Vorrei
specificare una cosa…il futuro non è quello della
Rowling,
è un futuro che ho immaginato io prima del settimo libro,
con le coppie che mi
piacciono.
Per quanto
riguarda gli avvertimenti: AU ve l’ho già
spiegato, OOC perché ovviamente i
caratteri saranno diversi da quelli del libro.
Mi sembra di
aver detto tutto.
Mi piacerebbe
sapere cosa ne pensate, se dovrei continuarla o no…grazie!
Un
giorno come un altro…o forse no…
Hogwarts.
Scuola di Magia e
Stregoneria.
Scuola di misteri.
Scuola che ha
formato le più grandi menti del mondo magico.
Che, per quanto
difficile, invoglia sempre gli studenti a dare del proprio meglio e ad
impegnarsi senza sosta…
«Basta!
Io non ce
la faccio più!»
«Shh! Abbassa la
voce, Ron! O Madama Pince ci caccia fuori a calci e non mi sembra che
questo
sia il periodo migliore per venire banditi dalla biblioteca!»
Ronald Weasley
sbuffò, allungandosi ancora di più sul tavolo di
legno «Non sarebbe una cattiva
idea. Sono stufo di passare tutti i miei pomeriggi in questo
posto!»
Hermione Granger
gli lanciò un’occhiataccia. Ma
perché cavolo doveva essere così testardo?!
«Bravo! E dopo come
pensi di superare i M.A.G.O.? Sia ben chiaro che io non ho alcuna
intenzione di
aiutarti, né te né Harry, capito?»
Il ragazzo chiamato
in causa distolse lo sguardo dalla finestra che dava sul parco
illuminato dal
sole e tremendamente invogliante. «Ma fare una pausa ogni
tanto non ci farebbe
male, Hermione» sussurrò con voce sfinita.
Lei fece schioccare
la lingua emettendo un borbottio che suonava tanto come un Scansafatiche,
per poi tornare al proprio tema di Pozioni.
Fortunatamente per
i due ragazzi qualcosa, o meglio qualcuno, arrivò a salvarli
da quella tortura
quotidiana.
Una ragazzina
minuta con lunghi e ricci capelli neri e occhi azzurro chiarissimo, si
avvicinò
velocemente al loro tavolo.
«Ragazzi» li chiamò
sussurrando concitata.
Tutti e tre
voltarono lo sguardo verso di lei.
«Ciao Sharon» la
salutò gentilmente Hermione «Cosa
c’è? Qualche problema?»
Era una ragazzina
del primo anno del Grifondoro e, per qualche strana ragione, aveva
subito
ispirato in Hermione uno strano sentimento di tenerezza.
Sembrava talmente
fragile da potersi rompere in un istante e questo la portava a volerla
proteggere e stare attenta a quello che faceva.
Annuì, con il
visino preoccupato «Ginny e Luna sono al settimo piano, nel
corridoio ovest…»
I tre si
guardarono, confusi. Qual era il problema?
«…con i
Serpeverde…»
Ginny Weasley si
era alzata contenta e stranamente euforica quella mattina. Come se di
lì a poco
sarebbe successo qualcosa di piacevole.
Aveva incontrato
Luna per caso in un corridoio, che cercava Ricciocorni Schiattosi, ed
essendo
di buon umore aveva deciso di accompagnarla nella sua ricerca.
E così erano finite
fino al settimo piano, in un corridoio sperduto dove non passava mai
nessuno…e
invece avevano incontrato i Serpeverde.
Ma non dei
Serpeverde qualsiasi, che avrebbe potuto freddare in due secondi, ma Lui…
Quell’antipatico,
snob, maleducato, arrogante e tanto altro di…
«E allora Weasley,
cosa vogliamo fare?»
…Draco Malfoy…
«Facciamo che tu e
la tua cricca di dementi vi spostate e ci lasciate passare, altrimenti
ti tiro
un pugno su quella faccia da idiota che ti ritrovi!»
«Dementi? Ma come
ti permetti razza di pezzente!»
«Pansy, calmati»
«Lasciami andare,
Blaise! Giuro che le riduco quel faccino da oca in un ammasso di
pustole
informi!»
«Devi solo provarci
Parkinson, e dopo non ti riconoscerà più nemmeno
tua madre!»
«Dai ragazze, calmatevi»
tentò invano Luna.
«E tu non ti
intromettere!» esclamarono in coro.
La ragazza rimase
ad occhi sbarrati, mentre lei e Blaise si allontanavano lentamente da
quelle
due furie.
Draco Malfoy le
guardava distaccato, appoggiato al muro, come se tutto quello che
stesse
accadendo non lo riguardasse per niente.
Prima che le due
potessero realmente arrivare a strapparsi i capelli, si
elevò una voce dal
fondo del corridoio «GINNY!» Una massa di capelli
rossi si fiondò accanto alla
sorella, che incurante di tutto continuava a sbraitare contro la
Serpeverde.
Harry ed Hermione
raggiunsero l’amico.
«Ehi, Malfoy! Ferma
quell’oca della tua amica!» esclamò il
primo.
«Pensaci tu Potty,
io non ho intenzione di sporcarmi le mani» rispose
stranamente tranquillo
quello.
«Io non sono
un’oca, stupido sfregiato!» Pansy interruppe la
discussione con la rossa, solo
per fronteggiare il ragazzo «Prova a ripeterlo se ne hai il
coraggio!» ringhiò
avvicinandosi minacciosa.
Una risatina bloccò
tutti ai propri posti. Una ragazzina si avvicinò al luogo
della disputa, con un
sorriso sulle labbra.
«Sharon, ma cosa-?»
«Eccoti qui,
finalmente, piccola irriverente primina!» Draco interruppe
Hermione,
staccandosi finalmente dal muro «Mi hai fatto venire fin
quassù, adesso me la
paghi!» le si avvicinò furente, ma ad un paio di
metri di distanza venne
bloccato da qualcosa di invisibile.
Sharon rise,
giocosa.
«Ma cosa
significa?» chiese confusa Hermione tastando l’aria
davanti a sé e incontrando
qualcosa di duro e liscio.
«Siete
intrappolati» disse la piccola con voce limpida
«E’ uno scudo»
«Sei stata tu?»
domandò Harry.
«Lei?» esclamò
Pansy, accanto a lui «E’ solo una
mocciosa!»
«Perché l’hai
fatto?» chiese Hermione confusa.
Lei rise di nuovo
«Il destino è talmente imprevedibile, non
trovate?» disse, inclinando il
capo come per studiarli meglio «Percorre
strade strane per raggiungere il suo obiettivo. A volte verrebbe da
chiedersi
come faccia a trovarla sempre, come faccia a fare sempre la cosa
giusta. Il
destino è cieco. Ma chi non è felice che lo sia?
Altrimenti la vita sarebbe
così prevedibile. Tutti vogliono conoscerlo, ma lui non si
mostra a
nessuno…Scommetto che anche voi siete curiosi. Tutti lo
sono. Tutti vogliono
scoprire il proprio destino…e voi…volete scoprire
il vostro?»
Appena finì di
parlare, una luce iniziò ad irradiarsi. Da
tutto…e niente…
Chiusero gli occhi.
E la luce inondò ogni cosa.