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Autore: bic    17/10/2013    0 recensioni
Questa storia parte circa un mese dopo la fine della battaglia, quando per il resto del mondo Magico le cose sembra stiano tornando alla normalità, ma per qualcuno la normalità è molto molto distante, anzi proprio fuori portata.
Ci sono dei piccoli accenni a Vuoto, ma non è necessario aver letto quella one shot per comprendere gli avvenimenti di questa storia.
Genere: Commedia, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angelina Johnson, Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Angelina/George, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Mamma? Mamma, ci sei?
- George, cosa è successo? – la mamma era rientrata trafelata ancora con il grembiule ingombro di mangime per le galline.
- Scusa, non volevo spaventarti, è che volevo chiederti se puoi darmi un’aggiustata ai capelli, sembro la brutta copia di Bill e calcolando che è mezzo sfigurato non ci faccio una bella figura.

La mamma sorrise: - Piantala di dire queste cose e siediti in cucina, arrivo subito.

La mamma adorava tagliarci i capelli, lo faceva alla vecchia maniera con un paio di forbici da cucito affilatissime, era il suo modo di trattarci ancora come se fossimo dei bambini, credo che nessuno di noi sia mai andato da un barbiere, a parte Charlie ovviamente, per il quale un viaggetto dalla Romania solo per farsi dare una spuntatina non era proprio da prendere in considerazione.
Mi passò le mani nei capelli e socchiusi gli occhi poi cominciò.

- Non troppo corti, lascia che coprano le orecchie, sai…
- Lo so, stai tranquillo, sono vent’anni che ti taglio i capelli, credi davvero di dovermi fare le raccomandazioni?
Non ebbi nemmeno il tempo di concentrarmi su qualcuno dei mille pensieri che mi giravano per la testa perché prima ancora che me ne accorgessi aveva finito.
- Ecco fatto, sei perfetto. – Disse porgendomi uno specchio.
- Grazie! Mamma, sei eccezionale.
- George, stasera vieni a cena qui?
- Ok, verso le otto può andare bene? Non so bene a che ora riuscirò a chiudere il negozio e a sistemare tutto.

La mamma sorrise, era un sorriso che arrivava fino agli occhi, uno di quei sorrisi che non le vedevo sul viso da tanto, troppo tempo.
Fu solo quando entrai in negozio che mi ricordai dell’appuntamento con Angelina e una serie di improperi affiorò alle mie labbra e, se non avessi visto un Ron profondamente turbato dalla presenza di quindici ragazzine urlanti che richiedevano Puffole Pigmee, le imprecazioni sarebbero anche risuonate, ma la scena era così esilarante che non potei fare a meno di scoppiare a ridere.

Superata l’emergenza ragazzine urlanti mi rivolsi a Ron: - Se ti lascio dieci minuti in negozio vero che quando torno non lo trovo raso al suolo?
- Piantala George, lasciami fare il mio lavoro, abbi un po’ di fiducia.
- Fiducia? Dopo la scena di dieci minuti fa?
- Uffa, tra poco arriva Hermione, va bene? Sei tranquillo ora?
- Decisamente, a proposito, dov’è Harry?
- Ha detto che aveva da fare
- E Ginny?
- Credo che sia a casa a dare una mano alla mamma.
- No, sono passato a casa a farmi tagliare i capelli da mamma e lì lei non c’era.
- Magari è con Hermione?

Sapevamo entrambi che quella possibilità era più remota del ritorno di Lord Vold, ma fingemmo comunque di crederci: non eravamo ancora pronti a pensare alla nostra sorellina come ad una donna perfettamente in grado di fare tutte le cose che una ragazza in salute fa comunemente con il suo ragazzo mi si formarono in mente delle immagini raccapriccianti e, dall’espressione disgustata di Ron, anche nel suo cervellino abitato da un paio di neuroni con l’arteriosclerosi dovevano essersi formate immagini simili. Fu in quel momento che Hermione entrò in negozio: sola.

Le nostre peggiori paure presero forma.
- Ciao ragazzi, come mai quelle facce?
- No, niente, per caso hai visto Ginny?
- Ginny? No, doveva vedersi con Harry e mi ha detto che ci saremmo incontrati qui verso mezzogiorno. Perché? E’ successo qualcosa?
- E’ successo che se … - Ron si morse la lingua, se avesse dato di matto facendo la figura del fratellino geloso Hermione probabilmente avrebbe utilizzato tutti i sortilegi legali che conosceva per torturarlo lentamente.

Tentando di salvare la situazione finii con il metterlo ancora più nei guai: - E’ successo che il ragazzo qui doveva vendere muffole pigmee ad un branco di ragazzine urlanti, ma se non fossi arrivato io avrebbe finito con il farsi uccidere.

Lo sguardo agghiacciato di Hermione e quello disperato di Ron mi chiarirono che la scelta dei termini non era stata appropriata, ma colsi l’occasione per andarmene, non volevo certo essere in mezzo quando quei due litigavano.

- Io esco un attimo, Hermione, se decidi di fare a pezzi il mio fratellino, ti prego di tenere da parte un orecchio per me e inoltre ti ricordo che ogni danno provocato al negozio dovrà essere ripagato quindi, ripulisci dopo eventuali spargimenti di sangue, ok?

Mi misi le mani in tasca ed uscii fischiettando lasciando i due completamente basiti. Non mi voltai, ma sono sicuro che corsero immediatamente alla porta per vedere dove diavolo stessi andando.  

Entrai da Accessori di Prima qualità per il Quidditch con fare assolutamente casuale e, senza nemmeno guardare con chi stava parlando mi rivolsi ad Angelina con il miglior sorriso del mio repertorio: - Signorina, mi scusi, potrei vedere quelle …

- George? – registrai la voce di Ginny con un secondo di ritardo, ora dovevo immediatamente inventare una qualche storia plausibile per essere lì in quel momento.
- Ehi, voi cosa ci fate qui? – Mi rivolsi ad Harry, ovviamente il sottotesto alla mia domanda nella mia mente non poteva che essere: “Con una così bella giornata in cui ci si potrebbe tranquillamente infrattare tra i cespugli ad esplorare le bellezze della natura e dell’anatomia umana cosa Merlino ci fate a Diagon Alley?”
Harry sorrise: - A quanto pare tua sorella voleva assolutamente darmi qualche suggerimento visto che il suo compleanno si avvicina.
- Non è vero, volevo trovare un regalo per il tuo compleanno che, in caso ti fossi dimenticato, è dopodomani.
- Facciamo così, mentre voi decidete cosa vi volete regalare a vicenda io vedo cosa vuole tuo fratello. Ok?
- Grazie Angelina.

Oltrepassò il bancone, per Oz, quanto era bella: i capelli le ricadevano sulle spalle in morbide onde, aveva abbandonato le treccine che sfoggiava di solito e quella variazione la rendeva estremamente attraente, senza contare che l’abitino di cotone senza maniche le disegnava il corpo atletico facendomi venire l’acquolina in bocca ed accrescendo la mia pressione sanguigna in luoghi innominabili. Facendo attenzione che Ginny ed Harry non mi vedessero le presi la mano, ma fu lei a parlare per prima: - Wow, ti si vede la faccia! Che bello! Mi piacciono le sorprese, come mai sei venuto qui?
- Senti, per te è un problema se per stasera cambiamo i piani?
- No, figurati, facciamo domani, se preferisci. – Il sorriso si era fatto tirato.
- Veramente pensavo di chiederti di venire alla Tana, sai ci sarà Harry, ci sarà Hermione e Percy ha già detto che farà tardi al Ministero, hai presente che moccolo mi tocca tenere se tu non vieni con me?
- Cioè, tu vieni qui bello come il sole e mi inviti a conoscere la tua famiglia così a bruciapelo?
- Tanto prima o poi ti toccherà, tanto vale togliersi il pensiero subito, no?
Angelina sorrise: - Ok, hai vinto, ci vediamo verso le otto?

Annuii e le scoccai un bacio sulla guancia, poi ci ripensai, le presi il mento tra le dita e posai le mie labbra sulle sue, mi sarei perso in quella carezza se non avessi sentito un lieve colpo di tosse provenire dalle mie spalle. Le guance di Angelina avevano assunto una sfumatura adorabile ed ero ben consapevole che il mio orecchio doveva spiccare come una cabina telefonica.

- Noi avremmo deciso,  ma se volete ripassiamo più tardi.
- No, scusatemi voi, quanto a te, non fare più una cosa del genere mentre sto lavorando.
Scoppiai a ridere: - Non mi sembravi particolarmente dispiaciuta, ci vediamo stasera! – la lasciai così ed uscii fischiettando per tornare ai Tiri Vispi. Quando entrai fui accolto da un’insolita calma: Hermione dietro al bancone controllava gli ordini mentre Ron in magazzino stava completando l’inventario.

- Devo preoccuparmi per questa solerzia oppure è un buon segno?
- Tuo fratello è un cretino. – Sbuffò contrariata.
- Si, ora dimmi qualcosa che non so.
- E’ preoccupato per Ginny, ma cosa diavolo prende a voi uomini? Non sarebbe normale che lei e Harry si facessero una buona volta una vita normale fatta di appuntamenti, uscite e perché no anche un po’ di intimità magari. – Aveva incrociato le braccia in un modo che la rendeva una copia più giovane e tremenda della McGranitt, ma cosa diavolo ci trovava Ron in una ragazza così? Sembrava racchiudere tutte le caratteristiche peggiori della mamma e della nostra professoressa di Trasfigurazione messe insieme.

- Sugli appuntamenti e sulla vita normale ti do perfettamente ragione, quanto all’intimità è la nostra sorellina e lo sarà sempre, non puoi pretendere che da un giorno all’altro noi accettiamo che Harry pensi a lei nel medesimo modo in cui Ron pensa a te o io ad Angelina.
- Tu ed Angelina? – Lo sguardo stupito di Hermione non mi piacque affatto, era davvero così strano che una ragazza carina come Angelina stesse con me?
- Come mai vi stupite tutti?
- No, aspetta un attimo com’è che Ron pensa a me? Mi stai fuorviando e stai cercando di confondermi. – Aggiunse scuotendo la testa.

- Hermione, ho passato un mese intero a sentire il tuo ragazzo porsi domande esistenziali su quanto poco ti meriti, a fare affermazioni su quanto tu sia intelligente e bella (non per offendere, ma quest’ultima asserzione mi sembra un po’ azzardata) a ritenersi inadeguato e via di seguito, senza contare che parla nel sonno e ti giuro che non avrei mai voluto ascoltare quello che diceva. Ecco perché me ne sono andato dalla Tana.

- Oh.
- Se questo è tutto ciò che hai da dire … magari potresti andare da lui e vedere di chiarirgli quei dubbi esistenziali che lo tormentano, sul retro c’è anche un divano molto comodo per … chiacchierare. Qui in negozio resto io.

Hermione mi sorrise, in effetti non potevo dare torto a Ron, quando non metteva su il cipiglio da signorina Sotutto era anche carina. Ho detto carina, non bella, non confondiamoci.
  
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