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Autore: ParalyzedArtwork    18/10/2013    1 recensioni
”Cosa volete?”
“Quello che continua a dividerci e continua a tenerci uniti. L’odio verso di voi, quello che continua a gettarci nel caos ed ha farci risorgere.”
Genere: Fantasy, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In quel momento notò il devasto che la circondava. I Ghoul attaccavano da tutte le direzioni, rivelando pian piano le loro vere sembianze. Arrivavano dal cielo come meteoriti, i Gaunt erano ormai stati sconfitti, e loro  si avventavano contro la gente afferrandola o scagliando pietre sopra gli edifici. Passavano per i tetti delle case facendo razzia di ogni cosa presente. Quelli di terra, coperti dagli aerei,  coglievano di sorpresa le persone e le divoravano.
In poco tempo, la popolazione si stava dimezzando.
 La gente combatteva come meglio poteva, afferrando lance, spade o qualsiasi arnese ci fosse nelle vicinanze: come anfore, coltelli o macerie. Le donne venivano stuprate brutalmente o divorate per intero.
Cassidy era paralizzata, i suoi occhi erano colmi di terrore, lì alzo ed urlò


 “ Bryan, portà Margaret con il piccolo alla Rocca, segui il grande capo. Io cercherò di farvi strada come meglio posso!”

 Bryan, annuì e sfoderò l’arco fuggendo in direzione del tetto, avrebbe tenuto a bada i Ghoul aerei mentre Margaret prese il piccolo in braccio contro la sua volontà.

“Cosa ne sarà di Cassidy?! Non voglio!”


continuava a ripetere tutto questo. Un Ghoul si avventò da dietro su Cassidy, ma una spada gli trafisse il cuore alle spalle. Era John, il penultimo divenuto Mastino della casata degli Anziani. Era uno degli amici più stretti di Cassidy, l’aveva salvata da un bel po’ di guai nel tempo ed era stato lui ad insegnargli per primo come tenere una spada. Gli sorrise e gli porse una spada, mentre Margaret strattonò Klaus e scappò approfittando del momento.

 “Dobbiamo aprirgli un varco, Bryan non ce la farà da solo  e dobbiamo spingere il popolo verso la Rocca.”
 “Ok, io costeggio l’ovest”

 I due si diressero ognuno al proprio lato.
Arrivarono appena in tempo per uccidere un paio di Ghoul che stavano bloccando la nutrice con il ragazzo.

“Correte, non vi preoccupate per gli altri!”

Li precedevano uccidendo quanti più Ghoul potessero, difendendo la gente che si trovava in pericolo, magari arrivando nel momento decisivo, prima che li divorassero, per poi calmarli ed indirizzarli verso la rocca.

“Andate alla rocca e seguite il Santo Padre! Spargete la voce, cercate di far arrivare più gente possibile!” 


cercavano di difenderli al meglio e di difendere il giovane Mastino. Un Ghoul precipitò su Cassidy e la bloccò a terra, Margaret cercò di andare avanti incurante, mentre John si fermò preoccupato.

“Va avanti! Proteggili, me la caverò, sta tranquillo!”

 lui annuì e scappò in avanti. Il Ghoul le aveva bloccato le mani,  cercava di dimenarsi ma lui le stringeva i polsi, quando arrivò da dietro un vecchio artigiano con un vaso e lo ruppe sopra la testa del Ghoul

“Scappa!”
 “Alla rocca, grazie!” 

cercò di andare avanti ma avvertì il serio  bisogno d’aiuto che c’era nel popolo. Si girò a guardare il centro della battaglia, Klaus ormai procedeva senza intralci, poi chiuse gli occhi e le urla.
Scappò il direzione di qualche stalla vicino e notò una donna nel bel mezzo di uno stupro, tenne salda la spada e tagliò la testa al Ghoul. Lui emettè uno stridio, il suo corpo cadde a terra ed il sangue  si rovesciò addosso alla donna. Cassidy gli porse la mano “Andiamo verso la rocca.” La donna piangeva e Cassidy gli porse un falcetto nascosto nel granaio. “ Cerca di far avvicinare il più possibile le persone.” La donna annuì e l’abbraccio. “Grazie..”
Le urla continuarono, Cassidy procedeva verso la rocca cercando di aiutare come meglio poteva il popolo, alla fine dietro di lei si era creata come una scia di persone inferocite. Arrivarono alla Rocca. Era distrutta.
Tutti si diressero verso i vari gruppi dei Mastini. Non era rimasto quasi nessuno ed i Ghoul si stavano riavvicinando alla Rocca.
Trovò anche John e gli altri ad aspettarla.

“Santo Padre.”

Lui coperto dai vari mastini si avvicinò.

“Scusi l’affronto. C’è ancora qualcuno all’interno della Rocca?”

 Il Santo Padre guardò Amy

“No.. Solo…”
“Chi.”
“Fra Cliff. Ma non preoccuparti stava arrivando.”
”Con il vostro permesso, entro.” 

Scappò, provarono a fermarla ma era troppo tardi. Il piccolo vedendola scappare corse verso di lei, ma fu fermato.

“Sta tranquillo piccolo, lei sa come tornare.”


Entrò nella Rocca, dentro era un cumulo di macerie ed alzando la testa poteva ammirare dei solchi nel soffitto e nel pavimento, che continuavano anche per i prossimi piani.
Si spostò per evitare pezzi del soffitto che cadevano come grandine. Doveva raggiungere i piani ma la scala laterale era bloccata, o meglio distrutta, sarebbe dovuta passare per i solchi.
Se c’era ancora qualcuno non era lì. Fissò il lampadario oscillante, era uno di quelli ottocenteschi grandi e preziosi, e si girò freneticamente a cercare un rialzo.
Trovò a terra una trave di legno leggermente rialzata, decise di salirci, con un salto di fortuna sarebbe potuta arrivare facilmente al lampadario. Fece tutto di corsa, si aggrappò per un pelo al lampadario ed iniziò a dondolare icon il corpo, avanti ed indietro.
Vicino al foro del soffitto, posto vicino al lampadario, c’era una trave, avrebbe potuto usare quella per aiutarsi a salire, ma doveva sbrigarsi; tutto stava crollando.
Mentre stava per saltare crollò una parte del soffitto.
Adesso.
Una spinta e si lanciò verso la trave, l’afferrò con una mano per miracolo e da lì si diede la forza per salire al piano successivo. Era quasi salita del tutto, si stava tirando su quando si staccò un'altra trave che gli graffiò la gamba.
Lo squarcio non doveva essere troppo profondo, ma le faceva male e le aveva strappato buona parte della gonna e del mantello. Si tirò su ansimante.
Doveva resistere. Gettò via il mantello, finì a strappare la gonna e prese un pezzo della stoffa e la legò intorno alla ferita. Usciva più sangue di quanto immaginava.
La Rocca continuava a cadere a pezzi. Era finita in una delle stanze dei Mastini e la porta che conduceva al corridoio non era ancora bloccata, la oltrepassò e cercò di correre lungo la fine per cercare la scala.
Fortunatamente sta volta era ancora, più o meno agibile, salì circa due piani di cinque.
Nel tragitto aveva sentito delle grida lontane e più saliva più  riusciva a capire che provenivano dall’ultimo piano.
La scala si interruppe.
Si gettò nel corridoio vicino cercando di trovare un modo per avanzare al prossimo piano.
Improvvisamente a circa metà del corridoio, poco dietro di lei crollò il soffitto e la strada fu bloccata. Si sbrigò ad avanzare ma poco dopo il tetto crollò anche avanti a lei. Era  bloccata.
Fece dei passi indietro. Aveva superato una porta senza accorgersene. Provenivano strani rumori dal soffitto e c’erano varie grida.
Armeggiò con il pomello della porta ma non si apriva. Avrebbe dovuto buttarla giù, ma con cosa e soprattutto in quelle condizioni. Strinse le mani. Lì ricordò. Diete un pugno con tutta la forza che aveva in corpo, ed urlò il nome della Runa dispari Hagalaz, runa della rottura in qualsiasi forma, raffigurata come due segmenti con in mezzo altri due segmenti inclinate a 45°. I guanti dei Mastini erano stati consacrati con il proprio sangue alle Rune, così da conferire ad ogni Mastino una grande forza per affrontare i vari nemici.
La porta cadde giù come una foglia e Cassidy fece appena in tempo a varcare la soglia che dietro di lei la strada fu bloccata da un cumulo di macerie. In quella stanza c’era solo un piccolo foro.
Cercò di avvicinarsi per vedere come agire quando gli caddero addosso dei mobili, fece giusto in tempo a spostarsi e a finire sopra un armadio, rompendosi qualche osso probabilmente. Adesso il foro nel soffitto era maggiore ma avrebbe dovuto trovare un modo per salire. Sfruttò un grande tavolo per arrampicarsi su una trave e salire. Dalla stanza successiva uscì e raggiunse le scale, erano per metà agibili, poi avrebbe proseguito come aveva fatto in precedenza.
Mancavano solo due piani e lei era in direzione del quarto, adesso che aveva trovato le scale la situazione sarebbe pian piano a facilitarsi.
Ma non era così.
Le scale con un bel po’ di fatica le permettevano di arrivare fino al quinto piano, ma il tragitto era spesso deviato con possibili arrampicate da solchi o macerie. Contando che avrebbe dovuto far molta attenzione al soffitto crollante.
Le urla continuavano, anche se pian piano che si avvicinavano sembravano sempre più finte e forzate.
Appena arrivò in cima al quinto piano, piena di graffi e con qualche gocciolina di sangue per il corpo, notò che le “urla” provenivano dalla sua stanza.
Un solo problema: davanti la sua stanza c’era una grossa voragine e non aveva idea di come attraversarla.
Cercò tra le macerie e trovò l’ennesimo asse di legno insieme ad un’anta di una porta. Avrebbe usato l’anta per passare dall’altra parte, collegava le due parti per un soffio.
Tutto tremava, cerco di attraversare il ponticello più velocemente che poteva.
Arrivata sull’altra sponda sfondo la porta e trovò il frate con un Ghoul con la pelle strappata che lasciava trasparire le sue vere sembianza: una pelle più secca con delle ossa molto più in mostra.


”Buonasera, ti stavo giusto aspettando, mia cara C..”
“SCAPPA E’ UNA TRAPPOLA!”

Il Ghoul diede un colpo di frusta sul volto del vecchio frate che si accasciò al suolo esanime.


”Vattene.”

Cassidy aveva abbandonato da tempo la sua spada ed era dolorante, in quelle condizioni non sarebbe mai riuscita a sconfiggere quel Ghoul.


”Credo che adesso potremmo continuare il nostro discorso senza interruzioni, vero vecchio?”

con il suo tono sprezzante diede un altro colpo di frusta sulla schiena del frate che crollò esanime a terra.

 “Non sono interessato a tuo padre”


Cassidy aveva gli occhi pieni di terrore e non riusciva a capire le informazioni del Ghoul.
Voleva solo correre dall’anziano Frate ed aiutarlo.
Ma non poteva e non poteva neanche difenderlo, era disarmata e vulnerabile.


”Il gatto ti a mangiato la lingua?”
“Lascia..”

 era un sibillio  lontano ad emettere quelle parole, era il frate poco distante dal Ghoul che provava a muoversi.
Il Ghoul diede un altro colpo di frusta al Frate, che emesse un gemito straziante.
Cassidy urlò e cercò di correre verso l’anziano, ma il Ghoul scoccò la frusta anche verso la sua direzione per bloccare la sua venuta.

”Ah, vuoi lui? Allora avrai quel che desideri.”


La pelle continuava a staccarsi da quel mostro, leggera cadeva come una piuma, mostrando un corpo vuoto con solo delle ossa giallognole in evidenza.
Il Ghoul alzò il Frate, si diresse verso la voragine laterale della stanza e lo gettò via.
Caddisy urlò e corse verso il Ghoul, lui si girò immediatamente afferrandola con la frusta e scaraventandola a terra. La giovane cadde sotto un cumulo di macerie.


”Volevi salvare quel vigliacco di un padre? Mi dispiace molto, ma sta tranquilla che farai la sua stessa fine, mia cara.”


Era ironico e quasi drammatico, al punto giusto, un attore perfetto. Si stava avvicinando a lei. Cassidy libera dalla presa della frusta, cercò di afferrare qualcosa per difendesi. Prese un pezzo di legno da terra e cercò di rialzarsi. Ansimava e si teneva a stento in piedi.
Il Ghoul arcuò uno dei suoi sopraccigli e scoppiò a ridere; prese da terra una spada che era crollata da una delle pareti della stanza e la gettò in direzione della ragazza.
Lei si precipitò a prenderla, sapeva di essere spacciata e che i Ghoul per quanto meschini odiano combattere senza almeno un’iniziale pari opportunità 

“Non so se sia più ridicolo un soldato di Dio con un ciocco di legno o mentre cerca di recuperare una spada.”

Disse lui mentre diede sulla schiena della ragazza un colpo di frusta. Lei si rialzò immediatamente, digrignando i denti.

“Ingenua.”
“Conosco bene le vostre regole, cosa volete?”

 Giravano attorno alla voragine centrale, come mosche che si davano la caccia.
Si ritrovarono poi faccia a faccia a poca distanza.

”Credi veramente di poter vincere?”

Cassidy che riusciva a stare in piedi per miracolo, strinse la spada e  la rigirò tra le mani facendo poi un passo indietro.

”Cosa volete?”
“Quello che continua a dividerci e continua a tenerci uniti. L’odio verso di voi, quello che continua a gettarci nel caos ed ha farci risorgere.”
”La colpa sarebbe nostra? Cosa siete voi? Siete voi che avete rovinato la vostra stirpe.”
”Siete voi che continuate ad ucciderci.”
“Voi ci divorate.”


Così dicendo Cassidy sbalzò in avanti, sguainando la spada pronta a combattere.
Il Ghoul  diede un colpo di frusta, la ragazza bloccò l’arma tenendola salda con i guanti. La botta aveva lacerato i guanti ed il dolore del cerchio Runale squarciato era insopportabile.

”Cosa?!”

Alzò la spada, tenendolo fermo dalla frusta e conficcò la lama nel petto del Ghoul.
 
”L’avevo detto… Che non avesti vinto…”

Il Ghoul sputò sangue sul volto della ragazza. Il sangue dei Ghoul era il sangue di tutte le anime che avevano reso maledette, per i Mastini il loro sangue era molto nocivo, era un sangue che aveva quasi vita propria, in questo caso cercò di soffocarla.
Il Ghoul le crollò addosso, Cassidy si sentiva come lacerata dalla ferità e non riusciva a respirare, si mise una mano al collo. Cercò di aggrapparsi a qualcosa vicino a lei, ma accanto aveva solo il vuoto.
Continuava a dimenarsi e cadde nella voragine, lasciando scivolare con lei anche il Ghoul.
   
 
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