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Autore: maru chan    18/10/2013    2 recensioni
Il suo cuore iniziò inspiegabilmente a battere forte, Sasuke non riuscì a trovare una motivazione valida alla sua reazione, in quel momento voleva soltanto scoprire chi fosse quella persona, e il suo desiderio non tardò ad avverarsi, infatti la persona si voltò. Sasuke scontrò i suoi magnifici occhi azzurri.
Il suo cuore continuò ad accelerare.
Poi realizzò…era Naruto…
Da quel giorno, niente sarebbe stato più " come al solito. "
Genere: Comico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Allora minna, siamo giunti al decimo capitolo.Cavolo, già il decim ... vabbè.
Avviso che sarà un po' triste! Comunque, buona lettura! 
See ya next tiiiiimeeeeeeeeeee <3 >:D.
No aspettate voglio fare la 
piramide così finirò
le '' note '' con
un puntino
quì giù
ok?
.
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Capitolo 10

 

Non ho mai dimenticato, quanto facesse freddo quel giorno.



          

 
<< Sasuke, d-d-devi a-a-ssolutamente seguirmi in un posto! >>

I due fratelli si guardarono dubbiosi per poi ritornare ad osservare la ragazza.

Era ormai più forte di lui, capiva subito quando una cosa riguardava Naruto.

Fece segno ad Hinata di mostrare loro la strada.

Iniziarono a correre, Hinata imboccò una stradina laterale e in breve tempo si trovarono sul corso principale.

Sasuke aveva già iniziato a riconoscere il percorso e iniziava a creare in mente tutte le ipotesi possibili ed immaginabili.

<< D-dovete f-fermalo ragazzi, vi scongiuro, sbrighiamoci, p-prima che gli altri mi trovino! >> Balbetto la ragazza.

“ Fermare chi? ”

In quel momento i ragazzi non facevano nemmeno attenzione a dove mettessero i piedi e, di tanto in tanto, si scontravano anche con i passanti.

Quella fu in assoluto la corsa più lunga ed interminabile della sua intera esistenza.

Arrivarono ad un cancello fin troppo conosciuto, che recava la scritta “ Scuola superiore di Konoha ” , anche se, se ne ricordava troppo bene, la “ c ” di scuola era stata modificata in “ q ” da Naruto.

Che fai Sasuke, muoviti, altrimenti scoprono che siamo stati noi! ”

“ Usuratonkachi, sei stato solo tu! ”

“ No, guarda, hai la maglia sporca di bomboletta spray! ”

“ Se ti prendo, ti ammazzo! ”


Mentre avanzava gli passavano in mente alcuni dei discorsi fatti con lui, anche se non credeva più di ricordarseli ormai e, in quella situazione, erano del tutto senza senso.

Sono felice che tu sia qui oggi, sai è il mio compleanno … ”

“ Non lo sa nessuno oltre me? ”


“ No, ma non mi importa … ”

 “ Quell’idiota … ”

“ Avevo una voglia matta di ramen, grazie di avermi offerto il pranzo! ”

“ Mmh di niente, aspetta un attimo io non ti ho offerto nessun pranzo! ”

“ Ah si? Prova a controllare nel tuo portafoglio allora … ”

“ … Guarda, idiota, ci sono ancora tutt- ”


“ Adesso non più ahahahah. ” ( sfila la banconota sotto il suo naso )



“ Quell’idiota, non cambierà mai ”

“ Sasuke, veni a prendermi, sempre se ci riesci! ”

Scavalcarono il cancello, si diressero, lì, al club di scienze.

Hinata tirò fuori un mazzo di chiavi, si avvicino alla porta dell’ufficio laterale, infilò la chiave nella toppa e la girò.

Sasuke aveva sempre avuto un brutto presentimento a proposito di quello studio, sin dal primo momento, e non vedeva l’ora di sapere che cosa nascondesse.

La ragazza aprì la porta che al moro sembrò muoversi con una lentezza estrema e quello che vide fu davvero inaspettato.

L’intera stanza, senza tralasciarne un  singolo angolo, era tappezzata di fotografie di Naruto. Il suo volto sorridente irradiava le pareti, riempiva l’aria di gioia, e donava a quell’atmosfera tesa e cupa, un secondo di pace e calma.

I due fratelli erano sconvolti, non riuscivano ad avere chiara la situazione.

A primo impatto, Sasuke pensò che, o Hinata, o Neji, avessero una cotta per lui, ma poi notò un particolare che prima, distratto dall’immagine del suo amico, non vide.

Su alcune delle fotografie erano conficcati dei pugnali, quasi come se qualcuno, nel tempo libero, si divertisse a centrare la faccia del biondo da lontano.

<< Vorremmo una spiegazione a tutto questo … di grazia. >> Esordì Itachi, desideroso di diradare la nebbia che si era formata intorno a quella situazione.

Si misero in ascolto.


<< A-all’inizio … all’inizio, almeno per me, era tutto c-come un gioco, Neji e gli altri si divertivano a fargli dispetti … volevano fargliela p-pagare … >>

Sasuke avanzò prendendola per il collo della maglia e strattonandola.

“ PERCHÉ? DIMMI PER QUALE MOTIVO! ” Gli urlò contro adirato.

Itachi intervenne tirandolo indietro e mettendogli una mano sulla spalla con l’intenzione di farlo calmare.

<< Vai avanti. >> Continuò.

<< … Quel giorno di undici anni fa … faceva davvero freddo, lo ricordo ancora.  Sei persone, persero la loro famiglia, sei b-bambini per la precisione. >>

<< Undici anni fa … >> Sasuke ricordò subito cosa successe undici anni prima. In che modo, il tutto, aveva a che fare con la morte della famiglia di Naruto?

La pioggia lì fuori, non faceva altro che far aumentare la tensione e quasi scandiva il ritmo delle parole di Hinata.

<< Insieme ai g-g-enitori di Naruto Uzumaki, Morirono anche altre tre persone, di cui due erano i genitori di Neji e tecnicamente anche i miei e di altri tre bambini: Karin, Suigetsu e Juugo, poiché eravamo t-t-utti e quattro cresciuti con loro. >>

“ Suigetsu … questo nome. Sono sicuramente i tre ragazzi che hanno aggredito Naruto … ”
Gli vennero improvvisamente in mente le parole del suo amico.

“ Per il ritorno dei miei genitori, io la zietta organizzammo una bella festicciola, vennero anche i vicini, di cui non ricordo molto bene i volti … ”

“ Quindi i due vicini rimasti coinvolti, non erano altri che i genitori di Neji … ”

“ Dimmi dove si trova Naruto! Cosa gli stanno facendo? ”

<< Non lo so, è per questo che sono venuta a cercarti, non sapendo a chi rivolgermi … all’inizio pensavo che avrebbero continuato così, facendogli soltanto qualche sgarbo e invece … poco fa ho trovato questo biglietto sulla scrivania. >>

“ Oggi, finalmente, giustizia sarà fatta.
 Il sole tramonterà come ogni dì,
ma stavolta, sarà per sempre.
N.K.S.J.”


 La scrittura ordinata ed omogenea di Neji aveva mostrato parole che a Sasuke, fecero rizzare tutti i peli, agghiaccianti, nel vero senso della parola.

Mentre Itachi, aveva capito solo che in quella situazione non c’era niente che gli piacesse. Tutta quella storia della perdita della famiglia, i sei bambini e così via non gli aveva chiarito nulla, anzi, nella sua testa c’erano ancora più domande, ma capì perfettamente che quello non sarebbe stato il momento per ricevere delle risposte.

“ I miei presagi erano fondati dopo tutto. Dove vado adesso? Cosa faccio? Farò in tempo? Voglio esserci, voglio portarti indietro, per favore! ”

“ Sasuke, lo sai? sei e sarai sempre il mio più acerrimo rivale, ma prima ancora, una persona speciale, perché io lo so, tu sarai sempre al mio fianco, nel bene e nel male e anche io farò lo stesso. ”

“ Quando?... Quando me l’ha detta una cosa del genere? Perché mi viene in mente ora? ”

Il suo corpo iniziò a muoversi, dirigendosi chi sa dove. Qualcosa di cui non conosceva l’entità gli diceva di andare, di sbrigarsi.

Per la prima volta dopo anni, sentì le lacrime rigargli il volto, era qualcosa come nostalgia mista a dolore, tristezza e solitudine, un ansia implacabile, il peso di una colpa che non poteva essere redenta se non con la morte, così pesante che quasi lo fece star male. E poi, ancora, aldilà di tutto questo, una grande dolcezza e un calore immenso, quasi come se le gocce di quella pioggia, che ora gli stavano cadendo addosso, fossero, in realtà, lacrime di sole.

La mente era offuscata, i suoi occhi guardavano ma non vedevano. Lui non sentiva niente, neppure in mezzo a tutto quel casino, dove le persone scappavano di qua e di la per non bagnarsi, le auto, i clacson che non la smettevano di suonare per l’ingorgo che si era creato, intorno a lui c’era una totale assenza di rumore.

Sentiva soltanto il battito del suo cuore, o forse no, forse quello non era il suo cuore.

Stava correndo da quando era uscito da casa sua, eppure, non provava stanchezza, non sembrava fosse lui a muoversi, tutto fluttuava nell’aria, come se stesse aspettando qualcosa, come se il tempo stesse per fermarsi.

Gli altri due lo seguirono a ruota per tutto il tempo.

Sasuke prese il pullman, sotto gli occhi stralunati dei due ragazzi. Ma appena Hinata vide la destinazione sul biglietto, spalancò gli occhi e avanzò come se avesse capito.

Itachi si affidò a loro due, voleva porre milioni di domande, ma non ebbe il coraggio di spezzare il silenzio. Non aveva mai visto suo fratello in quello stato, era diverso, nei suoi occhi c’era un'altra luce.

Nessuno riusciva a stare fermo … chi tamburellava le dita sulle pareti del mezzo di trasporto, chi sbatteva ripetutamente il piede a terra, di si mordeva le labbra.

Il pullman si fermò, i tre scesero e si ritrovarono in un piccolo paese, anche lì pioveva a dirotto e ormai il sole era calato da un pezzo.

Continuarono la corsa, Sasuke e Hinata sembravano sapere dove andavano.
Arrivarono nella periferia, c’erano pochissime case, intervallate da distese erbose, lampioni quasi inesistenti e infondo alla strada vi erano due villette, o meglio, una villetta e quello che sembrava essere un cumulo di macerie.

Hinata iniziò a dirigersi verso l’edificio che in passato era la sua abitazione.

Dalle finestre adesso, si intravedevano delle lingue infuocate.

Sasuke si era ripreso, iniziò a vedere chiaramente quello che fino a quel momento gli era sembrato un sogno, come aveva fatto ad arrivare fin lì? Cosa stava succedendo?

Quei bastardi avevano dato fuoco alla casa e con tutta probabilità c’era Naruto al suo interno!

“ Resisti, resisti, ti prego! ”

Si avvicinò alla porta d’entrata e inizio a colpirla a spallate, ma non si mosse di un millimetro, era senza forze.

Intervenne così suo fratello che con due o tre colpi ben assestati la fece crollare.

A quel punto fu Hinata a guidarli all’interno della casa, anche se iniziò a tossire per via del fumo.

L’incendio era stato appiccato da poco e quindi le fiamme avevano invaso solo il piano superiore.

Salirono le scale, che per fortuna erano di solido marmo e, una volta giunti al piano superiore, invece, incontrarono le fiamme.

<< NARUTO! RISPONDI SE RIESCI A SENTIRCI! >>

<< UZUMAKI – SAN! >>

<< NA-CHAN! DOVE SEI? >>

Continuarono così per un bel po’, la casa era piuttosto ampia e nel secondo piano c’era circa una decina di stanze.

Iniziarono a cadere delle travi.

“ Di nuovo questa sensazione … ”

C’era qualcosa che lo attirava infondo all’ampio corridoio.

Hinata stava quasi per perdere i sensi per la mancanza di ossigeno, quindi Itachi decise di riportarla all’esterno, la prese in braccio e disse a Sasuke di stare attento e di aspettarlo.

Il moro non aveva ascoltato una sola parola, si sentiva di nuovo in quel modo, come se stesse sognando, invaso da una scia di sentimenti controversi.

Appena avvicinò la mano alla maniglia dell’ultima porta, questa cadde.

Adesso notava benissimo che era lì che era stato appiccato l’incendio, era il punto della casa più rovinato e le fiamme erano decisamente più fitte.

Si fece forza e si portò le braccia a proteggersi il volto.

Con uno scatto attraversò quella parete di fiamme che gli si parava di fronte procurandosi alcune ustioni.

La situazione aldilà della porta non era migliore anche se c’erano degli spazi ancora vuoti.
Iniziò davvero a credere che non l’avrebbe più rivisto, eppure, dentro di lui sentiva come una calma che non poteva essere in alcun modo descritta.

Poi tra le fiamme notò qualcosa di molto familiare era la sua solita felpa nera e arancione. Lo aveva cercato con lo sguardo basso, credendo che fosse svenuto sul pavimento, e invece, lo intravide soltanto quando alzò gli occhi.

<< NARUTO, ASPETTAMI! >>

Il biondo era stato appeso con una fune ad una trave del soffitto, e se la corda si fosse bruciata lui sarebbe caduto tra le fiamme. Ed era proprio quello che stava accadendo.

Iniziò ad avere la vista offuscata, un altro po’ lì dentro e avrebbe perso i sensi, perfino le finestre erano sigillate.

Arrivò da Naruto, che non era cosciente, Sasuke non sapeva nemmeno dire se fosse vivo o meno.
 Prese una sedia, anche se era pericolante.

Cercò di staccare l’ultimo pezzetto di fune che teneva sospeso il suo amico, con le chiavi di casa sua, tenendolo al tempo stesso coi piedi poggiati sulla sua stessa seggiola.

Temeva di non farcela e sussurrava a Naruto, parole che molto spesso non riusciva a finire per la mancanza d’aria.

Ad un certo punto sentì l’appoggio sotto di loro cedere, era stato già corroso dalle fiamme. Per istinto avvolse il suo amico in un abbraccio protettivo e caddero tutti e due verso il basso, poiché la corda non resistette al peso di entrambi.

Voleva rialzarsi. Voleva portarlo in salvo, me era come se non riuscisse a muoversi.
Incurvò gli angoli della bocca in un sorriso amaro.

Avvicinò il suo volto a quello di Naruto per accertarsi che respirasse ancora, e gli sfiorò le labbra con le sue, certo che sarebbe stata la sua, no, la loro, ultima occasione.

<< Sa- s-uke … t-ti a-mo … >>

Gli sembrò quasi di sentire queste parole mentre perdeva i sensi e  tutto diventava buio …

Continua …
   
 
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