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Autore: Sayumi    08/04/2008    2 recensioni
Un racconto, una specie di favola triste, per denunciare un problema che è tempo finisca.
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Partiamo con l'annunciare che ho pensato di cambiare Rating, il rosso mi sembrava decisamente eccessivo... Se comunque dovessero esserci altri problemi non esitate a contattarmi, ci mettò dieci minuti a sistemare la cosa...
Aggiorno velocemente non avendo moltissimo tempo a disposizione...
Grazie a coloro che hanno letto e grazie mille a Nausicaa212 per il tuo commento XD Probabilmente sarai l'unica che commenterà la storia XD anche se non è poi quel gran che di speciale... è solo una storia come tante alla fine :P

Vi lascio al primo "Capitolo" ... ciauuuu


La ballata dell'amore Cieco


Capitolo 1

-C'era una volta...-


I bambini sono ciò che di più semplice e puro esiste al mondo.
Eppure, nella loro piccola e giovane età esiste un mondo che noi adulti spesso e volentieri ignoriamo.
Noi che, chi più e chi meno, abbiamo passato diversi momenti difficili. Noi che abbiamo imparato a crescere e a sorreggerci con le nostre gambe, troppo spesso dimentichiamo che agli inizi, quando ancora non puoi farcela semplicemente da solo... ecco, proprio in quei momenti, la vita ha un aspetto completamente diverso.
Ed è proprio qui che inizia il racconto.
Con un mondo, il mondo di una bambina nata in una famiglia diversa da tutte le altre, un mondo che ora non esiste più, cambiato dallo scorrere del tempo, ma con delle costanti che variano a seconda dei mutamenti che si susseguono.
Per quanto banale e sciocco in quel posto che non c'è tanti anni fa nacque qualcosa, forse la prima scintilla di un sentimento destinato a ripresentarsi in futuro.
E Sara non poteva certo immaginare che quella scintilla avrebbe colpito proprio lei.
Lei che ha solo la mamma il papà e un fratellino appena nato.
Lei che non ha amici.
Lei che è presa in giro dai bambini identici a lei.
Lei che ha gli occhi troppo grossi, il viso troppo tondo e la lacrima un po' troppo facile.
E poi c'è lui. Mirko.
Lui che invece è adorabile.
Lui dal sorriso incantevole.
Lui che di amici ne ha sempre di nuovi.
Lui che sin da piccolo ha il vizio di fare dispetti.
Ovviamente due bambini così, se messi vicino possono scatenare reazioni imprevedibili.
Ed infatti, entrambi erano lì. L'uno nascosto dietro il tronco di un albero. Lei, perennemente in lacrime, con le ginocchia rosse per il troppo disinfettante e una suora, avvolta dall'abito bianco e grigio che consola la piccola e le sussurra di smetterla di fare i capricci.
Un broncio, uno sguardo per nulla pentito sempre nascosto nella penombra e una promessa. La promessa di una bambina determinata e carica di un orgoglio troppo smisurato per un'anima così giovane.
Ed è così che inizia veramente la loro storia, quella di due persone diverse, ma destinate ad essere legate da qualcosa troppo grande per loro.

-No! Non è possibile!- la ragazza dai corti capelli biondi puntò i piedi per terra.
Gli occhi marrone scuro si puntarono in quelli grigi della madre che la guardò scocciata. -Smettila di fare i capricci!- minacciò la figlia spingendola verso l'entrata della scuola media.
-Ma io non voglio finire in classe con quello!- Di nuovo il broncio si insinuò negli occhi della piccola, che fulminò la madre.
-Avanti! Non ha più quattro anni! Sarà maturato pure lui!- insistette la madre, sistemando il bottone della camicia bianca della figlia e lisciando delle pieghe sul vestitino blu elettrico. Nei modi era decisamente eccentrica per avere solo undici anni, eppure qualcosa nell'espressione di quella ragazzina lasciava intravedere un animo più grande racchiuso in un corpo di bambina.
-Non dirmi bugie! Non ci credi nemmeno tu!- si lamentò , decidendosi ad avanzare e voltando le spalle alla madre.
Senza nemmeno salutare la piccola raggiunse le vecchie compagne d'infanzia e insieme si avviarono tutte verso l'aula che era segnata sotto "1A".
Sara era arrabbiata, non perchè la sua, o almeno quella che credeva tale, migliore amica aveva scelto di iscriversi in un'altra scuola, ma per i nuovi compagni che erano finiti in classe con lei.
In particolare perchè non sopportava di stare in classe con Lui. Mirko.
Era sempre stato il suo incubo ricorrente da che aveva avuto la sfortuna di averlo nella stessa classe alla scuola materna.
Nel crescere non aveva dimenticato tutto quello che le era toccato sopportare da quel pulcino che si atteggiava a galletto e le elementari non erano bastate a smorzare il suo pessimo carattere.
Si, perchè è giusto precisare che a quei tempi, Sara, non era esattamente quel che si definisce "una bambina adorabile".
Famosa per il suo muso "chilometrico", così lo definiva sua madre, era capricciosa, testarda e presuntuosa a livelli assurdi per la sua minuscola età. Ovviamente dietro ad un comportamento simile c'era una famiglia decisamente opprimente, dei nonni assenti, degli zii sufficientemente perfidi da far invidia alla matrigna di biancaneve e la totale assenza di amici. Quelli soprattutto, mancavano nella vita di Sara, che, costretta a stare da sola e badare al fratellino più piccolo, veniva isolata e presa in giro da chiunque avesse bisogno di un capro espiatorio su cui puntare.
Si guardò intorno nell'aula piena di gente, la professoressa stava invitando tutti a presentarsi elencando le solite domande: Come ti chiami, qual'è la tua materia preferita e cosa ti piacerebbe diventare da grande.
Tutte domande stupide, quando ci pensi poi... in fin dei conti cosa ne possono sapere dei ragazzini di undici anni della loro vita? Avere una materia preferita può forse influire sul tuo futuro?
Quando però arrivò il turno di Mirko il veloce corso dei pensieri di Sara si arrestò per un momento, forse troppo tardi per afferrare le sue risposte, ma non era difficile immaginare quale fosse la sua materia preferita. Anche adesso Sara sarebbe stata pronta a scommettere che la risposta fosse "Educazione fisica". Perchè tanta sicurezza? Perchè era quella che odiava lei e loro erano come il Polo Sud e il Polo Nord, completamente opposti e con oceani e monti a separarli.
Dopo le varie presentazioni cominciarono con le solite trovate degli insegnanti delle medie, ovvero monotoni temi sul migliore amico, l'animale preferito, le vacanze estive appena trascorse, ecc...
Ovviamente della classe conosceva già certi elementi. Uno fra tutti, Enrico, era quello alla quale doveva stare più attenta.
Famoso per il suo comportamento aggressivo era già stato sospeso alle elementari per aver rotto il braccio ad una maestra.
Si, avete capito bene.
Non è una sciocca leggenda metropolitana.
Se vi state chiedendo come è possibile che un bambino di otto anni riesca a rompere il braccio di un'adulta, la risposta va accompagnata dalla descrizione del suddetto alunno: un colosso di sessanta chili suonati per un metro e cinquantacinque, ad otto anni, non so voi, ma non è di certo definibile come "piccolo". La maestra era stata scaraventata a terra violentemente e nel cadere si era spezzata un braccio.
Tenero non trovate?
Per loro che hanno dovuto sopportarlo per anni, credetemi, ancora adesso lo ricordano come un momento "da dimenticare".
Nessuno di loro ama parlarne, ma non l'hanno dimenticato.
Specialmente per quello che successe una settimana dopo....

  
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