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Autore: saku_ale    21/10/2013    1 recensioni
"Itachi aveva sempre pensato a come cambiare la propria vita, ci aveva pensato così a lungo da portarla al limite del possibile: ogni suo risveglio ne era la dimostrazione."
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Itachi
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO I
 
Un altro risveglio nel gelo delle mattine di novembre, meraviglioso.
L’ennesimo vuoto riguardo alla sera prima.
Come diavolo era finito lì? I capelli ancora scompigliati, il naso gelato e un mal di testa assurdo, continuavano ad assillarlo senza sosta.
Cercò di alzarsi e di sistemarsi alla meglio, recuperò il cellulare dalla tasca del giubbotto e chiamò suo fratello, l’unico in grado di tirarlo fuori da queste situazioni inumane.
Il giovane Sasuke era beatamente sdraiato nella vasca da bagno, villa Uchiha, ovviamente.
Il telefono squillò varie volte prima di venir svogliatamente preso dal fratello, che rispose sbuffando.
“Itachi cosa vuoi? Sono giorni che mi chiami agli orari più strani, qual è il tuo problema?!”
“No senti calmati.. si ok,ho un problema.”  Strano. Solo uno?!
 “Sarebbe? Ti sei perso? La fiamma della sera precedente se l’è svignata? o ti sei rotto qualcosa non si sa bene come!?”
“Ti ringrazio,questo elenco di sfighe mi mancava al momento.. ma no, non proprio..ecco.. credo di non sapere bene cosa sia successo ieri sera.. Questa mattina mi sono accorto di aver dormito qui stanotte. Nel giardino di non so chi. Non so dove. Da non so quanto.  E’ grave?”
“E’ da te.. Complimenti, ottimi tempi di reazione. Altri 10 minuti e magari ti passava sopra anche un tosaerba e mi liberavo. Ma ci sei o ci fai?!”
Ora Sasuke era veramente stanco. Suo fratello era sempre stato un esempio per lui, una sorta di guida come suo alter ego; ma da quando i loro genitori erano morti aveva scelto di cambiare, di prendere una svolta.Troppo a lungo era rimasto ad osservare, troppo tempo perso. Ogni giorno era convinto di poter fare ciò che voleva e quando voleva, finendo invece per essere intrappolato in una misera routine da famiglia d’alto borgo. Non che questo non succedesse anche al fratello minore, ma lui era un caso disperato, si sapeva.
 
“Uhm..fra quanto passi?”
Certo, come no.
“3950346902”
“Eh? Cosa?!”
“è il numero del taxi idiota! Magari cerca di capire dove sei e fatti riportare a casa, non ti riconosco più..”
Fantastico, il migliore inizio di giornata che potesse desiderare. Inutili fratelli minori. Era stordito, a malapena seduto sul prato di non si sa chi, orario indefinito, giorno..um..sabato?
Ok forse aveva esagerato, forse così era un po’ troppo, un effetto collaterale del suo stile di vita ormai finito nel caos.
Come biasimarlo? I mesi precedenti erano stati un inferno, ogni giorno peggiore dell’altro. Suo fratello minore era l’unico spiraglio di luce esistente, si facevano forza a vicenda ma sapeva che non sarebbe durato per sempre.
Lui era ordinato, metodico, sistematico. L’altro scombussolato, incoerente, folle,forse.
Qualcosa però dev’essere andato storto, perché il ruolo dei due fratelli si era assurdamente invertito e a stento si riconoscevano a vicenda.
Ma questo era solo un dettaglio, giusto?
Itachi si alzò, vedendo una signora abbastanza anziana sul lato opposto della strada, pensò di chiedere qualche informazione a lei, attraversando lentamente.
“Scusi.. ha un momento?” Il suo aspetto indolenzito non invogliava di certo la gente, ma tentò comunque di chiedere aiuto.
“Cosa vuoi ragazzaccio?” ripose lei esitante alzando quasi la scopa che aveva in mano.
“volevo solo chiederle un’informazione.. può spiegarmi dove mi trovo? Credo di essermi..perso..” Concluse con aria imbarazzata.
Lei lo squadrò per bene prima di rispondere elencando nome della città, via e numero della casa alle sue spalle: quasi un miracolo considerando lo sguardo della vecchia.
Digitò in fretta il numero del taxi e si fece venire a prendere, notando con sorpresa (e un briciolo di fortuna) che il suo portafogli era ancora al suo posto, i soldi gli sarebbero bastati, almeno per questa volta. Continuò a guardare fuori dal finestrino per ben 35 minuti prima di arrivare a casa, cosa che l’aveva sorpreso non poco considerando che non aveva la più pallida idea di come fosse arrivato lì, e men che meno come definire quel “lì”.
Pagò il taxista, scese lentamente camminando sul vialetto della villa, pensando a suo fratello e quello che lo attendeva una volta varcata la soglia di casa..potendo sarebbe scappato, e di corsa anche, ma teneva troppo a lui per lasciarlo solo un’altra volta, per fuggire da una sua colpa. Sospirò, chiudendo il cancello di casa e preparandosi ad aprire il grande portone di casa Uchiha.
Sorprendentemente non si ritrovò nessuno davanti e nemmeno dietro la porta come succedeva in genere dopo queste sue bravate, non che non se lo meritasse, ma lo lasciò un po’ scettico. Se suo fratello non era lì a fargli la predica, allora, dov’era?
Percorse tutto il corridoio riprovando a portare alla memoria la nottata appena passata, ma aveva davvero sempre troppi pochi ricordi. Una festa, a casa del solito amico, Kisame, qualche ragazza sconosciuta e qualche cocktail di troppo evidentemente l’avevano portato fuori strada. Non era da lui, lo sapeva, una volta forse non si sarebbe nemmeno mai avvicinato a serate del genere.
Ma si sa, una tira l’altra..
Un fastidioso rumore di sottofondo interruppe il flusso dei suoi pensieri, riportandolo alla realtà.
“Sasuke..?”
Silenzio.
“Sei in casa vero..?”
Niente. Salì le scale e si diresse verso la porta del bagno, dalla quale proveniva un notevole rumore, aprendola lentamente. La scena che gli balzò agli occhi lo fece indietreggiare;
“Ma che diavolo..?!?”
Suo fratello era disteso nella vasca da bagno, con un libro in mano,lo spumante a fianco, sul tavolino, e lo stereo di sottofondo. Alla faccia dello stress!
“Potevi almeno salutarmi pigrone!”
“Scusa?! Esci immediatamente.. e comunque non sono di certo stato io a risvegliarmi nel prato di qualcun altro in preda al panico..”
“Adesso inizi anche a farmi la predica?! Non ti capisco, fino all’anno scorso tornavi a casa -quando tornavi- messo molto peggio di me..” ribadì il maggiore con poco entusiasmo.
Aveva sempre conosciuto le abitudini scorrette del fratello, ma lo aveva sempre apprezzato così. Molto intelligente ma anche molto sbandato, libero, donnaiolo e senza orari. Lo invidiava anche in fondo, era esattamente l’opposto di lui.
Guardandosi bene ora, si rendeva conto di aver preso molto più dal minore che quanto Sasuke avesse preso da lui. L’aveva salvato, si erano salvati a vicenda, ma forse lui era davvero quello con la pelle più dura, il cuore di pietra, come si usa dire.
“Uhm..Sei tu che non mi hai mai capito veramente..”
“..mettiamola così.. Vado in camera..”
Richiuse la porta e si diresse verso la propria stanza, in fondo al corridoio .
Ogni tanto avrebbe fatto comodo una donna di servizio o qualcosa del genere, quella villa era troppo grande per loro due. Certe notti poteva quasi sentire l’eco dei suoi pensieri..
Arrivato alla sua stanza si gettò sul letto, ancora vestito, cercando di fare mente locale e riprendere quello che era successo la sera prima. Niente. Il buio.
Non era molto normale, ma proprio non riusciva a capire.
Non capiva se fosse la sua coscienza a rifiutare qualsiasi cosa sbandata lui facesse, o se era veramente solo una serata finita male, con un po’ troppo alcool,forse.




Spazio dell'autrice: Eccomi qua con questa strana storia, da tempo pensavo di provare a scrivere qualcosa di mio che fosse più intenso di una one shot, e magari più lungo di una drabble :P spero di riuscire a continuare bene e a fare un buon lavoro, la storia si avvierà seriamente solo fra qualche capitolo, ma credo che un buon inizio fondamentale per chiarire le cose.
Grazie a tutti voi che avete letto fin qui o che avete recensito, siete importanti!:)
  
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