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Autore: Jade_Horan    18/10/2013    6 recensioni
Premetto dicendo che non cancello questa storia solo perchè (non so grazie a quale orrendo incantesimo) a qualcuno piace.
►One direction nel mondo di Harry Potter◄
Dal 1° capitolo:
"Mi guardai allo specchio, mi sentii strana.
Primo giorno di una nuova straordinaria scuola, divisa ancora incompleta… fino a una settimana prima ero convinta di essere una Babbana, ma in realtà ero tutt’altro. Fino a una settimana prima non mi sarei mai aspettata di andare in una nuova scuola, in cui si usano le bacchette magiche e le pozioni."
[...]
"A pochi metri di distanza da me, un ragazzo biondo con una divisa di Grifondoro aveva appena salutato il padre, per poi sedersi sul suo baule,pensieroso. Aveva i capelli di un biondo magnifico, e degli occhi azzurri che avrei notato anche a chilometri di distanza.
Erano un puro concentrato di oceano,misto a cielo, acqua pura e cristallina, e gelato al gusto puffo"
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Magia?" "No, Amore!"
 
2. “Diagon Alley!”

 \«Ehi, Walker, sbrigati!» mi chiamò qualcuno
«Arrivo!» urlai. Avevo una gonna rossa, con delle sottilissime righe color oro, delle calze e degli stivaletti neri corti fino alla caviglia. Indossavo un maglioncino bianco, e dallo scollo si intravedeva il colletto di una camicia. Avvolta al collo avevo una cravatta dalla stessa fantasia della mia gonna.
«Abbiamo incantesimi, sbrigati!» continuò quella voce \


Mi svegliai, ed era giorno.
Ero stranamente entusiasta. Ai miei piedi c’era ancora Vaniglia, addormentata all’apparenza, appollaiata teneramente sui miei piedi.
Appena si svegliò mi saltellò accanto, le accarezzai un po’ le piume. Volò via uscendo fuori dalla finestra. Mamma disse che era normale, lei era come se fosse un postino.

Mio padre piombò in camera con un perfetto tempismo, dicendomi che andava a lavoro.
«Pà, ma che lavoro fai?» gli chiesi curiosa
«Lavoro per la segreteria di Hogwarts. Mi occupo di tutto ciò che accomuna Hogwarts con la Gringott, la banca dei maghi. Te ne parlerà mamma. Sappi che è il posto più sicuro dove custodire qualcosa,dopo Hogwarts naturalmente. Ciao tesoro, Bobby mi aspetta.» ed uscì.
Mio padre è sempre stato uno che va sempre di fretta. Bobby era un suo collega di lavoro, il suo migliore amico, per giunta.

Mi alzai e mi stiracchiai un po’. Aprii la finestra completamente,per far cambiare l’aria e, prima di uscire, passai davanti allo specchio.
Mi fermai, e mi guardai.
I miei capelli color cioccolato erano spettinatissimi, i miei occhi verde-azzurro erano diversi dalla giornata precedente, cambiano a seconda del tempo e del mio umore. Quel giorno erano azzurrissimi, color cielo, segno che ero felice. Ogni tanto c’era qualche spruzzo di verde qua e là.
I miei occhi erano l’unica cosa che mi piaceva di me stessa, oltre la mia voce.
Ho sempre amato cantare, fin da piccola.
Mio padre mi ha sempre presa in giro (in senso buono) dicendomi che ero nata cantando.
La mia pelle era sempre stata troppo chiara per i miei gusti; avrei voluto i capelli più ricci; avrei voluto essere un po’ più alta del mio metro e 62; avrei voluto essere più magra, anche se mamma mi ha sempre detto che ero perfettamente giusta di peso.
Ma si sa che non si può avere tutto dalla vita, quindi, mi accontento del mio aspetto fisico, così ho una scusa in più per curare l’aspetto interiore, no?

 
“La mia regola per vivere bene? Pensare positivo!
Peccato che non molto spesso la rispettavo!”

Mi preparai, e scesi a fare colazione.
Trovai mia mamma già pronta, truccata, profumata e vestita, mentre preparava la colazione con un enorme sorriso stampato sulle labbra.
Erano dei.. dei.. dei Pancakes!
«Buongiorno!» esclamò lei tutta contenta «Sei pronta per la tua avventura a Diagon Alley? Oggi ti porterò sul mio posto di lavoro! Quante volte ho sognato di portarti a prendere le misure per le divise, piccola mia!» disse, in preda ad un attacco di euforia «Pancakes!» aggiunse, mettendomene due davanti, nel piatto.
Erano fumanti, dai pendii di quel concentrato di dolcezza si poteva osservare la scioglievolezza del cioccolato e dello sciroppo d’acero che si univano insieme creando uno strabiliante sapore… ok, basta improvvisarsi Chef!

-

Per tutta la mattina mamma non fece altro che aggiungere cose alla mia lista degli oggetti da comprare. Continuava a dirsi che le mancava ancora qualcosa, ma non capiva cosa.
Mia madre, oltre a essere sempre euforica e frettolosa, era anche molto smemorata.
In effetti mi chiedo da chi io abbia preso tra i due, papà è così preciso, mamma è così smemorata.. credo di essere la perfetta via di mezzo tra i due!
Ma basta parlare di me, parliamo di Diagon Alley, piuttosto.
-

Mamma mi potrò al “Paiolo Magico”, (corrispondente al il “Pub” dei Babbani, in poche parole).
Era un luogo molto buio, c’era qualcuno che beveva, altri che mangiavano, avevano tutti un aspetto piuttosto bizzarro.
Quasi tutti i maghi avevano la barba lunghissima, chi fino alla pancia, chi di meno e chi di più.
Alcuni indossavano dei cappelli a punta, ma molto diversi da quelli che vendono per Halloween.
Erano più realistici, più dall’aspetto antico o trasandato, e spesso molto consumato.
Dopo aver mangiato qualche cosa di insolito, come le patatine fritte saltellanti (che non facevano altro che rincorrersi dentro al piatto e saltellare da un piatto all’altro) e qualcosa di più normale, come un normalissimo cheese-burgher  io e mamma ci avviammo in quella che sembrava una normalissima stanza.
Era piccolina, circondata da 4 mura in pietra.
Mamma cacciò fuori la sua bacchetta magica e diede vari colpetti su quelli che sembravano normalissimi mattoncini.
Questi ultimi cominciarono a muoversi, creando un meraviglioso arco, che ci collegava ad una strada abbastanza affollata da maghi di tutte le età.

Passammo davanti a migliaia di negozi, come quello dove era esposta la bellissima e nuovissima Nimbus Duemila, oppure quello dove vendevano gufi, barbagianni e civette.
Alcuni giovani maghi guardavano quel manico di scopa come fosse oro, e mamma disse che era normalissimo, era il nuovo modello.
(«Insomma, come se fosse esposto un bellissimo e meraviglioso anello in una gioielleria, con tutte le ragazze che lo vanno a vedere!», affermò mia madre)

«Eccolo lì, quello è il mio negozio di sartoria. Spero che oggi nessuno si sia arrabbiato per via della chiusura….» disse lei, indicando euforica un negozio dall’aspetto vintage.
Entrammo nel negozio, e mamma mi fece accomodare (si fa per dire, ero in piedi!) davanti allo specchio. Mi guardai intorno, mentre mamma pendeva le misure per mio vestito.

Erano le due e qualcosa, ed era trascorsa circa 1 ora e mezza da quando mamma mi teneva intrappolata nel suo negozio, cercando di confezionarmi la gonna più perfetta che avesse mai confezionato. O almeno lei la definiva così.
Mi misi a riflettere su come quel posto potesse essere così interessante e strabiliante rispetto a quello dei Babbani.
Di solito, i Babbani, avevano un concetto molto differente della parola ‘mago’: “Persona pazza che illude i bambini insulsi ed inetti di saper cacciare fuori dal cilindro un coniglietto tenero e bianco.” Oppure “persona che si veste in modo strano e illude le persone per farci soldi” ma in realtà è tutto il contrario, a Diagon Alley nessuno indossava i cappelli con le stelline, o i mantelli tutti sgargianti e lucenti che indossano quegli “illusionisti” da quattro soldi che si spacciano per maghi.

«Magnifica, fantastica, perfetta» continuò mia mamma, perfezionando le ultime modifiche della mia divisa.
Era tale e quale a quella del mio sogno: una camicia color crema con lo Stemma di Hogwarts cucito sul taschino, con le maniche corte fino a poco prima del gomito; una cravatta nera con lo Stemma di Hogwarts al centro, in basso ed una gonna nera.
(«Per ora», mi rassicurò mia madre, «sono "bianche" solamente perché non sei stata ancora assegnata a nessuna casa»)
Sarebbe bastato un colpo di bacchetta per dar colore a quegli indumenti.

Mamma confezionò la mia gonna, e la mise dentro una busta insieme alla cravatta, alla camicia, ad un paio di calze non troppo coprenti nere e degli stivaletti corti fino alle caviglie neri.
Era la nuova divisa delle ragazze, più comoda rispetto al classico mantello nero, che usavano solo quelli dell’ultimo anno e gli altri studenti durante gli esami, o durante i duelli tra maghi, oppure i prefetti che sentivano di dover essere ‘diversi’ e dover distinguersi dalla ‘massa’...
Ma i mantelli Hogwarts non li abbandonava di certo! Avremmo dovuto indossarli talvolta che faceva molto freddo, oppure quando dovevamo uscire per andare nelle serre durante le lezioni di erbologia, o quando eravamo a pozioni.. o almeno così riferì mia madre.
Disse che per il mantello e per le altre cose non c’era problema, Hogwarts mi avrebbe fornito di ogni cosa una volta smistata nella mia casa.
La divisa dei ragazzi, invece, consisteva in un paio di jeans/pantaloni neri ed una camicia come quella delle ragazze, ma dal taglio più maschile ovviamente. Anche i ragazzi dovevano indossare le cravatte della propria casa.
Ero entusiasta della nuova divisa, anche se avevo sempre odiato le gonne.
Quella che mi aveva confezionato mamma aveva piccole balze verticali, era corta fino a poco prima del ginocchio, e non era affatto vaporosa. Insomma, aveva fatto di tutto per farmela piacere.
Sono sempre stata una ragazza “strana” nel vestire, mi sono sempre piaciuti i papillon e le cravatte, quindi non avrei mai avuto paura di indossarli per andare in giro.
Comunque, basta parlarvi di me, parliamo di Diagon Alley piuttosto.

-

Dopo di questo mamma ed io ci avviammo in un negozio che assomigliava tanto ad una vecchia libreria.
Dietro una specie di bancone c’era un uomo anziano dalla lunghissima barba, la più lunga che avessi mai visto.
«Buongiorno Danielle, è da parecchio che non la vedo. E questa bella ragazza?» chiese il negoziante, facendomi diventare paonazza.
«Buongiorno Getilius, questa è mia figlia Pree. Quest’anno frequenterà Hogwarts, ci servono tutti i libri del sesto anno»
«Perfetto, glieli prendo subito. Prendo anche inchiostro, calamaio e il resto?»
«Certo, Getilius, grazie davvero!» replicò mia madre tutta contenta. Sembrava quasi più felice di me.
Gentilius si allontanò, entrando in una grande stanza, mentre mamma si accomodò su quella specie di mini-salottino d’attesa, di fronte alla porta d’entrata.
«Vedi, Preziosa, a Hogwarts ci sono ben 7 anni di studio. Quello che non ti ho detto in questi anni  sarà semplice da imparare, ma lo deciderai tu. Quella che ti ho mostrato ieri è la lettera che hai ricevuto ad undici anni... non ho voluto mostrartela per.. per paura. Paura della tua reazione. Pensavo fossi troppo piccola e…»
«Mamma, non preoccuparti. Adesso l’ho scoperta, ed è andato tutto bene.» la rassicurai
«Si, ma tu avresti potuto andarci dal primo anno, Pree.»
«Ma non si può tornare indietro, mamma. E poi, io adoro la mia vita così com’è, non potrebbe andare meglio. Perché da quando mi hai raccontato di Hogwarts è diventato tutto più felice. Quindi, considera che quello di dirmelo dopo non è stato un errore. Considerando che a undici anni avevo la continua paura che ci fosse nascosto qualcuno nell’armadio, credo che avrei categoricamente rifiutato di andarci..» dissi ridendo
«Ok, Pree» disse mia mamma tornando incredibilmente seria «Ci vorrà un mese di studio teorico ed un bel po’ di pratica prima che tu ti rimetta a pari con gli altri. Che ne dici, visto che manca una settimana, a cominciare prima gli studi? Tanto, credo che tu sia interessata. Ho conservato tutti i miei libri fino a quelli del quinto anno, perfetto, no? Per le spiegazioni pratiche potrò farti vedere tutto ciò che vorrai, ma…» disse queste ultime parole abbassando la voce «…non so se ti farò provare qualcosa.. è vietato, sai?» mi fece l’occhiolino, io annuii contenta.
Prima cominciavo, meglio era.

-

Tornammo a casa, guardando tutti i nostri acquisti.
Ci mettemmo ben poco a trovare la mia bacchetta ideale, in un negozio dall’aspetto antico (proprio come gli altri) chiamato “Olivander”.
Era fatta di un legno chiarissimo, abbastanza flessibile, lavorato con molta classe. Era abbastanza lunga e molto elegante, mamma continuava a dire che era perfetta.

-

Mamma era sempre stata una tizia molto vivace, esuberante, entusiasta per la minima cosa.
Non è molto difficile stupirla.

-

Mentre preparava la cena, io continuavo a guardare tutti i libri comprati, quello di pozioni mi interessava moltissimo, ma mamma mi vietò di leggerlo prima del tempo, se volevo leggerne qualcuno dovevo cominciare da quelli del primo anno..
Finii i libri di incantesimi, pozioni, storia della magia, erbologia e difesa dalle arti oscure del primo anno in poche ore, forse 2 o 3 e mezza, erano molto più piccoli e semplici di ciò che mi aspettavo.
Ero sempre stata una ragazza intellettuale, mi piaceva leggere.
“Leggere è più di sfogliare le pagine e guardare delle parole, raggruppate in frasi, in strofe, o in capitoli. Leggere è trasportarsi in un altro mondo, ed isolarsi da quello vero.”

Incurvai le mie labbra quando finii di leggere il libro.
Non vedevo l’ora di leggere quello del secondo anno, ma mamma disse che non ce n’erano molti, il secondo anno è l’anno della pratica!
Mi mostrò, nel giro di una buona mezz’ora il principale incantesimo che si impara nei primi giorni del secondo anno ma, quando le chiesi disperatamente di provare, lei rifiutò, dicendomi che era ancora presto.
Mi dispiaceva non aver scoperto prima Hogwarts, ma mamma disse che avrei recuperato tutto nel giro di un solo mese.

Ero abbastanza spaventata dal fatto di essere molto indietro con il programma, e mamma se ne accorse. Mi chiese se avevo cambiato idea, ma io le dissi di no.
Ero sempre stata una ragazza molto studiosa, avrei recuperato in fretta. O almeno così diceva mamma per rassicurarmi.
Forse il mio nervosismo era dovuto solamente al fatto che avrei ricominciato una nuova scuola, che avrei ricominciato da (quasi)zero.
“Ma si boccia a Hogwarts?” mi chiedevo. Tutte le cose magiche erano così diverse da quelle dei Babbani.

-

Ero così nervosa di cominciare la nuova scuola.. ero preoccupata, sapevo di essere per l’ennesima volta “quella nuova”, quella che non apparteneva ancora a nessuna casa, quella indietro col programma di anni ed anni. Beh, era quella la cosa che mi spaventava maggiormente.

Cercai di rilassarmi, infilandomi il pigiama e leggendo qualcuno dei miei libri di incantesimi del secondo anno.
Erano interessantissimi, ma decisi di non leggere troppo e di non perdere troppe ore di sonno.
Mi addormentai con mille pensieri nella mente.

-

Narratore esterno.

Nel giro di una settimana, la dolce e timida Preziosa riuscì a leggere tutto il programma di Hogwarts con costante interesse, fino ad arrivare a metà anno di 5°.
Era sempre stata molto abile nel ricordarsi formule, pozioni, e personaggi importati.
Se solo si impegnava un po’ di più del solito sapeva ripetere perfettamente un capitolo di storia solamente dopo averlo letto.
Mi correggo, scusate, Storia della magia.
Anche per Preziosa era strano studiare cose tanto interessanti quanto assurde.
la sua casa aveva subìto un enorme cambiamento, da quando scoprì di essere una maga.
La madre, in quella settimana, le aveva dimostrato in modo pratico tutto ciò che aveva studiato la figlia nei libri di incantesimi, e ogni tanto discuteva con lei di qualche famoso inventore di pozioni, o di qualche strano mago vissuto in un tempo lontano al loro.
In questo modo, senza saperlo, Preziosa si tenne in costante allenamento, ed era quasi alla pari degli altri studenti, senza neanche aver fatto il minimo sforzo: solo pura curiosità ed intelligenza.

Il giorno prima della partenza, Danielle aveva preparato frettolosamente il baule di Preziosa, anche se in realtà la figlia avrebbe voluto prepararselo da sola.
Preziosa era convinta che stesse succedendo tutto così in fretta, ma si era abituata subito a vivere in una casa circondata da quadri che la salutavano, incantesimi di qua e di la, gufi che volano e cene che si preparano da sole. Le piaceva vedere tutto completamente più interessante, divertente… magico!
Il 31 di agosto, Preziosa augurò la buonanotte a sua madre e a suo padre, per poi andare a leggere qualche pagina del libro di pozioni del 5° anno.
Pozioni era la sua materia preferita, mentre a volte trovava stressante erbologia rispetto alle altre materie.
Verso le undici di sera, Preziosa decise che era il momento di andare a dormire, anche se, per una decina di minuti, rimase a pensare alla sua avventura ad Hogwarts, e a quello che sarebbe successo il giorno dopo.

 
Sorry. Fa davvero pena. Il prossimo sarà più bello, spero ;)
Grazie a tutte quelle che hanno recensito e che recensiranno questo! Volevo dire anche che non sono proprio "espertissima" di Harry Potter. Ho letto "solo" il primo ed il secondo libro, che la mia migliore amica mi presta PAZIENTEMENTE perchè lei non può stare lontana dai suoi Harry Potter , ed io la capisco! Le voglio tanto bene! Ok, basta parlare di me, non vi interessa! :3 anyway, volevo solamente dire che ho letto solo i primi due e prossimamente leggerò il terzo, quindi non immaginatevi le cose che succedono nel 4 o negli altri! Ed ho visto anche il primo film, Ron è di una dolcezza, aw♥!! 
Volevo ringraziare Pree_Everdeen, Felix Tentia e Giadax2000 che mi hanno sempre sostenuta, ma ringrazio ognuno di voi, ringrazio tutti quelli che mi faranno leggere la loro SINCERA opinione sul capitolo  :)

Peace and love :) ♥ ~
  
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