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Autore: Henya    17/10/2013    5 recensioni
"Avevo dimenticato per tre mesi quell’auto, quelle odiose facce, tutto quello che mi avevano fatto passare. Vederli arrivare ogni mattina su quell’auto insieme, mano nella mano!
“Si può sapere che hai?”
Non si è ancora accorta di nulla…
“Ma non hai visto chi c’è?” le dico.
Si gira e anche lei abbassa gli occhi.
“Non potevano mica mancare, lo sai”.
E' l'inizio di un nuovo anno, l'ultimo per la precisione, ed insieme alla sua migliore amica Hilary si preparano ad affrontarlo. Ma questo non sarà come gli altri, perchè nuovi incontri e nuovi avvenimenti cambieranno le cose nella vita di ognuno dei nostri protagonisti!
L'inizio può sembrare un pò banale, a tratti comica, per altri romantica, per altri ancora triste... insomma questa è la mia prima fanfiction e mi auguro di aver suscitato la vostra curiosità!
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Rei Kon, Yuri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Finalmente è nata la mia bambina.
Il suo nome?
Hope...
Hope Sarizawa.
Ebbene sì: ho deciso di darle  il mio cognome, d'altronde non ho avuto molte alternative.
Adesso ci ritroviamo in macchina, mio padre ci sta riportando finalmente a casa, dove ci aspetta il resto della famiglia.
Aperta la porta, i miei fratelli corrono verso di me, che tengo la piccola in braccio.
"Anya è finalmente a casa!" grida il piccolo.
"Mamma,mamma"
"Anya..."
Insomma: Anya di qua e Anya di là, non immaginavo si fosse sentita così tanto la mia mancanza.
Li invito ad abbassare il tono della voce."Fate piano, o la traumatizzerete con le vostra urla selvagge!"
"Dai, avrete tempo per stare con lei... fate riposare vostra sorella!"
Tutti ritornano imbronciati alle loro faccende, mentre io raggiungo la mia stanza dove trovo vicino al mio letto una piccola culla rosa .
"L'ha comprata stamattina tuo padre, prima di venirti a prendere!"spiega mia madre entrando.
Le sorrido e subito vi adagio la piccola.
"Anya, preparati... perchè da oggi inizia per te una nuova vita. Una mamma è impegnata 24 ore su 24!"
"Lo so mamma, ce la metterò tutta!"
"So che ci riuscirai, ma non esitare mai a chiedere il mio aiuto!"
Mi sorride e mi accarezza una gote. "Vai a fare un bagno ora, io preparo la cena!"
"Ok!"

"Dopo la nascita, i miei genitori sembrano
  avere cambiato atteggiamento.

  Ora tutte le tensioni che c'erano prima
  sembrano essere svanite."



Finita la doccia rientro in camera mia, dove vi trovo mio padre ad osservare la neo-nipotina nella culla.
"Papà..."
"Scusa, volevo solo..."
"Tranquilllo, puoi entrare quando vuoi!" lo rassicuro.
"Prima non la pensavi così" afferma sorridendo.
"Beh prima volevi solo frugare tra le mie cose!" rispondo scherzando.
Continua a fissarla, anzi continuiamo, perchè io lo farei per ore e ore.
"Anya..."
Rompe d' un tratto il silenzio.
"Si.."
Ancora alcuni secondi di attesa...
"Mi dispiace..."
"Papà..."


 
Questa frase mi ha come fatto fermare il cuore,                       
 ma soprattutto mi ha fatto tornare in mente
 tutto quello che abbiato osato dirci il giorno in cui
 me ne sono andata di casa..."
“cinque figli maschi, cinque! E L’UNICA CHE MI DA PROBLEMI  E' SEMPRE LEI, L’UNICA FEMMINA!
“Se decidi di uscire da questa casa, ricorda che non potrai più metterci piede".            
“Tranquillo, non ho proprio intenzione di tornare in questa casa!"
 
“Pensa alla vergogna, non possiamo crescerlo, sei troppo giovane!




 "So di avere detto delle cose imperdonabili, ma ero solo arrabbiato... "
Ecco che ricominciano a uscire cascate di lacrime dai miei occhi. Mi butto su di lui ad abbracciarlo, cingendo le braccia intorno alla sua vita e piangendo a di rotto sulla sua maglietta.

     

                     
 Prima d'ora non lo avevo mai fatto...




"Dai, non ricominciare a piangere" mi accarezza i capelli.
Mi sciolgo da quell'abbraccio e asciugo il viso con le mani.
Lui si riavvicina alla culla  " eh, sì! dovrò abituarmi all'idea di essere chiamato nonno!"









                       *                        *                         *







Il suono di un campanello mi fa svegliare con un sobbalzo.
Aperti gli occhi e focalizzata bene l'immagine , mi accorgo di essermi addormetato sul divano,  e le bottiglie vuote sul tavolino mi fanno ricordare la mega sbronza di ieri sera.
Sicuro sul fatto che il suono del campanello è stato solo un sogno mi sdraio di nuovo pesantemente sul divano, massaggiandomi la testa che comincia a far male.
Ma ecco che quel maledetto campanello risuona e decido di andare ad aprire, cercando di non barcollare troppo. Spero solo sia qualcosa di importante sennò se ne pentiranno di essere venuti qui.
Apertala mi trovo davanti Hilary che mi fissa imbarazzata e stranita.
"Ah Hilary, sei solo tu! Pensavo che  fosse un regalo arrivato in ritardo per il mio compleanno!" affermo sbuffando e invitandola ad entrare.
"Sei sempre così simpatico appena sveglio...?" domanda con un leggero sarcasmo.
"Soprattutto quando sono gli altri a svegliarmi!" rispondo con tono irritato.
Decide di non aggiungere altro, roteando gli occhi e sospirando.
"Ma avete dato una festa?" domanda dopo avere notato il casino in salotto.
"beh , diciamo che abbiamo festeggiato il mio compleanno!"
"Ah, auguri ma... festeggiate bevendo voi?" chiede perplessa.
"Beh di solito oltre a bere ci diamo a qualcos'altro ma visto che l'unico che la pensava come me se n'è andato, mi è toccato festeggiare con quello stinco di santo di Yuri" concludo scocciato.
Lei fa un sorrisetto compiaciuto: dopotutto è colpa sua se Yuri è così cambiato, da quando sta con lei non vuole nemmeno più uscire con me perchè teme che lo porti sulla cattiva strada. Kai non si faceva poi tutti questi problemi...
"A proposito dov'è?"
"E' di sopra, e a giudicare dai rumori starà correndo di qua e là per prepararsi..." affermo accasciandomi sul divano e prendendo una bottiglia per bere l'ultimo goccio di vodka che era rimasto.






        *                               *                              *






Certo che Boris non ha proprio limiti, dopo la sbornia di ieri sera intende ripulire tutte le bottiglie bevendo persino le ultime goccie.
Poco fa dicendo "stinco di santo" voleva alludere al fatto che Yuri da quando si è messo con la sottoscritta non ha più cercato di fare il don Giovanni?
Bhe questo non può che farmi piacere, vuol dire che ci tiene veramente a me.
E' meraviglioso, anche se ero partita da casa arrabbiata per il fatto che l'ho aspettato per due ore, sapendo queste cose non mi importa più di niente: lo aspetterei per tutta la vita se fosse necessario!
Ieri gli avevo chiesto se gli andava di accompagnarmi al centro commerciale per comprare un regalino ad Anya e la sua bambina, avevamo deciso l'ora e che sarebbe venuto lui a prendermi; ma evidentemente il corso degli eventi
( soprannominato Boris) ha cambiato le cose! Lo avrà ridotto un pezzo di carta facendolo bere in quantità! E forse non si sentirà nemmeno tanto lucido e in forma.
Dio, come ti odio Huznestov! E' decisamente peggio di Kai!
Per fortuna Yuri è diverso, più maturo e consapevole di quello che fa.
"Solo un momento Hilary e sono da te!" grida Yuri dal piano di sopra.
"Ah, quindi te lo porti via! Questo vuol dire che dovrò essere io a ripulire questo disastro?!" dice tra sè e sè ad alta voce.
"Presumo di sì!"
"Bene! In fondo mi ci dovrò abituare visto che tra qualche mese starò in solitudine in questa casa, non che mi dispiaccia..." aggiunge con mezzo sorrisetto iniziando ad alzarsi e raccogliere un pò di roba dal divano.
"Scusa, cosa intendi con -starò in solitudine-?" chiedo stranita.
"Beh, Kai mi ha abbandonato tornandosene in Russia , Serjey sembra voglia andare non so dove, Yuri se ne va a studiare a Kyoto e io qui a..."
"Ehy aspetta!" lo interrompo bruscamente. "Come sarebbe a dire che Yuri -va a studiare a Kyoto-??"
"Ehm..." sbarra gli occhi " pensavo lo sapessi..."
E invece no! Lui ha deciso di partire e a me non ha detto proprio nulla!
Mi volto verso le scale e lo fisso mentre scende velocemente, ma dopo avere visto la mia espressione comincia a rallentare, osservandomi perplesso.
"Cosa..." non gli lascio finire la frase perchè decido di andarmene immediatamente.








     *                                 *                                  *







Fisso malamente Boris che fa un faccino innocente:
"Ehy, non l'ho fatto apposta!"
Cosa le avrà detto, parla sempre a sproposito.
Subito decido di raggiungerla e la blocco prima che esca dal cancello.
"Senti quanlunque cosa ti abbia detto Boris non è vera: abbiamo solo bevuto, niente ragazze, spogliarelliste e cose simili!" Conoscendo Boris avrà detto cazzate simili.
"Oh adesso sono più sollevata..." dice ironica "... e deduco che anche il fatto che tu parta per Kyoto non sia vero!?!" aggiunge incrociando le braccia al petto, leggermente adirata.
Continuo a fissarla non sapendo che dire.
"O no??"
"No, infatti..." cerco di spiegarle.
"E perchè Boris lo avrebbe detto?"
"Perchè sì..." oddio....Mi fissa inarcando le sopracciglia.
"Insomma...è sì o no?!"
"Cioè, è sì perchè è vero che volevo partire per Kyoto, ma è no perchè non voglio andarci più..." o qualcosa di simile.
La sua espressione si fa leggermente più serena, anche se penso di averla confusa.
"Spiegati meglio, per favore"
"Io avevo fatto una domanda di iscrizione per questa università, ma era stato prima che noi due , insomma , stessimo insieme. Poi qualche settimana prima degli esami mi era arrivata una lettera con una risposta positiva e lì non ho saputo più cosa voler veramente fare..."
"Yuri, se stanno così le cose io non voglio assolutamente che tu rinunci a questa occasione per me..."
"No Hilary! Io ho già preso la mia decisione! Prima volevo andare lì perchè non c'era niente che mi legava a questa città, ma partire ora significherebbe.. ecco... perderti"
Spero solo che Boris non sia nascosto dietro qualche cespuglio a origliare, come è solito fare, perchè se sapesse che ho detto queste cose mi prenderebbe in giro a vita.
Non che non siano vere le cose che ho detto, anzi... io sono fermamente convinto di tutto quello che ho detto!
Solo non avrei mai pensato di dirle.
Lei si fa diventare gli occhi lucidi e mi salta addosso abbracciandomi. Ricambio  cingendole fortemente la vita.



                                     " So benissimo di non avertelo ancora
                                                                        detto: ti amo Hilary".






                                       
      *                               *                                 *








Sono in auto, fermo qui da circa dieci minuti a causa del terribile traffico. Mentre mi guardo intorno nell'attesa che la fila scorra, guardando tra i passanti noto Anya che entra in un negozio, uno di quelli di cui oggi sarà cliente fissa: un negozio per bambini.
Mi strappa un sorriso questo pensiero, insomma , vederla intenta nello scegliere pannolini, biberon e pappine e così decido di trovare un parcheggio e andare a vedere questa scena.




Proprio come pensavo: la trovo davanti ad uno scaffale pieno di pannolini di ogni genere, concentrata a leggere tutte le marche e prezzi.
"Ho sentito che questi assorbono il doppio e tengono asciutto!"
Si volta di scatto appena sente la mia voce.
"Rai, ma... da quanto sei qui?"
"Ti ho vista entrare e ho deciso di pedinarti, ti ho spaventata?"
Sorride imbarazzata. "No no, anzi! Solo che mai avrei pensato di vederti qui!" sorride ancora.
"Come procedono gli acquisti?"
"Beh è un pò difficile scegliere, ma credo che ascolterò il tuo consiglio e prenderò questi! Li vantano così tanto in pubblicità, almeno proviamoli!"
Li mette in carrello e lo spinge tra gli scaffali alla ricerca di altre cose.
Decido di seguirla, anche se non so perchè lo stia facendo: forse voglio solo stare un pò con lei.
"e allora, che nome hai scelto?" le chiedo curioso.
"Hope. La scelta è stata ardua, ma alla fine mi ha colpito questo. Che ne pensi?"
"Hope...grazioso!"
"Non sembri molto convinto..."
"No dico sul serio, mi piace!"
Mentre lei paga alla cassa resto in disparte a fissarla e strani pensieri mi si affollano nella mente:
per un attimo ho voluto che quella bambina fosse mia, che nulla fosse accaduto e che mai ci fossimo lasciati.
Un pensiero stupido?
Forse... ma mi sarebbe piaciuto, lo ammetto.
"Beh allora io vado..." dice sorridendo.
"No aspetta, ti do un passaggio, ok?"
Ci pensa alcuni secondi mentre io la osservo speranzoso.
"Sì, va bene"





         *                                *                                *









"Vuoi salire?" gli propongo gentilmente.
"Credo sia meglio di no..." mi risponde abbassando lo sguardo. Cosa mi aspettavo...
"Ok... allora ti saluto e.."
"Senti, in realtà devo dirti una cosa!"
Resto in silenzio a fissarlo mentre il cuore mi batte a ritmo di uno pneumatico.
"Ecco, se ti ho seguita è perchè volevo salutarti come si deve prima di andarmene..."
Lo guardo sconvolta e cerco di capire meglio.
"Domani parto, ritorno in Cina"
Spalanco gli occhi e dentro di me sento crollarmi il mondo addosso.
Lui continua a cercare parole per spiegare.
"... scusa se l'ho fatto oggi ma, non ero sicuro che domani avrei avuto il tempo di venire."
Si sarà sicuramente accorto che i miei occhi stanno diventando lucidi, ma non voglio piangere, non stavolta.
"Quindi te ne vai..." sussurro tra me e me, perdendomi nei suoi occhi che mi fissano un pò malinconici.

Avrei così tante cose da dirgli, ma la verità è che... non me ne viene in mente nemmeno una.

"Già... venderemo quella casa! L' aveva scelta mia madre e sono d' accordo con mio padre. Troppo ricordi legati a quella casa..." aggiunge osservandomi intensamente.
                   

"La nostra prima volta, le cene,
 pomeriggi passati insieme:                                                                                                                        
tutti momenti vissuti in quella casa,  
momenti indimenticabili".



Vorrei dirgli che...
Dirgli cosa? non credo servirebbe a riaggiustare le cose.
Resta in silenzio ad aspettare una mia risposta, mentre io continuo a muovere nervosamente gli occhi.
"Allora... " decido di non dire più niente e lo abbraccio stringendolo forte a me "mi mancherai..." gli sussurro mentre lui ricambia il mio abbraccio stringendo forte la mia maglietta da dietro.


" Respiro per l'ultima volta il suo profumo,
  sento il suo calore per l'ultima volta.
  Se rimanere per sempre così bastasse a non portarmelo via,
  resterei così per tutta la vita.

  Ma chi sono io per impedirglielo?
  Sono solo quella che si è presa gioco di lui e dei suoi sentimenti:
  in casi come questi, un semplice scusa sarebbe d'aiuto?
"




Per evitare che possa succedere altro mi stacco improvvisamente uscendo dall'auto...

"Stammi bene Rai, e buona fortuna!"gli rivolgo accennando un sorriso.


                                                           

"
Non mi sono mai piaciuti gli addii.
Fino ad ora non l'ho mai detto a nessuno e mai
avrei pensato di dirlo proprio a lui!"





"Anche a te e alla tua bambina..."
Queste sono le ultime parole che ha detto, dopodichè mette in moto e se ne va.
Sembro come paralizzata, continuo a fissare in fondo alla strada, anche se la sua auto...oramai non c'è più.









Finito il pranzo ritorno in camera mia e resto sdraiata su un fianco sul mio letto ,dove al centro ho messo Hope. Mentre giocherello con le sue manine ripercorro tutta la mia storia con Rai.
Ma i miei pensieri vengono interrotti dall'arrivo di Hilary che, a giudicare dalla sua espressione, ha qualcosa di molto urgente da dirmi: chissà perchè scommetto si tratti di Yuri!
"Hey, ma che siamo belle" esclama solleticandole il pancino "non puoi immaginare quello che mi è successo!!" aggiunge entusiasta guardando sognante il soffitto.
"Che cosa?" domando con meno entusiasmo.
"Allora, stamattina aspettavo..."
E comincia a narrarmi la sua storia mentre io chiudo gli occhi, un pò stanca, ma cercando di ascoltarla, cercando di creare un filo logico in questo suo discorso.
"... hai capito? Non parte perchè non vuole perdermi! E' meraviglioso, non ci lasceremo!"  
                 

"
Vorrei tanto condividere questa sua emozione
    ma non posso, non ci riesco. E sapete una cosa?
   La invidio pure..."




"E allora? Non mi dici niente?"

Notando la mia espressione gelida e impassibile si ferma al centro della stanza ad osservarmi,con un punto interrogativo sopra la testa. "Ehm... co-cosa hai?"
Avrei voluto me lo chiedessi prima...
"Rai.." mi limito a dire sospirando. Lei si avvicina sedendosi dall'altra parte del letto. "...torna in Cina!" aggiungo.
"Cosa? E quando?"
"Domani!"
"Co-come lo hai saputo, che cosa significa, che cosa vi siete detti??"
Per favore Hilary, una domanda per volta!
"Cosa vuoi che ci siamo detti, ci siamo lasciati con un orribile... addio" affermo persa nel vuoto.
"Ma non è possibile! Anya ma... ma vuoi davvero che finisca così?"
"Non importa, ok? dopotutto è meglio così, lui andrà per la sua strada e io per la mia: ci dimenticheremo a vicenda..."
So di non assumere un tono molto determinato in ciò che dico, ma vorrei tanto autoconvincermi!
"Si certo! Mi dici come lo dimentichi se tieni addosso ancora la sua collana?!"
Porto la mia mano sul mio petto afferrando quel ciondolo, che io non merito e che in teoria avrei dovuto restituirlo già da tempo.
La osservo alquanto depressa, pensando al fatto che ha maledettamente ragione: sarà difficile dimenticarlo... chissà se per lui sarà lo stesso.



Arrivata la sera e messa a dormire Hope nella culla, mi sdraio sul letto a fissare il soffitto: ma quello che in realtà vi vedo inciso è il viso dolce, bello e unico di Rai.
Oggi ovunque io guardi , vedo lui. Qualunque cosa pensi, riguarda sempre lui.
Un ossessione, direte?
Non lo so.
So solo che ci sono stati troppo silenzi, silenzi di parole non dette.
Alzo la schiena e mi metto semiseduta sul letto, facendo un respiro profondo.
Involontariamente i miei occhi puntano sulla libreria di fronte al mio letto e la mia attenzione viene catturata da un libro: ho finito di leggerlo qualche mese fa, ma non ho mai trovato l'occasione per restituirglielo, dopo tutto le cose che erano successe.
Se devo dimenticarlo è bene liberarsi delle cose che mi tengono legata a lui: è giusto restituire sia il libro che la collana.
Domattina presto dovrò arrivare in tempo a casa sua: anche se mi costa dirgli un secondo addio...








         *                            *                                 *








"E questa è l'ultima!" affermo posando l'ultima valigia nel portabagagli.
"Sicuro di avere preso tutto?" chiede mio padre.
"Si, non preoccuparti!" lo rassicuro.
"Bene, allora è deciso, tu vai ed io ti raggiungerò appena sistemo delle cose qui a Tokyo!Ho già avvisato tua sorella, lei ti aspetterà in aeroporto!"
"Me l'hai già detto, papà!"
"E lo so, ma sai... ehy ma quella non è la tua amica?" mi dice invitandomi a guardare dietro di me.
Resto sorpreso: è Anya, come mai di nuovo qui!
"Si si, ma entra pure , ti saluto dopo!" lo lascio e raggiungo Anya.
"Ciao..."
"Ciao, scusa se ti faccio perdere tempo, sei in ritardo?" mi chiede preoccupata.
"No, no tranquilla... c'è qualcosa che devi...dirmi?"
"Beh, in realtà c'è ... qualcosa che devo restituirti!"
Mi porge una busta con dentro il libro che tempo fa le avevo prestato.
"Ma... non era necessario! So che ti piace tanto, quindi puoi tenerlo, è tuo!" le dico cercando di restituirglielo.
"No, no Rai! E' tuo, non mi sembra giusto. E...e poi mi farebbe ricordar... non riuscirei a..." vedo che parla confusa, in modo agitato e mi accorgo che i suoi occhi cominciano ad arrossarsi "... beh non importa! Buon viaggio Rai!" mi scocca rapidamente un bacio sulla guancia e se ne va frettolosamente via.
Sono rimasto sorpreso da questo suo atteggiamento che mi ha paralizzato ,così tanto che non ho fatto nemmeno in tempo a fermarla.
"Rai! Si sta facendo tardi, su!"
Il richiamo di mio padre mi riporta alla lucidità e torno indietro per raggiungerlo, anche se i miei occhi sono rimasti lì, fermi a osservare il punto in cui è sparita.





                               *                                     *                                      *






Ho cercato di resistere finchè ho potuto ma non appena ho capito che le mie lacrime stavano per venir fuori ho deciso di salutarlo velocemente e scappare.
E infatti appena voltato l'angolo sono rimasta appoggiata ad un muro, ferma lì a piangere ininterrottamente, cercando di soffocare i miei singhiozzi.

Sapevo non sarebbe stata una buona idea, ma ho dovuto farlo.
Forse l'idea di restituirgli le sue cose è stata una scusa per rivederlo, per avere un'ultima occasione per riuscire finalmente a dirgli tutto?
Bene, occasione sprecata con successo, Anya.
Ancora una volta non sono riuscita a dire nulla, ma in fondo è stato meglio così.
Tutto quello che avevo da dire ho cercato di esprimerlo , come meglio potevo, nero su bianco...





                                       *                                *                              *






Il taxi mi sta conducendo in aereoporto e una volta giunto lì lascerò per sempre questa città.
Lascerò qui tanti ricordi, la maggiorparte dei quali sono legati a lei.
Lei, che mi è piaciuta sin dalla prima volta che l'ho vista.
Lei, che con quel suo caratterino mi ha fatto perdere la testa.
Lei, per cui sono stato male per mesi ma che nonostante tutto continuo a non odiare ma ad amare.
Allora perchè invece di riaggiustare le cose ho preferito dirle addio?
Quando oggi è venuta a restituirmi quel libro , ho pensato che fosse solo una scusa per dirmi un qualcosa in più di quel terribile addio.
E invece non lo ha fatto!

Prendo dal sacchetto quel libro e lo osservo, perso in un mare di ricordi.

Mi accorgo che tra le pagine c'è una piccola busta.
Apertala cade tra le mie mani una collana, quella stessa collana che le avevo regalato.
La osservo sconcertato e dalla stessa busta tiro fuori un foglietto piegato a metà...





                    " So di avere sbagliato, di averti spezzato il cuore:
                                 è questo quello che fanno i diavoli?
                                 Sono riuscita a scuotere l'angelo che era dentro di te,
                                 portandoti così lontano a tal  punto che mi è stato difficile raggiungerti.
                                 Però io ho bisogno di sperare,
                                 voglio sperare in cuor mio che tu riuscirai a  perdonarmi.

                                 Sì lo so, ciò che ho fatto è imperdonabile,
                                 è come se avessi rubato e bruciato la tua

                                 anima. E' questo quello che fanno i demoni , no?
                                 Loro comandano il mondo peggio                            
                                 di me, distruggono qualsiasi cosa, e incolpano gli angeli come te!..."



I miei occhi scorrono velocemente tra queste righe, alcune di esse macchiate dalle sue lacrime.


"... non sono riuscita a esprimerti a parole quello che sentivo,
 lo so è stupido! Il fatto è che ero convinta che non sarebbe servito,
anzi, a dir la verità, non ne ho avuto il coraggio..."



Perchè non lo hai fatto...




"Ti dirò sinceramente che non ho mai smesso, nemmeno un istante di pensare a te,
ogni volta che guardo una tua foto mille ricordi mi sfiorano e sai una cosa? Non mi dispiace.

Mi ricordo i tuoi baci, mi sembra di sentirli ancora sulle mie labbra.
Ricordo quelle volte in cui ballavi con me, senza musica.
Mi ricordo le semplici cose, i semplici momenti passati insieme.
Ma una cosa che desidero dimenticare...
Il ricordo che voglio dimenticare...
è il tuo addio!..."





I miei occhi si perdono nel vuoto. Mi impediscono di terminare. Stringo tra le mie mani questa lettera, la accartoccio e la tengo ben stretta in un pugno.
La rabbia che mi assale è immensa. Come ha potuto farmi questo! Credeva veramente che una squallida lettera bastasse a chiarire tutto?!
Eppure hai avuto un sacco di occasioni per parlare, che stupida!
Getto quel foglio accartocciato dal finestrino, con rabbia, rancore.
Ma che cosa voglio fare veramente? Sto letteramente gettando tutto dalla finestra? Le ho detto veramente addio?
Il mio cuore l'ha già perdonata...
e allora perchè sto fuggendo?

" senta, mi scusi, può tornare indietro?" chiedo frettolosamente all'autista.
"Cosa? Indietro dove? Non vede che c'è un terribile traffico! Sarà già un miracolo se arriveremo in tempo all' aeroporto!"
"Ma, ma.." confuso mi guardo attorno alla ricerca di una soluzione. "Si fermi, devo scendere qui!"
"Che cosa? Ehy ma ..."
"Non si preoccupi, appena può torni a casa mia e la ripagheremo di tutto!"
"Ma come..."
Non gli faccio finire la frase, chiudo bruscamente la portiera e corro nella direzione opposta.
Dopo alcuni metri mi fermo più o meno in quel tratto di strada in cui avevo gettato quella lettera accartocciata. La vedo vicino ad un marciapiede, la riprendo e la riapro.
La osservo con decisione e tenendola tra le mani ricomincio a correre per raggiungere il posto dove il mio cuore vuole stare.
 Continuo  e continuo a correre come un matto, attraversando col semaforo rosso,  rischiando di farmi prendere in pieno dalle auto. Il fatto è che non posso e non voglio più perdere tempo.
Adesso ho bisogno di sapere...   


                                               
"I need to know now,
                                                                       Know now...
                                                                       Can you love me again?"







                           *                                       *                                         *        






"Eccoti qui questo bel fiore profumato!"
Mia madre mi riporta in stanza la piccola Hope, dopo averle fatto il bagnetto.
"E adesso ti metto nella culla"
"Dammi faccio io!"
"Mi raccomando, tra un quarto d'ora circa ricorda di allattarla!"
"Si mamma!"
Esce e chiude la porta.
Emetto un sospiro. Uno di quelli che ti libera, che  si fa quando smetti di fingere di essere felice, per fare in modo che nessuno si accorga di quanto stai male.
"Spero che tu non abbia preso da me in fatto di fortuna, non sai quanto fa male..."
Improvvisamente il mio cellulare si accende.
Ed è una sua chiamata.
Osservo quel telefono incredula.
La mia mano trema.
Sorpresa ed esitante rispondo lo stesso
"... P-pronto..."
e non mi sembra vero sentire la sua voce e sentir dire...

     





     "Ricordi i nostri baci?
      Li senti ancora sulle tue labbra?
      E quelle volte in cui tu ballavi con me, senza musica?
      Ti ricordi le semplici cose?
      Parlavamo finchè piangiavamo.
      Hai detto che il tuo più grande rimorso,
      l'unica cosa che vorresti dimenticare...
      è il nostro addio?
      Affacciati dalla tua finestra, e guardami, sono qui...


                                                                     ...Adesso non saranno più solo ricordi,
                                                                     ma momenti da vivere ancora insieme!"







                                             

                                                                                   The end          




 









 Oddio, è veramente finita o_____o
Ben ritrovati cari lettori, questa volta siamo proprio giunti alla fine!
Non ci posso credere!
E dire che avevo cominciato a scriverla così, tanto per provare. Quando pubblicai il primo capitolo mi chiesi "e mo'... che mi invento?!?"
Vi giuro che mai avrei pensato di combinare tanti casini in questa storia XD
E piano piano mi ci sono affezionata da morire :'')
Mi sono ispirata a due canzoni che secondo me in questo contesto c'entravano molto : Love me again di John Newman, e Goodbye di Miley Cyrus.
Un ringraziamento va sicuramente a tutte coloro che mi hanno seguita, sostenuta e con i loro consigli mi hanno aiutata a "migliorare".
Grazie , grazie , grazie :')

Questo sembrerebbe quasi un addio , ma probabilmente non lo sarà... perchè mi piacerebbe molto scrivere un seguitoXD

Quindi tutto quello che posso al momento dirvi è che , nella vita, come in questa storia : 


                                                   


                       " Never lose Hope "




                                                                    Baci :)


                                                       



















   
 
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