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Autore: anneanne    20/10/2013    2 recensioni
due persone con una storia triste alle spalle si incontrano e si aiutano a vicenda, cominciano a volersi bene, ma non nascerà l'amore!
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Parla Alessandra
La mattinata fu lunga e noiosa. Non solo avevo perso/dimenticato il cellulare, sembrava anche che il professore Payne non mi staccasse gli occhi di dosso! Ok, mi aveva preso come il caso pietoso dell'anno. Durante la ricreazione cercai Thomas con lo sguardo,  ma lui non era ne davanti il suo armadietto ne da nessuna altra parte della scuola. O era sparito, magari rapito dagli alieni, oppure aveva veramente allenamenti quella mattina. Quando suonò la campanella per la fine dell’intervallo mi recai in aula sperando che la lezione di italiano mi portasse con il pensiero via da lì, e come al solito ci riuscì. Con la mente cominciai a vagare tra le bellezze della città “CAPUT MUNDI”: Roma. L’insegnante ci mostrò un video sul Colosseo e il foro, mentre intanto io sognavo di trovarmi lì, di passeggiare per via Condotti , davanti la fontana di Trevi e di vedere san Pietro.
Ad un certo punto bussarono alla porta dell’aula e io mi riscossi dai miei pensieri per veder entrare in classe Thomas che, senza guardarsi intorno, si avvicinò all’insegnante per consegnare un modulo compilato che recava il logo della scuola. Quando uscì, sempre senza guardare nessuno, disse all’insegnante – Buongiorno, ci vediamo alla prossima lezione!-.
 
Parla Thomas
Dopo aver portato all’insegnante il modulo per entrare a far parte del corso di italiano mi recai in aula insegnanti alla ricerca di Liam. Lo trovai con la testa immersa in un fascicolo, che quando mi avvicinai scopri essere di Alessandra, al che rimasi di sasso! Come mai Liam, mio cugino, professore di matematica con la passione per il canto stava studiando il curriculum scolastico della ragazza che aveva ossessionato la mia ultima notte? Sembrava che ancora non mi avesse notato così mi sedetti di fianco a lui e lo salutai. Lui si girò verso di me un po’ confuso, poi capito chi ero cercò di nascondere i fogli, aggravando solo la situazione. – non c’è bisogno che nascondi le prove cuginone, ho già visto tutto. Perché stai indagando su di lei?-. – è nella mia classe quest’anno,  è sempre triste e misteriosa e mi hanno incuriosito alcuni suoi atteggiamenti, come il fatto di non voler cantare, l’averla trovata una mattina presto da Starbucks o il vederla entrare spesso a scuola con gli occhi gonfi e rossi di pianto! Inoltre mi sembra di aver già sentito il suo nome da qualche parte!-. – ci credo che hai sentito parlare di Taramore - feci io. – sai chi è suo fratello?-. –no, chi è?- disse Liam. – si chiama Matteo Taramore ed è quello che viene sempre al locale per bere e giocare, quello che ha partecipato alla rissa di qualche mese fa!-
 
Parla Liam
Dopo che Thomas mi disse così mi balenò davanti agli occhi un viso che conoscevo bene, un viso  dai lineamenti molto simili a quelli di Alessandra, se non fosse per la barba, i capelli corti e gli occhi marroni, il viso di Matteo. –ah- feci io. – non avevo ricollegato. Comunque forse sarà triste per il fratello, anche se non penso che sappia cosa combina quando esce per bar, ma secondo me nasconde anche altro. Dice di non saper cantare ma l’ho vista più di una volta spiarci dal uscio della porta della sala prove del coro e mimare le parole con le labbra. comunque perché eri venuto a cercarmi, caro il mio cuginetto??-
-ah, è vero, mi stavo dimenticando di nuovo!- . fece Thomas – mamma mi ha detto che stasera al locale c’è un festa e sarebbe contenta se tu allietassi il pubblico cantando qualche vecchio successo-. Mi si gelò il sangue nelle vene. Non potevo tornare a cantare quelle canzoni, sarebbe stato un tradire il mio passato e il giuramento che mi ero fatto diverso tempo prima. Non volendo ferire i sentimenti di zia e di Thomas stesso risposi – non lo so, ma non penso di essere in grado sai…- .- mamma temeva che avresti risposto così, così mi ha chiesto di dirti se vuoi cantare solo una canzone con me e poi aiutarla al bar! Che ne dici?- . che male poteva farmi cantare una canzone con il mio cuginetto, a cui avevo dato io stesso lezioni di canto quando lui era piccolo e io ancora famoso, ma che ben presto mi aveva superato? – a queste condizioni ci sono.. piuttosto.. perché non fai le audizioni per il coro?-.
 
Parla Thomas
Audizioni per il coro?  MA CHE GLI AVEVA PRESO?  -sai Liam, sono il quarterback della squadra di football e ho una certa dignità da mantenere. Oltretutto i miei compagni prendono in giro tutti i membri di altri club scolastici che non siano sportivi o cheerleader, non posso essere il loro “capo” se entro nel coro!-.
- nessuno di loro sa che la sera canti al locale dei tuoi genitori?-.
 – grazie a Dio no! E ancora non lo devono sapere.. ok cugino?-.
 –prometto che non sarò io a farti perdere la faccia davanti i tuoi amici… ma, se vorrai, le porte del coro sono sempre aperte!-
Ok, si era fatto tardi, stava per suonare l’ultima campanella e io avevo una consegna da fare. Salutai Liam dicendogli di presentarsi alle 8 quella sera e corsi fuori dall’aula insegnante diretto verso gli armadietti!
 
Parla Alessandra:
Ok... Thomas era stato più volte nei miei pensieri nelle ore dopo la sua entrata in scena ad italiano, ma non pensavo che vederlo parlare con un'altra mi avrebbe reso così triste... ma così fu.. stava per suonare l'ultima campanella, così il professore di storia, un vecchietto di almeno 1643789 anni sempre stanco ma bravissimo a spiegare (quando non si addormentava), ci fece uscire prima, quel tanto che bastava per vedere il grandissssssssimo quarterback parlare con Nancy, una ragazza del secondo che era una meraviglia (bionda, capelli lunghi, lisci, abbronzatissima, occhi azzurro cielo, alta, magra, e ovviamente cheerleader) e consegnarle un mazzo di rose rosse. Il sorriso che avevano entrambi mi faceva venire voglia di andare lì a strappare i capelli di ognuno uno per uno, ma sapevo anche che Thomas era una celebrità nella scuola, ed ovviamente era giusto che stesse con ragazze alla sua altezza! Mi girai e mi avvicinai alla porta. Uscì da scuola e come al solito non trovai nessuno ad aspettarmi, quindi mi sistemai lo zaino sulle spalle pensando che quei chilometri a piedi mi avrebbero aiutato a far passare la rabbia.
 
Parla Thomas:
E anche il favore che mi aveva chiesto Jonny, mio amico e secondo nella squadra di football andò bene... certo però che consegnare i fiori a quella Nancy da parte sua, solo perché lui aveva paura, era forse un favore troppo grosso. Suonata la campanella cercai Alessandra per restituirle il cellulare, ma non trovandola  non mi preoccupai più di tanto, mi rimisi il telefono in tasca deciso a restituirlo il giorno dopo a lei di persona o mettendolo nel suo armadietto.
 
 
Parla Alessandra:
Arrivai a casa abbastanza trafelata e con ancora un senso di angoscia addosso, così andai in camera mia, mi cambiai e decisi che quella camminata non mi era bastata. Misi le scarpe da jogging e uscì, lasciando un biglietto a Matteo nel caso fosse tornato durante la mia assenza. Mi recai al fiume per vedere i pesci e trovare un po’ di pace, come ero solita fare da piccola quando mio padre ci portava a pescare e io rimanevo affascinata da queste piccole creaturine che si muovevano nell'acqua come sospinti da una forza invisibile. Ero così assorta che non mi resi conto che qualcuno si era seduto accanto a me e mi osservava. Me ne accorsi solo quando questi mi disse: -ciao principessina, come sei seria oggi! Che ti ha preso? Ti manca il tuo fratellone?-.
Quella voce era inconfondibile. Non avrei mai potuto dimenticarla. Era la voce che mi aveva cullato nelle notti piene di incubi dopo la morte dei miei genitori, la voce che da bambina avevo tentato di imitare, la voce che mi aveva imparato l'alfabeto e a riconoscere le note musicali, la voce che in quest' ultimo anno mi era mancata da morire, la voce di mio fratello Francesco, ufficiale dell'esercito americano, in missione in Iraq. Senza chiedere nulla gli saltai addosso, abbracciandolo stretto stretto, e solo quando lui riuscì a liberarsi dalla mia morsa gli chiesi -e tu che ci fai qua? Non dovevi rimanere in Iraq ancora tre mesi?-. -Sorpresa!!! Licenza temporanea per un paio di settimane o forse meno, devo aspettare che ci cambino di posto... Sai, in Iraq la situazione ora per noi soldati e troppo calda, e lo stato non vuole rischiare di vedere catturati altri commilitoni, dopo gli ultimi avvenimenti! - Già, sapevo degli ultimi soldati rapiti, mi dispiaceva per loro ma ero contenta di avere qua mio fratello, almeno per un po’! Lui continuò - quindi, visto che sono sei mesi che non ci vediamo, domani niente scuola,  giornatina solo per noi!-

spazio autrice..
chiedo umilmente scusa e ci sono errori ortografici.. chi me li volesse segnalare mi farebbe un gran favore!! thank you!! 
anneanne
  
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