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Izuma
e Ryou si erano tranquillamente seduti sul piccolo palco del teatro e lì
avevano cominciato a raccontare tutto ciò che era accaduto in quelle settimane.
L’uomo
le parlò del ricatto, di cosa avesse tentato di fare a Naruto, dei ninja di
Konoha venuti per arrestarlo, e quanto le fosse mancata, mentre Ryou descrisse
quegli orribili giorni chiusa in prigionia, senza possibilità di muoversi,
mangiare o anche solo intravedere la luce del sole, parole che commossero suo padre
e al tempo stesso ne accrebbero un senso di risentimento.
Non
essere riuscito a fare nulla per salvare sua figlia lo addolorava.
-
Papà, sto bene ed ora sono qui con te, ma questa storia deve finire una volta
per tutte, per questo quando Nirate tornerà, io combatterò insieme a Naruto e
agli altri - disse determinata, ma subito contestata dall’uomo, che obiettò.
-
No, Ryou! Hai già passato dei brutti momenti, non voglio che rischi ancora la
vita contro quel criminale, non è un avversario alla tua portata! - esclamò furente
alzandosi in piedi e facendo valere la sua posizione di padre.
-
Papà, sono un ninja! Sono sempre pronta a tutto, lo sai - disse con calma la
corvina, accennando un sorriso. Izuma scosse la testa e si passò una mano sul
viso stanco.
-
Lo so bambina mia, ma io non lo sono, non so cosa farei se… - ma fu interrotto.
-
Non succederà - disse sorridente, stringendo un pugno in un gesto sicuro.
-
Ryou… -.
-
Andrà tutto bene, ne sono convinta. Ti dimostrerò che tua figlia sa badare a se
stessa -.
Ryou
si alzò in piedi e abbracciò suo padre, che sospirò, rispondendo a quel gesto
di affetto.
Era
molto preoccupato, ma sapeva di non poter fare nulla in proposito, sua figlia
aveva la sua vita e anche se abitava ancora sotto il suo stesso tetto doveva
rispettare le sue scelte e decisioni.
-
Fa attenzione - sussurrò, allontanandola per guardarla negli occhi.
-
Sempre – lo rassicurò, annuendo.
Izuma
strinse istintivamente le braccia di sua figlia ma in cuor suo sapeva di fare
la scelta giusta. Lasciare che i propri figli vivano la loro vita senza restrizioni
è il gesto più difficile e altruista che un genitore possa mai fare, e per
quanto trovasse sempre più difficile sopportare quel peso sul petto, sapeva di
farlo per una causa più che giusta.
Abbassò
le braccia e annuì a sua figlia, sorridendole orgoglioso.
Ryou
sentì il proprio cuore riempirsi di fiducia e capì al volo che suo padre le
stava lasciando carta bianca.
Aprì
le labbra nel miglior sorriso che avesse forse mai fatto, e un’innocente
lacrima le sfuggì rapida lungo la guancia, che tolse velocemente con la spalla.
-
Scusa - disse imbarazzata, sentendo la propria risata simile a quella di una
bambina.
L’uomo
le posò affettuosamente una mano sui capelli a annuì, facendole poi cenno di
andare.
-
Forza, quella ragazza bionda sembra che ti stia aspettando con impazienza, fila
via! - la minacciò, ottenendo un altro sorriso allegro da sua figlia, che corse
via, felice.
Izuma
vide Ryou avvicinarsi a Ino, parlare velocemente di qualcosa e correre poi via,
in chissà quale guaio.
Nonostante
il futuro incerto, il suo vecchio cuore era tranquillo e colmo di affetto
ritrovato dopo quella brutta avventura.
Ne
era certo, aveva agito nel migliore dei modi e mai avrebbe dato la colpa al
fato o a qualcuno per le sue scelte, non c’era nulla di sbagliato ad essere
protettivi e neppure a preoccuparsi, era normale.
Sorrise
ancora una volta, anche se le ragazze erano sparite da un pezzo, sapeva che le
avrebbe riviste e tutta la sua paura sarebbe volata via, per non tornare più.
Probabilmente,
dopo averla ritrovata, capì di doverle lasciare ancora più libertà, solo così
sarebbe stato felice ogni giorno, felice di poterla abbracciare tutte le volte
che sarebbe tornata.
Si
voltò per tornare a lavoro, quando un pensiero improvviso gli attraversò la
mente, anzi, un dettaglio.
-
Ma… sbaglio, o quelle due avevano gli stessi vestiti? - disse in sovrappensiero,
puntando gli occhi al vuoto.
Scrollò
le spalle, indifferente.
-
Mah, certo che le uniformi ninja sono un po’ troppo oscene al giorno d’oggi -.
-
Si può sapere quanto ancora avevi intenzione di parlare con tuo padre?! Ti ho
aspettata mezz’ora! - disse Ino, sfrecciando sopra i tetti con alle spalle
Ryou, che sbuffò.
-
Io invece mi chiedo come mai hai così tanta fretta di trovare Naruto, può anche
darsi che si sia perso, no? - suggerì con tono d’ovvietà.
-
Infatti, ho fretta di prenderlo a pugni perché è un’idiota! - disse di getto,
saltando sulla parete di un edificio più alto e percorrendola verticalmente
fino in cima.
Ryou
la raggiunse subito dopo, in attesa di una qualche spiegazione.
-
Che ci facciamo qui - chiese, guardandosi intorno.
-
Questo è il punto più alto per vedere gran parte del paese - asserì convinta,
scrutando attentamente il villaggio.
La
corvina sbuffò, mettendosi le mani ai fianchi e auto commiserandosi per quel
compito ingrato, sembrava che stessero cercando un bambino idiota che non
riesce a stare attaccato alla madre perché troppo vivace.
-
Ma non avremmo fatto prima ad attendere con mio padre? Dopotutto il piano era
quello -.
-
Abbiamo atteso mezz’ora, ma non si è fatto vivo. La cosa non ti sembra strana? –
disse, voltandosi verso l’altra. Ryou valutò bene l’ipotesi che si potesse
trovare in pericolo: la scartò immediatamente.
-
Siamo all’interno di un paese pacifico, probabilmente ha avuto un contrattempo
o si è fermato a mangiare - disse indifferente, affiancandosi alla bionda e
dando anche lei un’occhiata all’orizzonte.
-
Un altro buon motivo per trovarlo quanto prima e ucciderlo - tagliò corto Ino,
lasciando Ryou basita.
-
Senti – cominciò la corvina, grattandosi distrattamente la guancia. - Forse
mentre noi siamo qui lui è già arrivato e ci sta aspettando, ci conviene
tornare - disse sicura, ottenendo lo sguardo della bionda, che sospirò
affranta.
-
Mai una volta che vada tutto liscio - si lamentò Ino, accigliandosi.
-
Certo che voi di Konoha non vi annoiate mai – le fece notare Ryou, mettendosi a
ridere.
-
Non sai quanto, ragazza mia - recitò solennemente Ino, battendogli una mano
sulla spalla per poi sorridersi a vicenda.
-
E va bene, andiamo! -.
Le
ragazze si lanciarono giù dal tetto, e agilmente, tornarono sui propri passi.
Naruto
rinvenne improvvisamente, come se avesse fatto un incubo e freneticamente si
guardò intorno per vedere dove fosse, quando una voce che conosceva bene lo
fermò.
-
Ehi, Naruto, calmo va tutto bene! - intervenne Sakura, trattenendolo per le
spalle.
Il
ragazzo batté le palpebre, confuso, si guardò intorno e notò che si trovava
esattamente dove prima stava combattendo contro la sua compagna di Team.
-
Sakura – disse sorpreso, per poi capire. – Allora hai capito che sono io! – Si
rallegrò alzandosi per poi ricadere a terra, dolorante.
Una
fitta allo stomaco l’aveva attraversato in modo lancinante e il solo respirare
diventò per un secondo impossibile.
Sakura
si morse un labbro tanto forte che sarebbe stata felice di sentire il sapore
del proprio sangue, per lo meno si sarebbe in minima parte punita per quello che
aveva fatto.
L’aveva
attaccato, nonostante lui avesse tentato più volte di identificarsi, lei non l’aveva
minimamente ascoltato, accecata dalla rabbia e dalla vendetta.
Formulò
ancora una volta i sigilli e riprese a curarlo, come aveva fatto nell’ultima
mezz’ora, in attesa che rinvenisse.
Il
viso di Naruto si rilassò quando sentì il chakra della compagna alleviargli il
dolore. Sospirò, voltandosi poi verso Shikamaru e Shino, che lo salutarono con
un cenno.
-
Scusaci per prima Naruto, pensavamo fossi un’altra persona – disse vago il
ragazzo con il codino, intuendo che probabilmente Naruto non sapeva nulla, ma
si sbagliava.
-
Nirate, giusto? -.
Tutti
sussultarono a quel nome, tranne Shino che mantenne la sua solita freddezza.
-
Come fai a saperlo? - gli chiese Sakura, sinceramente sconvolta. Solo loro tre
sapevano, e cosa avevano passato con quel tizio.
-
È una lunga storia - disse solamente, alzandosi e stringendo i denti per ancora
il dolore che sentiva.
Sakura
si sentì di nuovo in colpa e nonostante volesse conoscere i particolari di
quella storia, abbassò il capo e restò in silenzio.
-
Avete trovato Izuma? - chiese il ragazzo, intuendo che Naruto conoscesse già i
particolari della loro missione.
-
Si, sappiamo dov’è - rispose Shikamaru.
-
Bene, andiamo da lui, ci sono un paio di ragazze che devo incontrare -.
Non
l’avesse mai detto.
Le
orecchie di Sakura drizzarono, e stringendo minacciosamente un pugno davanti il
suo muso, gli chiese immediatamente spiegazioni.
-
Che cos’è che devi fare tu?! - sbraitò, arrossendo al solo ricordare cosa
avesse sentito.
-
D-Devo incontrare Ino e Ryou, che sono venute con me! - rispose impaurito,
indietreggiando qualche passo. Sakura si calmò all’istante.
-
Ryou? - ripeté confusa. - Intendi la figlia di Izuma? - chiese ancora,
interessata.
Naruto
annuì. Shikamaru si fece avanti per chiedere ulteriori dettagli, ma fu interrotto.
-
Non c’è tempo, una volta da loro saprete ogni cosa. Andiamo! -.
Naruto
cominciò a correre, seguito a ruota dagli altri suoi amici.
Sakura
si era immediatamente resa conto che non una volta Naruto aveva accennato lo
spiacevole incontro di poco prima, anzi, si era rallegrato per averla vista di
nuovo dalla sua parte.
Non
sapeva se ringraziarlo o sentirsi male. Sentiva il rimorso bruciarle dentro e
logorarla ad una velocità spaventosa.
Più
tardi gliene avrebbe parlato, ora non c’era tempo, purtroppo.
-
Dove sei stata finora? - chiese freddo Sasuke, non appena vide la rossa entrare
nella grotta dove si erano fermati da qualche giorno.
-
Volevo essere sicura di quel che avevo detto. Purtroppo non ho trovato nessuno -
si scusò, abbassando lo sguardo. Sasuke la ignorò semplicemente, tornando a
esaminare la sua spada, mentre Juugo la salutò come al solito.
Karin
superò il divano malconcio dove stava il moro e prese un altro corridoio, dal
quale uscì Suigetsu, che la prese in giro per essere tornata senza trovare
nulla, ma stranamente, questa non reagì e lo superò a testa bassa.
L’albino
si sorprese alquanto e chiese agli altri cos’avesse la ragazza.
-
Forse si sente in colpa per aver sbagliato previsione - suggerì indifferente
Juugo, incrociando le braccia al petto.
Sasuke
non disse niente, limitandosi solo ad osservare la strada che la rossa aveva
preso.
Karin
arrivò in quella che era stata improvvisata come sua stanza, raggiunse il letto
e vi si buttò sopra in un sospiro.
Voltò
lo sguardo al soffitto di roccia mentre la candela vicino il comodino creava
delle ombre sfumate che sembravano prendere vita non appena la fiamma
oscillava.
Chiuse
gli occhi.
Flashback:
- Dove hai intenzione di andare? -
chiese confusa Karin, osservando il biondo alzarsi in piedi e massaggiarsi
delicatamente le ferite.
- Devo ammettere che sei brava a
fare le bende, ti ringrazio - sorrise riconoscente, per poi superarla.
- Ehi! - alzò la voce la ragazza,
alzandosi in piedi. - Ti ho chiesto dove hai intenzione di andare! -.
Nirate, presentatosi a Karin con il
nome di Saito, sospirò annoiato.
- Mi sembra logico no? Vado per la
mia strada, e anche tu dovresti fare lo stesso -.
Karin strinse i denti, arrabbiata. Non
le piaceva affatto venire ignorata in quel modo e con due falcate lo raggiunse
e lo fermò per una spalla.
- Ti ho guarito io, sei ancora
sotto la mia responsabilità! - disse autoritaria.
Saito si voltò, convinto di aver
sentito un’eresia.
- Ma sei impazzita!? - sbraitò,
allargando le braccia per dare più enfasi alla sua sorpresa. - Non sono mica un
bambino! Di che responsabilità parli?! -.
Karin non fece una piega davanti
quel comportamento da bamboccio e lo guardò con sufficienza.
- Io sono un medico, e come tale
devo assicurarmi che chi venga curato abbia bisogno ancora o meno di attenzioni
fino alla sua completa guarigione! -.
Saito rimase senza parole davanti tanta
professionalità, dovette riconoscerglielo, ma non capiva come mai Karin nascondesse
uno strano imbarazzo. Si vedeva lontano un miglio che qualcosa la agitava ma
sinceramente non capì.
- Tu sei pazza - se ne uscì
improvvisamente, perplesso, ricevendo prima una faccia sconvolta, poi
arrossita, e infine un pugno in testa seguito da un “idiota!” che probabilmente
aveva fatto scappare terrorizzati gli uccellini che sentì allontanarsi.
- Mi hai fatto male! E tu dovresti
essere un medico!? - l’ammonì adirato, massaggiandosi il capo.
Karin sbuffò, dandogli le spalle.
- Pensa piuttosto a riposarti,
quelle ferite non sono da sottovalutare - cambiò discorso, mugugnando.
- Ti ho detto che non ho tempo,
devo andare! - gli ricordò, mettendosi seduto per terra annoiato.
- Ed io ti ho detto che devi riposare!
- si voltò minacciosa, ottenendo un altro sbuffo.
“Ho ancora tempo, meglio che
ascolti questa tipa strana e mi riposi”.
- E va bene, mi affido alle sue
amorevoli cure, infermiera - fece sarcastico. Karin arrossì a quell’affermazione
e si voltò, senza dire nulla.
“Idiota” pensò.
Quel ragazzo non voleva minimamente
ascoltarla, e osava anche mettere in dubbio il suo talento medico senza
conoscerla.
Era così difficile dargli retta?
Sospirò.
- Ascolta, for… - ma non terminò la
frase, non ci riuscì perché tutto a un tratto avvertì un dolore alla base del
collo per poi affievolirsi dolcemente, così come la sua vista.
Le gambe cedettero ma non sentì il
contatto con il suolo perché qualcuno la prese e l’accompagnò a terra.
- Grazie - sentì, prima di
addormentarsi.
Fine Flashback.
Karin
strinse il cuscino, i suoi pensieri vagarono ancora una volta a quel ragazzo e
a quanto fosse stato sciocco. Era anche arrabbiata perché l’aveva presa alla
sprovvista e se l’avesse rincontrato gliela avrebbe fatta pagare.
Si
mise una mano in tasca e vi tirò fuori un pezzo di stoffa sporca e rovinata,
appartenente alla tuta di quel ragazzo.
La
esaminò, rigirandosela più volte tra le mani e chiedendosi perché mai l’avesse
raccolta quando l’aveva vista vicino a lei, quando era rinvenuta.
Con
un gesto di stizza, la gettò sul letto e si alzò.
“Faccia come vuole” pensò
solamente, prima di aprire la porta e richiuderla alle spalle.
All’interno,
la fiamma della candela oscillò pericolosamente quando il colpo d’aria l’investì,
ma non si spense.
Angolo
Autore:
Salve!
Visto? Ho fatto presto stavolta!
Tranquilli, stavolta la finisco sul serio ;)
Allora, che ne pensate?? Nirate/Saito e
ripartito alla carica e arriverà a destinazione probabilmente
Il giorno dopo (qualche capitolo fa ho
scritto il tempo di percorrenza da dove si trovavano Naruto e gli altri),
quindi la mattina del secondo giorno.
Il terzo invece sarà la resa dei conti
una volta per tutte, preparatevi!
Ringrazio: gademo ed Ernesto507 per le
loro recensioni ^^
Purtroppo siete diminuiti
drasticamente, ma la colpa è solo mia che ho interrotto la storia per così tanto
tempo… mi dispiace :(
Alla prossima, ciao!
Matt