Un brivido mi
percorse la schiena e mi
fece sorridere, mentre mi raggomitolavo al petto del ragazzo al mio
fianco che sentii ridacchiare dolcemente.
«Non
è per fare il guastafeste, ma dovremo scendere di sotto...»
«Ancora
due minuti..»
Mugugnai
incastrando la testa nell'incavo fra la sua spalla e il suo mento.
«Hope,
per me potremmo stare qui per sempre.»
Ripercorsi
con la mente le ultime ore, per arrivare alla conclusione che tutto
stava diventando un gran caos, ma cosa mi poteva importare in quel
momento? Avevo appena fatto l'amore con il ragazzo che amavo, tutto
quello che vedevo erano il suo sorriso e i suoi occhi e tutto quello
che sentivo era il suo profumo. Profumo di cosa, poi?
Di Harry. È solo profumo di Harry.
«Amore...»
sentii la sua voce appena accennata rimbombarmi nella testa e
arrossii alzando leggermente lo sguardo «grazie.»
«Ora
non te ne uscire con frasi del genere 'è stato bellissimo'
perché
potrei sotterrarmi..»
Mostrò
le fossette stringendomi a sé e lasciandomi un bacio sui
capelli.
«Però
è stato fantastico sul serio.»
Disse
alzando un sopracciglio e fissandomi.
«E
dai, Harry...»
Scossi
la testa alzandomi e raccogliendo i miei vestiti sparsi in giro.
«Vuoi
dire che per te non è stato lo stesso?»
Mi
bloccai per riportare poi lo sguardo su di lui, con i capelli tutti
spettinati e seduto in mezzo al letto solo coperto per metà
dal
lenzuolo. Aveva un'aria strana, un misto di dolcezza e passione, di
adulto e bambino, di innocenza e di malizia.
Feci due passi
incerti verso di lui, prendendogli il viso tra le mani e
accarezzandogli la mascella con i pollici.
«Sto
dicendo che è stato perfetto, riccio.»
Gli
diedi un bacio a stampo per poi dileguarmi nel mio bagno, ridendo.
«Hope,
mi tiri le mutande?!»
Chiudendomi
la porta alle spalle non risposi, ma non riuscii ad evitare di ridere
rumosamente.
Mi guardai allo
specchio per scoprire di avere un succhiotto alla base del collo e
una faccia stravolta.
Qualcuno ha bisogno di una ripulita.
Mi buttai sotto la
doccia e iniziai a pensare. Non ero più una ragazzina. Non
ero solo
Hope. Nella stanza accanto alla mia c'era il mio fratellastro, nudo,
nel mio letto e avevo appena fatto l'amore con lui. Io, avevo fatto
l'amore con un ragazzo. Io, l'avevo fatto con Harry.
Sorrisi
insaponandomi i capelli e accorgendomi di essere parecchio dolorante.
Ben ti sta, ragazza.
Harry
Mi passai una mano sulla fronte, cercando di mettere al loro posto i
capelli e poco dopo sentii il rumore dell'acqua che scorreva nella
doccia. Sorrisi.
L'avevo davvero fatto con lei. Lei. Non stavamo parlando di Ashley,
Lizzie o Martha. No, loro non erano state niente. Una notte. Forse
due. Ma quando sei una persona del mio calibro, voglio dire, cosa
volete che sia? Ora non ero più io. Oppure non ero mai stato
davvero
io fino a quel momento.
Hai
solo fatto sesso con una ragazza, Styles. Che cavolo stai dicendo?
Avrei voluto pensarla così. Ma le cose non andavano
esattamente a
quel modo. Non avevo fatto sesso, per una volta. Avevo fatto l'amore.
E non sarebbe stata l'unica volta, sarebbe riaccaduto. Con lei. Solo
ed esclusivamente con lei. Mi ripromisi che da quel momento in poi,
non sarebbe accaduto con nessun'altra. Io ero suo. Diamine, ero
davvero suo.
Sentii il mio cellulare squillare sul pavimento, nella tasca dei
pantaloni. Mi allungai dal materasso e lo afferrai, per vedere poco
dopo la faccia di Louis apparire e scomparire a intermittenza dallo
schermo.
«Lou...»
«Hazza!
Ti chiamo da ore, ma dove caspita ti eri ficcato? No, aspetta. Non
m'importa. Ti aspettiamo fra mezz'ora sotto casa, andiamo a mangiare
da Alfred, in pizzeria. E porta la tua sexy sorella, altrimenti non
venire nemmeno.»
«Mi
fai parlare? E se non volessi venire?»
Smorzai
una risata pensando al mio migliore amico totalmente logorroico e
attesi una sua risposta.
«Se
tu non vuoi venire, mandi tua sorella. Oppure muovi il culo e vieni
lo stesso.»
«Te
lo puoi scordare che mando Hope da sola in balia di voi animali. Ci
vediamo dopo.»
«Ohoh,
come si scalda il tipo. Ho come l'impressione che tu ci debba
raccontare qualcosa. A dopo amico.»
Roteai
gli occhi e lanciai il telefono sul cuscino, per poi alzarmi e aprire
silenziosamente la porta del bagno.
«But
baby if you say, you want me to stay,
I’ll change my mind.
Cause
I don’t wanna know while I’m walking away
If you’ll be
mine,
Won’t go, won’t go...»
Stava
cantando.
Stava cantando una nostra canzone, una mia canzone.
«...So
baby if you say, you want me to stay...»
poggiai una mano sulla porta scorrevole della doccia ed entrai
delicatamente, afferrandola per i fianchi «...stay
for the night...»
continuai a cantare io, mentre lei sobbalzava al suono della mia
voce, per dire poi insieme le ultime parole del ritornello.
Aveva
tutti i capelli bagnati sulla fronte, gli occhioni spalancati e
sorpresi e le labbra appena incurvate all'insù.
«Cosa
ci fai qua?»
«Non
sapevo cantassi così bene.»
«Non
mi prendere in giro, Harry Styles dei One Direction.»
Mi
morsi il labbro inferiore poggiando la fronte sulla sua.
«Sei
così sexy.»
Mi
spinse poggiando le mani sul mio petto e rise.
«Esci.»
Piegai
la testa da un lato e la guardai di sbieco.
«Perché?»
«Mi
sto facendo la doccia.»
«E
non possiamo farla insieme, piccola?»
«No,
piccolo.»
Ribatté
lei enfatizzando il soprannome. Io, ascoltando solo i miei ormoni,
abbassai lo sguardo sul suo corpo, coperto di goccioline e
meravigliosamente suo.
«Harry!»
Esclamò
tirandomi la spugna in pieno viso.
«Ascolta,
siamo nudi, in una doccia, solo io e te. Non è colpa mia se
sei
così...così...»
«Baciami.»
M'interruppe
lei, lasciandomi completamente basito.
«Mi
hai sentito? Ho detto, baciami.»
«Ma
io..»
Completamente
stordito da quella sua affermazione, rimasi immobile quando le sue
braccia si allacciarono intorno al mio collo e la situazione non
cambiò quando la sua bocca s'impossessò della
mia, dando inizio ad
un bacio totalmente differente da quelli precedenti, dolci e casti.
Avanzai
fino ad incastrarla fra me e il muro, e lei sobbalzò,
sentendo ogni
centimetro del mio corpo attaccato al suo.
«No,
Harry...»
Mormorò
affannosamente, quando si rese conto che stava per succedere di
nuovo. Un secondo dopo, però, mi stava nuovamente baciando.
Sentii
una scarica di adrenalina e il desiderio di riaverla mia si stava
diffondendo nell'aria. Afferrai le sue gambe per attorcigliarle
intorno alla mia vita, poggiando le mie mani sul suo sedere, mentre
le sue erano fra i miei capelli.
«Hope?!
Hope, sei qui dentro? Perché eri chiusa a chiave? Sono
riuscito ad
aprire con quella di riserva.»
La
voce di Erik ci fece sobbalzare, e lei schizzò fuori dalla
doccia
per infilarsi dentro al suo accappatoio.
«Sono
qua, papà. Sono...appena uscita dalla doccia. Dieci minuti e
scendo!»
Hope
«Eccomi,
ci sono.»
Entrai in cucina e mi
sedetti sul
tavolo, afferrando un grissino e sgranocchiando tranquillamente,
mentre dondolavo le gambe. Mi era così difficile pensare a
qualcos'altro che non fosse quello che era appena successo, che non
mi accorsi nemmeno del fatto che Anne mi stesse parlando. Sorridevo,
ridevo senza un motivo. Imitavo una psicopatica, praticamente.
«Sei
proprio innamorata, tesoro.»
Si
parò davanti a me, con un mestolo in mano, e mi sorrise.
«Ma
non di Itan, e lo so, Hope.»
Lasciai
cadere il cibo che avevo in mano e sentii il mio cuore perdere un
battito.
«Ma
che...che stai dicendo? Certo che sono...»
«No,
non dirmi bugie. Sono stata ragazza anch'io, sono stata e sono
innamorata anch'io. Non ti preoccupare, di me. Tu ami davvero. Ma non
lui, non Itan.»
«Io
non..»
Abbassai
la testa e sospirai.
«Mi
dispiace, Anne.»
«Ehi,
non ti devi dispiacere. È una cosa bellissima, questa. Tu
stai
amando, sei amata. Sei felice. Andrà tutto bene. Chiunque
lui sia, è
fortunato.»
Nelle
sue iridi vidi comprensione, sensibilità...un senso di
maternità.
Maternità che non vedevo da mesi, anni. Lei se ne stava
lì, e mi
trattava come se fossi sua figlia, mentre io ero completamente presa
da suo figlio. Suo figlio che poche attimi prima era chiuso nella
doccia insieme a me, suo figlio con cui avevo fatto tutto quello che
non avrei dovuto fare. Con lui o con nessun altro.
«Lo
amo, Anne.»
Mormorai
più a me stessa che a lei. Mi stava per dire qualcosa,
quando Harry
irruppe allegramente nella stanza.
«Allora,
di che si parla, gente?»
Ci voltammo insieme e
fissammo il
ragazzo che si stava sistemando la t-shirt azzurra sopra i jeans
neri.
«Della
cena. Cosa vuoi per cena, Harry?»
Chiese
innocentemente la donna, tornando ai fornelli.
«Oh,
niente. Stasera io e Hope non ci siamo a cena, andiamo con i
ragazzi.»
«Davvero?»
Chiesi
stupita io, balzando sul pavimento. Lui annuì e
abbracciò sua
madre, prendendola in giro per la sua bassa statura.
«Quindi
rivedrò gli altri? Niall?»
Esultai
felice e inciampai sulla sedia, per finire addosso agli altri due,
che scoppiarono a ridere.
«Non
mi prendete in giro, cattivi.»
Feci
la finta imbronciata e mi infilai nel loro abbraccio, sentendomi
compresa, amata. Era solo trascorsa mezza giornata ed erano accadute
più cose che in tutta la mia vita.
Non mi scuso nemmeno più per il ritardo, ormai credo ci abbiate fatto l'abitudine. In questo capitolo non so esattamente cosa succeda, forse niente. Oggi avevo il tempo per scrvere, e ho colto l'occasione al volo, ma non so bene cos'è uscito. Spero vi piaccia, davvero. Anche se davvero non so cosa possiate dire, mi lasciate una recensione? Vi supplico, così so in cosa devo migliorare. Vi prego. Grazie a voi tutte, che ancora mi seguite nonostante tutto. Grazie, davvero. Un bacio ragazze. Ho appena detto che non mi scuserò, ma...sapete come sono fatta, scusatemi tanto. Non fatemi sentire in colpa. Mi volete bene lo stesso? *facciadacucciola*