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Autore: lalla124    08/04/2008    6 recensioni
Salve! Mi chiamo Laura e questa è la mia primissima fanfiction che pubblico (oh, che emozione!). Molto probabiilmente non sarà un granché, quindi sarei felice se mi faceste commenti e critiche per capire se è possibile continuare o se è meglio smettere. La storia inizia alla fine di Eclipse e non viene narrata da Bella ma da un personaggio di mia invenzione: una misteriosa ragazza appena trasferita a Forks... Grazie in anticipo! Ciaooooo!
Genere: Avventura, Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
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Guarigione

14) Guarigione

 

Il giorno dopo mi alzai e mi sentii molto meglio, come se ieri non avessi avuto cinquantacinque gradi di febbre. Per sicurezza me la tornai a misurare e, come previsto, avevo trentasette. Che fortuna! Pensavo di dover rimanere a letto per non so quanto tempo. Inoltre oggi mi ero svegliata con il piede giusto. Sarebbe stata una giornata bellissima. Pensai a Jacob che sarebbe venuto anche oggi. Dovevo aspettare però fino a questo pomeriggio. Fino ad allora cosa avrei potuto fare? Intanto andai di sotto per farmi una scorpacciata di biscotti.

“Buongiorno!” quasi urlai a mia madre e a Kathy.

“Vedo che oggi qualcuno è di buon umore!” mi disse mia madre.

“Sì.” e diedi un bacio a lei e a Kathy.

“Sì, sì, ridi, ridi, tanto tra poco dovrai andare a scuola anche tu……” mi disse imbronciata Kathy.

A causa di questa storia quasi me n’ero dimenticata; tra pochi giorni sarei dovuta andare a scuola anch’io. Per di più mi mancavano tutti i libri e dovevo per forza andare a Port Angeles per comprarli. Ci sarei andata di sicuro domani; magari anche con qualcuno. Certo! Ci sarei potuta andare con Bella, infatti lei mi doveva ancora un giro per Forks!

In effetti non vedo neanch’io l’ora che tu vada a scuola; non sopporto più vederti qui a non far niente….”

“Oggi siamo tutti un po’ sadiche vedo……”

“Stiamo meglio oggi?”

mmhmh” affermai io.

Per fortuna Carlilse aveva detto a mia madre che il mio strano febbrone era solo una piccola alterazione passeggera e che non appena si sarebbe verificato un qualche miglioramento avrei potuto uscire di casa; per tanto, visto che oggi ero in piena forma, avevo la possibilità di fare qualsiasi cosa! Inoltre anche il tempo mi andava incontro; alla radio parlavano di un fenomeno straordinario quello di oggi a Forks: da ben cinquant’anni non si verificava una temperatura così alta. Sarei sicuramente uscita di casa quella mattina. Ma dove sarei potuta andare? Intanto che pensavo mamma era uscita per accompagnare Kathy a scuola e per andare al negozio. Poi pensai che avevo un’amica in via di guarigione che non vedevo da quasi un mese ad alcune centinaia di metri da me. Era proprio giunta l’ora di andare a farle una visita; ci avrei scommesso che avrei incontrato anche Edward, ma dovevo dire che dalla nostra ultima chiacchierata i nostri rapporti erano migliorati. Ma solamente un poco. Non persi altro tempo e andai a prepararmi per uscire. Certo che si stava benissimo fuori! Quando ero arrivata a Forks ero quasi certa che non avrei mai avuto bisogno di canottiere, invece oggi mi dovevo ricredere. Me lo sentivo, sarebbe stata una bellissima giornata. Intanto ero gia arrivata davanti alla sua porta e a differenza dell’ultima volta non mi feci troppi problemi a suonare il campanello. Mi venne ad aprire Bella in forma e sorridente.

Natasha! Finalmente!” e mi abbracciò, cosa che contraccambiai anch’io felice.

“Stai meglio?” le chiesi.

“Sì, sono solo un po’ raffreddata. Ho saputo che anche tu hai passato qualche giorno a letto.

“Eh già, non è stata esattamente una bella cosa…. dissi ripensando ai brutti fatti dell’altro giorno.

Ti inviterei ad entrare, ma con questa bellissima giornata stare chiusi dentro casa è un delitto. Giuro che non ho mai visto una giornata più bella di questa da quando sono arrivata a Forks, sai mi ricorda molto Phoenix…..” e dopo esserci sedute sui quei pochi gradini che anticipavano la porta di casa sua incominciammo a parlare della sua città, e di tutte quelle in cui avevo abitato io. La vidi molto presa e interessata dal mio racconto. Ma c’era qualcosa che non andava; mancava una presenza…..

Ma Edward dov’è?”

Lei sembrò dispiaciuta; la lontananza di Edward le faceva lo stesso effetto di Jacob per me.

“Hanno approfittato del tempo per andare a caccia, erano veramente tutti troppo affamati…….

Parlando di vampiri inevitabilmente l’argomento cadde su quello che era successo pochi giorni fa; proprio la cosa che ci voleva per rovinare la giornata!

“Non sai quanto mi dispiace Bella…..comincia io con voce roca.

“No, Natasha. Non hai fatto niente!” mi interruppe subito lei.

“Sì, invece! Sei io non fossi venuta qui……”

“Ma come potevi sapere che quello che sai ora quando sei arrivata qui?”

Bastò per farmi tacere. Mi mise una mano intorno alla spalla.

“Non sei tu la causa di tutto questo. È tutta esclusivamente colpa di Marte se ci troviamo in questa condizione. Tu non hai fatto niente di male, anzi, mi hai salvato; come minimo sono io che ti devo ringraziare. Questo non ti basta per ricrederti su quello che hai detto?”

Ero commossa, davvero. Tra poco mi sarei messa a piangere. Non avevo mai conosciuto una persona così comprensiva come Bella.

“Scusa per il comportamento di Edward. È stato davvero troppo…...”

“No, ha avuto più che ragione, anch’ io avrei provato un odio fondato e inspiegabile se fossi stata in lui. Soprattutto se ti ama in quella maniera……. E poi è colpa mia se il tuo matrimonio è stato rinviato………”

Lei arrossii.

“Sì, l’ha fatto per me, ma ha esagerato comunque. Qualche volta è troppo…..ansioso……”

“Vorresti dire troppo innamorato…” gli dissi sorridendo.

“come, scusa?” mi chiese confusa.

“ quella che dici tu non è ansia, è amore……..anzi, nemmeno quello. Ciò che vi lega supera questo sentimento. Non ho mai visto due persone amarsi così tanto.” gli dissi allargando poi quel sorriso.

“Forse hai ragione tu….” rispose anche lei sorridendo. 

Passammo alcuni secondi in silenzio

“Sai……tu mi devi ancora un giro per Forks, lo sai?” dissi alla fine con un sorrisetto.

“Eh, già!” mi disse sorpresa; anche lei, proprio come me se n’era dimenticata.

Che ne dice di barattarlo con una gita a Port Angeles?” le dissi.

Lei ci pensò su un momento.

“Certo, credo che per domani noi ci siano rischi che mi ritorni a salire la febbre. Facciamo allora domani mattina a casa mia?”

“Perfetto!” risposi io.

Finalmente avrei potuto andare in giro per i negozi insieme ad un’amica, come le normali ragazze della mia età! Era da un’eternità che non passavo un pomeriggio così; inoltre sentivo la mancanza della normalità.

Parlammo poi della scuola. Tra poco sarebbe dovuta andare al college anche lei. Data la situazione aveva deciso di andare in una scuola abbastanza vicina e rinomata a Vancouver, insieme ad Edward, ovviamente. Infatti Bella mi spiegò che, visto che allontanarla era servito a ben poco, era quindi indispensabile a questo punto proteggerla costantemente e il fatto di andarsene da Forks, per essere più precisi andarsene da me, era un’occasione in più per metterla al sicuro. Inoltre Vancouver non era molto lontano per un vampiro e ciò permetteva ad Edward di poter ritornare a Forks in poco tempo nel caso ci fosse stato bisogno di aiuto.

“Vuoi dire che, se Edward può tornare a stare con te, non è c’è l’ha più con me?” chiesi.

“Cova ancora qualche risentimento per quello che gli hai fatto passare, ma da quando Carlisle gli ha dato questa notizia …no, non ti odia più……” mi disse sorridendomi.

Stranamente la cosa mi rese felice. Nonostante io non avessi mai avuto un grande rapporto con Edward sapere che adesso non c’erano più persone in questo mondo che mi odiavano in quel modo mi rendeva più serena. Mi vennero in mente i licantropi. Loro non mi odiavo, mi credevano pericolosa, ma il sentimento di inquietudine che scatenavano in me era simile. Mi venne automatico ripensare a Jacob. Forse era giunto il momento di dire a Bella di me e di Jacob. Dovevo dirgli che adesso lui stava bene.

“Nei periodi in cui Edward mi aveva obbligato a non vederti ho passato molto tempo a La Push.”

“Ah….” mi rispose lei non esattamente a proprio agio.

Niente da fare; dovevo continuare a migliorare il mio tatto nel dare spiacevoli notizie.

e ho incontrato Jacob Black……”

“Sta bene?”

Più parlava più si rabbuiava. Non dissi né sì né no.

“Ha avuto un imprinting con me…..dissi alla fine rossa in viso guardando rigorosamente davanti a me. Bella d’altro canto mi guardò sorpresa.

“Allora….tu….tu sei la sua anima gemella…..

Io annuii rossa in viso.

Quindi sta bene.” riprese. Continuai ad annuire. Lei fece un sorriso amaro.

“Mi ha raccontato quello che è successo….

“ah sì?” chiese lei ancora assorta.

Questa conversazione stava prendendo una brutta piega.

Sai, sono in grado di teletrasportarmi.” dissi velocemente per cambiare discorso.

“Già, Edward mi ha raccontato quello che è successo. Sai fare qualcos’altro?” chiese lei ora più interessata.

“Sì, ma il teletrasporto è per ora l’unica dote che riesco a controllare. Le altre, bhe, non so nemmeno io di cosa si tratta…..

“Puoi farmi vedere come ti teletrasporti?” mi chiese curiosa.

Ripensai alle parole di Carlisle e a quello che sarebbe potuto succedermi se avessi seguito le parole di Bella; decisi di avere giudizio. Bella ne aveva già passate abbastanza; non desideravo che vivesse ancora avventure scandalizzanti.

È meglio di no. In questi giorni le mie capacità non sono molto stabili, non lo sa nemmeno Carlisle il perché. Quindi potremmo finire anche in mezzo ai pinguini, se lo facessi……”

“Ah….peccato. Comunque mi devi un giro, va bene?” disse lei alzandosi per sgranchirsi le gambe.

“Certo! A questo punto dovrei anche cominciare a farmi pagare. Potrei diventare ricca…..gli risposi alzandomi anch’io.

“Mi mancherai quando andrai via…..” le dissi tornando seria.

Anche a me, ma è meglio così……”

“Verrai a trovarci, vero?”

“Certo! Non credo ci siano problemi se qualche fine settimana lo passerò qui ogni tanto.” disse sorridendo “Ora è meglio se torno dentro, se no mi risalirà la febbre.”

“Già……allora ci vediamo domani?”

“Sì. Ciao Natasha! A domani!”

 Ci abbracciammo per salutarci e lei tornò dentro. Eh, sì; Bella Swan, mi saresti proprio mancata.

 

Era una bellissima giornata e non avevo alcuna intenzione di rientrare dentro casa.

Quando mi ero alzata da quei gradini non sentivo più le gambe. Dovevo stiracchiarmi un po’. Decisi quindi di fare una bella passeggiata.

Passai casualmente vicino a quella foresta dove avevo incontrato Jack. Sentii un brivido lungo la schiena al ricordo di ciò che mi era successo. Per reazione involontaria cominciai a correre per scappare più che altro da quella paura che da quella foresta. Che piacevole sensazione. Da sempre mi era piaciuto correre; il vento sul viso e quella sensazione piacevole di ripresa dopo una lunga corsa. L’aria sulla faccia si fece più forte; quel giorno ero piena d’energia. Chiusi gli occhi un momento per assaporare di più quella sensazione. Quando li riaprii stavo correndo ancora. Decisi allora di fermarmi; così poteva bastare. Ma non ci riuscii. Non riuscivo più a fermarmi. In compenso andavo sempre più veloce e il vento aumentava sempre più, sempre più, sempre più.

Era come guidare una moto senza casco.

Oddio. Oddio. Mi prese il panico. Non riuscivo a fermarmi! E adesso cosa avrei fatto? Senza accorgermi mi ero introdotta nella foresta. Mannaggia! A quella velocità se fossi andata contro un albero mi sarei fracassata la faccia. Ma invece non accadde, correvo agile e veloce tra gli alberi e i cespugli, che mi sembravano delle macchie di colore poco chiare.

Il mio corpo stava andando avanti da solo e io non sapevo come fermarmi! Maledetta sensazione di paura! Scommetto che era stata lei la miccia che ha fatto risvegliare questa mia dote! Non credo fosse sufficiente una sensazione cosi lieve. E adesso cosa avrei fatto? Non potevo mica correre verso chissà dove per sempre; mi sarei fermata prima o poi, bhe, questo era quello che credevo! E poi chissà dove mi trovavo!

Basta! Dovevo fare assolutamente qualcosa! Mi concentrai nella speranza di fermarmi; ma niente. Stavo cominciando ad arrabbiarmi. Intanto mi ero introdotta in un punto abbastanza scuro nella foresta e a quella velocità sembrava che fosse sera.

“FERMATI!” gridai a me stessa al limite. Bene, ora mi ordinavo persino le cose da sola…..

Funzionò però. Infatti mi fermai, di colpo, ma mi fermai. Fu inevitabile, cominciai a rotolare come una palla. Poco dopo mi bloccai. Per fortuna ero finita su un prato abbastanza erboso e non mi feci niente, solo qualche taglietto, ma non era stata comunque una bella esperienza. Stavo tremando come una foglia; odiavo la velocità! Cercai di calmarmi, ma non ci riuscii. Tremavo ancora.

Non avevo la minima idea che le conseguenze di cui parlava Carlisle fossero queste. E per un semplice senso di paura, poi! La cosa stava cominciando a diventare davvero grave. Mi guardai intorno. Come sarei riuscita a tornare a casa? Non era proprio la situazione più adatta per teletrasportarsi. La paura mi stava attanagliando sempre più.

Mannaggia! Mannaggia! Mannaggia! Bhe, senza ombra di dubbio la prima cosa da fare era calmarsi. Cominciai a fare dunque respiri profondi. Anche se mi ci vollero parecchi minuti alla fine mi calmai. Mi alzai e valutai se mi ero in qualche modo ferita gravemente. No, tutto apposto, solo qualche graffio. Ero nel cuore della foresta e non avevo la minima idea di dove mi trovassi. Accidenti! Accidenti! Accidenti! Cosa avrei fatto adesso?! Camminare alla cieca nella speranza di trovare un luogo familiare e sapermi così orientare per ritornare a casa o restare lì ferma ad aspettare che qualcuno per puro caso mi trovasse? Feci un piccolo calcolo della probabilità di poter essere trovata. No, la cosa migliore da fare era tentare di tornare a casa; peggio di così di certo non poteva andare. E poi non ero gioiosa all’idea di restare in questo posto magari fino a sera. Cominciai quindi a camminare, per dove non lo sapevo. Il terreno era abbastanza stabile, così potei muovermi abbastanza velocemente. Dopo alcuni minuti uscii dal centro della foresta per trovarmi in un luogo decisamente più soleggiato. Bene! Voleva dire che ero sulla strada giusta! A meno così credevo.

Da quando ero uscita dal cuore della foresta però il terreno si era fatto più ripido e scivoloso. Caddi alcune volte e mi feci anche abbastanza male. Continuai a camminare, ma ancora niente. Si voleva sapere dove cavolo ero finita?! Passarono ancora minuti, che presto diventarono ore. Mi fermai sfinita. Non ce la facevo più. Ero sporca, sudata, rossa, ammaccata, ma soprattutto arrabbiata e disperata! Sarei mai uscita da questa accidentissima foresta?! Cercai di appoggiarmi ad un tronco con una mano, ma persi l’equilibrio. Ah, sì, mi ero dimentica……ero anche talmente tanto stanca e spossata da non riuscire a mettere una mano su un tronco!!! Guardai l’albero su cui mi sarei in teoria dovuta appoggiare, ma lui non c’era più. Dove caspita era finito?! Mi porsi leggermente più in avanti. Era lì, spezzato. Oh caspita; avevo sradicato un albero. No, così non andava proprio bene. Il fatto di non potermi infuriare mi faceva arrabbiare ancora di più! Mi sforzai di convincermi che arrabbiarsi sarebbe servito solo a peggiorare ancora di più la situazione. Mi misi le mani sulla fronte e mi sedetti, cercando di calmare le mie emozioni. Ecco a cosa voleva dire che ero pericolosa, più che altro per me stessa che per gli altri. Avevo una voglia matta di piangere dalla disperazione. No, tutto tranne questo, Natasha! Non sei ancora una povera disperata che non sa più cosa fare! Quindi alzati da qui e pensa a qualcosa! Un po’ più confortata da questo mio strano pensiero mi alzai. Era vero, non potevo abbattermi così. Dovevo fare qualcosa. Qualcosa di intelligente, possibilmente. Solo allora notai i grandi alberi che mi circondavano; dovevano essere alti come minino venticinque metri. Se mi fossi arrampicata fin lassù mi sarei potuta orientare meglio forse. Ma la teoria era una cosa diversa dalla pratica; sarei riuscita a scalare venticinque metri d’albero? Bhe, non avevo molta scelta dopotutto. Mi avvicinai ad uno dei più solidi. Il ramo più vicino si trovava a circa due metri di altezza. Fui costretta a fare un piccolo saltello per cercare di prenderlo. Ma invece di fare un saltello di venti centimetri come pensavo ne feci uno di venti metri e senza rendermene conto fui quasi in cima. Mi avvinghiai al tronco tremando per la sorpresa. Mi ero presa un bel colpo. Queste strane “manifestazioni” mi piacevano sempre meno. Solo allora mi resi conto di soffrire di vertigini. Che stupida a non ricordarmene prima!

“Non guardare giù. Non guardare giù. Non guardare giù.” cominciai a sussurrare a me stessa. Guardai quindi davanti a me. Solo alberi; attorno a me c’era solo quello. Voltai molto lentamente la testa e vidi una piccola casetta con il tetto rosso in lontananza. Casa mia! L’avevo trovata! Il fatto che tra me e lei c’erano più o meno ottocento metri non mi assicurava molto. Ma che razza di giro avevo fatto? Ora che mi ero orientata dovevo scendere; già, dovevo scendere. Come avrei fatto a scendere?! Guardai di sotto e le gambe cominciarono a tremare. Tornai subito a guardare avanti a me. Piuttosto che scendere sarei rimasta qua finche avrei potuto! No, non fare la sciocca Natasha!

Fu allora che non sentii più il tronco dell’albero sotto i piedi e comincia a cadere ad una velocità impressionate. Maledetto tronco! Proprio adesso ti dovevi spezzare?! Non riuscii nemmeno a gridare. In un attimo atterrai, ma non mi feci niente; infatti ero atterrato sulle gambe, proprio come un gatto.

uau…” sussurrai involontariamente. Ero caduta da venti metri circa e non mi ero fatta niente. Se controllati questi poteri non erano poi così male, dopotutto. Avevo ancora il cuore che batteva a mille, ma il pensiero che presto sarei tornata a casa mi diede la forza per continuare a camminare.

 

Erano passati solo alcuni minuti ed eccola là, la mia casetta adorata! Una volta entrata mi distesi immediatamente sul divano, distrutta. Non potevo crederci, ero tornata a casa sana e salva!

Ero ancora spaventata e scossa da quello che era successo. Se questo non era l’imprevedibile!

Però, chi l’avrebbe mai detto che avrei potuto passare una mattinata del genere. Solo allora capivo veramente di non potermi permettere di provare emozioni intense. Come potevo evitare ciò?! Non avevo la minima idea di come fare. E poi come avrei fatto con Jacob? Con lui provavo sempre forti emozioni. Avrei dovuto per caso evitare di vederlo finche le mie capacità non sarebbero più state troppo condizionate dai miei stati d’animo, se fosse mai successo? No, non potevo stare lontano da lui. E poi non era giusto; perché solamente lui doveva sacrificare qualcosa? Perché solamente lui era costretto ad andare incontro ai suoi compagni pur di vedermi? Sentivo il dovere di rinunciare a qualcosa anch’io. Ne ero sicura; sarei riuscita a superare questa “prova”.

Ora però era giunta proprio l’ora di un bel bagno caldo.

 

Quando scesi giù in cucina e trovai là mamma e Kathy, che quel giorno usciva all’ora di pranzo, con un’aria strana.

“Ciao Natasha! Come è andata ‘sta mattina?” chiese mia madre mentre stava affettando le carote.

Sono andata a trovare Bella, sta bene.” gli risposi mentre apparecchiavo la tavola, tralasciando la mia piccola avventura da dimenticare.

“Ah, è vero, ho sentito che aveva la febbre…….

“Già…….ah, dimenticavo, domani vado a Port Angeles; mi mancano ancora tutti i libri.

“Bene, vai con l’autobus?”

“No, vado con Bella, ora si è ripresa del tutto”

Che ne dici di andare anche con Mike Newton? Tra pochi giorno deve partire per il college e sarebbe carino da parte tua se…..”
”no, mamma! Ho detto che voglio andarci da sola con Bella!” le risposi laconica.

Non era possibile! Era ancora fissata con quel Newton! Non potevo crederci!

Mi voltai per guardare mia sorella, che non aveva spiaccicato ancora parola. Era strana ultimamente; aveva lo sguardo perso nel vuoto, un sorrisino ebete sulla faccia e talvolta emetteva profondi sospiri.

Kathy, cosa ti succede? Ultimamente ti vedo un po’ strana…..

Lei mi ripose con un altro dei suoi profondi respiri.

“Com’è carino……” mormorò poi.

“A chi si sta riferendo, scusa?” dissi voltandomi verso mia madre con un misto di sorpresa e preoccupazione nella voce.

Mia madre d’altro canto cominciò a ridere “Sì è presa una cotta.

Noooo!!” tornai a guardare mia sorella ancora imbambolata “E di chi?”

“Ultimamente al negozio Alice viene insieme anche ad un altro ragazzo, Jasper, dovrebbe essere suo fratello adottivo, se non sbaglio, e a quanto pare la nostra Kathy ha avuto una piccola infatuazione con lui…. mi rispose mia madre ancora sorridendo.

A fatica riuscii a trattenere una risata. Ah, non invidiavo affatto la mia sorellina. La sua prima piccola cotticina con un vampiro. Se solamente lo avesse saputo……

“Non è una semplice infatuazione! È amore!” disse mia sorella ancora nel mondo dei suoi sogni.

Io continuai ad aiutare mamma a cucinare. Kathy, Kathy……dove ti sei cacciata……

Che strano però, mamma mi aveva più volte raccontato che molto spesso Alice veniva da lei.  Molto probabilmente era a questo a cui si riferiva Carlisle quando mi aveva detto che avrebbero protetto le persone con cui stavo più in contatto. Solo ora mi rendevo conto di ciò che i Cullen stavano facendo per me. Ed era veramente molto.

 

Finimmo di mangiare e mamma andò subito in negozio. Nel frattempo Kathy non aveva ancora cambiato espressione. La cosa poteva diventare grave, in qualche modo dovevo intervenire.

Kathy, stai ancora pensando a lui?”

Lei mi rispose annuendo distratta.

“Non credi che sia un po’ grande per te?”

“Eh?” si risvegliò lei, che non aveva sentito una parola di quello che avevo detto.

Ci rinunciai; ero già un caso perso.

“Niente, lascia stare….” le risposi arresa.

Ma…...sei ancora arrabbiata con Jacob?” mi chiese cauta lei.

Non appena sentii il suo nome sorrisi; lei lo prese per un no.

“Davvero? Ma allora siete tornati amici?” mi chiese lei felice per me.

“In realtà un po’ più di amici……” sussurrai io con gli occhi bassi e arrossii.

“Non mi dire che vi siete messi insieme!” cominciò lei a saltellare dalla contentezza.

Non sapevo cosa rispondergli. Come si poteva definire il rapporto tra me e Jacob? Bhe, qualsiasi cosa si trattasse c’entrava sicuramente la parola “amore”.

“…..più o meno…..” le risposi con sguardo basso arrossendo.

“Davvero?! Che bello!” saltò dalla sedia a mi saltò in braccio, dimenticandosi subito della sua cotterella. “Me lo presenterai, vero? Come fidanzato, dico.”

Jacob, il mio fidanzato. Mi suonava malissimo. Sole era meglio.

“Cos’è? Non me lo vorrai mica rubare, vero?” gli dissi io scherzosa.

“Non dire stupidaggini! Io ho già Jasper a cui pensare!” mi disse sognatrice, di nuovo con la testa tra le nuvole.  Come non detto; questa storia sembrava poter durare per molto, molto tempo.

 

 

 

 

Et voilà! Cosa ve ne pare? Forse può essere un po’ noioso rispetto ad altri, ma è stato necessario per spiegare cose che verranno fuori in seguito. Quindi vedetelo come una specie di “capitolo di collegamento.

Purtroppo a causa di quel piccolo problemino conosciuto da tutti come “scuola”  pubblicherò dopo sempre più lunghi periodi di tempo, almeno fino a che non finisca la scuola. Quindi spero che siate pazienti anche perché, non vi preoccupate, continuerò a pubblicare! Commentate in molti!

 

x _sefiri_: Non sai quanto hai ragione! Altro che il dottore che ho io! Voglio anch’io Carlisle!!!!!!!

Prima che inizi a sbavare anche io ti ringrazio per il complimento! Sono davvero contentissima che tu l’abbia messa tra le tue preferite (e devo dire anche lusingata)! Spero che ti sia piaciuto anche questo!

 

x pazzerella_92: Urca! Scrivendo questa ff non avevo proprio il buon proposito di danneggiare la salute dei miei lettori…… J coooomunque grazie ancora tantissime per il commentuccio e per il complimentozzo! Gruβe Kusse auch dir! Ps: Hai ragione! Non sai quanto sono rimasta male quando ho saputo che Edward l’avrebbe interpretato lui! Madonna! Per Bella va già meglio; non deve essere eccessivamente bella e la Stewart va bene. Famiglia (e soprattutto Carlisle!) no comment..

 

x  magicrossy: Sing sing…….AAA principe azzurro cercasi anche per me! comunque grazie ancora per il commento! Sono contenta che ti sia piaciuta anche questa scenetta! Scusascusascusa per non aver aggiornato presto! Me si inchina colpevole! Grazie ancora tantissimissime! Kississimi

 

x CAMiL92:  beh…..a dire il vero scrivere “bastò uno sguardo per innamoramene” non mi attirava per niente come idea. Volevo complicare un po’ le cose tirandola per le lunghe prima di giungere alla vera dichiarazione e anche dopo con i dubbi esistenziali di Natasha (che io preferisco chiamare seghe mentali!); ma soprattutto mi volevo divertire a descrivere come si sarebbe sviluppato il rapporto tra Natasha e Jacob! Quindi per risponderti e per chiarire le cose uso la vecchia, solita, ma sempre efficace scusa del “Natasha non è un essere umano” perciò gli effetti dell’imprinting possono non essere gli stessi di quelli sugli altri esseri umani. Comunque grazie per avermelo fatto notare! Ad essere sincera quel pezzo del libro non mi era proprioproprio chiaro (ecco cosa succede a leggere New Moon saltando persino pagine su pagine per capire quando ritornerà Edward!)

Prima di scrivere un altro capitolo con la tua risposta ti dico glazie glazie ancora per il commento! Spero che abbia risolto i tuoi dubbi! Megasmack!

 

x jena92: “la mia dose migliore di eroina”. Mmmmmmhhhh questa frase lo già sentita J…… e mi lusinga anche tantissimo! Caspita! Non pensavo che la mia ff potesse creare effetti collaterali da portare a rovinare la salute di qualcuno!  Trovo anch’io super cucciolo questo mio Jacob “tenero orsacchiottoneBlack! Lo sempre immaginato sotto-sotto così!

Comunque…….sarai anche drogata, ma in quanto a perversione non ti batte nessuno! A dire il vero però anch’io ci ho fatto un pensierino (e chi non lo farebbe con lo strafig…ehm…Carlisle! Tanto per dimostrare anche la mia di  perversione!) ma dopo ho pensato…….”sai che casino”! Quindi ho deciso di lasciar perdere…..peccato però! Concludo dicendoti ancora ancora e ancora grazie! Bacissimi!

 

 

   
 
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