‡ Figlio
del destino
‡
a quattro anni mi fu
imposto il sigillo maledetto appartenente alla casata cadetta;
a dieci anni persi
l’unica mia guida, l’unico mio sostegno.
Né più, né meno un
branco di manichini.
Io, a quattro anni ho
capito; ero nato al solo scopo di vivere all’ombra di Lei.
Una bambina come me:
Hinata Hyuga; l’ereditiera del casato
Ero potente, molto.
Molto più di quando potesse esserlo lei.
lei doveva vincere gli
incontri;
lei doveva allenarsi
con il più grande dei maestri;
lei a fine giornata
risposava in coperte di seta;
lei si svegliava
all’ora che gradiva;
lei decideva gli orari
di lezioni.
Era mia cugina, la mia
famiglia.
E poi…
Era dolce, timida,
carina.
Il mio opposto
perfetto, il mio contrario pacifico.
Io mi allenavo per ore
ed ore, se riposavo un attimo, ero tacciato di debolezza.
Lei si allenava a
giorni alterni per poco più di due ore, se riposava, era
segno di stanchezza
giustificata .
pietà per me, che ero
costretto a portare quel segno di ripudio.
quasi noia per i
privilegi che il destino le aveva fornito.
per aggiungere nuove
carezze al consueto.
il figlio di un uomo
tradito e ucciso vigliaccamente, che dimostrava onore e potenza;
un maledetto rinnegato
che lottava contro ciò a cui era preparato da anni, ma che
non aveva mai
accettato.
Un processo
lento,impercettibile.
Che vedi, ma non
riesci ad afferrare in ogni dettaglio;
come la fioritura in
primavera, lo scioglimento della neve in estate, o la brina dopo un
giorno di
pioggia.
Come se qualcosa si
fosse spezzato.
Non lottavo, né mi
allenavo per me, non più; ma per loro.
Affinché capissero i
loro sbagli.
Non stringevo amicizie
se non quelle che potessero essere fortemente utili al mio scopo.
Presi a considerare i
miei compagni di squadra automi inermi ai miei ordini.
Allenavo il Biyakugan
con insistenza, quasi fino a ferirmi.
Se lei fosse morta,
forse avrebbero potuto amarmi, accettarmi…
Accogliermi nella
casata principale.
Il male che avevano
fatto a me, a mio padre, ai tanti membri cadetti…
Per essere accettato.
Il cercare una
famiglia;
un qualcuno a cui
appoggiarsi nei momenti di difficoltà;
qualcuno che ti ami
nonostante gli errori, i difetti.
Forse è davvero questo
quello che cerco…
Non sono in grado di
saperlo.
Per una volta devo
arrendermi a ciò che non conosco.
[Perché
uno come me
nato nell’odio, non può conoscere
l’amore.]