Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: sve_chan    23/10/2013    1 recensioni
Alyce, una giovane a capo di una ricercatissima banda di assassini, si risveglia nella cella di una nave della Marina, ferita, senza i ricordi dell'ultima settimana e tormentata da un misterioso male. Perché si trova lì? Come hanno fatto a catturarla? E sopratutto: i suoi compagni saranno ancora vivi? Sono queste le domande a cui la ragazza dovrà rispondere in un tortuoso viaggio alla ricerca dei membri della sua banda, tra tradimenti, segreti mai raccontati e verità scomode. Ovviamente non viaggerà da sola, ma, dopo essere approdata per caso sulla nave di Rufy, l'imprevedibile ciurma di pirati deciderà di accompagnarla in questa lunga spedizione. Godetevi quindi questa fan fiction piena di misteri, azione e humor
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Il pomeriggio e la sera passarono velocemente; per un paio d'ore Alyce si era allenata con spade e fiamme, quindi aveva fatto un po' di yoga. Anche se il fatto di stare ferma ad occhi chiusi e svuotare la mente non si addiceva molto ad una personalità vivace come la sua, sentiva di doverlo fare per calmare il potere del suo frutto del diavolo. Le pareva infatti che, una volta fatte scaturire le fiamme da una mano, ciò che teneva sotto controllo quell'imponente energia fosse stato spazzato via. Le serviva sempre molta concentrazione per far rientrare il fuoco e, non appena si distraeva, quello usciva fuori improvvisamente da una mano o un piede. L'assassina pensò allora che fosse colpa dell'adrenalina e dell'euforia che le attraversavano il corpo come scariche elettriche. Quindi si era seduta nella posizione del loto, le gambe incrociate, gli avambracci poggiati sulle ginocchia, pollice e indice di entrambe le mani uniti, gli occhi chiusi e aveva provato a confinare tutto il suo potere in una parte del suo corpo dove sarebbe dovuto rimanere docilmente. Rimase così una mezz'ora abbondante, un vero record per lei, che dopo solo cinque minuti di meditazione già non vedeva l'ora di alzarsi e andare a fare qualcos'altro. Quando riaprì gli occhi la prima cosa che vide fu lo sguardo accigliato del marimo. << Beh, che hai da guardare?! Non hai mai visto qualcuno meditare?! >> gli chiese spazientita. << Sì che ho già visto qualcuno meditare, non sono nato ieri! E' che sei una visione alquanto insolita, stai facendo yoga per calmare le fiamme e invece... ne sei totalmente avvolta! >> lo spadaccino ridacchiò, divertito. Alyce invece si guardò il resto del corpo e constatò con un certo fastidio che Zoro aveva ragione, il fuoco infatti aveva presso possesso di tutto il suo fisico, trasformandola in una fiaccola vivente. La ragazza sbuffò e mandò un'occhiataccia al pirata, nella speranza che potesse essere incenerito con la sola forza del pensiero; poi strizzò le palpebre e con un grandissimo sforzo riuscì a tornare normale. Passò così la serata a debita distanza dal resto della ciurma, per evitare di ustionare o avvelenare qualcuno inavvertitamente. Il fuoco ovviamente continuò a stuzzicarla, comparendo improvvisamente da una mano e avvolgendo tutto quello che stava toccando in quel momento : la forchetta con su un pezzo di carne, un bicchierino di saké (che non aveva mai bevuto prima e che le fece girare la testa come una trottola per cinque minuti abbondanti, tanto era forte), una crosta di pane, uno dei deliziosi mandarini di Nami; perfino il pianoforte prese fuoco sotto gli occhi scandalizzati Brook, non appena lei aveva provato a suonarlo. Ogni volta che accadeva, l'assassina sospirava, si scusava, serrava le palpebre e faceva rientrare le fiamme. Ma queste poco tempo dopo si facevano rivedere, più insistenti di prima, pareva che quelle lingue violacee si divertissero a farle perdere la pazienza. Robin, dopo aver osservato quelle scene per un po', propose alla ragazza di aiutarla a prendere il pieno possesso del suo potere, lei accettò entusiasta e sollevata e decise che avrebbe iniziato a partire dalla mattina seguente. Durante la notte l'assassina fece un sogno strano: si trattava di Akainu che, alto e massiccio come una montagna, teneva in mano una gabbia dorata con decori vittoriani. In quella cella, coperto di stracci e col capo chino, sedeva Raven, che l'ammiraglio mostrava orgoglioso come se si trattasse del suo trofeo più illustre, sogghignando malignamente. Alyce allora avvolgeva le katane con le fiamme e si lanciava all'attacco per salvare il ragazzo, compiendo un salto verso il Marine con le spade alzate e tranciando il braccio che teneva la gabbia. Ma quando si svegliò vide che non erano le sue armi ad andare a fuoco, ma bensì il suo letto. << Ma non è possibile!!!! >> urlò al limite della sua pazienza, prima di concentrarsi e farlo sparire di nuovo. Quindi, dopo una colazione veloce in cui incendiò caffè e croissant, uscì sul ponte, dove Robin la stava aspettando. Era seduta sull'erba a gambe incrociate, con gli occhi chiusi, i lineamenti del viso distesi e i capelli morbidi mossi dal vento. Indossava un top viola aderente con una piccola rosa nera di stoffa sulla spallina sinistra e un paio di pantaloncini cortissimi che provocarono a Sanji una violenta emorragia nasale. Non appena Alyce arrivò, la giovane donna sollevò le palpebre e le fece segno di sedersi di fronte a lei,  sembrava estremamente tranquilla, al contrario dell'assassina che era parecchio inquieta. La ragazza si sedette incerta e piegò la testa di lato, in attesa che accadesse qualcosa. L'altra richiuse gli occhi, incrociò gli avambracci sul petto e mormorò << Sies fleurs. >>; dalla gamba sinistra di Alyce comparve un braccio che le afferrò il polso. << Ehi, che fai?>> chiese lei confusa e per tutta risposta ottenne da Robin un cenno con una mano che la invitava a stare tranquilla. << Ascoltami - disse la donna a mezza voce- adesso chiudi gli occhi anche tu e concentrati. Devi focalizzare l'energia di cui il tuo corpo è impregnato, devi sentirla scorrere lungo la tua schiena, sulle tue gambe, sulle tue braccia. Poi la devi raccogliere e incanalare nel punto da cui vuoi che venga fuori. Io ti dirò quale parte del corpo dovrà prendere fuoco e tu non dovrai perdere il controllo del tuo potere; anche perché io ti sto toccando e se le fiamme mi sfioreranno, io rischierò di morire avvelenata o di ustionarmi profondamente e tu non vuoi che questo accada, giusto? - l'assassina scosse la testa, senza rendersi conto che l'altra non la poteva vedere- Bene, adesso concentrati e dai fuoco al tuo braccio destro, solo al tuo braccio destro. >>. La ragazza chiuse gli occhi, focalizzò la sua attenzione sulle particelle di energia che si agitavano sotto la sua pelle e le incanalò sul suo braccio destro, da cui partì una potente fiammata. Robin, che nel frattempo aveva sollevato le palpebre, sudava freddo, ma si costringeva a mantenere la calma e a non mollare la presa, aveva deciso che avrebbe aiutato la compagna a tenere sotto controllo il fuoco e per questo doveva fidarsi ciecamente di lei e della sua forza di volontà. << Okay, adesso fallo rientrare. >> le ordinò, sempre pacata ed Alyce obbedì seduta stante. << Ora la gamba sinistra. >> << Stai scherzando, vero?! >> l'assassina aprì gli occhi di scatto. << Certo che no. >> Robin accennò un sorriso rassicurante. << La mia gamba destra è attualmente a contatto con la sinistra e quindi con il tuo braccio! Se non riesco a controllarmi finirò per ucciderti! >> << Lo so, ma in qualità di tua maestra è necessario che io mi assuma questo rischio e che mi fidi di te e della tua forza di volontà o non migliorerai mai! >>. La calma della donna spiazzò Alyce che tornò a concentrarsi sul suo potere, ma questa volta sentiva l'enorme peso della responsabilità della vita stessa di una persona gravarle sulla schiena come un macigno. Così fece uscire le fiamme dalla gamba destra, ma purtroppo la fiammata fu troppo potente e anche il piede sinistro prese fuoco. << Merda! >> sussurrò l'assassina, mentre il fuoco non sembrava voler fermarsi al piede, infatti stava risalendo velocemente verso il braccio di Robin. La ragazza provò un paio di volte a imporre su quello il suo controllo con calma, ma senza alcun risultato. Adesso basta, dannazione! pensò allora, tanto disperata quanto arrabbiata e il suo potere obbedì fermandosi di colpo e ritirandosi successivamente dalla gamba sinistra. La donna sorrise soddisfatta, poi disse: << Visto? Basta solo avere la  giusta determinazione e le fiamme non sfuggiranno mai più al tuo controllo. >>. Alyce annuì e fece rientrare il fuoco. Robin aveva ragione, se lei si imponeva come entità superiore rispetto a quella energia sarebbe sempre riuscita a dominarlo. << Adesso proviamo a far prendere fuoco solo alla tua mano sinistra. >> aggiunse mentre spostava il suo braccio di qualche centimetro più indietro. L'assassina fece un profondo respiro e si concentrò nuovamente, ma questa volta usò un atteggiamento più fermo e autoritario verso il fuoco, ordinandogli mentalmente di non espandersi oltre la mano sinistra. E quello obbedì, docile come un cagnolino, sotto lo stretto controllo di Alyce che ancora temeva che il braccio di Robin potesse essere aggredito dalle fiamme. Provò ancora un paio di volte e notò che il metodo che aveva usato per mantenere il controllo funzionava in maniera eccellente. Se fino a quel momento era rimasta stupita, quasi spaventata dal suo nuovo potere, aveva capito che per dominarlo doveva dimostrare di essere superiore. Quelle fiamme viola non erano un'entità indipendente capitata accidentalmente nel suo corpo, al contrario, erano una parte di sé, un compagno, un potente alleato pronto a seguire i suoi ordini e ad aiutarla in battaglia e nelle situazioni di pericolo; come i compagni che aveva perso.

Si allenò così per tutto il giorno, salvo brevi pause per riposarsi e, su consiglio di Robin, fece anche dieci minuti di meditazione per far sì che l'adrenalina che le scorreva freneticamente nel sangue non rovinasse i progressi che aveva fatto. Durante il pranzo e la cena riuscì a non incendiare il cibo; tranne a un certo punto quando notò che Zoro stava bevendo troppo, che gli aveva afferrato la bottiglia di saké e gli aveva dato fuoco, avvelenandone il contenuto fra le imprecazioni del pirata. Dopo cena si era finalmente potuta riunire alla ciurma ed era andata a dormire verso mezzanotte, con la fiera certezza che quella volta non avrebbe bruciato il letto.

   
 
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