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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    12/04/2008    1 recensioni
"Quando il giovane Cygnus riprese conoscenza, la prima cosa che lo avvolse fu il silenzio più profondo, un silenzio innaturale per una battaglia." Prima parte di una fanfiction in due capitoli dedicata interamente al Cucciolo dei Ghiacci, nel momento più triste della sua vita. Il momento più brutto.
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
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VENT'ANNI DOPO

CAPITOLO 2

ESSERE SANTI

Mi sei mancato, Hyoga-san.” affermò Kiki con la voce incrinata dal pianto.

Il biondo cavaliere di Cygnus, avvolto dalla sua scintillante, nonostante il tempo più viva che mai, cloth, si lasciò cadere dolcemente a terra, proprio dinanzi alle tombe di coloro che, più di vent’anni prima, erano stati i suoi fratelli, i suoi amici, tutto il suo mondo.

Con uno scatto rabbioso afferrò una manciata di terra rossa e se la passò su capo e volto, lasciandosi andare a singhiozzi, singhiozzi disperati di impotenza: “MALEDIZIONE! Sarei dovuto morire anche io quel giorno con loro!! Perché sono rimasto qui, perché? Che senso ha continuare a vivere? Perché SONO RIMASTO SOLO???” urlò, e il suo era urlo di belva ferita, di belva agonizzante, che sta per esalare l’ultimo suo respiro, l’ultimo canto di un cigno il cui unico scopo, è morire, e che canta per alleviare le proprie sofferenze.

Inginocchiato a terra, dinanzi alle lucenti tombe, Hyoga di Cygnus piangeva, piangeva come mai in vita sua.

“Se ti può consolare…” cercò di dire Kiki, con una tremula vocetta, che tanto indietro nel tempo riportò Hyoga, gli parve che fosse passata un eternità da quando era cominciata quella dannata corsa, “Camus-sama, Seiya e Shiryu sono rimasti un poco qui prima di buttarsi in battaglia, mi hanno affidato a te… Ikki aveva preso in braccio il corpo di Shun e lo aveva portato fuori, al sole, promise che lo avrebbe raggiunto presto. Mi avevano chiesto di vegliarti, e di proteggerti a qualunque costo. Seiya disse di far sì che il loro sacrificio non fosse vano… Tu manterrai questa promessa, vero?” terminò il rosso Kiki, gli occhioni lucidi per le troppe lacrime che ormai, da molto tempo, versava quasi ogni giorno.

Cygnus, asciugatosi le lacrime, scattò in piedi, i suoi occhi, di solito così calmi e tranquilli, ora ardevano di un fuoco inestinguibile: “Saori-san, fratelli miei… Vi prometto che non vi lascerò invendicati, dovessi anche io perire nello scontro, e ciò accadrà di sicuro, vi vendicherò. E poi, vi raggiungerò, ci rivedremo, potremmo stare nuovamente insieme.”.

All’improvviso, un vento gelido s’alzò, una tempesta, che avvolse il luogo di buio e freddo.

Hyoga udì la voce di Kiki sempre più lontana, sempre più distante, la voce lo implorava, lo chiamava, ma il ragazzo non riusciva a raggiungerla.

Cominciò a correre, ma più correva e più non si muoveva.

Una dolce musica prese ad avvolgerlo, delicata e carezzevole come solo la voce di una madre può essere…

“Mama…” si trovò a mormorare il ragazzino, udendo, dopo molto tempo, la voce della donna che aveva dato la sua vita per lui, della sua adorata, e mai dimenticata, mamma.

La figura fiera e dolce di Natassia, la signora dei ghiacci, gli apparve, avvolta da una dolce aura di calore e luce; Hyoga si sentì finalmente al sicuro.

La voce della donna lo scosse: “Figliolo, non ho molto tempo, mi han permesso di raggiungerti solo per poco…” affermò lei, una nota di malinconia nella sua voce; il biondino la guardò, ma non proferì verbo, “Caro, non ti ho forse educato io a non abbandonare mai gli amici, i fratelli, nel momento del bisogno?” chiese sorridendo la donna, carezzandogli il capo, “Si, mama..” sussurrò, rapito, il figlioletto, “E perché stai abbandonando a loro stessi i tuoi adorati fratelli? Lo so, non siete completamente fratelli, ma che importa? Non vi volete bene come se lo foste? Che senso hanno i legami di sangue, se c’è qualcosa di più forte di essi?” continuò lei, “So tutto, so tutto dei 100 bambini, dei 100 figli di colui che è tuo, vostro padre, e sono orgogliosa di voi, orgogliosa anche dei tuoi fratelli, vi siete prefissati una meta nobilissima, uno scopo importante, e sono fiera di voi, e di avere un figlio come te. Vi veglierò sempre da quassù, ma tu devi tornare indietro, salvare la vostra dea, impedire inutili sacrifici. Devi rinascere, ritornare alla vita, continuare a essere Santo.” sussurrò saggiamente la madre, avvolgendolo sempre più di luce, il ragazzo si sentiva galleggiare come in un caldo mare, si sentiva divinamente.

Poi, lentamente, quella sensazione svanì, e s’accorse che la luce era diventata più intensa, si era colorata di una dolcissima tonalità color fucsia, e i ricordi lo colpirono con la forza di un pugno: “SHUN!!!!!!!” urlò, capendo all’istante cosa stava accadendo, capendo le parole di Kiki, di sua madre…

Shun stava cercando di salvarlo.

Ma sarebbe morto a sua volta.

Con la forza della disperazione, incominciò a correre, correre, fino a che cadde in un baratro buio, avvolto solo dalla calda e confortante luce del cosmo del suo adorato fratellino minore.

Di scatto aprì gli occhi, accorgendosi di essere tra le braccia del bruno Saint di Andromeda, ormai allo stremo.

Con uno sforzo tremendo, si alzò in piedi, bloccando il flusso cosmico che emanava, abbracciandolo forte, tra le lacrime: “No, ti prego, basta..” mormorò, sconvolto ancora dalle parole del rosso di poco prima; sentì le pressione debole ma viva delle braccia del più piccolo sulla sua vita, sembrava si stesse per rompere in mille pezzettini, “Sei tornato, Hyo-chan” bisbigliò debolmente il Saint di Andromeda.

Hyoga si scostò e annuì, aiutandolo ad alzarsi, “Ce la fai?” gli chiese premuroso, passandosi un suo braccio dietro alle spalle; il Santo di Andromeda annuì e, insieme, aiutandosi l’uno con l’altro, uscirono all’esterno, avvolti dal caldo sole di Atene.

I due si guardarono con affetto: “Forza, gli altri ci aspettano, dobbiamo salvare Saori-san!” affermò deciso Cygnus, “Si, non possiamo lasciarli soli.” rispose con un leggero sorriso Shun.

I due fratelli cominciarono a inerpicarsi su per l’ottava scalinata di Scorpio, diretti alla casa di Milo.

Dall’alto, una dolce voce di donna cominciò a cantare una dolce ninnananna, che avvolse, come una brezza leggera i due ragazzi barcollanti, ma saldamente aggrappati l’ uno all’altro, unico appiglio contro un destino duro, ma bellissimo.

Il destino di essere Santi.

BUONASERA! ECCOMI FINALMENTE QUI, CON L’ULTIMO CAPITOLO DI “VENT’ANNI DOPO”, SPERO SIA STATO DI VOSTRO GRADIMENTO, E CHE IL NOSTRO CYGNUS NON SIA TROPPO OOC..

MI STO ESERCITANDO PER CREARE UN HYOGA Più “CALDO” DAL PUNTO DI VISTA SENTIMENTALE ED EMOTIVO.

RINGRAZIO DI CUORE GUFOTAVE E MEMS PER IL LORO SUPPORTO.

UN BACIO!!

SHUN

   
 
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