era socchiusa e riconobbi dietro di essa i ricci di Harry. Come pensavo nessuno mi stava prestando attenzione, quindi sospinsi la porta e il ragazzo la chiuse in fretta dopo avermi trascinata all'interno.
«Eccoti! Pensavo non avessi capito...» disse Harry, tirando un sospiro di sollievo.
Non gli chiesi nemmeno perché mi trovassi lì. Era evidente, ed era quello che aspettavo da più di due settimane. Harry piegò la testa di lato osservando il mio vestito e mettendomi un po' a disagio.
«Cavolo, Dee. Sei bellissima...»
Gli rivolsi uno sguardo imbarazzato e lo ringraziai piano.
«Beh, benvenuta nel nostro angolo di backstage.» annunciò Harry allargando le braccia. «Uhm, e scusa il disordine. E tu mi hai chiesto scusa quando sono venuto a casa tua...»
In effetti il disordine del mio salotto era nulla confrontato a quello della stanza.
«Mi hai appena fatta scappare di nascosto nel backstage degli Mtv Awards e ti scusi per il disordine?» gli chiesi con un sorriso. Harry ridacchiò scuotendo la testa e fece spallucce. Questa volta fui io a osservare il suo completo elegante.
«Complimenti per la performance. Sul palco sei...incredibile, davvero. E se te lo dice una giornalista fai meglio a crederci.»
«Ci credo, ci credo.» mi assicurò, spostandomi piano una ciocca di capelli.
«Hey, senti! C'è Ellie Goulding!» esclamai tutta contenta con un tono di voce infantile.

"And we gonna let it burn, burn, burn
We gonna let it burn, burn, burn."

La voce morbida di Ellie Goulding scaldò tutta la platea per giungere fin nel backstage. Ringraziai il Cielo che ci fosse lei come sottofondo a quel momento e non qualche hit del momento ritmata e un po' volgare. La porta dietro di noi fece rumore; stavo per girarmi ma poi il ragazzo davanti a me parlò di nuovo.
«Posso chiederti una cosa?» esordì Harry.
«Vai. Ma dopo chiedo una cosa io.»
«Come ci siamo arrivati qui?»
«Qui in questa stanza o qui in questa situazione?»
«Sempre a puntualizzare, eh?» mi prese in giro. «Comunque intendo qui in questa situazione.»
«Ti ho...beh, non so, '"addomesticato"?» risposi azzardando un termine senza esserne troppo sicura. Sorrisi ricordandomi di quando lo avevo paragonato a un grande felino, bello ma pericoloso, e mi accorsi dopo che non avrei potuto trovare parola più giusta. Forse un giorno glielo avrei detto, giusto per farmi prendere un po' in giro.
«Già, penso di sì.» annuì, soddisfatto. «La tua domanda?»
«Era davvero me che hai guardato per tutta la vostra esibizione?»
Harry aveva un'espressione dolce, ma prima di parlare piantò lo stesso gli occhi verdi nei miei.
«Sì.»
Poche volte, in futuro, avrei riprovato la tensione che mi assalì mentre muovevo due passi, posavo le mani sulle spalle di Harry e lo baciavo io. Per un battito di ciglia rimase immobile, incredulo, ma subito le sue mani corsero fino a raggiungere le mie guance e rispose al mio bacio. Le sue labbra si curvarono velocemente in un sorriso dolce e mi strinse ancora più forte quando sentì le mie dita tremare impercettibilmente. Sentivo di nuovo il suo anello gelido sulla mia pelle e il dolore ai miei piedi era lancinante, ma tutto ciò a cui riuscivo a pensare mentre passavo una mano fra i suoi ricci era quanto avrei voluto stare così per sempre. Era come se mi fosse stata iniettata dell'adrenalina in corpo; non mi sarei sorpresa di vedere il mio cuore battere così forte da saltare via dal mio petto. Fuori da quella stanza Harry era una grande superstar con la fama da casanova, e io una quasi giornalista con gli occhiali e una camera in affitto piena di libri e dischi. Ma quando eravamo noi due, quando le nostre labbra si scontravano in un misto fra dolcezza, sollievo e irruenza, eravamo soltanto Harry e Dee. Finalmente.

"Music's on, I'm waking up, we stop the vibe, and we bump it up
And it's over now, we got the love, there's no secret now, no secret now."




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Ehi! (:
Eccomi, una settimana dopo come promesso!
Ahah lo so, avevo fatto in modo che Harry e Edith venissero interrotti in ogni modo possibile e immaginabile, ma ne è valsa la pena, penso! Meglio un bacio di fretta in casa di Dee, uno al freddo e al gelo fuori di casa con le coinquiline che la spiavano o uno di sera, da soli, con tutto il tempo a disposizione ed Ellie Goulding che canta dal vivo di sottofondo?
Spero che il nuovo capitolo vi piaccia...confesso che non sono sono esattamente la definizione del romanticismo (trovo davvero super difficile scrivere scene dolci), quindi siate buone nei commenti ahah (: Comunque ho fatto del mio meglio e spero lo apprezziate.
Dato che non sono abituata a scrivere capitoli come questo, questa volta, oltre che a farmi piacere, le vostre recensioni mi servirebbero davvero per avere un'opinione sul risultato. Quindi RECENSITE, recensite! Ringrazio chi lo fa sempre, chi ha la mia storia fra preferiti/ricordati/seguiti e anche i lettori "silenziosi" (che prima o poi mi diranno cosa ne pensano, vero? **). Il prossimo capitolo sarà il 26 di Ottobre!
Un bacio! :*

G.

  
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