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Autore: Green 182    23/10/2013    1 recensioni
Dal primo capitolo:
(...)
Mi misi a dar da mangiare alle anatre nel laghetto.
“Dove vanno le anitre d'inverno?” pensai, e mi venne da ridere.
Quel libro era proprio forte.
Probabilmente il mio preferito.
Probabilmente l'unico che avevo letto.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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~WHY ARE YOU AN ASSHOLE?!~


Erano passati 5 giorni, era ormai giugno.

Chissà dov'era.

Non poteva essere.

Non poteva finire così.

Non doveva finire così.

Lui era io mio migliore amico, cazzo.

E forse anche viceversa.

Non sapevo cos'era successo, non c'erano motivi.

Io non sapevo niente.

Ero preoccupato.

Che cosa gli stava succedendo?!

Eravamo passati dal parlarci spesso al non parlarci proprio.

Gli doveva essere successo qualcosa.

Mi cercava fino al telefono.

Speravo che le cose non sarebbero andate a puttane.

Il bello è che non gli avevo fatto niente.

Non volevo che il nostro rapporto cambiasse dopo quella 'pausa' che si era 'preso'.

Mi aveva fatto capire che ci teneva veramente, attraverso gesti e comportamenti.

Lui mi voleva bene.

Speravo ritornasse, io mi ero arreso.

Volevo vedere se gli mancavo, come lui mancava a me.

Lui era uno dei pochi che mi faceva star bene, che mi faceva ridere sempre.

La parte triste era che io avrei fatto di tutto per lui, mentre a lui non gliene fregava un cazzo.

Ci avevano insegnato ad essere onesti senza dirci che l'avremmo preso nel culo.


 

Era il 10 giugno e stavo tornando a casa col treno.

Non vedevo l'ora di vedere Jimmy.

Dopo poche ore fui a casa.

Ricordavo vagamente dove abitava lui e quindi cercai di andare a casa sua.

Mi aprì la porta un ragazzino che non avevo mai visto.

-Oddio, cercavo Jimmy...ho sbagliato casa, scusami- dissi.

-No, aspetta, Jimmy abita qui, io sono David e lui non so dove sia- rispose.

-Oh David, Jimmy mi ha parlato di te, piacere, io sono Sally- gli tesi la mano che strinse.

-Jimmy è scappato ed è via da un po' anche...non sappiamo dove sia-

-Ah, diavolo, avevo in mente di vederlo...-

-Sei...la sua ragazza?- chiese.

Risi.

-Nono, sono la sua migliore amica...non è che hai il suo numero di cellulare?- chiesi.

-Si, anche a me ha detto che ero il suo migliore amico, poi se n'è andato- rispose, poi mi diede il numero.

-Non so...se l'ha detto lo pensa veramente...boh, proverò a chiamarlo e penso tornerà a casa- dissi convinta.

-Chiamalo ora, intanto che sei qui-

Annuii e lo chiamai.

-Pronto? Chi è?!- chiese.

-Jimmy?- ero così felice di sentirlo.

-Sally? Sei tu?- mi chiese, riconoscendo probabilmente la voce.

-Sisi Jimmy! Sono arrivata a casa, tu dove sei?-

-Al mare-

-Cosa?- chiesi con gli occhi fuori dalle orbite.

-Già. Beh, torno, ora che sei a casa-

-Grazie Jimmy, ho voglia di vederti- conclusi.


 

Avevo ricevuto la telefonata di Sally e quindi sarei tornato a casa.

Ma pensandoci, il numero gliel'aveva sicuramente dato Dave, e questo non mi piaceva particolarmente.

Feci una smorfia.

Io l'avevo dimenticato, comunque.

Dopo un po' ritornai a casa, chiamai Sally e le chiesi dov'eri.

Mi disse di essere davanti a casa mia, quindi andai là.

Quando arrivai vidi tutti e 2, ma non feci tanto caso a lui.

Corsi da Sally e l'abbracciai.

-Jimmy, mi sei mancato così tanto- esclamò leggermente commossa.

-Anche tu- risposi triste.

Ci abbracciammo forte.

-Ben tornato- mi disse lui quando mi staccai da Sally.

Avrei voluto abbracciarlo, ma non lo considerai proprio.

-Metto giù la roba e ti porto a casa- dissi rivolto a Sally, che annuì.

Quando uscii di nuovo, portai a casa Sally a piedi, lasciando lì da solo David.

Quando arrivammo davanti a casa sua, mi disse: -C'era Dave, hai visto?-.

Annuii.

-Perchè non gli hai detto niente?!-

-Cosa avrei dovuto dirgli?- mi giustificai.

-Che gli vuoi bene e non te ne andrai più-

-Sarebbero cose false- risposi freddo.

Mi girai per andarmene, ma lei mi prese per un braccio e mi fermò: -So che non lo sono- mi disse.

Non la stetti a sentire e continuai a camminare verso casa.

Arrivai davanti alla porta di casa, era ancora là.

Lo ignorai, lo superai ed entrai in casa.

Mi prese per un braccio.

-Hey!- esclamò arrabbiato.

-Che vuoi?- risposi scontroso.

-Non sei più tu- affermò.

-Non mi conosci- conclusi, entrando in casa.

-Ti conosco più di quanto pensi- mi disse, seguendomi.

Scossi la testa.

-Lasciami in pace-

Andai in camera mia e mi chiusi dentro a chiave.

Lui si mise a dare pugni alla porta.

-Hai intenzione di buttarla giù?!- urlai.

-SI! A costo di parlarti- rispose.

Tacqui e ci rinunciai.

Andai ad aprirgli la porta.

-Cosa vuoi ancora?- sbuffai, avendone piene le palle.

Lui senza dire niente mi abbracciò.

Forte, come se non mi avesse mai voluto lasciare andare.

-Prometti che non te ne andrai mai più- mi colse di sorpresa.

Non sapevo cosa rispondere e quindi feci una promessa che non ero sicuro di mantenere.

-Si-

Alzò gli occhi e mi fissò.

-Davvero?- mi chiese, per poi sorridere.

-Seh- ripetei non troppo convinto.

-Ora mi lasci andare?!- continuai sbuffando.

Mi stava ancora abbracciando.

-Ah si, scusa per aver invaso il tuo territorio- rispose, trattenendo una risata.

-Ah ah- ribattei ironico e richiusi la porta.

-Sarai stronzo!- mi urlò da fuori, tirando un calcio alla porta.

Lo ero, ma era solo un'arma di difesa.

Lo volevo dimenticare perchè non ci doveva essere niente.

Non ci poteva essere niente tra me e lui.
 

~Why Are You An Asshole?!~

  
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