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Autore: Bertu    16/10/2013    8 recensioni
Lui: Giacomo Jack Zanni, 19 anni, capitano e unica punta della squadra di calcetto della scuola, rappresentante di classe, presidente del consiglio di istituto e sogno erotico di tutte le studentesse del Leonardo. Migliore amico di Giorgia e perdutamente innamorato di lei da sempre.
Lei: Giorgia Marton, ragazza semplice a cui piace giocare a pallavolo, cantare, ballare e spettegolare con Alessandra. Anche se lo nega è alla ricerca del grande amore, ma intanto si consola con la compagnia di Jack.
L’altro: Gianluca Tinti, 28 anni, architetto sexy con quel qualcosa in più che affascina ogni essere di sesso femminile. Conosce Giorgia per caso e non riesce più a fare a meno di lei.
La sua caratteristica: ottiene sempre quello che vuole.
Chi sceglierà Giorgia?
Il ragazzo o l’uomo?
Il migliore amico o l’ignoto?
Pronte a scegliere con lei?
Trailer : http://www.youtube.com/watch?v=7Zzeh2dmMA4
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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GRAZIE AD ANEROL EFP PER IL BANNER *^*
Capitolo 14
 
Giorgia ripensava spesso a quel martedì, anche se erano passate quasi tre settimane. Ormai mancava poco più di un mesetto alla fine della scuola e questo significava che i preparativi per il torneo di calcetto si stavano facendo sempre più intensi.
 
Andrea tartassava tutti con chiamate e lunghi messaggi e, anche se non l’avrebbe ammesso neanche sotto tortura, la squadra era in anticipo sulla sua tabella di marcia. Avevano raccolto più iscrizioni del previsto e così avevano deciso di istituire anche alcuni premi di consolazione: una cena per la squadra in una pizzeria vicino alla scuola. Giacomo, con l’aiuto di Giorgia, era riuscito a trovare una band che facesse anche karaoke, così da “mettere alla prova” i meno sportivi.
Questa era stata un’idea della ragazza… amava profondamente cantare.
 
- Me la dedicherai una canzone, Trottola? – le aveva chiesto il suo Jack baciandola, dopo aver stipulato il contratto con i Ten Fingers Frank. Lei aveva annuito sorridendo. Aveva già in mente diverse canzoni perfette per l’occasione.
Ultimamente Giacomo era stato molto occupato: oltre ai suoi impegni mondani c’era sempre la maturità e tutti i professori stavano mettendo sotto i poveri geometri.
Jack passava anche il lunedì a studiare, nonostante fosse il giorno dedicato alla coppia. Fortunatamente la vicinanza della sua Giorgia rendeva tutto più sopportabile e anche il lavoro in macelleria lo aiutava a calmare i nervi.
Non avrebbe mai detto che spennare ali di pollo potesse essere così rilassante. Ti faceva davvero dimenticare tutti i tuoi problemi.
 
Fortunatamente quel week-end ci sarebbe stata la festa di compleanno di Andrea e Jack si sarebbe fermato da Giorgia a dormire. Viola e Francesco non avevano battuto ciglio quando lei aveva fatto la richiesta. Le avevano solamente fatto le solite, e inutili, raccomandazioni ma non avevano detto niente di “genitoriale”.
- Lo sai Giorgia che… -
La figlia aveva sbuffato per poi terminare la frase della madre.
- … che non vuoi diventare nonna e che sono troppo giovane per diventare mamma. Se ho degli istinti genitoriali è meglio prendere un pesce rosso o un cane, giusto? -
Viola e Francesco annuirono soddisfatti per poi augurare una buona serata alla ragazza. Giorgia si era alzata turbata dal divano.
- Cioè… questo è tutto quello che avete da dirmi? -
- Beh… cercate di non fare troppo rumore, ok? –
Giorgi aveva lasciato la stanza con gli occhi sgranati. Aveva davvero sentito bene? Sua madre gli aveva detto di non fare troppo rumore?
O. Mio. Dio.
La sua era una famiglia di pazzi.
 
Ale era scoppiata a ridere quando glielo aveva detto.
- Cicci! Avrei pagato per assistere a quella scena! -
Giorgia rassicurò l’amica. Non si era persa niente.
- Ma purtroppo ti perderai la festa di Andrea… Cerca almeno di fare il culo alle altre e stabilire un nuovo PB, ok? -
 
Alessandra, con suo grande rammarico, non sarebbe stata presente: si sarebbe trovata ad Ancona per gli outdoor, il primo appuntamento all’aperto della stagione. Prima di partire era andata a casa di Giorgia per darle le scarpe che si abbinavano perfettamente alla gonna che intendeva indossare.
Degli stiletti open toe, alti, neri e di vernice. E fortunatamente stavano bene a entrambe.
Anche questo era uno dei pregi dell’avere come migliore amica Alessandra.
- Ѐ un look un po’ retrò, ma stai benissimo. Hai già deciso come acconciare i capelli? Sono così lunghi e belli che sarebbe uno spreco non valorizzarli -
- Non so se stirarli oppure arricciarli... Tu che dici, Ale? –
Giorgia si fidava ciecamente della sua migliore amica e infatti quando lei gli suggerì di lisciarli, ma cotonandoli un pochino, accettò subito il suggerimento.
Considerato che non avevano molto da fare, Ale decise di fare una prova, sia per passare più tempo con Giorgia che per vedere come stava il tutto, visto che non sarebbe stata presente e avrebbe potuto vedere il tutto solo in foto.
 
- Ci sono novità con Michele? – le domandò guardandola attraverso lo specchio.
Alessandra sospirò.
Michele.
La rovina della sua vita.
Fino ad allora si erano allenati insieme ben sette volte, Ale teneva il conto, e ogni benedetta volta Michele si comportava nello stesso identico modo. Si allenavano insieme, e il ragazzo era stato capace di reggere il ritmo di Ale anche durante il giro della morte, ma durante l’allenamento e la cena che seguiva non succedeva nulla. Michele si risvegliava quando Ale stava per entrare in casa, propinandole sempre la solita scusa. E poi la baciava e Alessandra dimenticava tutto. Le gambe molli, le farfalle nello stomaco…
Riusciva solo a concentrarsi sulle sensazioni che sentiva. Sensazioni che le annebbiavano la testa e le facevano venire le palpitazioni…
Alessandra moriva ogni volta che Michele la baciava.
 
Moriva perché poi lui non la cercava se non per dirle che l’aveva ammaliato, che la credeva una sirena e che non poteva resistere al suo canto.
Due o tre messaggi uguali poi basta.
Zero assoluto.
Non si faceva sentire per giorni per poi ricomparire dal nulla, come se niente fosse, chiedendole se poteva allenarsi con lei.
E poi la spirale iniziava di nuovo: allenamento, cena, bacio, scuse, messaggio e poi veniva come inghiottito da un buco nero. Fino alla volta successiva.
 
Alessandra stava soffrendo e Giorgia non sapeva assolutamente cosa fare per fermare la situazione. Mentalmente aveva dato un ultimatum a quello stronzo: aveva ancora dieci giorni di tempo e poi avrebbe detto tutto a suo padre.
A quel punto era dovere del carissimo Fausto dire qualcosa al suo figlio: ne andava della salute mentale, psicologica e fisica della sua studentessa preferita. E di quella della sua amica preferita.
Poteva dirgli di tutto, anche di mettersi da parte finché non avesse avuto delle idee un po’ più chiare. Poteva dirgli qualunque cosa, in fondo era suo figlio, ma Alessandra doveva smettere di soffrire.
Non se lo meritava.
 
- Mi ha giusto chiesto se quando rientro dalle gare può allenarsi con me -
- E tu? Che gli hai risposto? –
Ale abbassò gli occhi con fare colpevole.
Gli aveva detto di sì.
Nonostante sapesse che si trattava di una strada senza uscita gli aveva detto di si.
Giorgia gli prese una mano e la strinse forte. La sofferenza di Ale era la sua, la sentiva come sua.
- Dimmi cosa devo fare che lo faccio. Se vuoi che venga all’allenamento con voi non devi far altro che dirmelo -
Ale continuò a pettinarle i capelli, sorridendole.
- Adesso vedi di divertirti e di fare una buona gara. Non pensare a quello stronzo, capito? Non merita neanche di baciare il terreno dove cammini! E guarda che sono disposta a fare qualsiasi cosa tu mi chieda, compreso l’omicidio ma con esclusione delle flessioni -
Ale rise, ma non di gusto.
Ma apprezzava quello che stava facendo Giorgia. Era felice che fosse la sua migliore amica. Ed era felice che con Jack si trovasse bene.
 
- Ma adesso smettiamola di parlare di me e parliamo di te, piuttosto. Allora… con Jack so che va alla perfezione, ma con quel ragazzo? L’architetto sexy? -
Alessandra sapeva esattamente cosa era successo quel famoso martedì. Sapeva dell’abbraccio interminabile, del baciamano, del numero di telefono, delle domande indiscrete e di come Giorgia si era sentita bene con lui. Sapeva che la ragazza lo riteneva bello, affascinante e gentile.
Ma Ale non sapeva tutto.
Giorgia le aveva tenuto nascosta la mano sopra il tavolo, lo considerava un particolare davvero intimo da raccontare, perfino più intimo del baciamano, e come lui riuscisse a collegarsi con il profondo della sua anima. Le aveva tenuto nascosta la profondità dei suoi occhi e il magnetismo che aveva provato.
Sapeva che certe cose andavano dette, soprattutto alla propria migliore amica, ma invece lei aveva preferito rimanere nel silenzio. Alessandra era così contenta ogni volta che la vedeva con Jack e Michele le procurava già fin troppi dispiaceri. Non poteva permetterle di preoccuparsi anche per lei. Anche la stessa Giorgia non era fiera della parte che stava facendo, disprezzava le ragazze che, come Elisa, non riuscivano a scegliere un ragazzo, ma la sua situazione era diversa.
E non era una scusa, ma la semplice verità
 
Anche se pensare a Gianluca le provocava sempre un certo turbamento, indossò un sorriso e raccontò ad Ale che, anche se in questo momento era preso con alcuni progetti, riusciva sempre a mandarle un messaggio che le augurava una buona giornata, un consiglio su un libro o un film che aveva appena visto o la recensione a un evento alla quale aveva partecipato.
- Ѐ un po’ come se avessi trovato un nuovo Jack. Mi tiene compagnia quando tu ti alleni e lui sta spennando ali di pollo. Parliamo davvero di tutto e si assicura che io sia felice con Jack. È davvero un ragazzo d’oro! -
- Allora sei contenta che abbia sbagliando l’indirizzo mail –
Mentire era inutile.
- Sì -
Ale rise, prendendo la lacca dal tavolino e finì di sistemare le ultime ciocche.
- Ti è andata bene che non fosse davvero mio fratello! Anche se devo dirti una grande novità rispetto alla tua ultima visita. Alberto si è comprato una cintura! Una vera cintura! Io e i miei abbiamo deciso di farti una statua! -
 
Ale aveva finito il suo lavoro e Giorgia si alzò dalla sedia. Solitamente era critica nei propri confronti, ma la sua migliore amica l’aveva resa uno schianto. Con le scarpe non avrebbe dovuto mettersi in punta di piedi per baciare Jack.
Voleva davvero essere bella per lui. In fondo si trattava della loro prima uscita ufficiale e, come quel giorno a scuola, aveva un po’ di paura. Voleva dimostrare di essere alla sua altezza, anche in senso metaforico, e il riflesso nello specchio era d’accordo con lei.
Davanti a sé, Giorgia vedeva una ragazza sicura e fiduciosa.
Quasi una donna.
 
Abbracciò Ale e la ringraziò per il capolavoro.
- Mandami un messaggio quando state per ritornare a casa, così so che sei al sicuro e tutto è andato per il verso giusto. Ti voglio bene e divertiti -
- Posso mandartelo il giorno dopo? –
Ale rise e si avviò verso il suo motorino.
- Effettivamente sarai impegnata! Fammi solo sapere com’è andata! Ciao cicci! -
La ragazza rientrò in casa e si appoggiò alla porta. Sperò intensamente che la serata procedesse per il migliore dei modi.
Ma in fondo era con Jack… di cosa doveva preoccuparsi?
 
***
 
Il giorno seguente il suo Giacomino si presentò puntuale alla sua porta.
Eleganti pantaloni neri, camicia bianca con una cravatta. Non annodata alla perfezione, ma questo lo rendeva ancora più sexy. Quando Giorgi aprì la porta lo trovò appoggiato con una spalla allo stipite.
Si sorrisero complici e poi si baciarono.
- Ciao bellissima – le sussurrò a fior di labbra.
- Non scherzi neanche tu stasera, Jack –
Lui rise. La sua risata era fantastica.
- Mmmm… Vero. Sai, volevo farmi bello per qualcuna. Ma lei è sempre più bella di me -
Giorgia lo baciò di slancio, mordicchiandogli il labbro inferiore. Furono costretti a separarsi un po’ imbarazzati: Viola stava assistendo alla scena con un sorriso sulle labbra.
Si avvicinò poi a Jack e disse con voce tagliente, ma sempre sorridendo, che se provava a far soffrire la sua piccolina l’avrebbe rincorso per tutta la città e gli avrebbe tagliato le palle. Poi il padre le avrebbe fotografate e avrebbero fatto il giro del mondo.
 
Giorgia rimase stupita: era la prima volta che diceva qualcosa di così… materno.
Wow.
Jack si mise sull’attenti, dicendo che non si sarebbe mai immaginato di far soffrire Giorgia. Era troppo importante per lui e non avrebbe sprecato l’occasione aspettata per anni così. Sarebbe stato un vero cretino.
Viola annuì, soddisfatta.
Poi salutò i due e augurò loro una buona serata.
 
In macchina fu proprio Jack il primo a parlare.
- Wow! -
- Eh già… -
- Chi lo avrebbe mai detto? Sono stato io a far svegliare l’istinto genitoriale di tua madre –
- A quanto pare… - Giorgia era davvero stupita. Sua madre aveva davvero detto quelle cose? O era tutto un’allucinazione? Si era comportata come… come una vera mamma!
Jack era decisamente più esaltato.
- Trottola… non mi merito un premio? – chiese mettendo una mano sulla gamba della ragazza.
Lei la spinse via ridendo.
- Al premio ci pensiamo dopo. Adesso pensa a guidare! Ogni volta che sono in macchina con te ho paura di uscire fuori strada -
 
Jack prese una mano e la strinse.
- Non permetterò mai a nessuno di farti del male. E nessuno mai te lo farà. Ne vale del mio onore -
Giorgia sorrise e gli baciò delicatamente una guancia.
 
Andrea avrebbe tenuto la sua festa in un agriturismo fuori dalla confusione della città.
Era un posto magnifico: oltre a mangiare veramente bene il personale era professionale e cortese. L’edificio era circondato da un delizioso parco dove era stato allestito un buffet all’aperto. Poco lontano si trovavano le tavolate e il palco della band. I Ten Fingers Frank erano stati ingaggiati anche per questa occasione, considerandola un po’ una prova generale per quello che sarebbe accaduto tra un mesetto.
Andrea aveva pensato proprio a tutto: il parco era attraversato da un ciottolato bianco, in modo che le ragazze non inciampassero nell’erba con i loro tacchi. Aveva poi aggiunto un tocco suggestivo con delle lanterne giapponesi bianche.
Giorgia fu contenta di essersi vestita in quel modo. Anche la pochette di vernice nera della nonna non solo faceva la sua figura abbinata alle scarpe, ma si integrava perfettamente in quell’ambiente elegante.
 
Non appena li vide, Andrea si avvicinò con due bicchieri di aperitivo analcolico e un gran sorriso. Baciò sulla guancia Giorgia e diede una pacca sulla spalla a Jack.
- Andrea! Stasera ti sei superato! Cioè… è tutto… Magnifico!  -
- Vecchio… ma ti rendi conto di cosa hai fatto? Questa festa passerà alla storia! Quelli che non c’erano saranno classificati come insignificanti! –
Andrea ringraziò entrambi, poi divenne più serio.
- Ragazzi, vi devo avvertire di una cosa… Stasera c’è anche Elisa. È venuta come accompagnatrice del mio vicino di casa. Non potevo fare una scenata e buttarla fuori con un calcio, ma le ho già parlato e detto di non infastidire Giorgia, visto che soltanto lei è stata regolarmente invitata. Quindi io direi di divertirci e non pensare a lei, ok? -
Giorgia annuì, prese Jack per mano e insieme si avviarono verso il buffet.
 
La serata stava procedendo alla perfezione e la band aveva attaccato, iniziando a suonare una musica di sottofondo. Prima del dolce Andrea era salito sul palco, aveva ringraziato tutti i presenti e aveva fatto un piccolo discorso, ricevendo moltissimi applausi.
- Sembra il suo ambiente! Non è che diventerà un politico? -
Giacomo scosse la testa.
- Naaa… Solo che è come Trilli. Ha bisogno d’applausi per vivere - disse prendendola sotto braccio e dirigendosi verso un angolo lontano da occhi indiscreti.
Si fermarono sotto un albero, circondato da diverse lanterne cinesi bianche. Jack appoggiò la schiena alla corteccia e poi la tirò a sé.
 
- Sai cosa mi piace del tuo vestito di stasera? -
Il cuore di Giorgia batteva velocemente. Era certa che lui riuscisse a sentirlo nonostante la musica in lontananza.
- No, dimmelo – disse con un fil di voce.
Jack appoggiò la sua bocca all’orecchio della ragazza.
- Mi piace che possa vedere il tuo reggiseno nero sotto la maglietta bianca. E mi piace vederti con le scarpe con il tacco: ti rendono davvero molto sexy. E poi… -
Giacomo iniziò ad accarezzarle una gamba, partendo dal ginocchio per poi risalire sotto la gonna.
- Mi piace questa gonna aderente che ti mette così in risalto. Ma spero tu non sarai dispiaciuta quando, più tardi, ti tirerò fuori da questo vestito. Ti voglio… - ansimava al suo orecchio.
La voce era roca ed eccitante. Le aveva fatto venire la pelle d’oca e i brividi giù per la schiena. Alla faccia dell’andare piano e di prendere i propri tempi: avrebbe fatto l’amore adesso, in piedi, su quell’albero se fossero stati da soli.
In comunione con la natura, come due primitivi.
Quanto sarebbe stato eccitante…
 
Giorgia gli morse il lobo dell’orecchio.
- Anche io – gli sussurrò eccitata per poi affondare la mano nei capelli e baciarlo. Un bacio vorace, che pregustava qualcosa che sarebbe successo. Un bacio disperato, perché l’eccitazione stava salendo alle stelle e dovevano aspettare il taglio della torta per poi andare a casa. Giorgia tirò a sé Jack con la cravatta e liberò la camicia dai pantaloni.
Passò una mano sul suo petto
La sua pelle era bollente.
 
Jack intanto continuava ad accarezzarle le gambe, cercando di risalire, ma veniva continuamente bloccato.
- Dio, donna! Perché questa gonna è così stretta? – disse mordendole l’incavo del collo, ma senza farle del male. Risolse la situazione tirandole su la gonna sui fianchi e iniziando ad accarezzarla più intimamente.
Anche Giorgia aveva perso la sua timidezza iniziando a baciargli il collo, per poi risalire e mordere e baciare il mento. Le sue mani erano ancora nei corti capelli di lui, li tiravano, li scompigliavano. Giorgia sembrava volergli entrare sotto pelle.
 
Di questo passo l’avrebbero proprio fatto su quell’albero.
All’improvviso la cantante della band annunciò che stava per avvenire il tanto atteso taglio della torta. I due si guardarono negli occhi, sorridendo. Giorgia cercò di sistemarsi alla bell’e meglio la gonna mentre Jack si riabbottonava la camicia, cercando di fare entrare i bottoni nelle asole giuste. Giorgia l’aiutò ad annodare cravatta e poi tirò fuori lo specchietto dalla pochette e rabbrividì vedendo come erano ridotti i suoi capelli. Guardò Jack con sguardo di rimprovero.
- Che c’è? Non vuoi andare a mangiare la torta? - evidentemente a lui stava bene ritornare dagli altri in quello stato e lasciare che facessero due più due. Sempre che non lo avessero già fatto.
- Vado un momentino in bagno. Cerco di darmi una sistemata e poi torno subito da te. Salvami una fetta, ok? – gli diede un bacio e poi si avviò verso le toilette.
 
Si guardò nello specchio.
Fortunatamente la piega dei capelli non era stata danneggiata. Si spazzolò solamente le punte e poi si ritoccò il trucco. Una goccia di profumo nei punti strategici e poi era pronta di nuovo. Anche se i piedi le dolevano non aveva assolutamente intenzione di togliere le scarpe. A Giacomo piacevano… come poteva deluderlo? Rimise tutto nella pochette, meravigliandosi ancora una volta che una borsa così piccola contenesse così tante cose.
Si guardò nello specchio meravigliandosi dei cambiamenti che quei minuti con Jack avevano saputo dargli.
 
Le guance arrossate.
Gli occhi brillanti.
Uno sguardo sicuro di sé.
 
Era stato Giacomo a farle iniziare quella trasformazione oppure era sempre stata in lei e non vedeva l’ora di uscire? Poco le importava. Voleva solo che quella serata finisse al più presto in modo da ritornare a casa e iniziare la vera serata con Jack.
Non aveva mai voluto nessuno come lui.
Dandosi della cretina si rammaricò di aver sprecato la sua prima volta, dandola così, al vento, a quello sfigato di Claudio.
 
Ma adesso c’era Jack con lei. Lui non l’avrebbe fatta soffrire. Forse una delle domande difficili di Gianluca aveva una risposta.
Forse Jack l’amava…
Lo diceva sottovoce, per scaramanzia, ma avrebbe voluto gridarlo al mondo intero.
 
Fece un sorriso allo specchio e si avviò verso il giardino.
Quando vide la scena, la pochette le cadde di mano e la bocca si seccò improvvisamente. Jack stava ballando con Elisa.
Un ballo “della mattonella”, per di più. La teneva stretta, come dieci minuti prima aveva tenuto stretta Giorgi. Quando la musica finì si guardarono negli occhi e…
 
E si baciarono.
Sulla bocca.
Con la lingua.
Con tanta lingua.
 
Giacomo teneva le sue manacce sul culo della nana e lei, in punta di piedi nonostante i tacchi, era totalmente aggrappata a lui. Non si stavano baciando in pubblico, erano in disparte rispetto alla tavolata, al buffet e alla band, ma a Giorgia sembrava che avessero un riflettore puntato verso di loro.
Un occhio di bue che non faceva che sottolineare la malvagità del gesto di Elisa e il tradimento del suo ragazzo, nonché miglior amico e alleato di sempre.
Giacomo Zanni.
Il suo Jack.
 
Paralizzata Giorgia non riusciva a muoversi. Non riusciva a voltare i tacchi e a correre via, andare da Andrea o da Simone e pregarli di portarla a casa o in un luogo sicuro. Sapeva che entrambi avrebbero capito, ma non poteva rovinar loro la festa in quel modo.
Sarebbe stata egoista e la sua faida con Elisa non poteva venire sempre al primo posto.
 
Quando vide che la nana portava la mano di quello che fino a dieci minuti prima era il suo ragazzo sotto il suo vestito, Giorgia si mise una mano sulla bocca e trattenne le lacrime e i singhiozzi. Riuscì a ritornare in bagno e si chiuse dentro.
 
Si guardò di nuovo allo specchio, ma non riuscì a vedere la ragazza che prima aveva sorriso. Adesso l’oggetto rifletteva tristezza e depressione. E anche se avrebbe voluto fare un bel pianto, le lacrime non riuscivano a scendere.
Lei stessa non voleva farle scendere.
Aggrappandosi al suo orgoglio Giorgia si convinse che doveva per forza essere successo qualcosa. Jack doveva aver perso una scommessa, qualcuno doveva averlo minacciato a morte e aveva dovuto per forza baciare Elisa.
Baciare quell’aborto di persona.
 
Il suo orgoglio si ridestò. Certamente non era successo niente di tutto ciò.
Lui aveva voluto baciarla.
Lui aveva voluto tradire la fiducia della sua Trottola.
Lui aveva combinato il casino.
 
Ma era lei quella a pezzi.
Quella che non sapeva cosa fare, chi chiamare.
Ale era ad Ancona.
La nonna via con il gruppo della chiesa.
Non aveva il coraggio di chiamare i suoi.
Non voleva rovinare la festa ad Andrea.
 
Che fare?
Le lacrime stavano iniziando a pungere e Giorgia era sempre più in alto mare.
Tirò fuori Ugo dalla borsa e compose un numero che aveva imparato a memoria.
Rispose al terzo squillo.
- Pronto? -
- Ti prego… Vienimi a prendere – e poi scoppiò in una crisi isterica di pianto.
- Giorgia?
- Ti prego… ho bisogno di te -
 
 
Non so neanche da che parte iniziare… posso dirvi che mi sento svuotata, triste. Spero non mi vogliate gettare dei pomodori addosso, soprattutto voi, fan di Jack. Secondo voi come si risolverà la situazione? E perché ha baciato la nana quando prima sembrava voler far l’amore sotto le stelle? E chi ha risposto alla chiamata di Giorgia?
Scoprite e ditemi la citazione nascosta e risponderò a tutte le vostre domande :) Naturalmente la citazione non appartiene a me, ma l’autore e il traduttore ne detengono i diritti :)
Grazie a legge appena e a chi recensisce :) Se avete qualche critica, qualche suggerimento o qualche annotazione… fatevi avanti e ditemi tutto :D Ogni parola è importante per me :))
Friend me on FB per chiacchiere, spoiler e foto dei personaggi :)
Love love love
Robi
 
P.s: un grazie speciale alle coraggiose che hanno recensito lo scorso capitolo xD Cimmucimmu, Greenfields e Serena25 sto parlando proprio di voi :) Un bacione e tanto amore <3
   
 
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