è la prima volta che metto le note dell'autore in cima, prima di un capitolo, ma in questo caso mi sembrava più adatto. Volevo solo ringraziare tutti voi, che avete seguito, o recensito, o entrambi, questa storia, spingendomi sempre a continuarla. Ed è il risultato è che, per la seconda -e spero non ultima- volta nella mia vita, sono riuscita a concludere una storia. Quindi, grazie davvero a tutti.
Buona lettura,
Miki.
Buona lettura,
Miki.
Dedico questa storia a Silvia,
che mi ha indirettamente spinta
a scrivere quest'epilogo,
e a scrivere in generale.
Allora io,
scrivo.
che mi ha indirettamente spinta
a scrivere quest'epilogo,
e a scrivere in generale.
Allora io,
scrivo.
Epilogo / This is the end
Li sto immaginando. I suoi occhi dico. Li sto immaginando, più che altro perché vederli non riesco, non si può, allora trovo un’alternativa, una che va bene, che non è migliore, ma mi accontento.
Li sto immaginando, dicevo. Il blu mi spiazza, c’avevo visto l’oceano, pensavo, all’inizio. Ho fatto l’ennesimo degli errori.
In quegli occhi c’ho visto il fuoco, c’ho visto me stesso, c’ho visto anche mio padre, c’ho visto lui, che ora chissà dov’è, ma non importa, tra poco lo raggiungo. Tra poco ti raggiungo, Daiki.
Li sto immaginando, e mi tremano le braccia, le mani, mi trema tutto cazzo, trema tutto, è un terremoto. È un cazzo di terremoto e sono i suoi occhi, nella mia testa, sulle pareti, li vedo ovunque, a generarlo. È un terremoto schifoso, mi scuote, e sto male. Sto male cazzo.
Ma chi se ne frega, tra poco starò bene. Non ho mai pregato ma adesso è questa, la mia preghiera. Non per me, non per gli altri detenuti. Per lui. Ti prego, aspettami. Ti raggiungo, Daiki.
Ti raggiungo.
Li sto immaginando, dicevo. Il blu mi spiazza, c’avevo visto l’oceano, pensavo, all’inizio. Ho fatto l’ennesimo degli errori.
In quegli occhi c’ho visto il fuoco, c’ho visto me stesso, c’ho visto anche mio padre, c’ho visto lui, che ora chissà dov’è, ma non importa, tra poco lo raggiungo. Tra poco ti raggiungo, Daiki.
Li sto immaginando, e mi tremano le braccia, le mani, mi trema tutto cazzo, trema tutto, è un terremoto. È un cazzo di terremoto e sono i suoi occhi, nella mia testa, sulle pareti, li vedo ovunque, a generarlo. È un terremoto schifoso, mi scuote, e sto male. Sto male cazzo.
Ma chi se ne frega, tra poco starò bene. Non ho mai pregato ma adesso è questa, la mia preghiera. Non per me, non per gli altri detenuti. Per lui. Ti prego, aspettami. Ti raggiungo, Daiki.
Ti raggiungo.
Amen.