Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: jede    16/10/2013    1 recensioni
[Sequel di Fairytales e A new fairytales]
Santana ed Emma assieme, nelle loro prime volte, ad affrontare momenti di ordinaria quotidianità assieme, con la speranza di avere il loro lieto fine.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Santana Lopez
Note: Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Once upon a time...'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
 
Once upon a time .... 
 Cinderella prayed that this dance to last forever



-E cioè che il prezzo di vendita (PV) per la quantità prodotta e venduta (Qtà) è sempre uguale alla somma dei costi fissi (CF), dei costi variabi...-, il monologo della professoressa di Algebra Avanzata riusciava a mandare in coma tre quarti della classe in meno di dieci minuti dal suono della campanella, lasciando gli altri a pregare per il suono successivo.
Emma, sfortunatamente, era una degli ultimi; Aveva perso ogni contatto con la professoressa quando aveva iniziato a parlare di numeri ipotetici su una scala ipotetica e aveva iniziato a sistemare con cura il caos che regnava nel suo astuccio.
-Raibh mé bás-, sbottò la voce di Allyson, seduta affianco a lei.
Emma le lanciò un'occhiata significativa e l'irlandese alzò gli occhi al cielo. 
-Ho detto che sono vicina al suicidio-, tradusse, senza perdere quell'accento intrigante.
Emma sorrise. -A chi lo dici-.
Allyson sbuffò, lanciandole uno sguardo infuocato. -Ma taci. Tu almeno sei arrivata con mezz'ora di ritardo giustificato, perdendo il suo sproloquio sui numero frazionali e la loro funzione sul diagramma di reddenzione-.
-Redditività-, la corresse Emma.
-Ní chuireann sé ábhar-, sbottò sottovoce. -Non importa-.
Emma alzò gli occhi al cielo, sorridendole comprensiva, lasciando cadere cosi il discoroso e tornando a concentrarsi sulle sue penne colorate.
-Mi dici almeno cosa hai fatto di tanto interessante da lasciarmi qui mezz'ora da sola con quella?!-, sbottò Allyson, indicando senza pudore la prof che fortunatamente era impegnata a controllare il proprio quaderno di appunti per vederla.
La rossa sorrise, allungnadole lo stesso foglietto che aveva mostrato alla prof poco prima, aspettando una reazione da parte dell'irlandese. La guardò mentre faceva scorrere gli occhi quel foglio, leggendo le parole scritte dalla professoressa l'ora precedente.
La vide alzare un sopracciglio confusa, per poi guardarla negli occhi. -Per quale motivo hai scelto di fare un corso extra a quelli che hai già?-.
Emma scrollò le spalle. 
-Oh no, aspetta-, sbottò Allyson riprendendo il foglietto. -Dimmi che non è vero-.
-Cosa?-, sorrise la rossa.
-Spagnolo, Emma? Davvero?-, lo scetticismo nella voce della mora era quasi palpabile. -Non dirmi che lo fai per la tua ragazza-.
-Voglio farle una sorpresa-.
-Oh, ma non mi dire-, sbuffò divertita quella. -Sei talmente smilelata, cailín-.
Senza potersi controllare, Emma arrossì, sorridendo comunque sotto allo sguardo dolce dall'amica, senza preoccuparsi della professoressa e degli altri studenti della classe. L'idea di iniziare a prendere lezioni di spagnolo le era venuta quando aveva sentito parlare Santana nella sua lingua madre mentre inveeiva contro il postino. 
Non aveva, ovviamente, capito nulla, ma aveva trovato quelle r e quelle s incredibilmente sensuali e si era domandata come avrebb reagito Santana stessa sentendola parlare la sua lingua. E poi la incuriosiva tremendamente capire quello che Santana urlava quando si arrabbiava.
-Dimmi solo una cosa-, sussurrò Allyson, attirando la sua attenzione ancora. -Hai per caso intenzione di sussurrarle cose sconce in spagnolo mentre lo fate?-.
Emma spalancò la bocca, arrossendo come un peperone. -Ally!-.
Allyson ridacchiò. -Sei cosi suscettibile, mia cara-.
-Walker!-, la voce della prof fece scattare Emma.
Si voltò immediatamente, trovando la prof intenta a leggere un foglietto; Le fece cenno di alzarsi e avvicinarsi alla sua postazione.
Emma lanciò uno sguardo confuso ad Allyson prima di scostare la sedia dal banco e seguire l'ordine della prof, leggermente preoccupata. Solitamente quando venivano chiamati così gli studenti era o per un'uscita anticipata o per un richiamo dal preside e dato che i suoi genitori stavano lavorando, la seconda opzione era la piu logica e la piu terrorizzante.
Ma la prof decise di mettere fine alla sua tortura interiore.
-Esci alla quarta ora con permesso, quindi vedi di trovare la prof dell'ora successiva  darle questo-, sbottò allungandole il foglietto.
Emma afferrò il foglio con mani tremanti e si diresse verso l'uscita, alla ricerca della prof di Educazione Fisica; Appena si chiuse la porta alle spalle, abbassò lo sguardo sul foglio, ma come già sapeva, era solo un biglietto complato dal preside che le dava il permesso di uscire a quella ora.
Anche se non doveva andare dal preside con un richiamo, la mente corse alle altre possibili opzioni e cioè che era successo qualcosa ad uno dei suoi genitori e che quindi l'avevano fatta uscire prima per correre in ospedale.
Tra il tragitto aula- palstra e ritorno non riuscì a non costruirmi milioni di scenari macabri nella mente. Aveva quasi le lacrime agli occhi quando finalmente suonò la campanella e potè raccogliere le sue cose di corsa dal banco per dirigersi verso l'armadietto e poi scoprire cosa stava accadendo.
-Emma!-, Allyson le stava dietro, spingendo tra la folla di studenti del cambio dell'ora per raggiungerla e capirci qualcosa anche lei.
Appena mise piede fuori dall'istituto, stretta ancora nella sua divisa, e con la promessa appena sancita con Allyson di farle sapere al piu presto cosa stava accadendo, cercò subito con lo sguardo qualche viso familiare, senza prò trovarne.
Scese le scalinate, agitata, ma non fece in tempo a superare la prima fila di alberi che due braccia l'afferrarono da dietro, tirandola su di peso e facendole scappare uno strillo acuto.
Si voltò di scatto, appena ebbe i piedi a terra, e la sua prima reazione, dopo aver visto il volto del suo assolitore fu quello di gettargli le braccia attorno al collo.
-Dio, Collin!-, strillò aggrappandosi alle sue spalle larghe.
Il ragazzo stretto tra le sue braccia, ricambiò l'abbraccio, sorridendo e mettendo cosi in mostra delle fossette ai lati della bocca. I corti ciuffi rossi li scivolavano sul collo in pochi ciocche, mentre i grandi occhi castani erano lucidi di un'emozione profonda, che non aveva voce.
-Sorellina-, sussurrò sorridendo. -Quanto mi sei mancata-.


-E ha usato questa pausa di metà campionato per tornare qui, ma non l'aveva detto a nessuno, nemmeno ai miei, quindi puoi immaginare che reazione hanno avuto. Dio, mia madre è scoppiata a piangere e c'è mancato poco che mio padre lo prendesse a sberle per aver mollato cosi il collage per "fare solo un saluto", come dice lui-, la voce allegra di Emma riempiva tutta la camera, mentre Santana si stava rivestendo dopo essersi fatta una doccia appena rientrata dal lavoro.
Aveva trovato la giovane che saltellava quasi in sua attesa sul pianerottolo e non aveva fatto in tempo a darle un bacio che era scoppiata come un fiume in piena a raccontargli del ritorno del fratello.
-Ha portato il borsone, quindi si fermerà per poco piu di una settimana, ma sono cosi felice che non riesco a pensare a quando ripartirà. Oh, dovresti vederlo, è cresciuto ancora, ma tanto lo so che sarò io l'unica in famiglia a restare bassa perchè tanto anche mia madre ormai raggiunge il metro e settantacinque, mentre io mi aggiro ancora per i bassifondo. E li sono cresciute un macello di lentiggini, colpa dei continui allenamenti sotto al sole, lo dice sempre mamma che dobbiamo stare attenti sennò ci riempiamo come scolapasta, ma lui tanto non l'ascolta-, sbottò, agitando le mani in strani schemi invisibili.
Santana se ne stava zitta, zitta, lasciandola sfogare, conoscendola abbastanza da sapere che se l'avesse interrotta sarebbe andata in crisi e che l'unico modo per farla calmare era quello. Senza dire nulla, si diresse verso la cucina, sicura che la rossa l'avrebbe seguita.
Quella settimana era stata un vero inferno al lavoro, ed era felice che Emma avesse deciso di andare da lei anche quel giorno che era arrivato il fratello, ma era certa che se avesse continuato di quel passo un mal di testa non glielo avrebbe tolto nessuno.
Il lato negativo dell'avere una macchinetta per ragazza.
-Non si è arrabbiato neppure, quando ha saputo che i miei hanno trasformato la sua vecchia stanza in una dispensa per le conserve e gli attrezzi di papà, e si è sistemato sul divano come niente fosse. Solo pochi anni fa avrebbe scatenato l'inferno solo per riavere il letto, ma ora no. E' cosi cresciuto e il collage l'ha reso ancora piu speciale di com'era, e mi ha anche detto che ora ha una ragazza fissa, si chiama Connie e seguono lo stesso corso di ragioneria, anche se sono di due lauree differenti-.
Accese la macchina del caffè, passandosi una mano sul viso stanco, chiudendo per un'istante gli occhi. Aveva un dannato bisogno di caffè e di dormire, soprattutto ora che si era data una rinfrescata e il peso di quella settimana la gravava sulle spalle; forse avrebbe potuto saltare la cena e passare direttamente al film, cosi da non far fare tardi ad Emma e farle passare un pò piu di tempo col fratello e lasciarla dormire un paio d'ore in piu.
Presa com'era dai suoi pensieri non si accorse del silenzio che era calato nella stanza. Confusa aprì gli occhi, travandosi gli occhi attenti di Emma puntati contro di sè, e capì subito cosa stavano guardando: le occhiaie sotto agli occhi e la mano poggiata sulle labbra, in uno stanco movimento di tenersi ancorata al presente.
La rossa le si fece vicina, e le sfiorò la guancia con il palmo. -Hei, sembri a pezzi-.
Santana non rispose, ma si poggiò contro la sua mano, chiudendo gli occhi al contatti delle pelli. Si lasciò sfuggire un sospiro.
Emma sorrise. -Vieni-, le sussurrò prima di trascinarla in camera da letto, allontanandola dalla tentazione della caffeina fresca.
La più piccola le diede una leggera spinta, indirizzandola verso il letto e con un sorriso le si buttò accanto, accoccolandosi nell'incavo del collo e posandole un bacio sulla porzione di pelle che le stava davanti agli occhi.
-Che succede?-.
Santana sorrise stanca, scuotendo la testa. -Lavoro-.
Emma alzò il capo, poggiando una mano sul suo petto e poggiandoci sopra la testa. -Scusa, immagino che la mia parlantina non sia particolarmente rilassante-.
-Mi piace sentirti parlare-.
Emma storse la bocca, mettendo su un'espressione penseriosa. -Ti offrirei un massaggio, ma non sono per nulla capace, quindi l'unica soluzione è che tu dormissi un paio d'ore. Che ne dici?-.
Ma la mora scosse la testa. -E farti andare via prima? No, posso resistere-.
Emma abbassò lo sguardo e Santana era quasi sicura che se si fosse concetrata maggiormente le sarebbe potuto uscire il fumo dalle orecchie. Aspettò paziente che si accendesse la lampadina nella sua testa e nle frattempo si soffrò ad osservarla.
Ormai non mancava molto agli esami di fine anno, e ormai era diventata un'abitudine trovarsi fuori dalla porta alcune amiche di Emma, pronte ad imbucarsi nel suo appartamento per studiare e chiacchierare. Fortunatamente il più delle volte Santana si spostava in sala o in camera, lontano dalle loro voci e dai pettegolezzi dell'istituto St. Jude, soprattutto dopo aver sentito le prime volte alcuni commenti delle ragazze su Santana e particolari piccanti sulla loro relazione; non che non fosse curiosa, ma era certa che Emma non sarebbe sopravvisuta sapendo che oltre agli sguardi curiosi delle amiche aveva anche una spettatrice che origliava.
Ma a Santana andava bene cosi. 
Osservò le guance colorate della sua ragazza, e sorrise, sentendo una voglia tremenda di mordicchiarle come faceva spesso prima di lasciarla dormire. Desiderava specchiarsi di nuovo in quelle pozze calde, solo per poter tentare di leggere cosa stava pensando, cosa si muoveva in quella testolina cosi confusionale. Passare le dita in quei ciuffi rossi, -che aveva scoperto essere naturali-, e che Emma aveva accorciato di qualche centimetro, rendendoli ancora piu sbarazzini di com'erano prima.
Senza rendersene conto, aveva già posato due dita sulle sue labbra, percorrendone i contorni. 
Alzò lo sguardo per vedere quello di Emma osservarla confusa e imbarazzata; Si fermò, posando il palmo della mano sulla sua guancia e carezzandone la pelle morbida col pollice.
-A cosa pensi?-, domandò.
Le pelle sotto al suo palmo di fece piu calda. -Che forse conosco un modo per aiutarti-.
Santana alzò un sopracciglio. -Ah si?-, sussurrò.
Emma annuì, prima di sfilarsi di dosso il suo braccio e mettendosi in ginocchio sul materasso. -Aspetta qui, okay?-.
E senza aspettare una risposta uscì veloce dalla stanza, lasciandosi dietro una Santana confusa e curiosa, ma troppo stanca per alzarsi e vedere cosa stava combinando la ragazza; con un sospiro si posò il braccio sopra agli occhi, cercando di non lasciarsi scivolare nelle braccia di Morfeo troppo in fretta.
Aprì gli occhi, sbuffando, lasciando vagare lo sguardo per la camera, alla ricerca di un'ancora, e si soffermò ad osservare il disordine che c'era dentro. Un disordine chiamato Emma; da quando avevano passato i primi tre mesi di relazione, Emma aveva iniziato a lasciare da lei qualche cambio, per ogni evedienza e com per magia avevano fatto la loro conparsa anche qualche cosmetico e il suo bagnoschiuma, oltre a, ovviamente, lo spazzolino.
Sorrise, pensando che non sarebbero potute andare meglio le cose, soprattutto dopo la breve parentesi di Lima, che si era dimostrata, come aveva predetto dal primo istante, solo una grande fonte di guai, che era riuscita a sistemare prima che avessero delle repercussioni troppo profonde nel loro rapporto.
Emma fece la sua ricomparsa in camera, saltellando sul posto. 
-Dai, vieni, veloce-.
Santana si alzò a fatica, e si lasciò trascinare per il corridoio.
-Chiudi gli occhi-, sussurrò Emma alle sue spalle.
Seguì il suo ordine, lasciandosi spingere senza fretta verso una destinazione non molto estranea, dato che alla fin fine era casa sua e difficilmente avrebbe potuto perdersi in quel piccolo appartamento.
Capì di esserci quando sentì lo spostamento d'aria e le mani di Emma sulle sue guancie, e infine le sue labbra a contatto con quelle della rossa; Ricambiò, passandole un braccio attorno alla vita.
Quando si staccò, struscicò il naso contro quello di Emma, e aprì gli occhi, alla ricerca di quelli della giovane, ma venne subito distratta dalla luce anomala che c'era nella stanza; Piazzate sopra tutti i mobili e alcune anche vicino al muro, c'erano sparse per tutto il bagno candele bianche, che davano luce alla stanza buia, dandole anche un'atmosfera soffusa.
-Che...-.
-Ti piace?-, Emma sorrise, voltandosi a destra e sinistra, osservando il suo operato. -Certo non è una vasca con bollicine e petali di rosa, e dovrai accontentarti della doccia, ma ho visto che hai preso un bagnoschiuma alla vaniglia e so quanto tu l'adori, e prometto di non farti alzare un dito, farò tutto io, cosi da farti rilassare. Spero che non vadi a fuoco qualcosa, sinceramente, non ho i soldi per ripagarti neppure una tenda, ma.. Bè.. L'idea era questa-, prese fiato, sorridendo.
Santana posò lo sguardo sulla doccia e alzò un sopracciglio scettica. -Lo sai, vero, ch mi sono fatta una doccia pochi minuti fà?-.
Emma spalancò la bocca, guardando Santana come se le avesse detto un'offesa. -Oh, cavoli! Cavoli è vero!-.
Si portò una mano alla bocca, voltandosi a guardare la doccia, forse alla ricerca di una soluzione, ma non passò che un'attimo prima che Santana l'acciuffasse per la fita, attirando la sua attenzione.
-Hei, sono ancora molto interessanta alla tua offerta. Soprattutto la parte del non alzare un dito-, sorrise.
Le guance di Emma si colorarono, e la guardò da sotto le ciglia, rese piu scuse dalla luce soffusa. -Davvero? Se non vuoi, non devi sforzarti pr farmi felice-.
Ma Santana sorrise, scuotendo la testa e facendo qualche passo avanti, facendo cosi indietreggiare la piu piccola. Emma sorrise, quando Santana fece scivolare le mani sotto alla maglietta e la sollevò sui fianchi.
Con lo stesso sorrisetto, la mora avvicinò la bocca al suo orecchio. -Che non si dica che non accetto l'aiuto degli altri-.



Si era messa d'accordo con Allyson.
Mai in tutta la sua vita avrebbe mai detto che avrebbe rubato di nascosto il numero di un'amica della sua ragazza, solo per confabulare alle sue spalle. Erano quasi due sttimane che si sentivano via messaggio ed entrambe erano state molto attente a non farsi scoprire proprio a pochi giorni dal grande giorno da Emma; Anzi, la ragazza sembrava non aver la minima idea di tutto ciò che le accadeva sotto al naso.
Santana non aveva sprecato tempo, non avendo detto nulla ad Emma della sua idea, la ragazzina avrebbe potuto crearsi da sola dei programmi e per questo era imprevedibile, ma fortunatamente aveva dalla sua parte Allyson che aveva promesso fedeltà al piano, -con molto piu patos di quello che aveva richiesto Santana-, e aveva già fatto la ramanzina ad Emma, convincendola a fare compere e tutto quello che quell'occasione prevedeva.
In fondo il ballo dell'ultimo anno era un clichè, ed Emma aveva il diritto di avere il suo.
Si passò ancora una volta il mascara sulle ciglia, posandolo e facendo un passo indietro per vedere il risultato in generale: il vestito che aveva preso per l'occasione era perfetto per il suo fisico e il suo gusto, aderente ad ogni curva, nero e rosa con qualche ricamo in pizzo, leggero e sensuale. I capelli li aveva lasciati sciolti, non trovando il tempo di acconciarli in chissà quale modo, e il trucco le illuminava il volto, accentuando soprattutto labbra e occhi.
Si infilò i tacchi, prendendo chiavi e cappotto, lasciandosi andare ad un'ultimo sospiro, prima di chiudersi la porta alle spalle.
Con Allyson si erano messe d'accordo sul piano: la ragazza avrebbe fatto credere ad Emma che sarebbe passata a prenderla per le nove e che poi si sarebbero dirette assieme al ballo. Il punto era che Allyson si sarebbe diretta subito al ballo e che invece sarebbe stata Santana quella che sarebbe andata a prenderla.
Da quando la prima volta Santana aveva rifiutato di darle una risposta diretta al suo invito, Emma aveva smesso di chiedere e di tirare in ballo la questione, dandole solo qualche accenno al programma che aveva organizzato con Allyson. All'inizio aveva davvero pensato di lasciar perdere tutta la storia del ballo, soprattutto in ricordo dei suoi balli scolastici, ma aveva visto come Emma si accendeva al solo pensiero della serata per poi spegnersi di botto, probabilmente ricordandosi che avrebbe passato il suo ultimo ballo scolastico a danzare con la sua amica e qualche compagno di corso.
E se questo fosse accaduto, sicuramente Santana avrebbe fatto meglio ad essere là a controllare dove quei giovani ragazzini arrapati mettevano le mani.
Fermò il primo taxi che vide, e si diress verso casa di Emma, capendo che ormai la cosa era fatta e mandò un veloce messaggio ad Allyson, riponendo il cellulare nella borsetta, decisa piu che mai a non riprenderlo in mano: in caso contrario sicuramente sarebbe tornata di corsa nel suo appartamento.
Non era tanto il ballo che la preoccupava, alla fine dopo aver vissuto per diciannove anni a Lima, un piccolo istituto privato pieno di viziate con la puzza sotto al naso non la intimidiva. Oh no, il vero problema era chi la stava aspettando a casa Walker oltre ad un'ignara Emma.
Si era rifiutata di capitare a casa dei genitori di Emma senza averli prima avvisati, e cosi aveva deciso di mandare Allyson ad informarli, dicendo loro del piano e che quella sera a casa loro avrebbe varcato per la prima volta in veste ufficiale, la ragazza di loro figlia.
Era come andare al patibolo.
Solo immaginava cosa passasse per la mente del padre: una donna piombata da chissà dove che aveva corrotto la figlia e l'aveva inziata ad una relazione anormale. Le sudavano le mani solo al pensiero.
Il taxi si accostò alla schiera di villette e Santana gli allungò un paio di banconote, scendendo e piazzandosi di fronte al vialetto della casa di Emma; Si impose di restare diritta, sentendo le gambe tremarle, e si diede della stupida: a quell'età ancora a temere la reazione di qualche papà iperprotettivo.
Si fece avanti, fermandosi davanti al portone che piu volte aveva superato, non troppe, era sempre meglio non farsi beccare dai genitori di Emma mentre si baciavano, o peggio, nello stesso salotto dove Emma aveva fatto i suoi primi passi.
Suonò il campanello con dita tremanti e si passò una mano a lisciare la stoffa del vestito che si scorgeva dal cappotto lasciato aperto.
Non passò che un minuto, -infinti per Santana-, che la porta si aprì e fece la sua uscita la figura di un ragazzo alto pochi centimetri piu di Santana, con dei accesi capelli rossi e indosso una felpa con sopra il logo di qualche marca sportiva.
Squadrò Santana dall'alto al basso, alzando un sopracciglio. -Cavoli, sa scegliersele bene mia sorella-, sussurrò.
Santana lo guardò accigliata, sentendo l'agitazione scivolrgli via di dosso. -Ciao-, sbottò, censurando le altre risposte sarcastiche che se ne stavano in fondo alla gola.
Il ragazzo fece per parlare, ma prima che potesse dire una parola, una voce ben conosciuta sbottò da qualche parte nella stanza. -E' Allyson?-.
Il rosso sorrise sarcastico. -Oh, no. Qui c'è un'altra tua amica, sorellina-.
Santana squadrò il tipo, rendendosi subito conto che aveva davanti di sè un altro semplare di Puckzilla. Si preparò mentalmente alle sue fracciatine e si concentrò sulla ragazza che si era appena fatta spazio davanti alla porta.
E le mancò il raspiro. Era uscita con qualche ragazza, dopo la rottura con Birttany, molte erano piu mature, ma la maggior parte avevano sempre qualche anno in meno di lei, ma tutte avevano una certa maturità nel modo di comportarsi che le rendeva sensuali.
Vestiti eleganti, trucco strategico, tacchi che rendevano delle banali gambe, due pali seducenti. Ne aveva visti molti di trucchi per attirare l'attenzione di qualche preda.
Ma Emma, lei le batteva tutte.
Con un semplice vestito beige, liscio sul busto e piu gonfio e decorato sulla gonna, i capelli boccolosi, tirati indietro con un cerchietto, il viso truccato da solo una leggera linea di matita e un licidalabbra, era da togliere il fiato.
Ai piedi aveva dei tacchi intonati al vestito, che aveva comprato per l'occasione assieme ad Allyson, ma che ancora non la portavano alla pari dell'altezza di Santana.
La mora si lasciò sfuggire un sospiro, sperando che non ci mettessero molto prima di rinchiudersi nel taxi, o nel suo appartamento, o ovunque, ma tornò a concentrarsi sul presente, vedendo come anche Emma era rimasta per una manciata di minuti ad osservare la sua figura.
-Sa...Santana?-, domandò confusa, cercando i suoi occhi.
La mora stiracchiò un sorriso. -Emma-.
-Collin!-, la voce sarcastica del ragazzo fece distogliere l'attenzione di entrambe. -Bè, io diri di entrare. Non sono l'unico che attende la tua comparsa-, sorrise a Santana, facendosi da parte, e indiacandole di entrare.
Appena mise piede in casa, sentì Emma afferrarle il polso con la mano e avvicinarsela. -Che ci fai qui? Perchè sei vest... Oh-.
Santana le sorrise. -Pensavi davvero che ti avrei lasciata andare al ballo con qualcun'altro?-.
Le guancie di Emma si arrossarono e sorrise, intimidita e divertita allo stesso tempo. -Grazie-, mimò con le labbra.
Seguirono Collin, e si ritorvarono in salotto, dove i genitori della ragazza stavano seduti sul divano, a parlare tra di loro; La prima cosa che notò Santana furono gli abiti, troppo eleganti per una semplice serata davanti la televisione, e per secondo notò i capelli.
La mora alzò un sopracciglio, trattenendo a malapena una battutina sulla famiglia Weasley, e si ricordò di sorridere rilassata, per non sembrare una pazza.
Emma le rimase accanto, con la mano stretta ancora attorno al suo polso, ma la sentì tentennare appena, quando si ritrovò davanti ai genitori, e Santana pregò che non si allontanasse proprio in quel momento. 
Si schirì la voce, mentre i genitori si alzavano in piedi dal divano come se fossero stati punti da uno spillo. -Mamma, papà.. Lei è Santana-.
La prima ad avvicinarsi fu la madre: le sorrise cordiale, tendendo la mano davanti a sè. -Piacere Santana. Siamo molto contenti di conoscerti-.
Santana annuì, stringendole la mano. -Anch'io, molto-.
-Oh, pure io. Molto-, sussurrò Collin, che si era sistemato vicino ad un mobile in legno scuro, squadrandola scherzosamente una seconda volta e beccandosi un'occhiataccia da parte di Emma.
-Collin!-, sbottò il padre, richiamandolo e avvicinandosi a sua volta. -Piacere, sono Gary, e lei è Sarah-, sorrise indiacando la moglie. -Allyson ci aveva avvisati che saresti passata, ma non ci ha raccontato molto su di te e siamo molto curiosi-.
Santana fu sorpresa. -Oh, bè, certo-. Di certo quella non era la reazione che credeva avrebbe scatenato la sua comparsa, ma forse l'idea di prepararli al suo arrivo era stata la migliore in assoluto.
L'uomo le fece cenno di accomodarsi sul divano accanto al loro.
-Allyson?-, sussurrò Emma sottovoce, seguendo Santana.
-Ti spiego dopo-, disse la ragazza, abbassandosi appena per non essere udita da altri membri della famiglia.
Gary si sistemò accanto la moglie, mentre lei ed Emma si sedettero vicine e Collin si sistemò meglio contro il mobile, avendo una perfetta panoramica della stanza da dov'era.
-Quindi, Santana-, sussurrò la madre, gentile. -E' da un pò che vi frequentate tu e Emma e.. bè, siamo sorpresi che non ci siamo potuti conoscere prima-.
La mora si mosse a disagio, sistemandosi. -Bè, credevo fosse meglio lasciarvi del tempo per... digerire il tutto-.
Sarah la guardò confusa e Santana capì di doversi spiegare meglio, ma prima che potesse parlare, Gary la precedette.
-Certo, non era in programma di scoprire che Emma fosse fidanzata da mesi con una ragazza e obbligarla a fare count out. Ma la curiosità di conoscere quella ragazza è abbastanza scontato, non credi?-.
-Coming out, papà-, lo corresse Emma. -E non mi hai obbligato a farlo, stavo solo aspettando l'occasione giusta-.
Il padre la guardò scettico. -Non si spiega allora come mai ci hai evitati per un mese intero-.
-Era per darvi il tempo di accettare-, sussurrò Emma tormentandosi la piega del vestito da ballo.
La madre sorrise, facendo distogliere l'attenzione di Santana dalla piccola discussione. -Bè, in ogni caso non ci saremmo mai aspettati una ragazza come te-.
Collin si avvicinò, sedendosi sul bracciolo, vicino alla madre. -Eh, appunto! E se hai anche una sorella etero da presentarmi saresti piu che la benvenuta qui-.
-Collin!-, sbottò la donna.
A Santana sfuggì un sorriso, senza poterselo impedire. 
-Scusa Santana, solitamente siamo piu normali, ma sai, è una situazione senza eguali-, si scusò la madre. -Ma siamo ancora molto curiosi: Da dove vieni?-.
Emma al suo fianco sbuffò, lasciansi andare contro lo schienale. Vide Collin sorridere divertito, pronto sicuramente a dire un'altra battutina. Guardò le espressioni sinceramente curiose e un pò tese dei genitori della ragazza e Santana si sentì bene.
Aveva fatto il passo che tanto la spaventava, e stava bene.
Forse si sarebbe addirittura scoperto essere bello anche il ballo di quel passo.



La stanza era addobbata con classici festone e i fari lanciavano luci colorate in tutta la stanza. Alla destra c'era il banco con il punch corretto e alcuni stuzzichini e tutt'attorno in cerchio tavoli con sedie addobbati di fiocchi e girasoli, intonati al tema "Ballo d'Estate".
Solitamente i balli venivano fatti nelle palestre, ma trattandosi di un'istituto privato, avevano scelto la hall della scuola, grande tanto quando la palestra pubblica di Lima.
Santana aveva fatto la sua comparsa con Emma che le stringeva la mano e non l'aveva mollata per la prima mezz'ora, restando orgogliosamente a testa alta sotto agli sguardi degli altri studenti e qualche professore.
Si erano separate quando la piu piccola era andata ad abbracciare qualche amica per poi farle conoscere a Santana e la mora fu ben felice di riconoscere visi conosciuti tra la folla di ragazze.
Avevano parlato, riso, bevuto e mangiato assieme alle amiche di Emma e i loro accompagnatori e prima di potersene rendere conto, Santana si stava divertendo.
Si ritrovò anche a ballare un lento assieme alla rossa, dopo che erano stati eletti il re e la reginetta del ballo.
-Ti diverti?-, domandò Emma alzando la testa dalla spalla di Santana.
La mora sorrise. -E' ancora un pò strano essere ad un ballo senza sentire le voci del Glee sopra al palco, ma si, mi sto divertendo contro ogni aspettativa-.
Emma ridacchiò. -Me li dovrai mostrare, prima o po,i i video delle vostre esibizioni-.
Santana rise. -Oh, non li vuoi realmente vedere. Eravamo penosi-.
-Non ci credo-, sbottò Emma. -Scommetto che eravate fantastici-.
Santana scosse la testa, lasciando cadere il discorso, e per un breve momento nessuna delle due disse nulla, lasciando che solo la musica e il chiacchierio delle altre coppie riempisse il loro spazio.
-Grazie Santana-, sussurrò ad un certo punto Emma.
Santana la guardò curiosa.
Emma ruotò gli occhi per la stanza. -Per il ballo. Per avermi accompagnata. Per essere venuta a casa mia a conoscere i miei. Per stare a sentirmi anche quando hai mal di testa. Per star con me. Per.. tutto, praticamente, tutto-, concluse abbassando lo sguardo imbarazzata.
Santana le passò un dito sotto al mento, obbligandola a guardarla negli occhi e si rese conto di dove si trovava: era al ballo scolastico della sua ragazza adolescente, dopo aver passato la serata a casa della stessa ragazza a raccontare ai suoi genitori la sua vita per riuscire ad ottenere la loro fiducia, e poter passare con lei moltissime giornate come le aveva passate da quando l'aveva conosciuta. 
Si trovava nel posto giusto.
Si avvicinò al suo viso, sfiorandole il naso con le labbra. -No Emma. Grazie a te di essere stata in quel parco, quella sera e di avermi cambiato la vita-.
E la baciò.





NdA :)

Spero con tutto il cuore che dopo questo mi abbiate perdonata, e che soprattutto Emma e Santana vi siano piaciute :)
Un grazie particolarmente speciale a:
Ekaril - per averla messa tra le preferite
folle shane - per averla messa tra le ricordate
96giuggi
bett88
e9663 
folle shane 
giove82 
HeYa_ship 
letizietta19921992 
Robba 
rosacroce90 
taryn - per averla seguita, anche dopo tutto questo tempo :)
E paticolarmente a _slayerettes e RoghyW per le recensioni!

Scrivo perchè amo scrivere, e sapere che quello che creo nella mia mente è apprezzato è bello! A volte alzare l'orgoglio di una scrittirice è FAVOLOSO :D
Un bacione, alla prossima (forse) Semma storyline :3

Je
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: jede