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Autore: Bolide Everdeen    16/10/2013    5 recensioni
«La vedi quella figura?» domandò poi Destiny, quando si fu assicurata che l'amica stesse vedendo quello che vedeva lei.
Il paracqua continuò a girare, fino a far scoprire un disegno luminoso a forma di balena sulla sua intelaiatura.
«Cos'è?» tagliò corto Cathy, con la voce spaventata.
«È un megalodonte.- rispose Destiny.- Un animale acquatico molto grosso, venticinque volte lo squalo bianco.»
Cathy si ritrovò a fissare l'amica nei suoi occhi azzurro ghiaccio.«Sarà la causa della nostra morte di oggi?» chiese, mentre si faceva pallida.
Destiny annuì.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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«Cos'è?»
«È un megalodonte. Un animale acquatico molto grosso, venticinque volte lo squalo bianco.»



Tic tic tic tic...

Il battito della pioggia insisteva velocemente. Una ragazza corse verso una porta che aveva visto, aperta, con il giacchetto sulla testa per pararsi un po', cercando riparo.

Appena arrivò si girò verso il temporale, con il fiatone per colpa della corsa. Poi si girò e vide una persona:«Destiny.» disse il suo nome, sorpresa.

«Ciao, Cathy» fece la ragazza con l'aspetto da bambina, salutandola piano con la mano. Sì, era proprio lei: il sorriso con degli spazi enormi fra i denti, i capelli corti marronastri con un piccolo ciuffo dipinto di rosso, bagnaticci per colpa della pioggia e dell'umidità.

La stanza in cui si trovavano era totalmente spoglia, con delle pareti che sembravano dover cadere da un momento all'altro; l'umidità invadeva il pavimento formando un laghetto.

Un animale fece uno stridulo verso acuto. Cathy si portò le mani alle orecchie, mentre Destiny apriva la sua gabbietta (la ragazza aveva riconosciuto che era un uccello) e gli accarezzava il collo, sussurrando:«Tranquilla, Cleopatra... è amica...».

Quando il piccione si fu calmato, la bambina si rivolse di nuovo alla ragazza, indicandole un punto e dicendo:«Guarda lì.».

Un ombrello trottolava vorticosamente in un angolo. Cathy si chiese come mai non l'aveva notato prima.

«La vedi quella figura?» domandò poi Destiny, quando si fu assicurata che l'amica stesse vedendo quello che vedeva lei.

Il paracqua continuò a girare, fino a far scoprire un disegno luminoso a forma di balena sulla sua intelaiatura.

«Cos'è?» tagliò corto Cathy, con la voce spaventata.

«È un megalodonte.- rispose Destiny.- Un animale acquatico molto grosso, venticinque volte lo squalo bianco.»

Cathy si ritrovò a fissare l'amica nei suoi occhi azzurro ghiaccio.«Sarà la causa della nostra morte di oggi?» chiese, mentre si faceva pallida.

Destiny annuì. Sembrava veramente contenta.«Vieni!» poi ordinò.

«Destiny, non so se ce la faccio, mi sono un po' stufata...» cercò di scusarsi Cathy.

«Dai, vieni, ci divertiremo!» ripeté la ragazza, tendendo la mano verso l'altra.

Pian piano la vittima (o almeno era quello che Cathy sentiva di essere) si avvicinò alla piccoletta, che stava all'opposto di un grande portone nero, spuntato dal nulla. Era altissimo, con delle maniglie d'oro. E iniziava ad aprirsi.

C'era un muro d'acqua, che sembrava aspettare di cadere fino a quando non avrebbe avuto tutto lo spazio disponibile per uscire. Mentre Cathy sentì come un pugno allo stomaco, Destiny rideva divertita.

La ragazza più grande non riuscì a dire: “ Destiny, andiamocene!” e iniziare a correre di nuovo che tutta la marea le investii. Fu come un colpo forte con un mazza, che la fece stare molto male. Ma ancora viveva. E sott'acqua sembrava respirare.

Si girò dietro e... vide un grosso animale, simile allo squalo, che sfoderava i suoi denti aguzzi già pieni di sangue.

Megalodonte, pensò Cathy.

E poi il nulla.

***

«Ah!» urlo, come se mi avessero fatto del male, tanto male, svegliandomi e lacerando il silenzio della notte.

Una luce che si accende. Dei passi in corridoio. Poi la faccia di mia madre che si affaccia e chiede:«Cathy, tutto bene?».

Annuisco e stringo le coperte con le mani.

«Era di nuovo quel sogno?» domanda, con la voce preoccupata.

«Voglio essere lasciata sola.»

«Ok.» Mamma va via e ritorna a letto. Sì, è pensare quel che voglio. Voglio essere lasciata sola... Sola...

Questi incubi mi stanno distruggendo. È stato un errore, tutto un mio errore, la colpa è solo mia.

Cosa ho combinato di male? Sono diventata amica di Destiny.

Destiny era una ragazza nuova nella nostra classe, più piccola di tutti di un anno. Era piuttosto mentalmente instabile e proprio per questo volevo essere sua amica. Che errore...

Destiny era particolarmente interessata alla morte. Voleva sapere cosa si provava quando arriva la nostra ora, ogni singolo particolare, se era doloroso o no. E io cercavo di spiegarle che ci avrebbe messo un po' a scoprirlo, che era meglio aspettare, che prima c'era tutta una bellissima vita da vivere, se non la dedicavi tutta alla scoperta della morte, e che si vive solo una volta.

No. Non mi ha dato ascolto. Ogni giorno che passava, più diventava pazza. Ogni attimo della sua vita, era una riduzione delle sue capacità mentali, lasciando solo me e il suo piccione Cleopatra nella sua vita e isolando tutto il resto. Tutto il resto; perfino la famiglia, gli amici, la scuola...

Ed è successo quel che doveva succedere. O meglio, che lei voleva che succedesse.

Si è buttata da un dirupo.

Mi ha fatto malissimo scoprire la notizia... dopo tutto quello che avevo fatto per aiutarla, perché vedevo nei suoi occhi una minima luce di voglia di vivere. Una luce che si è spenta solo a undici anni, che ora giace sotto a un paio di palpebre in una tomba.

Ora mi sta assillando nei sogni. O meglio, incubi.

Non so quale sia il suo piano... ma non posso continuare a passare le notti insonni grazie a lei. Ogni giorno, è la stessa storia: io inizio a sognare, e c'è lei, con sempre dei nuovi metodi per ucciderci. E lei si diverte sempre, non so come, ma non posso nemmeno usare la frase “L'importante è che sia felice.”. Perché ci sono moltissimi altri modi di essere felici.

Tutti i giorni una morte più strana. Siamo partite con l'affogamento, l' incendiamento, la mancanza del respiro. E stiamo continuando con le cose più inusuali, che mi stanno facendo impazzire.

Affondo la mia testa nelle ginocchia, mentre penso: Come sarà morire veramente?

Megalodonte
di Bolide Everdeen

Spazio autrice

Sì, giudicatemi matta, fate pure. Ma i più grandi geni erano strani.

Questa è la mia prima fan fiction con un capitolo, la mia prima storia originale, la prima storia con un pezzo narrato in terza persona singolare e la prima storia leggermente ispirata alla realtà.

No, non è morto nessuno nella vita vera. Solo che ho un'amica un po' matta, anche se molto meno di Destiny, che dice che morirà uccisa da un megalodonte. Speriamo che il tempo lo aiuti...

Anche se è una OS, mi piacerebbe sapere cosa posso fare per migliorare la prossima volta e cosa vi è piaciuto. Insomma, lasciate una recensione, per favore!
Con affetto,

Bolide

 
  
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