Quadrifoglio
La barca, attraccata al molo, mossa dall’acqua, crea piccole increspature che s’infrangono sulla riva rocciosa, ma lo sguardo di Zoro è lontano, si perde sulla linea chiara dell’orizzonte, mentre allenta la stretta della corda che ha atteso due anni di sciogliere.
Lancia un’ultima occhiata al castello, dove la flebile luce di alcune candele buca la notte perenne che lo circonda: non proverà nostalgia; al contrario di quella strana ragazza che si ostina a seguirlo nonostante sul suo volto compaia un’espressione tutt’altro che felice.
“Se vuoi rimanere, sei ancora in tempo!” ringhia, ignorando gli striduli rimproveri con cui, per l’ennesima volta, sottolinea che gli sta facendo un favore.
Rimproveri che, all’improvviso, si quietano, restituendo alla spettrale atmosfera di Kuraigana il consono silenzio.
Impegnato a spiegare le vele, la scorge china sul ciglio del sentiero, intenta ad osservare qualcosa.
“Robin, guarda! Che strano fiore…è tutto verde!”.
“Oh, Chopper! Non è un fiore…è un quadrifoglio”.
“Un quadrifoglio!” esclama, portandoglielo sotto il naso, che si accartoccia su se stesso, infastidito. “Sai che ogni foglia racchiude un significato diverso?”
“…secondo alcune credenze popolari, ogni foglia rappresenterebbe qualcosa: la prima è per la speranza, la seconda per la fede, la terza per l'amore e, ovviamente, la quarta simboleggia la fortuna”.
“Davvero?”.
“Certo. Puoi regalarlo a chi vuoi, in questo modo è come se augurassi alla persona cui l’hai donato di trovare speranza, fede e via dicendo”.
“L’ho sentito dire, si”. Un piccolo sorriso gli s’incunea tra le labbra che tornano immediatamente ad appiattirsi davanti all’espressione perplessa con cui Perona gli porge il quadrifoglio. “Tienilo. Avrai bisogno di molta fortuna per poter salpare da Sabaody senza le interferenze della marina”.
Zoro, tuttavia, rifiuta, suscitando le sue capricciose proteste, rese particolarmente teatrali dal modo in cui rotea l’ombrellino rosa sopra la testa.
“Ah, smettila!” replica, stordito dai suoi gridolini, mentre il vento inizia a gonfiare le vele, sospingendolo dolcemente al largo.
“Io non credo nella fortuna…”, la sua voce diviene flebile quanto un sussurro, “…e le altre cose me le sto andando a riprendere”.
Angolo Autrice
Salve...Uff, queste righe sono state un parto! =__= Quindi perdonate la schifezzuola qui sopra, cercherò di rifarmi con la prossima....R, sarà Rabbia????
besos
Reik93