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Autore: Lain93    21/10/2013    2 recensioni
Andrea è un ragazzo abbastanza comune. E' benestante ma non viziato, sicuro di sé ma non presuntuoso, intelligente ma non pomposo. Si gode ciò che la vita gli dà, vive appieno i suoi diciannove anni, consapevole che la giovinezza non dura per sempre e che, se si deve fare una follia o commettere un errore, questa è l'età giusta per farlo. Alice ha la sua stessa età, è una ragazza riservata ma, se conquisti la sua fiducia, si apre come lo scrigno di un tesoro. Non si circonda di persone solo per compagnia, gli amici che ha si possono contare sulle dite di una mano. La sua città natale le sta stretta, spera di potersene andare il più presto possibile e nel frattempo svolge qualche lavoretto per mettersi da parte qualche soldo. L'amore l'ha conosciuto troppo presto e l'ha irrimediabilmente scottata. Il cuore adesso se lo tiene ben stretto. Lei sa che prima o poi arriverà qualcuno che la farà vacillare, qualcuno che la farà di nuovo innamorare, è un fatto inevitabile della vita.... Spera solo che quel momento arrivi il più tardi possibile.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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15 Agosto 2011. Fiera Nazionale Messinese.
 


Osservo le persone attorno a me.  C’è la coppietta che, mano nella mano, osserva i veri stand con curiosità, fermandosi ogni tanto per chiedere informazioni sul prezzo di qualche oggetto interessante. C’è il bambino che tira il pantalone del genitore per attirarne l’attenzione, si annoia,  vuole andare alle giostre lì vicino. Ci sono i ragazzini che in gruppo si atteggiano a grandi, e i grandi che in gruppo si atteggiano a ragazzini. C’è la tipica atmosfera delle feste, dove tutti sembrano mettere da parte i loro problemi e si ricordano di essere felici. Ci sono io, che ho pensato bene di passare il ferragosto della mia maturità a lavorare.
Se poi il lavoro in questione è di promoter Sky, la situazione peggiora a livelli inimmaginabili. Stai lì, con un sorriso perenne che a momenti ti procura una paresi facciale e il solo scopo di molestare ogni singolo passante con la fatidica frase:
“Salve, lei è cliente Sky?”
Nella più fortunata delle ipotesi, la vittima di turno dirà sì, permettendoti così di mostrargli la nuova offerta e strappargli il contratto da cui dipende la tua paga, dato che è un lavoro a provvigione.
Nella più sfortunata delle ipotesi, invece, la tua vittima ti dirà un “no” seccato, oppure non ti degnerà di uno sguardo facendo finta che tu non esista. E’ un lavoro stancante e snervante, ma è l’unico semi-impiego che son riuscita a trovare per mettermi qualche spicciolo da parte e non dover elemosinare soldi dai miei genitori anche solo per comprarmi un caffè.
Ci sono solo due fattori che oggi mi addolciscono la serata: uno di questi è lo spettacolo pirotecnico che ci sarà a momenti, allo scadere della mezzanotte. Appena sento i primi colpi, infatti, mi dirigo in fretta verso il piazzale e alzo gli occhi al cielo, e io non lo so che mi fa quel cielo, non so che potere hanno su di me quelle luci, ma rimango ipnotizzata da quell’alternarsi veloce di colori e forme, dimenticandomi per un momento il lavoro, il ferragosto, il mondo. Ci siamo solo io e quel cielo.
Lo spettacolo di quest’anno, poi, è magnifico.
Alla base della Madonnina, delle fontane colorate riflettono la loro luce sul mare, ed è come se le luci si duplicassero, anzi, triplicassero, ampliando il loro potere suggestivo non solo su di me, ma anche sul resto dei presenti. Alcuni di loro tengono in mano macchine fotografiche e cellulare per immortalare lo spettacolo, un po’ provo pena per loro.
Non capiscono che niente, nemmeno una foto, può eguagliare la bellezza che si pone in quel momento davanti ai nostri occhi.
Non capiscono che in questo modo non la stanno nemmeno assaporando, quella bellezza, che guardando attraverso il vetro del dispositivo stanno perdendo istanti preziosissimi che non rivivranno mai più.
Io di istanti non me ne voglio perdere nemmeno uno.
In tutto fanno tre batterie di fuochi, con una pausa di cinque minuti tra una batteria e l’altra, minuti che cerco di spendere continuando a lavorare.
A fine spettacolo ritorno permanentemente allo stand e continuo a distribuire volantini e a chiudere qualche contratto. Ogni tanto qualcuno si avvicina a chiedere informazioni, a quelli interessati lascio anche il mio numero, nel caso mi contattino in un secondo momento.
“Scusi, posso avere qualche informazione sull’abbonamento?”
Chiede una voce dietro di me, un sorriso spontaneo nasce sulle mie labbra.
Mi giro e lo vedo, il secondo motivo che oggi mi addolcisce la serata.
Samuele.
Il mio migliore amico da cinque anni.
Forse adesso qualcosa di più.
Non lo so, nemmeno lui è sicuro.
Quando si è amici da così tanto l’affetto sconfinato che si crea nel rapporto può essere scambiato per qualcos’altro, per quel sentimento che comincia con la “a”  e che io evito da due anni come la peggiore delle malattie, una malattia che mi aveva già fatta a pezzi una volta e che avevo paura di prendere ancora. Per questi motivi ci stavamo andando davvero con i piedi di piombo, attenti a non rovinare quello che c’è tra noi.
Questa è la prima sera che lo vedo da due settimane, tempo che lui ha passato in Spagna da alcuni parenti. Per questo, con un sorriso a cinquanta mila denti, gli corro in contro a tutta velocità. Lui apre le braccia per accogliermi, ridendo, e mi solleva facendomi fare qualche piroetta in aria.
Quando ci fermiamo, tenendomi in uno stretto abbraccio, fa scivolare la mano destra sulla mia guancia, guardandomi intensamente negli occhi.
Ecco, io penso l’amore, l’affetto, vengano trasmessi attraverso gli occhi, attraverso quegli sguardi che non si fermano in superficie ma ti entrano dentro, superano gli occhi e scendono giù fino ai polmoni, togliendoti il respiro, per poi avvolgere il cuore in un tenero calore.
Non puoi avere dubbi, se una persona ti guarda così.
Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima, io penso che gli occhi siano lo specchio dell’amore.
“Mi sei mancata tantissimo, Ali” Sussurra, e sorride.
“Anche tu, da morire” E affondo il viso nel suo petto.
Samuele è più alto di me di una quindicina di centimetri, è magrissimo ma con spalle larghe e bicipiti definiti.
I capelli neri corti evidenziano il viso spigoloso, gli occhi neri sono così scuri che si confondono quasi con la pupilla.
Non è una bellezza disarmante, di quelle che catturano il tuo sguardo quando cammini per strada, ma c’è qualcosa in lui che mi attira come una calamita. Per sdrammatizzare il momento, gli pizzico il fianco e comincio a tartassarlo di domande sul viaggio mentre raccolgo le mie cose dallo stand. Ci incamminiamo verso l’uscita abbracciati.
“Che cosa vorresti fare?” Mi chiede.
“Non saprei… Qualcosa di poco impegnativo, sono distrutta!”
“Eh certo, dopo tutto quello star in piedi avrai perso fin troppe calorie!”
Sottolinea le parole afferrando quelle noi abbiamo ribattezzato “ciccette”, perché non potevamo chiamarle “maniglie dell’amore” come la gente normale. Io mi ribello e contrattacco, sapendo che a lui dà molto più fastidio che me. Anche se le sue sono più pelle che ciccia.
“Maledetta ranocchia!” Mi impreca contro. Nemmeno ricordo come è nato il soprannome “ranocchia”, deve esser stato durante una delle nostre chat notturne. Mi chiama così perché teoricamente dovrei essere la versione femminile del “Principe Ranocchio”, che si trasforma in principe dopo esser stato baciato. Ha sempre sostenuto che un giorno sarebbe arrivato il mio salvatore a trasformarmi in Principessa, io gli ho sempre risposto che da rane si vive benissimo, nonostante il doversi cibare di insetti.
Lui ride sempre davanti al mio cinismo.
Io vorrei riuscire ad avere più fiducia nelle persone e nel mondo.
Ho fiducia in lui però.
Una fiducia pericolosa, perché ogni giorno che passa comincia a farmi sperare che lui sia diverso dagli altri.
Con lui non ho bisogno di maschere, mi ha visto al mio meglio e al mio peggio e nonostante tutto mi accetta, mi vuole bene.
Anche quando sono isterica per il ciclo, il che è dir tutto.
Cominciare a domandarsi come sarebbe stare insieme è stato inevitabile,
e la cosa mi terrorizza a livelli impressionanti, come se davanti non ci fosse il mio migliore amico ma un potenziale assassino.
In un certo senso, forse, lo è.
Nel frattempo ci incamminiamo verso la macchina, ma non saliamo.
Io mi appoggio con la schiena allo sportello e lui, le mani sui miei fianchi (ha un debole per quella parte), mi si appoggia contro come se fosse la cosa più naturale del mondo, come se fosse giusto, la concatenazione di due pezzi di puzzle che non sanno ancora se combaceranno, ma a cui non importa nemmeno di combaciare, importa solo lo stare vicini in quel momento. Potremmo essere una parte di cielo e una di terra e non importerebbe, smussiamo i nostri spigoli e li adattiamo l’uno all’altro.
Il disegno finale potrebbe non essere perfetto, ma nemmeno le forme  delle opere di Picasso lo sono, eppure son considerate dei capolavori d’arte.
Ecco, in quel momento noi siamo arte.
Siamo Il bevitore d’assenzio che incontra la barista del bar delle Folies-Bergère di Manèt.
Quando si sporge, piano, a baciarmi la guancia, siamo Il bacio di Klimt. Ed io, che fino a quel momento al massimo potevo considerarmi L’urlo di Munch, sento il cuore che batte così veloce che quasi smetto di respirare. Adesso è lui il pittore, dipinge con le sue labbra il mio viso, passa sulle guance e le tinge di rosso, sfiora gli occhi e diventano acquerello.
Poi, piano, dipinge le labbra…
E immagino che prendano tutti i colori del mondo.
Sì, i baci hanno il colore del mondo.
Non so che quadro siamo adesso.
Forse un quadro che non esiste.
Forse un quadro solo nostro.
E vaffanculo all’arte.










------------ Note ---------

Un GranSalve a chiunque passi di qui!
Innanzi tutto un grazie infinito a chi ha letto anche solo di passaggio, a chi ha recensito, a chi ha aggiunto la storia tra le seguite, le preferite o da ricordare.
Sul capitolo non c'è molto da dire, se non che è arrivato molto più tardi di quanto sperassi.
LA tecnica "pov di lui e pov di lei" per descrivere scene uguali non intendo utilizzarla oltre, perchè credo che rendi monotona la lettura, l'ho utilizzata solo per introdurre nello stesso contesto entrambi i protagonisti. Ci tenevo a precisarlo.
Detto questo, spero solo vi sia piaciuto questo nuovo capitolo!
Alla prossima <3
Lain

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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