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Autore: Narcissa    28/10/2004    2 recensioni
Narcissa e Lucius. La storia di due ragazzi giovani e bellissimi, che si sono innamorati davvero mettendo da parte ciò che li ha sempre condizionati: le unioni tra purosangue.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza bionda non seppe mai bene di preciso cosa fece dopo quel momento.
Si ritrovò tra le braccia di Bellatrix, piangente disperata, senza voler dire il motivo del suo pianto sconsolato e confuso.
Narcissa, dal canto suo, non riusciva a decifrare le emozioni che le vorticavano attorno. Lucius… Quel nome per lei era come una melodia, sapeva che era la luce della sua vita. Ma il comportamento di quel ragazzo la turbava… Così misterioso… Così mistico… Così ermetico… In cuor suo odiava questi aggettivi, la bionda, ma forse era proprio quello, di Lucius, che la facevano impazzire.
Bellatrix al momento non proferiva parola, di limitava ad abbracciare affettuosamente la sorella. Sapeva bene quando parlare e invece quando tenersi la lingua tra i denti. La lasciò sfogare tutto il tempo necessario poi, quando Narcissa smise di singhiozzare, abbozzò un sorriso.
—Si tratta di Lucius, vero? —
Narcissa alzò gli occhi e la guardò. Poi annuì debolmente. Tirò su col naso e, senza dire una parola, tirò dritta fino al dormitorio femminile.
Le lezioni presero a svolgersi regolarmente. Si scoprì che nella verifica di Pozioni, Narcissa era risultata l’ultima della classe. Cosa che lasciò a bocca aperta tutti gli studenti, poiché di solito lei era sempre una delle migliori.
Solo Bellatrix pareva aver afferrato il nocciolo della questione; poiché, guardando Narcissa che si stava mordendo inespressiva il labbro inferiore, si limitò a scoccarle uno sguardo triste e sconsolato.
—Narci, non puoi continuare così! — sbottò Bellatrix all’uscita dell’aula.
—Ah sì? —fece inanimata lei — A me pare di star già facendolo… —
—Vuoi prendere 4 per il resto della tua vita finché Lucius non si deciderà a chiederti in ginocchio di sposarti?! — proseguì, ignorando la sorella bionda.
Narcissa non rispose. Poi aprì la bocca per ribattere.
—Io… Durante il test pensavo a lui… —
Bellatrix avrebbe tanto voluto ribattere “E si vede!”, ma preferì lasciar perdere.
—Co-continuavo a pensare a quei suoi occhi di ghiaccio… Non mi ricordavo più niente…Non ero concentrata… Avevo freddo… —
Non aggiunse una parola e si allontanò di fretta, lasciando indietro la sorella Bellatrix in mezzo alla calca di studenti che uscivano dalle rispettive aule.
In quei giorni, Narcissa si recò spesso nel bagno dei Capiscuola, nella speranza di incrociare il suo angelo biondo, ma le uniche volte che lo vedeva era a colazione, pranzo e cena. E il suo desiderio per quel bellissimo ragazzo cresceva in lei sempre di più.
Lo guardava con i suoi occhi innamorati e persi, mentre attraversava i corridoi oppure quando passeggiava per il castello. E, ciò che torturava la ragazza, era il fatto che non sapeva se quel biondissimo ragazzo provava per lei le stesse cose, oppure se la sua fosse una semplice presa in giro.
—Bella… —sospirò una sera, rannicchiata e triste —Io lo amo, Bella… E non so più che fare… Sono una persona debole… Ma io lo voglio… Non mi ero mai innamorata così tanto… —
Bellatrix sospirò e non disse niente, lasciando la sorella nelle sue lacrime.

Per un po’ di giorni Narcissa sembrava essere tornata allegra. Svolgeva il suo ruolo di Caposcuola in maniera ottimale, ed era tornata la prima della classe come sempre. Certo Lucius era il suo punto fisso, ma davvero ora sembrava essere diventato meno ossessivo.
Alla lezione di Erbologia, per esempio, fece scattare la sua mano per aria quando la professoressa Sprite fece una domanda riguardo la Mandragola.
—Mandragola, o Mandragora, serve a riportare qualcuno pietrificato al suo stato originale. La Mandragola è pure molto pericolosa… Il suo pianto è fatale per chiunque lo ascolti! —fece, con le sopracciglia inarcate, cacciandosi indietro una ciocca di capelli.
Per quella risposta furono assegnati 30 punti a Serpeverde. Bellatrix sorrise raggiante, e anche Lucius abbozzò un sorriso. Appena Narcissa se ne accorse, abbassò lo sguardo e avvampò.
Quel pomeriggio, il volto di Narcissa brillò in tutto il suo splendore.
—Hai visto, Bella? L’ho fatto sorridere! —
Bellatrix rispose con una risatina allegra.
—Dai, Bella, andiamo a fare una passeggiata nel parco — propose allegramente Narcissa.
—Oh — Bellatrix parve realmente dispiaciuta —Mi dispiace, ma ho convinto Rod a uscire con me, oggi pomeriggio… Così, solo in giardino… —
Narcissa parve rabbuiarsi un attimo, poi disse:
—Oh, io… Sono molto contenta per te… —
Bellatrix capì al volo l’umore della sorella, poiché disse:
—Vieni anche tu con noi! —
—Che cosa? Oh, no, non potrei mai… —biascicò lei.
—Non fare storie e vieni! —ruggì allegramente la ragazza dai capelli corvini, facendole l’occhiolino —Lo sai che è il miglior amico di Lucius! Può darsi che lo trovi lì, no? —
Narcissa in cuor suo non ne aveva nessuna voglia, ma non se la sentiva di cancellare il sorriso amichevole e speranzoso della sorella.
Si avvolse attorno al collo la sciarpa di Serpeverde, indossò il suo mantello con lo stemma argento e verde e si incamminò assieme a Bellatrix verso il giardino.
Narcissa guardò quasi invidiosa il volto radioso della sorella, che di lì a poco avrebbe incontrato Rodolphus Lestrange.
In quel momento si sentì molto triste, e desiderosa di non aver mai incontrato quel biondo ragazzo che era al centro dei suoi pensieri, giorno e notte. Si limitò a sospirare.

La risvegliò dai suoi pensieri il freddo venticello. Bellatrix, infatti, aveva aperto il possente portone che conduceva in cortile, e aveva sbottato:
—Narci, che ti dispiacerebbe darmi una mano? —
Troppo tardi, Bella aveva già spinto con le sue forza la porta.
—Mmm, lasciami indovinare, stai pensando a Lucius, forse? —
Narcissa le scoccò un’occhiata da “non parlarmi di lui grazie”, e Bellatrix decise di non insistere.
Le scarpe delle due ragazze scalpicciavano sull’erbetta fresca umida di rugiada, finché non avvistarono seduti in una panchina di marmo Rodolphus e, con enorme sorpresa di Narcissa, anche Lucius.
Lei si bloccò di colpo come una statua.
—Bella, io torno indietro! —annunciò con la voce che le tremava, rossissima in viso, cercando di nascondersi dietro la sorella.
—Ah, non se ne parla nemmeno! —intimò Bellatrix, afferrando per le spalle Narcissa, e avanzando verso i due ragazzi. Il cuore di Narcissa fece una capriola. Il vento faceva muovere quei capelli abbastanza lunghi e biondissimi di Lucius. Il suo Lucius.
Oh, mio Dio, com’era sensuale.
A Narcissa sembrava una di quelle antiche statue greche, bellissime in tutta la loro perfezione. E lei sapeva di non essere all’altezza di un ragazzo così perfetto come Lucius. A lei bastava solo guardarlo, ammirarlo se poteva.
“Mio Dio, com’è perfetto…” pensò estasiata la ragazza “Non sono degna nemmeno di pulirgli le scarpe…”
Le due ragazze di avvicinarono. Bellatrix salutò calorosamente, sparando una battuta delle sue. Narcissa, al contrario, fece un timidissimo cenno con la mano.
Rodolphus e Bellatrix si incamminarono allegramente in una delle tante stradine di ghiaia del giardino. Lucius e Narcissa rimasero lì, in piedi, a fissarsi. Poi, i loro sguardi si intercettarono. Gli occhi di ghiaccio di quel ragazzo, per lei erano il massimo. Si sentiva inerme di fronte a tanta bellezza.
—Ti sei incantata? —disse sorridendo, Lucius.
Narcissa le sorrise timidamente.
—S… senti, ti va di… ehm… Di venire a fare un giro con me, ora…? —chiese, con le mani ghiacciate, la bella ragazza bionda.
—Ma certo, e perché no? —
Dopo quel momento, Narcissa si ricordò ben poco di quel pomeriggio. Sapeva solo che erano lì, fianco a fianco che camminavano, chiacchierando del più e del meno.
Lasciandosi alle spalle tutti quegli stupidi pregiudizi che li aveva uniti fino ad ora, e cioè le unioni tra purosangue.
Si lasciarono il mondo alle spalle, sorridendosi a vicenda. Che le importava del perché erano lì assieme?!
Quello che contava è che era lì, assieme al suo angelo biondo che desiderava da sei anni. Chi stava meglio di lei, in quel momento, se era lei e solo lei ad essere in paradiso?
Fecero tre volte lo stesso giro del parco. A Narcissa, parve passato appena un minuto quando il sole già cominciò a calare.
—Guarda… Il sole… —biascicò Narcissa.
Lucius sorrise e disse:
—Già, è molto bello vero? —
Allungò la mano e prese dolcemente quella della ragazza, intrecciando le dita con le sue. Con l’altra mano le scostò una ciocca di capelli e la fissò intensamente negli occhi. Narcissa adorava quel ragazzo, non l’avrebbe lasciato andare per nulla al mondo…
—Lucius, io… —
—Lascia che siano i gesti a parlare… —le sussurrò, prendendole anche l’altra mano. Poi le diede un piccolo dolce bacio sulla fronte.
Narcissa venne percorsa da un brivido lungo tutto il corpo. Lei appoggiò la testa sul collo di lui, sentendo che le loro dita erano ancora intrecciate… Per lui quel gesto era significato qualcosa…? O non era significato niente…? Per lei, Narcissa, era stato il momento più bello della sua vita… E quel momento voleva che non finisse mai…
  
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