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Autore: LarryHug    17/10/2013    0 recensioni
Tutti si innamorano prima o poi.
 Tutti inizieranno a piangere sul cuscino, scrivere il nome dell’amato sui fogli, banchi o tutto quello che gli viene a tiro, tutti prima o poi manderanno occhiate fugaci a lui o lei. 
Ma lei non è ancora pronta per amare, non perché è piccola, perché ha sofferto troppo nella vita, non è pronta a vivere questo  sentimento a lei sconosciuto .
Lei non ha amato, non ci ha mai provato. 
Per rimarginare le sue ferite usa la boxe, strano per un ragazza, ma il punto è che lei è strana a partire dall’aspetto esteriore a quello interiore.
Lei è la predatrice, la ragazza temuta da tutti, tutti.
Genere: Drammatico, Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 3
 
*la mattina seguente* 
Oh è mattina, bene, sono spettinata, con i vestiti di ieri e sono in ritardo, ma bene un cazzo.
Mi alzo velocemente dal letto, mi metto le prime cose che mi capitano: maglietta tricolore e jeans azzurrino, le converse e via.
Mi lavo, vesto, mi trucco , non faccio colazione, sembro anoressica, ma il mio peso mi va più che bene.
Mi dirigo verso il ‘’carcere’’ , non c’è nessuno, sono in ritardo.
Percorro i corridoi isolati e entro in classe. Mabbene c’è la cornacchia della Stevenson.
-E’ l’ora di entrare signorina?-
-Ringrazia Dio che sono venuta!-
sbotto già annoiata da quella conversazione.
-Come dice?- oh mio caro amplifon..
-Ringrazia Dio che sono venuta, che avete avuto l’onore di ricevermi qui in classe, le è chiaro ora?!-
-Dal preside, ora!-
non aspettavo altro.
-Non aspettavo altro.-
Di certo non andrò dal preside, seh come no.
Ho un’ora libera, che bello.
Mentre vago per i corridoi dell’ immenso istituto mi sento prendere da dietro e trascinare nel retro della scuola, durante il tragitto mi dimeno, ma sono più forti, e sono tre…Poco dopo mi sbattono  contro il muro, colta alla sprovvista gemo di dolore, mi riprendo e vedo che è il capitano della squadra di football, quello a cui ho dato il pugno ieri.
-Bene , bene, bene guarda chi abbiamo qua..-
-Cosa volete, lasciatemi se volete tornare sani a casa!- urlo, mi sto arrabbiando, brutto segno.
Non accennano a muoversi così con uno strattone riesco a liberarmi e dare un calcio nella pancia al primo, l’altro come risposta mi da’ un pugno che mi fa cadere a terra, sangue.
Sangue, mi ha fatto sanguinare il labbro.
Non ci vidi più e mi catapultai sui presenti.
*Pov narratore*
Summer accecata dalla rabbia si catapultò sui presenti, ma prima si concentrò su quello che le aveva sferrato il pugno.
Un pugno ben assestato colpì il povero nella pancia, un altro in faccia e questo cadde a terra dolorante.
Gli altri due cercavano di fermarla mantenendole i polsi , ma la ragazza si liberò diede una gomitata nelle costole all’altro ragazzo, che le diede uno schiaffo così forte da farle girare la testa.
Summer stava per scoppiare, se lo sentiva, le mani si strinsero a pugno fino a far diventare le nocche bianche, e con una carica disumana diede un pugno in faccia al ragazzo che cadde a terra tastandosi il naso, probabilmente rotto.
Mancava solo il capitano, Summer era stanca, aveva il fiatone, le gambe stavano per cedere, ma ce la doveva fare, nessuno doveva toccarla.
Con un ultimo sforzo si catapultò sul capitano facendolo cadere, si ritrovò a cavalcioni su di lui e cominciò a sferrargli pugni al viso.
Il ragazzo per un po’ non reagì, colto a sorpresa, ma poi diede un pugno nelle costole di Summer facendola piegare in due dal dolore.
Sputava sangue, stava per cedere, stava per far suonare il countdown del ring, non ce la faceva più.
Dolorante si alzò da terra e approfittando del ragazzo ancora a terra dolorante, gli diede un calcio nella pancia, uno, due, tre, non riusciva a fermarsi , era accecata dalla rabbia, ma poi dopo aver scaricato tutta l’energia lo lasciò lì, a terra, da solo dolorante.
Summer andò a casa ancora piena di lividi e sangue.
Aprì la porta e corse su per il bagno.
Si guardò allo specchio: un labbro gonfio e spaccato, un naso sanguinante, le nocche delle mani rosse e anch’esse sporcate di quel sangue che non era suo.
Quella vista la faceva vomitare. Certo, si lei picchiava e picchia tutt’ora la gente, ma non era abituata ad essere picchiata lei stessa.
Lei si era ripromessa di essere la predatrice e non la preda.
Si era promessa di non combinarsi più in questo modo se non per incontri clandestini che l’aiutavano a guadagnare giusto il minimo indispensabile.
Ha mandato ,ancora una volta, tutte queste promesse a farsi fottere.
Una fitta allo stomaco la fece gemere dal dolore, per poi costringerla a scoprire il fianco che era ricoperto di un ematoma violastro, lo sfiorò con un dito che subito ritrasse per il dolore.
Si guardò un‘ultima volta allo specchio, aveva il trucco sbavato, ma non dalle lacrime, ma dal sudore che cadeva in piccole goccioline sulla sua fronte.
Tutte le sue lacrime si erano consumate, i suoi occhi hanno pianto così tanto da far consumare tutte le acque  presente nel suo corpo.
A lei piaceva questa cosa, strano si, ma a lei piaceva perché questo dimostrava che lo ‘’scudo’’ che si era creata in questo periodo buio della sua vita era servito, piaceva perché così era immune da tutto e tutti, piaceva perché non correva il rischio di essere giudicata dagli altri.
Giudicare.
Che brutta cosa, oggi la gente ti giudica per tutto: peso, colore, altezza, scarpe, vestiti…Lei sapeva che la gente giudica perché anche loro sono stati giudicati.
Lei sapeva che un giorno avrebbe fatto la differenza. Nessuno dovrebbe essere giudicato.
A partire dal colore della pelle alla musica che ascolta.
E parlando di musica, la giovane andò nella sua camera prese il suo semplice Mp3 e mise la riproduzione casuale: Paradise –Coldplay.
Adorava quella canzone.
Ancora con le cuffiette sparate nelle orecchie si diresse in cucina, rovistò nel frigo e si preparò un panino.
Andò su in camera, divorò il panino, non mangiava da un giorno e ora aveva fame, logicamente.
Mangiò, si mise il pigiama, si legò i lunghi capelli biondo platino in una crocchia disordinata e si mise a gambe incrociate sul letto alla ricerca di qualcosa di interessante da fare, ma probabilmente la cosa più interessante in quel momento era l’armadio.
La ragazza guardava l’armadio come se si stesse ricordando di una cosa importante, infatti meccanicamente si diresse verso la scrivania.
 
Mi sento come una virgola.
A volte qualcuno mi dimentica, a volte sono di troppo, mentre a volte non servo a nulla.

SONO UN PANDA SPACCIA ABBRACCI *^*
Hello bella gente, come vanno le cose? 
MI SCUSO UMILMENTE PER L'ENORME RITARDO. 
Con la scuola, i compiti, le prof mestruate e tutto non avevo tempo per nulla. 
Comunque, vi piace il capitolo? 
Cosa si sarà ricordata Summer?
Quei poveri ragazzi sono morti sul posto oppure Summer non gli ha fatto niente? 
Si faranno rivedere?
Vi è piaciuta la parte violenta?
Devo smetterla?
Okkei mi dileguo, alla prossima.
SCUSATE PER EVENTUALI ERRORI GRAMMATICALI, non ho voglio di rileggerlo, lol.
Alla prossima e ricordate:

RECENSITE E NON VE NE PENTIRETE PAROLA DI SCOUT,che non sono, pft. 


 
   
 
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