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Autore: Matt2291    23/10/2013    3 recensioni
Un grave incidente coinvolgerà Naruto.
Per un pò di tempo, un letto di ospedale sarà la sua casa.
Tutti i suoi amici si preoccuparanno per lui, mostrando lati che a volte
vengono fuori solo nel momento del bisogno :)
Ma soprattutto, è stato davvero un incidente?
Leggete! ^^
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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***

 

Izuma e Ryou si erano tranquillamente seduti sul piccolo palco del teatro e lì avevano cominciato a raccontare tutto ciò che era accaduto in quelle settimane.

L’uomo le parlò del ricatto, di cosa avesse tentato di fare a Naruto, dei ninja di Konoha venuti per arrestarlo, e quanto le fosse mancata, mentre Ryou descrisse quegli orribili giorni chiusa in prigionia, senza possibilità di muoversi, mangiare o anche solo intravedere la luce del sole, parole che commossero suo padre e al tempo stesso ne accrebbero un senso di risentimento.

Non essere riuscito a fare nulla per salvare sua figlia lo addolorava.

- Papà, sto bene ed ora sono qui con te, ma questa storia deve finire una volta per tutte, per questo quando Nirate tornerà, io combatterò insieme a Naruto e agli altri - disse determinata, ma subito contestata dall’uomo, che obiettò.

- No, Ryou! Hai già passato dei brutti momenti, non voglio che rischi ancora la vita contro quel criminale, non è un avversario alla tua portata! - esclamò furente alzandosi in piedi e facendo valere la sua posizione di padre.

- Papà, sono un ninja! Sono sempre pronta a tutto, lo sai - disse con calma la corvina, accennando un sorriso. Izuma scosse la testa e si passò una mano sul viso stanco.

- Lo so bambina mia, ma io non lo sono, non so cosa farei se… - ma fu interrotto.

- Non succederà - disse sorridente, stringendo un pugno in un gesto sicuro.

- Ryou… -.

- Andrà tutto bene, ne sono convinta. Ti dimostrerò che tua figlia sa badare a se stessa -.

Ryou si alzò in piedi e abbracciò suo padre, che sospirò, rispondendo a quel gesto di affetto.

Era molto preoccupato, ma sapeva di non poter fare nulla in proposito, sua figlia aveva la sua vita e anche se abitava ancora sotto il suo stesso tetto doveva rispettare le sue scelte e decisioni.

- Fa attenzione - sussurrò, allontanandola per guardarla negli occhi.

- Sempre – lo rassicurò, annuendo.

Izuma strinse istintivamente le braccia di sua figlia ma in cuor suo sapeva di fare la scelta giusta. Lasciare che i propri figli vivano la loro vita senza restrizioni è il gesto più difficile e altruista che un genitore possa mai fare, e per quanto trovasse sempre più difficile sopportare quel peso sul petto, sapeva di farlo per una causa più che giusta.

Abbassò le braccia e annuì a sua figlia, sorridendole orgoglioso.

Ryou sentì il proprio cuore riempirsi di fiducia e capì al volo che suo padre le stava lasciando carta bianca.

Aprì le labbra nel miglior sorriso che avesse forse mai fatto, e un’innocente lacrima le sfuggì rapida lungo la guancia, che tolse velocemente con la spalla.

- Scusa - disse imbarazzata, sentendo la propria risata simile a quella di una bambina.

L’uomo le posò affettuosamente una mano sui capelli a annuì, facendole poi cenno di andare.

- Forza, quella ragazza bionda sembra che ti stia aspettando con impazienza, fila via! - la minacciò, ottenendo un altro sorriso allegro da sua figlia, che corse via, felice.

Izuma vide Ryou avvicinarsi a Ino, parlare velocemente di qualcosa e correre poi via, in chissà quale guaio.

Nonostante il futuro incerto, il suo vecchio cuore era tranquillo e colmo di affetto ritrovato dopo quella brutta avventura.

Ne era certo, aveva agito nel migliore dei modi e mai avrebbe dato la colpa al fato o a qualcuno per le sue scelte, non c’era nulla di sbagliato ad essere protettivi e neppure a preoccuparsi, era normale.

Sorrise ancora una volta, anche se le ragazze erano sparite da un pezzo, sapeva che le avrebbe riviste e tutta la sua paura sarebbe volata via, per non tornare più.

Probabilmente, dopo averla ritrovata, capì di doverle lasciare ancora più libertà, solo così sarebbe stato felice ogni giorno, felice di poterla abbracciare tutte le volte che sarebbe tornata.

Si voltò per tornare a lavoro, quando un pensiero improvviso gli attraversò la mente, anzi, un dettaglio.

- Ma… sbaglio, o quelle due avevano gli stessi vestiti? - disse in sovrappensiero, puntando gli occhi al vuoto.

Scrollò le spalle, indifferente.

- Mah, certo che le uniformi ninja sono un po’ troppo oscene al giorno d’oggi -.

 

 

- Si può sapere quanto ancora avevi intenzione di parlare con tuo padre?! Ti ho aspettata mezz’ora! - disse Ino, sfrecciando sopra i tetti con alle spalle Ryou, che sbuffò.

- Io invece mi chiedo come mai hai così tanta fretta di trovare Naruto, può anche darsi che si sia perso, no? - suggerì con tono d’ovvietà.

- Infatti, ho fretta di prenderlo a pugni perché è un’idiota! - disse di getto, saltando sulla parete di un edificio più alto e percorrendola verticalmente fino in cima.

Ryou la raggiunse subito dopo, in attesa di una qualche spiegazione.

- Che ci facciamo qui - chiese, guardandosi intorno.

- Questo è il punto più alto per vedere gran parte del paese - asserì convinta, scrutando attentamente il villaggio.

La corvina sbuffò, mettendosi le mani ai fianchi e auto commiserandosi per quel compito ingrato, sembrava che stessero cercando un bambino idiota che non riesce a stare attaccato alla madre perché troppo vivace.

- Ma non avremmo fatto prima ad attendere con mio padre? Dopotutto il piano era quello -.

- Abbiamo atteso mezz’ora, ma non si è fatto vivo. La cosa non ti sembra strana? – disse, voltandosi verso l’altra. Ryou valutò bene l’ipotesi che si potesse trovare in pericolo: la scartò immediatamente.

- Siamo all’interno di un paese pacifico, probabilmente ha avuto un contrattempo o si è fermato a mangiare - disse indifferente, affiancandosi alla bionda e dando anche lei un’occhiata all’orizzonte.

- Un altro buon motivo per trovarlo quanto prima e ucciderlo - tagliò corto Ino, lasciando Ryou basita.

- Senti – cominciò la corvina, grattandosi distrattamente la guancia. - Forse mentre noi siamo qui lui è già arrivato e ci sta aspettando, ci conviene tornare - disse sicura, ottenendo lo sguardo della bionda, che sospirò affranta.

- Mai una volta che vada tutto liscio - si lamentò Ino, accigliandosi.

- Certo che voi di Konoha non vi annoiate mai – le fece notare Ryou, mettendosi a ridere.

- Non sai quanto, ragazza mia - recitò solennemente Ino, battendogli una mano sulla spalla per poi sorridersi a vicenda.

- E va bene, andiamo! -.

Le ragazze si lanciarono giù dal tetto, e agilmente, tornarono sui propri passi.

 

 

Naruto rinvenne improvvisamente, come se avesse fatto un incubo e freneticamente si guardò intorno per vedere dove fosse, quando una voce che conosceva bene lo fermò.

- Ehi, Naruto, calmo va tutto bene! - intervenne Sakura, trattenendolo per le spalle.

Il ragazzo batté le palpebre, confuso, si guardò intorno e notò che si trovava esattamente dove prima stava combattendo contro la sua compagna di Team.

- Sakura – disse sorpreso, per poi capire. – Allora hai capito che sono io! – Si rallegrò alzandosi per poi ricadere a terra, dolorante.

Una fitta allo stomaco l’aveva attraversato in modo lancinante e il solo respirare diventò per un secondo impossibile.

Sakura si morse un labbro tanto forte che sarebbe stata felice di sentire il sapore del proprio sangue, per lo meno si sarebbe in minima parte punita per quello che aveva fatto.

L’aveva attaccato, nonostante lui avesse tentato più volte di identificarsi, lei non l’aveva minimamente ascoltato, accecata dalla rabbia e dalla vendetta.

Formulò ancora una volta i sigilli e riprese a curarlo, come aveva fatto nell’ultima mezz’ora, in attesa che rinvenisse.

Il viso di Naruto si rilassò quando sentì il chakra della compagna alleviargli il dolore. Sospirò, voltandosi poi verso Shikamaru e Shino, che lo salutarono con un cenno.

- Scusaci per prima Naruto, pensavamo fossi un’altra persona – disse vago il ragazzo con il codino, intuendo che probabilmente Naruto non sapeva nulla, ma si sbagliava.

- Nirate, giusto? -.

Tutti sussultarono a quel nome, tranne Shino che mantenne la sua solita freddezza.

- Come fai a saperlo? - gli chiese Sakura, sinceramente sconvolta. Solo loro tre sapevano, e cosa avevano passato con quel tizio.

- È una lunga storia - disse solamente, alzandosi e stringendo i denti per ancora il  dolore che sentiva.

Sakura si sentì di nuovo in colpa e nonostante volesse conoscere i particolari di quella storia, abbassò il capo e restò in silenzio.

- Avete trovato Izuma? - chiese il ragazzo, intuendo che Naruto conoscesse già i particolari della loro missione.

- Si, sappiamo dov’è - rispose Shikamaru.

- Bene, andiamo da lui, ci sono un paio di ragazze che devo incontrare -.

Non l’avesse mai detto.

Le orecchie di Sakura drizzarono, e stringendo minacciosamente un pugno davanti il suo muso, gli chiese immediatamente spiegazioni.

- Che cos’è che devi fare tu?! - sbraitò, arrossendo al solo ricordare cosa avesse sentito.

- D-Devo incontrare Ino e Ryou, che sono venute con me! - rispose impaurito, indietreggiando qualche passo. Sakura si calmò all’istante.

- Ryou? - ripeté confusa. - Intendi la figlia di Izuma? - chiese ancora, interessata.

Naruto annuì. Shikamaru si fece avanti per chiedere ulteriori dettagli, ma fu interrotto.

- Non c’è tempo, una volta da loro saprete ogni cosa. Andiamo! -.

Naruto cominciò a correre, seguito a ruota dagli altri suoi amici.

Sakura si era immediatamente resa conto che non una volta Naruto aveva accennato lo spiacevole incontro di poco prima, anzi, si era rallegrato per averla vista di nuovo dalla sua parte.

Non sapeva se ringraziarlo o sentirsi male. Sentiva il rimorso bruciarle dentro e logorarla ad una velocità spaventosa.

Più tardi gliene avrebbe parlato, ora non c’era tempo, purtroppo.

 

 

- Dove sei stata finora? - chiese freddo Sasuke, non appena vide la rossa entrare nella grotta dove si erano fermati da qualche giorno.

- Volevo essere sicura di quel che avevo detto. Purtroppo non ho trovato nessuno - si scusò, abbassando lo sguardo. Sasuke la ignorò semplicemente, tornando a esaminare la sua spada, mentre Juugo la salutò come al solito.

Karin superò il divano malconcio dove stava il moro e prese un altro corridoio, dal quale uscì Suigetsu, che la prese in giro per essere tornata senza trovare nulla, ma stranamente, questa non reagì e lo superò a testa bassa.

L’albino si sorprese alquanto e chiese agli altri cos’avesse la ragazza.

- Forse si sente in colpa per aver sbagliato previsione - suggerì indifferente Juugo, incrociando le braccia al petto.

Sasuke non disse niente, limitandosi solo ad osservare la strada che la rossa aveva preso.

Karin arrivò in quella che era stata improvvisata come sua stanza, raggiunse il letto e vi si buttò sopra in un sospiro.

Voltò lo sguardo al soffitto di roccia mentre la candela vicino il comodino creava delle ombre sfumate che sembravano prendere vita non appena la fiamma oscillava.

Chiuse gli occhi.

 

Flashback:

- Dove hai intenzione di andare? - chiese confusa Karin, osservando il biondo alzarsi in piedi e massaggiarsi delicatamente le ferite.

- Devo ammettere che sei brava a fare le bende, ti ringrazio - sorrise riconoscente, per poi superarla.

- Ehi! - alzò la voce la ragazza, alzandosi in piedi. - Ti ho chiesto dove hai intenzione di andare! -.

Nirate, presentatosi a Karin con il nome di Saito, sospirò annoiato.

- Mi sembra logico no? Vado per la mia strada, e anche tu dovresti fare lo stesso -.

Karin strinse i denti, arrabbiata. Non le piaceva affatto venire ignorata in quel modo e con due falcate lo raggiunse e lo fermò per una spalla.

- Ti ho guarito io, sei ancora sotto la mia responsabilità! - disse autoritaria.

Saito si voltò, convinto di aver sentito un’eresia.

- Ma sei impazzita!? - sbraitò, allargando le braccia per dare più enfasi alla sua sorpresa. - Non sono mica un bambino! Di che responsabilità parli?! -.

Karin non fece una piega davanti quel comportamento da bamboccio e lo guardò con sufficienza.

- Io sono un medico, e come tale devo assicurarmi che chi venga curato abbia bisogno ancora o meno di attenzioni fino alla sua completa guarigione! -.

Saito rimase senza parole davanti tanta professionalità, dovette riconoscerglielo, ma non capiva come mai Karin nascondesse uno strano imbarazzo. Si vedeva lontano un miglio che qualcosa la agitava ma sinceramente non capì.

- Tu sei pazza - se ne uscì improvvisamente, perplesso, ricevendo prima una faccia sconvolta, poi arrossita, e infine un pugno in testa seguito da un “idiota!” che probabilmente aveva fatto scappare terrorizzati gli uccellini che sentì allontanarsi.

- Mi hai fatto male! E tu dovresti essere un medico!? - l’ammonì adirato, massaggiandosi il capo.

Karin sbuffò, dandogli le spalle.

- Pensa piuttosto a riposarti, quelle ferite non sono da sottovalutare - cambiò discorso, mugugnando.

- Ti ho detto che non ho tempo, devo andare! - gli ricordò, mettendosi seduto per terra annoiato.

- Ed io ti ho detto che devi riposare! - si voltò minacciosa, ottenendo un altro sbuffo.

“Ho ancora tempo, meglio che ascolti questa tipa strana e mi riposi”.

- E va bene, mi affido alle sue amorevoli cure, infermiera - fece sarcastico. Karin arrossì a quell’affermazione e si voltò, senza dire nulla.

“Idiota” pensò.

Quel ragazzo non voleva minimamente ascoltarla, e osava anche mettere in dubbio il suo talento medico senza conoscerla.

Era così difficile dargli retta?

Sospirò.

- Ascolta, for… - ma non terminò la frase, non ci riuscì perché tutto a un tratto avvertì un dolore alla base del collo per poi affievolirsi dolcemente, così come la sua vista.

Le gambe cedettero ma non sentì il contatto con il suolo perché qualcuno la prese e l’accompagnò a terra.

- Grazie - sentì, prima di addormentarsi.

 

Fine Flashback.

 

 

Karin strinse il cuscino, i suoi pensieri vagarono ancora una volta a quel ragazzo e a quanto fosse stato sciocco. Era anche arrabbiata perché l’aveva presa alla sprovvista e se l’avesse rincontrato gliela avrebbe fatta pagare.

Si mise una mano in tasca e vi tirò fuori un pezzo di stoffa sporca e rovinata, appartenente alla tuta di quel ragazzo.

La esaminò, rigirandosela più volte tra le mani e chiedendosi perché mai l’avesse raccolta quando l’aveva vista vicino a lei, quando era rinvenuta.

Con un gesto di stizza, la gettò sul letto e si alzò.

“Faccia come vuole” pensò solamente, prima di aprire la porta e richiuderla alle spalle.

All’interno, la fiamma della candela oscillò pericolosamente quando il colpo d’aria l’investì, ma non si spense.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autore:

Salve!

Visto? Ho fatto presto stavolta! Tranquilli, stavolta la finisco sul serio ;)

Allora, che ne pensate?? Nirate/Saito e ripartito alla carica e arriverà a destinazione probabilmente

Il giorno dopo (qualche capitolo fa ho scritto il tempo di percorrenza da dove si trovavano Naruto e gli altri), quindi la mattina del secondo giorno.

Il terzo invece sarà la resa dei conti una volta per tutte, preparatevi!

Ringrazio: gademo ed Ernesto507 per le loro recensioni ^^

Purtroppo siete diminuiti drasticamente, ma la colpa è solo mia che ho interrotto la storia per così tanto tempo… mi dispiace :(

Alla prossima, ciao!

 

Matt

  
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