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Autore: herm85    11/04/2008    0 recensioni
questo testo parla di una vita di una donna strana, pazza, vista da fuori. Vista dagli occhi della gente.Lo considererei uno sfogo, credo e nulla più. Ringrazio già da ora chi lo leggerà e chi commentando o meno cercherà di capire questa corta storia. Grazie, Herm85
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA VECCHIA PAZZA

e la disinteressata spettatrice

L’ho vista tempo fa per strada.

Quella vecchia pazza sembra non volerne sapere di farsi rinchiudere. Continua a girare per le strade mugugnando. O almeno a me sembrano essere vaghi mugugni. Potrebbe anche essere un linguaggio extraterrestre. Oggi giorno non si può mai sapere.

Si vocifera che da piccola avesse avuto dei problemi in famiglia e da quella volta non ne sia più uscita, non ne sia mai guarita.

A vederla fa pena, lo ammetto.

Eccola ancora lì, che vestita di vecchi stracci, cammina sul marciapiede, un po’ sbilenca. Si appoggia con le mani al muro ogni tanto e se per caso capita vicino ad una vetrina subito i padroni la scacciano per paura che questo si sporchi.

La trattano come una zingara, invece, a quanto pare è un italiana doc.

Tutti la conoscono, ma nessuno ne parla.

È come se fosse uno di quei segreti immani che la cittadina tiene per se. Un po’ come nel medioevo quando si aveva paura di parlare di certe cose.

Alcuni hanno sentito dire da altri che a loro volta avevano sentito da altri ancora e così via, che quella pazza avesse augurato la morte a qualcuno e che poco tempo dopo, questo sia morto veramente. Sembra veramente far paura questa qui. La additano come la Strega per quest’episodio, ma lei non se ne cura.

Per gioco i bambini le tirano addosso gli oggetti: a volte pescano dai secchioni l’immondizia e fanno a gara a chi fa più centri con la sua testa.

La vecchia pazza non dice mai niente. Continua a camminare e mugugnare. Capita anche che quando si ferma inizi a dondolare prima sulle punte e poi sui talloni. Poi si arresta e dopo qualche minuto di assoluta immobilità riprende a camminare.

È strana forte, ma io non le ho mai fatto niente. A dir la verità cerco di evitarla, come fanno un po’ tutti, e certe volte mi sento un po’ in colpa per questo.

Penso che magari questa vecchia pazza si senta sola come un cane e che, sempre magari, se qualcuno provasse a farle un po’ di compagnia, si scoprirebbe che poi tanto pazza non è.

Ha capelli castano chiaro, quasi biondi. Sono lunghissimi e in disordine, sempre, ma qualcuno rammenta che da giovane lì abbia tenuti corti e che forse presa da un raptus di follia, il preludio del suo avvenire, se li sia tagliati a colpi di forbici nel bagno di casa, sola.

La osservo ciondolare a destra e a sinistra, ora, come se cercasse un equilibrio del corpo. Alcuni dicono che chi è pazzo a volte lo fa: è come se cercando l’equilibrio del corpo cerchino quell’equilibrio mentale che non hanno.

Sempre dicendo la verità, a mio parere, questa donna non è pazza. È semplicemente una donna che ha bisogno di aiuto.

A volte, vorrei avere il coraggio uscire di casa e portarla via con me: farla lavare, pettinare, mangiare. Insomma vorrei curarla. Eppure c’è sempre qualcosa che mi ferma, che mi blocca. C’è qualcosa che mi dice di non farlo.

Ancora non ho capito cosa sia questo qualcosa, ma di certo è molto più forte di me.

Forse è la paura di essere giudicata. O forse no. Non credo sia quella: in fondo la voglia di aiutare gli altri chiunque essi siano prevale la paura del giudizio.

Credo.

Non saprei, non saprei davvero.

Ora la donna è scomparsa dalla mia vista. Spesso accade mentre tu la guardi: lei procede sempre lentamente poi giri per un secondo lo sguardo e quando vai per guardarla ancora, lei non c’è più. È scomparsa, come volatilizzata. E magari non si fa vedere per giorni interi, poi torna e la vedi sempre sullo stesso marciapiede, nella stessa posizione.

È davvero strana, dai, la gente ha ragione. Chissà quella che ha fatto nella vita e poi che fine ha fatto tutta la sua famiglia.

Non credo che siano stati così crudeli da averla lasciata così sola e indifesa, in fondo sono sangue del loro sangue. Alcuni dicono che invece sia così, che siano partiti per un’altra città più grandi dove sarebbero stati sconosciuti e irriconoscibili agli occhi di tutti. Altri, invece, dicono che li abbia ammazzati lei, la cara vecchia pazza.

Chissà se è vero. Io non lo posso sapere, posso solo fidarmi del mio buon senso, però potrei anche sbagliarmi. E poi l’opinione pubblica è così forte, è difficile non essere contagiati dalle dicerie comuni. È così difficile quanto stupido, perché solo un ignorante non avrebbe un’idea propria e ora, non per fare la saputella o una che si crede chissà chi,ma ignorante non lo sono proprio.

È la società, si ne sono sicura: è la società così strumentalizzata e cattiva. È lei che ti attrae nella sua ragnatela, ti cattura e ne è fiera: sembra davvero di sentirla ridere malefica una volta allargato il suo bottino di caccia.

Ed ora eccola ancora lì, sul marciapiede opposto. Ha cambiato posizione.

Ora è lì che fissa mi guarda negli occhi, guarda in alto e proprio verso di me. Non c’è dubbio non è un illusione ottica e nemmeno la mia mente che mi dice così per le mie fissazioni.

Guarda proprio me.

Ed io, spettatrice comune e disinteressata delle vite altrui, mi scosto lentamente dalla finestra e ricado nell’ombra.

   
 
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