Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: DianaLoveStory    19/10/2013    1 recensioni
Questa è la storia di Noey, una ragazza di quattordici anni che vive con suo padre a Los Angeles. La sua vita è sempre monotona, ma tutto può cambiare e la piccola Noey si ritroverà davanti fenomeni inspiegabili, come la comparsa di un ragazzo nella città, un ragazzo misterioso che si porta dietro una maledizione da quando era nato. Era successo tutto per sbaglio e perché tutto vada bene lui non si deve innamorare.. ma chissà ...
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
(POV Noey)
-Sai Ryan? Sei proprio uno stronzo d'altronde. Fai solo cose che ti convengono, parli solo di cose che hanno a che fare con te e con le tue cose e poi sei sempre un bambino. Se non ti avessi detto niente te ne saresti andato senza dire più una parola.- stavo diventando davvero nervosa. Le cose erano sempre a favore suo. Basta adesso.
-Rispondi e basta.-
-No che non rispondo. Coolford! Devi essere più maturo, non hai tre anni e non vieni vizziato dalla mamma. Quando ti deciderai a crescere? Eh?- mi alzai velocemente, incrociai le braccia e lo raggiunsi.
Si girò verso di me. Manteneva lo sguardo basso. Era triste, cosa avevo detto di sbagliato?
-Allora?- cercai di farlo reagire. Non lo conoscevo molto, ma con quel poco che sapevo di lui potevo ben dedurre che non era nel suo solito non reagire.
Poi la vidi. Una piccola lacrima. Cristallina e limpida. Scendeva lungo la sua guancia lasciando una scia umida dopo il suo passaggio.
Alzò lo sguardo e mi fissò le pupille. Era inquietante, non lo avevo mai visto così duro e freddo. Non era in lui.
D'istinto allungai una mano e asciugai la sua lacrima. Non sopportavo vederlo così triste.
Sussultò non appena lo toccai. Non era spaventato affatto, ma sembrava sorpreso. Molto.
Feci un passo avanti, verso di lui, e lo abbracciai. Mi sentivo in colpa per aver detto quelle cose, per averlo ferito.
Lui si abbassò assieme a me. Arrivammo entrambi con le ginocchia a terra. Ryan abbassò la testa e poggiò la fronte sul mio petto mentre le mie mani stringevano leggermente i suoi capelli.
Gli accarezzai la testa, più e più volte. Mi faceva stare bene averlo tra le braccia. Il mio cuore batteva e il desiderio di rimanere abbracciata a lui per sempre si faceva spazio nel mio cuore. Era attrazione fisica. Niente di più, non poteva essere nient' altro. Non doveva.

(POV Ryan)
Stavo male. Si, lo ammetto. Stavo soffrendo veramente. Non era colpa dei suoi insulti... ma... mia madre.
Ogni volta che ci penso scoppia a piangere. È Più forte di me. Pensarla mi fa star male.
Lei, la donna che mi ha dato alla luce dopo dieci anni dalla mia nascita, era scomparsa.
Al inizio visitavo spesso la sua tomba, ma adesso no. Non posso. Mi provoca troppa sofferenza.
Sussultai. Noey si stava distaccando da me. No! Non volevo. La tenni stretta a me mentre sentivo i suoi muscoli rilassarsi sotto la mia presa.
Lei era speciale, non volevo farla allontanare. Quella ragazza, per quanto scioocca ed ingenua mi faceva star bene, mi trattavva come se fossi il ragazzo più deficiente del pianeta Terra, ma mi faceva star bene comunque.
-Non lasciarmi.- sussurrai appena. Non volevo mettere punto a quel silenzio ovattato. Era troppo semplice e dolce quel momento.
-No, non ti preoccupare.- aveva capito meglio di me quanto quel silenzio fosse sacro inn quel istante, per questo mi disse al orecchio la piccola frase di quatto parole che fece fermare le mie lacrime, mentre un sorriso spuntava sulle mie labbra.
-Grazie- mi ostinai a dire ma lei mi mise un dito sulle labbra facendomi zittere. -shhh.- quel suono uscì compatto dalle sue labbra carnose. Quelle stesse labbra che avrei baciato un infinità di volte, ma non potevo.
Starle vicino mi faceva sentire strano, fin troppo. Non dovevo ripetere quel sciocco sbaglio fatto all' ospedale.
"Tutto questo è assurdo" pensai "sarà solo attrazione fisica, niente di più."
Cercavo di prendermi in giro da solo. Noey in realtà mi piaceva. Dal primo istante in qui mi rispecchiai nei suoi occhi un brivido mi scese lungo la schiena.
Per essere un ragazzo duro, sembro a tutti senza cuore e senza sentimenti, ma non è cosi. Io ho sempre creduto nel vero amore. Non lo sa nessuno, ho paura che si prendessero gioco di ne e mi deridessero in pubblico.
Sono uno sciocco. Vorrei proprio dire a tutto il mondo che l'abito non fa il monaco. Dopotutto io sono un umano come tutti gli altri come fanno certe persone a pensare che ci sono anche persone col cuore di pietra?
Beh! Non è così. Anche il pugile più bravo al mondo suffre, si diverte, ama, è triste, piange eccetere. Non significa che un killer non tiene a sua moglie o ai figli. Non significa che gli spacciatoti non si innamorano. Non significa NIENTE!
Niente di niente!
L'uomo è stupido. In verità non tutti, ma la maggior parte.
-Ryan?- la voce candida della ragazza mi riscaldò immediatamente il cuore. Come riusciva ad essere cosìtenera ed acida allo stesso tempo?
-Si? Dimmi.- suaaurrai a mia volta poggiando il mento sulla sua spalla. Inndossava una maglietta di cotone bianca con diverse scritte qua è là. Il suo tessuto era morbido come le piume. Mi rilassai.
-Scusami per prima- sospirò- io non volevo farti. . . Beh, rattristire. Ti giuro che non era proprio mia intenzione.- era un po agitata, segno che non aveva la minima idea su che parole usare. Essere diretta o meno? Ecco. Uno dei problemi che hanno la maggior parte delle ragazze.
-Non preoccuparti. Non è successo nulla, dai.- le sorrisi asciugandomi anche l'ultima lacrima versata e mi staccai dall' abbraccio guardandola negli occhi. La sua bellezza è infinita.
-Ti va di parlarne?- chiese seria.
-Sai.. mia madre era morta quando avevo soli dieci anni.- sospirai. La facevo sembrare una traggedia, e per me lo era veramente.
Le mi mise un dito dito sulle labbra zittendomi. Si alzò di fretta e si avvicinò alla libreria. Si trovava accanto alla finestra e si estendeva su tutta la parete. Sono sicuro che comprendesse almeno trecento libri.
Noey scorreva avanti e indietro con lo sguardo. Cosa cercava?
Si fermò di scatto sussultando. Prese dallo scaffale che si trovava sopra la sua testa, un album. Era molto grande e sembrava anche pesante. Quadrato. Era quadrato. Io anche ne avevo uno uguale a questo.
Mi ritornarono in mente i vecchi tempi quando avevo sette anni. Avrvo cominciato a radunare tutte le mie foto in un album.
A quel pensiero mi alzai fi scatto da terra e andai ad aiutarla a sorreggerlo. Avevo ricordato la sua pesantezza.
Ci sedemmo sul letto a gambe incrociate.
Lei prese l'album e se lo mise dinanzi, aprendolo. Girava le pagine una ad una lentamente. Erano tutte foto sue. Poteva avere al massimo sei anni. In ogni foto accanto a lei c'era una donna molto magra con i capelli neri lisci, solo qualche chiocca ribelle che le cadeva sul viso. Indossava degli occhiali da vista neri.
Mi fermai a fissare un'immagine in particolare. La donna era ritratta vicino ad un albero. Vicino a lei si ritrovava il padre di Noey, solo più giovane.
Aveva i capelli mossi. Indossava un paio di jeans strappati in tutta regola ed una maglietta molto attillata. Soliti occhiali neri e occhi penetranti.
Era la coppia identica di Noey. Erano pochi i particolari che le differenziavano.
-È tua madre?- Chiesi incuriosito. Non potevo sbagliarmi.
-Si.- lei mi sorrise. Sembrava un po triste, ma il suo sorriso non sarebbe mai mancato dal suo viso.
-È morta?- mi aspettavo una risposta affermativa e così fu.
-Si, io dovevo compiere otto anni la settimana seguente alla sua scomparsa. Ma lei non aspetto a farmì gli auguri. Ero molto triste in quel periodo. Non mangiavo, non parlavo, non facevo niente. Stavo tutto il giorno a letto con le cuffiette nelle orecchie ad ascoltare Unintended.- fece una pausa riflessiva- Poi, un giorno mio padre mi portò dallo psicologo. Quando realizzai che non l'avrei mai più rivista ho deciso di raccogliere tutte le sue foto, ed anche quelle assieme a me, e metterle tutte in questo album.- lo chiuse.
Rabbrividii. Io, il ragazzo duro continuavo a soffrire come un scemo e lei, la ragazza sensibile, aveva superato tutto in poco tempo.
-No, non sei un scemo, cretino, deficiente o quant'altro. Non lo sei e basta. Tutti hanno momenti in cui si devono sfogare.- era calma e mi sorrideva.
- sei una veggente per caso?- una risatina si fece spazio sulle mia labbra.
-No. . . È solo che da grande voglio fare la psicologa. Una psicologa mi ha cambiato la vita ed io voglio fare del bene, come ha fatto lei con me.- Ecco, un'altro sorriso.
-Grazie . . .- sussurrai e abbassai la testa.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: DianaLoveStory