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Autore: Opalix    27/10/2004    2 recensioni
Può un mondo ormai morto risorgere dalle proprie macerie? Può un'anima spezzata ricominciare a credere nei sogni? Ginny non ha più lo stesso nome, non ha più la stessa vita, non crede più in nulla. Ma uno spirito dal passato ritornerà per far crollare la sua maschera di ghiaccio e costringerla a riafferrare la sua forza. Per chi crede che alla fine tutto sia possibile...
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

Non spegnerti mai

Ginny giaceva sul pavimento di pietra. Aveva i capelli sudici, gli abiti stracciati, il viso impiastricciato di sangue e il corpo pieno di lividi; era febbricitante e rabbrividiva per il freddo. Nel delirio non riusciva nemmeno più a ricordare e distinguere tutti i visi di coloro che le avevano usato violenza da quando era stata catturata, risparmiata da Voldemort stesso, per essere il giocattolo dei mangiamorte più spietati, quelli completamente impazziti dopo gli anni trascorsi ad Azkaban, animali…Non sapeva che fine avessero fatto le ragazze che avevano condiviso il suo destino, non sapeva nemmeno dove si trovava, non sapeva se la guerra fosse iniziata, se Harry e gli altri fossero ancora vivi…
In uno dei pochi momenti di lucidità mentale aveva sentito delle urla e si era alzata faticosamente, cercando di metter a fuoco cosa stava accadendo. Due uomini stavano litigando pesantemente sulle scale che conducevano al sotterraneo dove stava rinchiusa; Ginny strinse gli occhi e riconobbe a fatica quello più giovane, Draco Malfoy: la sua mano si strinse attorno alla sbarra di ferro fino a farle male. Voleva urlare per chiedergli aiuto, ma la voce non le usciva… poi si rese conto che se era entrato… doveva essere uno di loro… piano piano Ginny stava recuperando lucidità. Si lasciò cadere sulle ginocchia, senza perdere di vista i due uomini. L’altro doveva essere suo padre, Draco l’aveva chiamato “papà”…l’uomo colpì Draco in pieno viso, facendolo rotolare giù per le scale; poi urlò più forte e lei riuscì a capire le parole: “Se non combatterai dalla mia parte, sarai un estraneo per me! Ricordatelo, razza di idiota! Non avrò la minima pietà, come non ne avrò per gli altri amici di Silente!”.
Draco si alzò in piedi, guardò suo padre risalire le scale a passo di marcia; Ginny lo sentì mormorare qualcosa come “mi dispiace padre, ma non posso più combattere al suo fianco…”, poi chiuse gli occhi presa da una vertigine improvvisa… quando riuscì a riaprirli sentì la sua mano stretta tra le mani di qualcun altro; “Draco…” cercò di dire, ma aveva la gola troppo secca. Draco la guardò negli occhi… “Non spegnerti mai piccola fiamma, non spegnerti mai mi raccomando…!”

Ginny fissava il nulla davanti a sé, presa soltanto dai suoi ricordi.
Era stato esattamente in quel momento, nelle segrete di Malfoy Manor, che Ginny aveva capito, tra la nebbia che le avvolgeva la mente delirante, la vera natura dei loro sentimenti. Si erano frequentati più per il divertimenti di vedere gli sguardi sconvolti dei loro compagni, la rabbia dei fratelli di Ginny, l’invidia delle ammiratrici di Draco, che per un reale interesse reciproco… erano così diversi da far credere che si sarebbero disintegrati se si fossero toccati anche solo per un istante… ma avevano trovato qualcosa che li univa: il divertimento, il bisogno di sfuggire a uno schema, la voglia di ribellione… Tutto era poi passato in secondo piano rispetto agli avvenimenti catastrofici del suo ultimo anno a Hogwarts…
Ma in quel momento di sofferenza, in cui si erano guardati negli occhi, Ginny aveva sentito che quello che era iniziato quasi per gioco era diventato un legame forte, di passione, di affetto… di amore…C’era una promessa in quegli occhi, ti verrò a salvare, resisti piccola, non spegnerti mai, e Ginny si era aggrappata a quella promessa con tutte le sue forze, per rimaner viva…
Lui non era mai venuto.

Ginny non riusciva ad alzare il viso verso lo specchio del suo camerino.
Forza Ginny. Non è successo nulla. Fai finta di niente, come quella volta che hai riconosciuto Cho dietro al banco della rosticceria. Non hai incontrato nessuno, non esiste nessun Draco Malfoy, non esiste più nessuna magia… Ora alza la testa, truccati, finisci di vestirti e vai sul palco. Non è cambiato nulla, devi alzarti e fare il tuo lavoro, come tutte le sere.
Ginny alzò la testa e guardò il proprio viso.
Giulie la fissava da dietro il vetro, con i suoi capelli rossi ben pettinati, il viso dai lineamenti eleganti, pallido in attesa del trucco, gli occhi bruno-dorati dalle lunghe ciglia scurite dal mascara, il bel fisico da ballerina… Giulie era una bellissima donna, capace di attirare su di se gli sguardi di tutti gli uomini nella sala, e lo sapeva.
Ginny era stata una delle ragazzine più amate della scuola, il “sorriso più bello di Hogwarts” come le aveva detto una volta scherzando il vecchio Vitious, ma Ginny giaceva, impolverata e lacera, nelle segrete di un castello, insieme ai resti della sua vecchia divisa di scuola.

   
 
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