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Autore: OliviaDuncan    16/10/2013    0 recensioni
Olivia Duncan frequenta il quinto anno alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Tra ansie, dubbi, nascenti amori, Asticelli, scongiure, assassini, esami G.U.F.O. e tanta magia vive, o meglio: sopravvive i suoi quindici anni.
Tra i corridoi della scuola e la sala comune di Grifondoro vivrà questa sua età accanto agli altri studenti, in prima fila accanto a lei, Dean Thomas e Seamus Finnegan, scoprendo di non essere la sola alla ricerca di sè stessa. Non solo i suoi migliori amici, ma anche persone che non si sarebbe mai immaginata condividono i suoi stessi problemi: i più famosi Draco Malfoy e Harry Potter sono solo un'esempio di adolescenti, come tanti altri, cresciuti durante un periodo di guerra segnato dal ritorno di Colui Che Non Deve Essere Nominato.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Dean Thomas, Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Seamus Finnigan, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Olivia puntò la bacchetta verso la rana toro che saltellava speranzosa verso l’altro lato del tavolo, disse «Accio!» e quella balzò con aria depressa nella sua mano.
Incantesimi era una delle ore migliori per pensare tranquillamente; di solito c’era un tale movimento che il rischio di essere interrotti era minimo. Olivia pensava che i luoghi più affollati erano i migliori per godere di un po’ di solitudine. Quel giorno, con l’aula piena di rospi gracidanti e corvi gracchianti, e la pioggia che batteva violenta contro i vetri delle finestre, l’espressione sovrappensiero e distaccata di Olivia passò del tutto inosservata.
Si era seduta appositamente dalla parte opposta della classe, rispetto a dove si sedeva di solito con Dean e Seamus. Olivia abbassò lo sguardo: non si era neanche accorta di stritolare la rana toro così forte da farle uscire gli occhi dalle orbite; la posò in fretta sul banco. Agitò la bacchetta senza concentrarsi: la sua rana cominciò a gonfiarsi come un palloncino verde, emettendo un sibilo acuto.
«Silencio!»  disse ad alta voce, e la rana si sgonfiò senza fare rumore.
Durante la ricreazione, ebbero il permesso di restare dentro la scuola per via della fitta pioggia. Olivia raggiunse Dean e Seamus in un aula rumorosa e affollata del primo piano, in cui Pix vagava sognante intorno al lampadario, soffiando di tanto in tanto bolle di inchiostro sulla testa di qualcuno.
«Come mai prima ci hai… snobbati?» le chiese Seamus con aria offesa.
Pix li sorvolò a pancia in giù, con la cerbottana pronta; con un gesto automatico, i tre si ripararono la testa con le borse finché non li ebbe superati.
Olivia alzò le spalle «avevo bisogno di pensare».
Un bolla di inchiostro passò sibilando accanto a Seamus e colpì Olivia in pieno orecchio.
«Puoi pensare accanto a noi, no?» le disse Dean, cercando di suonare rassicurante.
Olivia si morse il labbro e non rispose.
No, non poteva pensare accanto a loro. Dean la aveva vista in preda a uno dei suoi attacchi e ancora se ne vergognava; Seamus ormai era diventato quasi un estraneo: ovunque fossero, sembrava che un muro paragonabile alla grande muraglia cinese si fosse instaurato tra di loro.
Da un lato, Olivia sentiva la loro mancanza, ma dall’altro desiderava allontanarli il più possibile.
La campanella suonò proprio mentre Pix passava in volo su Olivia e le vuotava sulla testa un calamaio intero.
*
Il tempo non migliorò col passare delle ore, così, quando alle sette e mezza Olivia si ritrovò da sola in biblioteca a fissare i libri sui cui avrebbe dovuto studiare, decise di alzarsi e andarsene semplicemente a letto.
Attraversò a passo svelto i corridoi, inciampando di tanto in tanto nei suoi stessi piedi.
Non aveva mai parlato a nessuno dei suoi genitori, né aveva mai mostrato a qualcuno le sue cicatrici. Eppure il giorno prima, senza pianificarlo o aspettarselo, l’aveva detto proprio a Draco Malfoy. Olivia non lo conosceva, non davvero. Era come se Malfoy indossasse una maschera che lo nascondesse completamente, solo di tanto in tanto vi si formava qualche breccia e Olivia riusciva a intravedere qualche piccola pezzo. Ma chi le assicurava che sotto quella maschera, non ne portasse un’altra? D’altro canto anche Olivia negli anni passati si era abituata così tanto a indossare maschere su maschere che ormai si era quasi scordata chi fosse veramente.
«Mimbulus Mimbletonia» sentì dire la sua stessa voce, e Olivia si scosse appena in tempo per arrampicarsi nella sala comune attraverso il buco dietro il ritratto.
A quanto pareva, neanche Dean e Seamus erano riusciti a concentrarsi più di tanto nello studio: erano ancora seduti coi libri aperti in grembo sulle poltrone della Sala Comune. Senza dire niente, Olivia si sedette accanto a loro e cercò di continuare a studiare.
La mezzanotte arrivò e passò mentre Olivia leggeva e rileggeva un paragrafo sugli usi della coclearia, del levistico e della starnutaria senza capire nemmeno una parola.
Codeste piante sono quanto mai efficaci nell’infiammare la mente, e sono pertanto d’uso nei Distillati svianti e di Confusione, laddove il Mago desideri produrre stati di imprudenza e testa-calda…
…Dean diceva che Seamus aveva perso la calma più di una volta negli ultimi giorni…
…quanto mai efficaci nell’infiammare la mente, e sono pertanto d’uso…
…chiunque penserebbe che la sua mente era infiammata, se avesse saputo dei suoi attacchi d’ansia e dei suoi disperati gesti da autolesionista…
pertanto d’uso nei Distillati Svianti e di Confusione…
…confusione era proprio la parola giusta: perché non riusciva a gestire le sue preoccupazioni come ogni altra persona? Perché si ostinava a bruciarsi, pur sapendo che fosse la cosa sbagliata? Perché, anche se sapeva di avere bisogno di aiuto, si ostinava a non volerne parlare nemmeno ai suoi amici? Che cos’era quella strana connessione che la aveva portata a parlarne proprio a Malfoy?
…laddove il Mago desideri…
…quanto avrebbe desiderato dormire…
produrre stati di imprudenza e testa-calda…
…si stava caldi e comodi in quella poltrona davanti al fuoco, con al pioggia che batteva sui vetri…
«Olivia» Dean le scosse una spalla prima che si addormentasse «è meglio se vai a dormire».
Olivia annuì distrattamente e si ritirò nel dormitorio, addormentandosi non appena entrata tra le coperte del suo letto.
*
Le loro vesti turbinavano e sventolavano mentre attraversavano la porzione di prato allagato che li separava dalle due ore di Erbologia, dove riuscirono a stento a sentire quello che la professoressa Sprite diceva, per via della pioggia che batteva sul tetto della serra. Nel pomeriggio, la lezione di Cura della Creature Magiche dovette essere spostata dai prati spazzati dalla tempesta a un’aula vuota al pianterreno.
«Abbiamo trovato un posto» Hermione intercettò Olivia mentre vi si dirigeva «per l’incontro del gruppo di Difesa, sai? Stasera alle otto al settimo piano, davanti all’arazzo di Barnaba il Babbeo bastonato dai troll. Puoi dirlo a Dean?»
Olivia rimase spiazzata per un attimo, ma promise di ricordarselo.
Affrontò Dean durante la cena, tutto preso a occuparsi con gusto delle salsicce e del purè di patate. Quando alzò lo sguardo per prendere un bicchiere di succo di zucca, vide che Olivia gli si era seduta davanti.
«Per la barba di Merlino!» esclamò «Quando sei arrivata, Olivia?»
Olivia fece spallucce, «Adesso».
Seamus rise dell’espressione di Dean.
Alle sette e mezza, Olivia e Dean la sala comune di Grifondoro. Agli allievi del quinto anno era permesso di restare nei corridoi fino alle nove, ma i due continuarono a guardarsi nervosamente intorno per tutta la strada fino al settimo piano. Si avviarono di fretta lungo il corridoio indicatogli da Hermione, una lunga striscia di parte libera di fronte a un enorme arazzo che raffigurava lo sciocco tentativo di Barnaba il Babbeo di insegnare la danza classica ai troll. Dopo poco furono raggiunti da Ginny, Neville, Lavanda e Calì.
«Vogliamo entrare o passare il tempo a guardarci imbambolati?» chiese Ginny sarcastica.
Girandosi, Olivia vide che una porta lucidissima era apparsa nella parete. Lavanda e Calì la guardarono con una certa diffidenza. Ginny tese la mano, afferrò la maniglia di ottone, aprì il battente e li precedette in una stanza spaziosa, illuminata dalle stesse torce tremolanti che rischiaravano le aule sotterranee, otto piani più sotto.
Le pareti erano occupate da librerie di legno al posto delle sedie c’erano grandi cuscini di seta. In fondo alla stanza, una scaffalatura ospitava una serie di strumenti come Spioscopi, Sensori Segreti e un grande Avversaspecchio scheggiato che a Olivia pareva di aver visto l’anno prima nell’ufficio del falso Moody.
«Però!» fece Dean, guardandosi intorno molto colpito. «Che posto è questo?»
«Viene chiamata la Stanza Va-e-Vieni, oppure Stanza delle Necessità» cominciò a spiegare Harry.
«Perché?» lo interruppe subito Dean.
«Perché vi si può entrare solo se ce n’è veramente bisogno» rispose Harry «A volte c’è, a volte no, ma quando appare ha sempre tutto quello che serve a chi la cerca. A quanto pare Gazza ci trova i detersivi quando li sta finendo, e…»
«E nel caso avessi bisogno di un bagno, si riempie di gabinetti» concluse Ron.
Lavanda e Calì risero sguaiate, e neanche Olivia riuscì a trattenere un sorriso divertito.
Proprio in quel momento arrivò altra gente e Harry dovette ricominciare a spiegare da capo. Alle otto tutti i cuscini erano stati occupati. Harry andò alla porta e diede un giro di chiave; fece un bel rumore forte e tutti tacquero, gli occhi puntati su di lui.
«Bene» cominciò Harry, un po’ nervoso. «Questo è il posto che abbiamo trovato per le lezioni, e… ehm, direi che vi piace».
«È fantastico!» esclamò Cho Chang, seguita da molti mormorii di assenso.
«È bizzarro» disse Fred, aggrottando la fronte. «Una volta ci siamo nascosti da Gazza qui, ti ricordi, George? Ma allora era solo un ripostiglio pieno di scope».
«Ehi Harry, cos’è questa roba?» domandò Dean dal fondo della stanza, indicando gli Spioscopi e l’Avversaspecchio.
«Detector Oscuri» rispose Harry, facendosi strada fra i cuscini per raggiungerli. «Fondamentalmente rivelano la presenza di Maghi Oscuri e nemici, ma non è il caso di fidarsi troppo, possono essere ingannati…»
Olivia guardò per un instante l’Avversaspecchio scheggiato; al suo interno si muovevano figure indistinte, ma nessuna era riconoscibile.
«Credo che dovremmo eleggere un capo» propose Hermione «e dovremmo anche darci un nome. Aumenterebbe lo spirito di gruppo, non credete?»
«Harry è il capo!» esclamò subito Cho, guardando Hermione come e fosse matta.
«Sì, ma sarebbe meglio deciderlo con una vera votazione» disse Hermione, imperturbabile « È più formale e gli conferisce autorità. Allora, chi pensa che Harry debba essere il nostro capo?»
Tutti alzarono la mano, mentre lo stesso Harry Potter avvampò imbarazzato.
«Quanto al nome… Che ne dite di chiamarci la Lega Anti-Umbridge?» propose speranzosa Angelina.
«O il Gruppo Il Ministero della Magia è Deficiente?» suggerì Fred.
«Esercitazioni Segrete?» suggerì Cho «In breve ES, così nessuno capirà di cosa stiamo parlando».
«Sì, ES va bene» disse Ginny «Però mi piace di più se significa Esercito di Silente. È l’incubo peggiore del Ministero, no?»
Ci furono molti mormorii di approvazione e risate, e il nome fu deciso.
Hermione si alzò per appendere al muro la pergamena con le firme e scrisse in alto, a grandi lettere:
ESERCITO DI SILENTE
«Bene» disse allora Harry «cominciamo? Pensavo che la prima cosa da fare sia l’Expelliarmus, l’Incantesimo di Disarmo».
Olivia storse il naso, ma prima che potesse commentare qualcosa, ci pensò Zacharias Smith a intervenire.
«Oh, per favore» disse alzando gli occhi al soffitto «Non credo che ci aiuterò contro Tu-Sai-Chi».
«Mi ha salvato la vita, lo scorso giugno» rispose Harry pacato «Ma chi pensa sia troppo facile, può andare».
Smith aprì la bocca con espressione. Tutti rimasero fermi e muti.
«Bene, direi di dividerci a coppie ed esercitarci» disse Harry.
Olivia si avvicinò subito a Dean. La stanza si riempì di grida di Expelliarmus. Le bacchette volarono in tutte le direzioni; incantesimi sbagliati colpirono i libri sugli scaffali, facendoli cadere. Sebbene la sua tecnica non era delle migliori, Olivia riusciva a far volare via la bacchetta di Dean più spesso di quanto lo facesse lui.
Alle nove passate, soffiò un fischietto per interrompere l’esercitazione. Le ultime bacchette caddero a terre e, dopo essersi accordati per il mercoledì seguente, uscirono tutti in gruppi di tre o quattro alla volta.
Olivia era uscita accanto a Dean e Neville quando, lungo il corridoio che portava al ritratto della Signora Grassa, intravide una sagoma in parte nascosta dietro un’armatura arrugginita in un angolo. Quando la raggiunsero, Draco Malfoy si parò di fronte a loro.
«Ehi Paciock, che ne direbbe nonnina se sapesse che sei ancora a giro a quest’ora? Non dovresti già fare la nanna?» disse con una risata di scherno.
«Lascialo stare, Malfoy» sibilò Dean «Sono appena passate le nove, non è tutta questa gran cosa».
Dean avanzò verso Malfoy con i pugni serrati. Lo guardava dall’alto in basso, a pochi centimetri di distanza.
«Dean!» imprecò Olivia, tirandolo indietro per una manica.
Tutti e tre la guardarono spiazzati. Olivia scosse la testa.
«Eravamo in biblioteca, abbiamo perso il senso del tempo» disse, per poi soffermarsi un attimo «Sai con che facilità può succedere, Malfoy».
Come tutta risposta, Malfoy serrò le braccia e tornò ad appoggiarsi contro il muro.
Olivia fece un cenno a Dean e Neville, che si avviarono verso il ritratto della Signora Grassa. Dopo qualche passo, Olivia si sentì trattenere per una manica.
«Come stai?» le mormorò Draco Malfoy all’orecchio.
«Sai, con tutte le volte che ci siamo visti… Questa è la prima volta che me lo chiedi» Olivia si divincolò dalla presa e si arrampicò nel buco dietro il ritratto.
  
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