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Autore: SuperEllen    09/04/2008    5 recensioni
«Kisame-san, noi siamo due giornaliste specializzate in gossip. Vorremmo solo documentare la natura dei rapporti sociali all’interno dell’Akatsuki per poter scrivere un articolo, tutto qui.» disse, scegliendo le parole con estrema cura.
«In che senso?» chiese Kisame, che stava cominciando ad interessarsi a ciò che le ragazze avevano da dire.
«È vero che voi dell’Akatsuki siete tutti gay?»
****
L'Akatsuki ha la sfortuna di incrociare il cammino di due giornaliste un po' pazze. Una di loro stima l'organizzazione ed è convinta che i suoi membri siano persone serie e degne di stima. L'altra è una folle amante dello yaoi, ed è convinta che tra i ragazzi dell'Akatsuki ci siano degli intimi legami che vanno ben oltre la collaborazione. Chi delle due avrà ragione? E che razza di articolo riusciranno a scrivere sui membri dell'Akatsuki?
So che il riassunto non è niente di che, ma le sintesi non sono il mio forte... Leggete se vi ho incuriositi. La storia si svolge nel periodo tra la prima serie di Naruto e la Shippuuden.
Genere: Romantico, Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akatsuki, Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Akatsuki Gossip

Akatsuki Gossip

Capitolo 3

Sasori-mio-Danna

 

Susi, da sola nella sua nuova camera, si stava annoiando a morte. Deidara l’aveva lasciata lì, Mimi era chissà dove con Kisame, e lei non aveva nulla da fare. Aveva appeso alla parete una gigantografia di Sasori, da sempre il suo membro preferito dell’Akatsuki. Inoltre aveva buttato un insignificante quadro che stava sopra al suo letto, sostituendo nella cornice la sua adorata foto dell’Akatsuki al completo, che presto avrebbe fatto autografare da tutti. Però quelle modifiche le avevano portato via circa un quarto d’ora, decisamente non sufficiente per poter considerare il pomeriggio “passato”.

Aveva cominciato a passeggiare avanti e indietro per la stanza, sbuffando rumorosamente, quando si rese conto che non poteva andare avanti così ancora per molto. Buttò un occhio sulla porta, che era diventata improvvisamente molto invitante. La raggiunse, si chiese ancora che fare, poi decise di spalancarla e uscire. Camminò per i corridoi, senza sapere dove stava andando. Dopo mezz’ora si sentì un po’ stupida a pensare che si era persa, e tutto sommato desiderava solo incontrare qualcuno che conosceva.

Spataclang!!

Un rumore improvviso e fortissimo provenne dal fondo del corridoio che Susi stava percorrendo. Senza pensarci un attimo, impugnò il suo kunai e corse verso l’ultima porta sulla destra. Al suo arrivo la trovò socchiusa. Furtivamente si mise a sbirciare all’interno, rilassandosi e riponendo l’arma quando vide un ciuffo biondo dimenarsi sotto ad una colossale pila di pentole. Le scappò un ampio sorriso.

«Non c’è niente da ridere, hn!» esclamò spazientito Deidara.

In risposta Susi si avvicinò a lui. Il suo sguardo vagò per la stanza in cui si trovavano. Era una cucina completamente ricoperta di pentole e stoviglie da lavare. A giudicare da quanto erano incrostate, sembrava fossero lì ad accumularsi da settimane.

«Ma che schifo è questo?» domandò disgustata.

Ci fu una piccola esplosione, e Susi subito puntò di nuovo gli occhi su Deidara. A quanto pareva, aveva usato la sua argilla esplosiva per liberarsi.

«È la mia punizione.» disse il ragazzo scacciando la polvere dai proprio abiti «E vedi di non ridere, hn.» si affrettò ad aggiungere prima che la ragazza potesse dire qualunque cosa.

Lei lo guardò per un attimo, provando nei suoi confronti una grande pena.

«Vuoi una mano?» domandò con un sospiro.

Gli occhi del ragazzo si illuminarono.

«Davvero lo faresti?» domandò con un sorriso radioso «Oh, grazie Susi-chan, grazie mille!» e la abbracciò di slancio, rischiando di finire entrambi per terra.

Susi si scostò leggermente da quell’abbraccio pieno d’enfasi, afferrando il volto di Deidara tra le mani in modo da poterlo guardare negli occhi.

«In cambio però voglio una cosa.» disse con fermezza, poggiando la propria fronte su quella dell’altro.

«C-cosa?» balbettò lui, con la gola improvvisamente secca dallo shock: una ragazza stava per… baciarlo?

«Devi presentarmi Sasori!» esclamò Susi con decisione, allontanandosi dal membro dell’Akatsuki.

Deidara ebbe bisogno di un attimo per metabolizzare quelle parole, e solo quando le ebbe comprese si tranquillizzò. Tuttavia si trattò di una reazione momentanea, perché poco dopo si irrigidì di nuovo.

«Vuoi conoscere il mio Danna, hn?» domandò tra il perplesso e il risentito.

«E con ciò? Mica è solo tuo!» rispose ingenuamente Susi.

Con un ampio sorriso, la ragazza afferrò una pentola e cominciò a spazzolarla. Deidara assottigliò l’occhio visibile, ma poi si riscosse e afferrò a sua volta una pentola. Non poteva mostrarsi infastidito, o Susi lo avrebbe preso per scemo!

 

Sonore risate provenivano da una delle camere per gli ospiti. Mimi e Kisame se la stavano spassando.

«E-e poi tu che hai fatto?» domandò Kisame ridendo con le lacrime agli occhi.

«Mi pare ovvio: ho pubblicato le foto e mi sono pure tenuta i soldi!» esclamò Mimi piegata in due dalle risate.

La ragazza era sdraiata sul proprio letto, con il ragazzo seduto accanto, e lei lo stava intrattenendo con alcuni fatti che le erano accaduti, che lui trovava piuttosto divertenti. In quel momento gli stava raccontando di quella volta in cui aveva venduto delle foto all’editore di un giornale rivale, facendosele pagare una fortuna, e poi con una tecnica ninja camuffata da gioco di prestigio se l’era riprese.

«Certo che i non-ninja sono tutti stupidi!» commentò lo squalo.

«Puoi dirlo! E voglio proprio vedere che faccia farà quel babbeo quando io e Susi-chan torneremo al villaggio con un articolo sull’Akatsuki!» disse Mimi carica d’orgoglio.

«Oh, ora che ci penso… Forse dovremmo andare a cercare Susi-chan.» fece notare Kisame.

«Come mai? Non era con Deidara-kun?» chiese perplessa la ragazza.

«Appunto. Deidara ha parecchio da fare ultimamente, quindi l’avrà scaricata da qualche parte…» spiegò l’altro.

Mimi saltò immediatamente in piedi, correndo a prendere il suo blocchetto degli appunti che aveva lasciato sulla scrivania.

«Che genere di cose ha da fare? Sesso?» si affrettò ad indagare.

«Ma tu non pensi ad altro?» Kisame alzo un sopracciglio nel pronunciare quelle parole «Sai che qualcuno potrebbe prenderti per una specie di maniaca?»

«Me lo dice sempre anche Susi-chan, ma la verità è che io ho semplicemente il coraggio di dire quello che tutti pensano. Adesso però rispondimi: sta facendo sesso?» disse Mimi alla velocità di un razzo, con la penna sempre puntata sul blocchetto.

«No, sta facendo Cenerentola.» rispose Kisame, con un ghigno divertito stampato in volto.

«È vestito da donna? Di nuovo?» domandò estasiata la ragazza, con gli occhi puntati sul suo interlocutore e la penna che già scarabocchiava rapidamente degli appunti.

«Tu sei malata!» constatò lo squalo «Sta solo lavando le stoviglie dell’ultimo mese e mezzo, per punizione.»

«Punizione? E perché? Ha provato a portarsi a letto il capo?» le domande di Mimi stavano diventando sempre più assurde.

«Mimi-chan!» dovette richiamarla quasi duramente Kisame «Non - c’entra - il - sesso!» scandì bene, in modo da farsi capire una volta per tutte.

La ragazza mise su un broncio deluso, ma poi fece sparire il blocchetto degli appunti e si avvicinò alla porta.

«Senti, mentre andiamo da Susi-chan possiamo passare a sfottere un po’ Deidara?» domandò con tono quasi ingenuo.

Kisame stava per rimproverarla, ma poi cambiò idea.

«Ma certo!» rispose con un ghigno.

 

Sasori stava attraversando il covo verso una meta ben precisa. I suoi passi erano lunghi e decisi, l’espressione sul suo viso era eccessivamente seria, gli occhi ardevano dalla rabbia. Era furioso. Un certo idiota l’aveva fatta grossa, e doveva pagarla.

Raggiunse la cucina, spalancandone la porta con un calcio.

«Deidara…» sussurrò con disgusto.

Da due punti imprecisati della stanza, tra le pile di pentole fecero capolino due teste, entrambe con lunghi capelli biondi. Lì per lì Sasori rischiò di fare un salto dallo spavento, temendo che il suo incubo si fosse sdoppiato, ma ad un’occhiata più attenta capì che non era così. Una delle due figure, infatti, aveva gli occhi verdi, ed il suo viso era decisamente femminile, ancora più di quello della persona che cercava. L’altra persona, invece, venne riconosciuta per quella faccia da schiaffi di Deidara.

«Danna!» esclamarono all’unisono i due dai capelli biondi, per poi lanciarsi un’occhiataccia di sfida.

«Lui è il mio Danna!» si infuriò il ragazzo, sbattendo a terra una spugna insaponata.

«Te lo sei comprato, per caso?» ribatté la giovane, dimostrando di saper essere acida come uno yogurt scaduto.

«No, ma tu neanche lo conosci! E poi guarda, sta venendo verso di m-» gongolò Deidara, vedendo che Sasori aveva iniziato a camminare nella sua direzione, ma non riuscì a finire la parola “me” perché un pugno del suo Danna lo colpì in piena faccia, facendolo cozzare contro la pila di pentole che aveva alle spalle, la quale gli rovinò addosso seppellendolo completamente.

«Mi sembra di notare che il tuo Danna non sia così felice di vederti.» osservò Susi incrociando le braccia.

Prima che Deidara potesse liberarsi e risponderle a tono, lei si precipitò a stringere la mano a Sasori.

«Sasori-sama, è un onore fare la sua conoscenza! Io sono Susi, sono una sua grandissima ammiratrice.» si presentò.

Sasori fissò inespressivo la ragazza. Si passò una mano tra i capelli rossi, alzando un sopracciglio in segno di perplessità.

«Ammiratrice?» non si capacitava di come fosse possibile.

«Sì, ammiratrice! E ora che ha steso Deidara l’ammiro ancora di più!» esclamò Susi estasiata «Posso diventare la sua apprendista? Vorrei imparare dal migliore marionettista del mondo l’eterna arte delle marionette!»

Sul viso ormai sconvolto del marionettista, la bocca si piegò in un ghigno sinistro. Apprendista. Una ragazza che gli avrebbe fatto letteralmente da schiava, alla quale avrebbe scaricato tutti i compiti noiosi, in cambio di qualche lezione sull’uso delle marionette. L’idea non suonava male. E poi quella ragazza aveva detto che le marionette erano arte eterna, esattamente come la pensava lui: era evidente che fossero sulla stessa lunghezza d’onda.

«Accetto, ma come mia apprendista farai tutto quello che ti dirò.» si affrettò a dettare le condizioni Sasori.

«Ai suoi ordini, Sasori-mio-Danna.» rispose la ragazza mettendosi sull’attenti.

«Bene. Per prima cosa ti ordino di smetterla di lavare stoviglie. Deidara è in punizione, non ha il permesso di farsi aiutare nelle pulizie.» comandò.

Susi annuì, tirando mentalmente un sospiro di sollievo. Neanche lei sapeva a cosa stava pensando nel momento in cui si era offerta di aiutare Deidara a svolgere quel compito ingrato. Non poteva che essere felice di essere stata sollevata dall’incarico.

Nel frattempo il ragazzo dai capelli biondi aveva utilizzato di nuovo la sua argilla esplosiva per liberarsi da sotto alla pila di pentole.

«Danna, perché hai deciso di prendere Susi-chan come apprendista?» si lamentò mentre si spazzava via la polvere dal soprabito nero a nuvole rosse.

«Perché sicuramente mi darà più soddisfazioni di un idiota come te!» lo gelò Sasori.

In quel momento Deidara si sentiva in sostanziale imbarazzo. Sasori stava dando prova di preferire una qualsiasi ragazzina al suo compagno di squadra. Per uno come lui era umiliante. Al suo arrivo nell’Akatsuki ci aveva messo parecchio prima che il marionettista cominciasse a sopportarlo anche solo un pochino, mentre Susi era appena arrivata e già gli stava soffiando il posto.

«Questo non è giusto, hn!» ribatté il ragazzo.

«Non hai il diritto di lamentarti! Dopo aver danneggiato il mio Hiruko con le tue maledette esplosioni, devi ringraziarmi se ti lascio ancora in vita!» gridò rabbioso Sasori.

La litigata sarebbe proseguita se non fosse arrivato un “fattore distrazione”.

«Susi-chan!» esclamò Mimi precipitandosi verso l’amica.

«Mimi-chan!» Susi abbracciò forte l’altra «Mimi-chan, Sasori-sama mi ha nominata sua apprendista!»

«E Kisame-sama mi ha fornito una marea di materiale interessante per il nostro articolo!» entrambe cominciarono a saltellare abbracciate.

«Che genere di materiale?» chiese la bionda quando si separarono.

«Per esempio ha detto che Deida-» cominciò a raccontare euforica la mora, ma venne interrotta da Kisame che si fiondò su di lei tappandole la bocca.

«Cosa le hai detto su Deidara?» si informò Sasori, colto dal disappunto per non aver sentito come terminava la frase.

«Nulla, nulla… Scherzava!» cercò di minimizzare lo squalo, mentre dentro di sé malediceva la lingua lunga della ragazza, ma anche la propria per averle raccontato quel segreto.

Deidara, invece, assunse un’espressione sconvolta. Mimi stava per dire ciò che lui pensava? Kisame le aveva davvero raccontato il suo segreto? No, non poteva essere vero.

«Kisame-san, gliel’hai detto, hn?» domandò con un tono che sembrava supplicasse una risposta negativa.

«Assolutamente no, ma cosa vai a pensare?» mentì spudoratamente Kisame «Vero, Mimi-chan?» aggiunse poi minaccioso, togliendo la mano da davanti alla bocca della ragazza.

«Ovviamente!» gli resse il gioco lei, ma poi non riuscì a trattenersi dall’aggiungere «Sono stata io ad indovinare tutto!»

Ridendo di gusto, Mimi afferrò Susi per una mano e la trascinò di corsa fuori dalla cucina. Doveva assolutamente raccontarle tutto, o rischiava di esplodere. Lei non era mai stata in grado di tenere un segreto per più di cinque minuti. Era per quel motivo che era un’ottima giornalista scandalistica.

Nella cucina rimasero solo un imbarazzato Kisame, che aveva fatto la figura dello spione e se ne vergognava, un perplesso Sasori, che non aveva capito molto di cosa stava succedendo, e un depresso Deidara, che si stava domandando se fosse stato il caso di lasciare l’Akatsuki e cambiare identità.

 

Mimi e Susi correvano, la prima che trascinava la seconda.

«Almeno sai dove stiamo andando?» domandò disperatamente la biondina, che dopo il secondo corridoio in cui avevano svoltato si era già persa.

«Certo!» esclamò in risposta l’amica, che aveva già individuato da lontano la porta della propria camera.

Le due continuarono ad avanzare velocemente, quando improvvisamente qualcosa spuntò fuori dal pavimento bloccando loro il cammino. Siccome ormai avevano preso velocità, non riuscirono a fermarsi in tempo e finirono con l’urtare una figura avvolta in un manto nero a nuvole rosse. Le ragazze vennero sbalzate per terra, mentre la persona contro cui avevano sbattuto rimase a guardarle con i piedi ben piantati in terra.

Gli occhi di Mimi e Susi si posarono prima sui capelli verdi del ragazzo, poi sui suoi occhi gialli, quindi indugiarono sul viso bicolore, per cadere inevitabilmente sulla bocca da pianta carnivora che gli circondava la testa.

«Zetsu…» sussurrarono stringendosi l’una all’altra, intimorite dallo sguardo indecifrabile dell’altro.

«Finalmente vi ho trovate!» esclamò gentilmente la parte bianca di Zetsu, sorprendendo le ragazze.

«Ci cercavi, Zetsu-san?» chiese Susi con cautela.

«Sì, devo controllare che non facciate danni.» spiegò lui.

«Ma per chi ci avete prese?» si lamentò Mimi, alzandosi finalmente in piedi e incrociando le braccia.

«Gli ordini non si discutono!» la rimproverò la parte nera di Zetsu.

«Non essere così severo…» buttò lì la parte bianca.

«Parla da solo, è inquietante…» sussurrò Susi all’orecchio di Mimi, che si ritrovò ad annuire con trasporto.

«Ora devo andare, ci vediamo!» salutò la parte bianca di Zetsu, e prima che le ragazze potessero dirgli qualunque cosa, lui si inabissò di nuovo nel pavimento e scomparve.

«Che tipo strano…» commentò Mimi.

«Concordo.» le diede ragione Susi.

«Ma non pensiamoci: abbiamo un articolo da scrivere!» si affrettò a dire la ragazza mora, percorrendo gli ultimi metri che la separavano dalla sua stanza.

«Giusto! Allora, adesso mi dici cosa ti ha detto Kisame-san?» chiese la sua amica.

Mimi varcò la porta della sua camera, chiudendola poi alle spalle dell’altra ragazza.

Susi si gettò immediatamente sul letto, estraendo carta e penna da una tasca.

«Allora, raccontami tutto!» esclamò.

La sua migliore amica la raggiunse, con in mano il blocchetto dove aveva segnato gli appunti, e cominciò a raccontare dall’inizio, cioè da quello che Kisame le aveva detto all’orecchio quando si trovavano ancora al villaggio.

«Tutto questo spiegherebbe il comportamento assurdo di Deidara…» rifletté Susi ad alta voce.

«Che comportamento?» domandò incuriosita Mimi.

A quel punto fu il turno della biondina di raccontare quello che era successo. Spiegò le strane reazioni di Deidara, ritrovandosi poi a guardare perplessa l’espressione estasiata dell’amica.

«Perché fai quella faccia?» si informò.

«Ma non capisci?» il sorriso di Mimi si fece ancora più ampio «È evidente che Deidara-kun sia innamorato di Sasori-san!»

«Io non credo sia così evidente. A mio avviso è solo geloso perché ha bisogno di attenzioni. Anche tutta quella faccenda dell’essere gay e vestirsi da donna… Per me è solo una specie di richiesta d’attenzione.» disse la sua Susi.

Mimi si sbatté una mano sulla faccia. Ma com’era possibile che la sua amica non ci arrivasse? Eppure era tutto così semplice! Deidara era gay, ed era innamorato di Sasori. Era così difficile da capire? Lei non ci vedeva nessun concetto impossibile.

«Ma sei scema?» si informò la ragazza.

«No, è solo che a differenza di te non sono una maniaca sessuale che vede yaoi da tutte le parti.» rispose tranquillamente.

«Io non sono una maniaca sessuale! E il mondo è pieno di yaoi per gli occhi di chi sa riconoscerlo!» sbuffò Mimi.

Susi scosse la testa, poi decise di fare sul serio. Di quel passo avrebbero continuato a bisticciare in eterno, dovevano cominciare a buttare giù qualche domanda per le interviste.

«Come ti pare… Piuttosto, dammi qualche idea su cosa potremmo chiedere a Kisame-san nell’intervista.» disse frettolosamente.

Mimi assunse un’espressione furbetta.

«Un’idea ce l’avrei. Hai visto che Kisame-sama ha la pelle azzurra, no? Ecco, io sono curiosa di sapere se è dello stesso colore anche…» rispose in fretta la ragazza, per poi fare un esplicito gesto che stava ad indicare un organo genitale maschile.

«MIMI-CHAN!» gridò furiosa Susi, strabuzzando gli occhi «Sei maledettamente ossessionata dal sesso!»

«Non è vero: non sono minimamente interessata a fare del sesso!» esclamò in risposta Mimi fingendosi scandalizzata, ma sorridendo maliziosa.

«Infatti sei un’inguaribile guardona! Se solo fossero più grandi, spieresti anche le formiche mentre si accoppiano!» quasi urlò la sempre più esasperata Susi.

«Non è vero.» disse seria l’altra «A me non interessa guardare gli animali, soltanto le persone. Le foto vengono meglio se scattate a qualcuno che può fare notizia!»

Susi alzò un sopracciglio. «Se lo dici tu…»

La discussione non andò oltre. Infatti si sentì un forte bussare alla porta. Le due si guardarono perplesse. Chi poteva essere?

“Sarà Kisame-sama!” si disse mentalmente Mimi, per poi dirigersi verso l’uscio.

 

Note dell'autrice:

Sinceramente questo capitolo non è che mi convince tanto in alcuni punti. Comunque il fatto principale che volevo trasmettere era... La fissazione maniacale di Mimi! XD Come avete potuto notare, invece, Susi è l'esatto opposto della sua amica. Anzi, non crede nemmeno al fatto che Deidara sia gay, è convinta che si comporti così solo per bisogno di attenzioni... ^^ Ma alla fine chi delle due ragazze avrà ragione? Questo potrete scoprirlo solo andando avanti a leggere.

 

Angolo dei ringraziamenti:

Sono felice che continui ad esserci gente che legge, e soprattutto commenta, questo parto della mia mente malata. Quindi non posso che mandare un ringraziamento di cuore a tutti quanti.

reader: Mi fa incredibilmente piacere sapere che la storia continua a piacerti! Davvero, ne sono incredibilmente felice! E le tue recensioni riescono a mettermi di buon umore ogni volta che mi sembra di stare scrivendo una schifezza! Per quanto riguarda quello che hai detto su Itachi e Kisame, pens che potrai ottenere una risposta più precisa nel prossimo capitolo, visto che riapparirà anche Itachi che stavolta non c'era. E poi mi avevi chiesto anche quando ci sarebbe stata una scena fra Deidara e Sasori. Più o meno una scena c'è stata, anche se immagino che non era proprio così che te la immaginavi... Ma per qualcosa di meno violento penso che dovrai aspettare ancora un po' (stavolta Sasori è davvero furioso, chissà quando perdonerà il povero Deidara per avergli rovinato quell'orrenda marionetta...)

sango93: Sono felice che la storia ti piaccia, e spero che non ti stia deludendo il seguito. Spero che continuerai a leggere, e magari anche a commentare.

Hikary Saotome: Mi fa piacere che la storia faccia ridere, e mi auguro che continui a risultare divertente! Spero seguirai ancora. ^^

hina_chan: Non avevo mai pensato al fatto che Mimi e Susi potessero ricordare qualcuno! Se tu e tua cugina vi rispecchiate un po' in quelle due, allora suppongo che dovrebbe essere divertente starvi a sentire mentre parlate di argomenti yaoi! Il fatto che all'Akatsuki sono tutti gay è una cosa che pensano moltissime fan, io per prima, quindi penso che la domanda che Mimi ha fatto a Kisame sia stata pronunciata da parte di tutte noi... ^_^ Spero che questo capitolo ti sia piaciuto quanto i precedenti, e che l'atteggiamento da pura maniaca di Mimi non ti abbia scandalizzata... XD

Ok, effettuate le risposte alle recensioni, è il momento di dare un ringraziamento speciale a coloro che hann oinserito la storia tra i preferiti:

13d08c81, hina_chan, KeikoNara, ladymicia, nikynaa, reader, Selvy, sesshoyue, shiba96, tobichan, Yaoista for life

E con questo ho davvero concluso per oggi. Vi saluto, con l'augurio di ricevere tante recensioni, ma soprattutto che la storia continui a piacervi ^^ Ciau!

  
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