Mnemophobia
Arido.
Così
si sentiva, rinchiuso in quel luogo maledetto e senza la
possibilità
di uscire alla luce del sole per respirare. Ma per respirare aria
vera, e non quella intrisa di angoscia e
disperazione, quella
sporca che era costretto ad inspirare servendosi di
quei suoi
polmoni incatramati, rauchi e malati, come faceva ogni giorno da
ormai dodici anni.
Lanciò
un'occhiataccia al muro scrostato di quella che era ormai diventata
la sua casa, il posto in cui si trascinavano,
lenti, i
miserabili giorni della sua miserabile vita.
Perché così si era ridotta, la vita di Sirius. Ridotta ad un
tedioso
susseguirsi di stupide giornate all'insegna della paura più
traumatizzante, di sinistri sospiri di creature mostruose che, avide,
si aggiravano silenziose in cerca di un briciolo, pur se
infinitesimale, di allegria; fluttuavano leggiadre, i mantelli
evanescenti, tra le arrugginite celle di quella prigione chiusa in un
mondo parallelo e sconosciuto e lontano da quello reale...
L'ansia
sembrava rodergli il fegato ogni volta che intravedeva un paio di
quei putridi arti spuntare tra le sbarre della sua cella, le lunghe
dita scarnificate che si stringevano al metallo arrugginito delle
sbarre frementi d'impazienza e cibo. E poi tutto si consumava nel
giro di qualche respiro soffocato.
La
maggior parte delle volte si ritrovava, urlante, steso a terra con il
capo pulsante stretto fra le mani e l'ultimo, esiguo, rimasuglio di
emozioni intrappolato sulla punta della lingua, tra i denti
scheggiati e la trachea rinsecchita.
Cosa
gli era rimasto, se non una testa penosamente piena di passato
ed un odio a stento represso a mangiargli il cuore?
Loro
cercavano di rubarglieli, quei ricordi, ma l'anima di Sirius pareva
essersene appropriata in un modo talmente malsano e sadico
da
aver penetrato tutti i pori del suo essere, mettendo radici eterne.
Ed
in un modo o nell'altro, quei ricordi, riuscivano a tornare.
Osservò
per qualche istante le disordinate incisioni sulle pareti che lui
stesso aveva fatto con le unghie, spezzandole; incisioni che
ripetevano sempre lo stesso, stupido nome.
Una
pungente fitta all'altezza delle costole lo costrinse a rannicchiarsi
violentemente contro il sudicio giaciglio impidocchiato in cui
dormiva, le ginocchia ben strette contro il petto e la gola
più
secca e bruciante che mai.
Strinse
forte gli occhi, quegli occhi che un tempo erano stati di un
penetrante ed imperscrutabile color ghiaccio e che allora ricordavano
gli involucri vuoti dei bruchi trasformatisi in farfalle, crisalidi
morte e prive di un qualsiasi soffio vitale.
Urlò,
un urlo stridente che si estinse nel giro di pochi istanti.
La
voce mancò definitivamente e Sirius si portò le
ruvide mani
ricoperte di graffi alla testa, che aveva ripreso a vorticare
incontrollabilmente e stava per rilanciarlo in un mondo che ben
conosceva ed in cui mai, mai avrebbe voluto
tornare, ma che
puntualmente si manifestava ogni dannato giorno, ogni dannata ora,
dopo ogni dannato pasto...
...un
mondo che aveva gli occhi ed il sorriso di James.
NdA:
Ciao a tutti
:)
Mi
sono imbattuta per caso in un testo molto bello sulle cosiddette
“fobie”; ne venivano elencate soltanto quattro, di
cui una era,
appunto, la 'paura dei ricordi'. E mi si è istantaneamente
accesa
una lampadina in testa.
Sirius.
Azkaban. La presenza dei Dissennatori, il ricordo del suo migliore
amico morto.
Non
ho mai scritto una fanfiction incentrata su di lui, ahimè.
So che
non è il massimo iniziare a farlo partendo da un
clichè come questo
ma... sapete, volevo mettere
su schermo
i miei
pensieri idioti e le mie emozioni. Perché a tutti capita di
sentirsi
come il povero Padfoot, a volte.
Una
cosa che vorrei puntualizzare: i Dissennatori prosciugano l'anima
delle loro vittime di tutti i loro ricordi felici, per cui sembra
quasi un controsenso che Sirius riesca a ricordare James anche dopo
che essi si sono per così dire nutriti
del
suo passato. La
paura di Sirius in sé è quella di non riuscire a
separarsi da
questi pezzi di vita passata che ogni volta tornano, è un
po' come
se lui desiderasse
dimenticare, così da scordare anche il dolore.
Oddio,
che cosa contorta.
Spero
di essere stata sufficientemente chiara D:
Sarei
felice di conoscere i vostri pareri, anche e soprattutto se non vi
è
piaciuta per qualche motivo :)
Un
abbraccio