Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: Giechi    23/10/2013    3 recensioni
“Gli occhi sono lo specchio dell'anima.. Basta guardare una persona negli occhi per capire cosa prova.." spiegò Rachele.
"Io non credo nell'anima, come non credo in tutto quello che viene ritenuto spirituale.. Dio, per esempio. Non sono cose razionali e quindi per me non esistono"
“Come puoi non credere nell'anima? Non credi nemmeno nell'amore... Come fai a vivere così?”
“Per me è tutta chimica, sono reazioni che avvengono nel nostro corpo... L'anima, così come l'amore. Non c'è niente di spirituale.” disse con amarezza James, come se riconoscesse che il pensiero che stava esprimendo era triste e vuoto.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
apitolo VII – Amore Amaro.

“Pronta per la spiaggia?” chiese Loris con un sorriso a 1632 denti stampato in faccia.
“Tu lo sei?” rispose Rachele anche lei sorridendo.

Amava rispondere alle domande con altre domande, infatti credeva che potesse essere uno stimolo per l'interlocutore a non soffermarsi sulle apparenze.

“Mai stato più pronto” le rispose il ragazzo spavaldo.

Le mise una mano dietro la testa. Rachele, a memoria, si agganciò alla sua schiena; camminare in quel modo la faceva sentire protetta, mentre Loris poteva pavoneggiarsi di avere una bellissima giovane donna al suo fianco.
Rachele amava realmente quell'immagine che dava di sé, era convinta che tutti i passanti che la incrociavano, la guardassero con invidia e gelosia.

Per accedere alla spiaggia, bisognava superare una piccola barriera di scogli che dividevano l'area balneare dalla strada. Da vero uomo Loris faceva strada a Rachele, trovando il percorso più sicuro affinché la sua dama non si affaticasse né potesse correre rischio alcuno.

Appena gli scogli fecero spazio alla sabbia, Rachele si disfò delle scarpe per bagnarsi i piedi nell'acqua. Nonostante la calda serata, l'acqua non risultò essere particolarmente fredda. Rachele amava il mare, lo sentiva parte di lei. Lo credeva una persona, con il proprio umore e le proprie ragioni per essere più o meno felice, ma che a prescindere dalle situazioni, trovava sempre lì. Ogni occasione era buona per toccare l'acqua, perché nel momento in cui l'oro blu veniva a contatto con il suo corpo, lei si dimenticava di tutto e di tutti i problemi che le giravano intorno.
Al contrario, Loris sembrava preoccupato del suo aspetto esteriore e di poter bagnare i suoi pantaloni. Difficilmente si sarebbe avvicinato all'acqua.

Nonostante Rachele lo volesse al suo fianco, a condividere con lei quel momento, sapeva benissimo  dal momento in cui tolse la prima scarpa che lui, finché lei non si fosse allontanata dal mare, non l'avrebbe raggiunta. Nonostante ciò, tuttavia, non ebbe lo stimolo di fermarsi.

Rachele si immaginava sempre che Loris potesse darle qualcosa di più. Come quando due persone non si vedono da tanto, si rincontrano, magari ad una stazione e tutto quello che dovrebbe succedere, come nei migliori film d'amore, sarebbe una corsa di entrambi fino all'incontro, un abbraccio, magari un bacio e, come ciliegina sulla torta, la commozione dei passanti consapevoli di aver perso quell'età in cui quei gesti sono naturali, ma che per il mondo sono trasgressivi.

Rachele, però, era quella consapevole; consapevole di come quel suo pensiero fosse un'utopia senza veridicità e che il massimo che poteva ricevere dal suo ragazzo, era lo stesso che riceveva ogni giorno vedendolo. Loris era il tipo che da un giorno a un mese si comportava sempre in ugual modo, non cambiava niente. E in una coppia che si frequenta tutti i giorni dove si passa insieme praticamente tutto il tempo disponibile, questo comportamento poteva andare bene.  

Rachele era cosciente del fatto che il sentimento che lo legava a lui, in confronto a ciò che Loris provava per lei, era incommensurabilmente enorme. Però le bastava. Bastava la sua sola presenza a farle dimenticare quanto nella sua vita potesse esserci di brutto. Le bastava per stare bene. 

Per lei, Loris, era quasi come il mare e si sarebbe buttata tra le sue braccia, qualunque fosse il suo stato d'animo: agitato, calmo, mosso, impraticabile. Perché, come il mare rimaneva sempre il mare, Loris rimaneva sempre Loris. 

Loris aveva però i suoi lati negativi, come il mare ha i suoi pericoli. Pericoli che, puntualmente, Rachele decideva di ignorare, benché ne fosse a conoscenza. Anche i bambini sapevano che anche il nuotatore più esperto o la barca più grande e armata contro qualsiasi insidia, sola, in un mare troppo agitato può finire male. 

Basterebbe solo un'onda, l'onda sbagliata.

La stessa storia era con Loris, infatti, nonostante fosse a conoscenza dei suoi peggior difetti, tra cui la disparità tra l'amore che lei provava per lui e lui per lei, aveva sempre deciso di non tenerne conto.
Quando si incontravano, infatti, Loris nonostante non lo dimostrasse e nonostante agli occhi di molti potesse sembrare crudele, era esattamente ciò che serviva a lei, l'essenziale per continuare a vivere le sue giornate, sapendo che, in qualunque caso e in qualunque stato lui ci sarebbe stato per lei, sempre. 

Proprio come il mare.

L'enfasi che si era palesata nel momento in cui Rachele vide il suo mare, si spense momentaneamente, compose una frase, senza controllare quali parole uscissero dalla sua bocca.

“Che cosa può spingere qualcuno ad isolarsi dalle altre persone, dal resto del mondo?” sillabò insicura. 

Quell'interrogativo gliel'aveva messo in testa quell'idiota di James, ma non era sicura se in quel momento si stesse riferendo a lui e al suo atteggiamento. oppure a se stessa, che avrebbe voluto Loris vicino a lei, in acqua o se proprio al ragazzo che aveva difronte.
“Come mai me lo chiedi?” chiese Loris colpito dal fatto che una delle “Domande di Rachele” si fosse manifestata nell'unico momento in cui avrebbe dovuto non manifestarsi.

“Volevo confrontarmi con te, ma se non vuoi rispondere, fa niente” disse Rachele sorridendo e, comunque, cercando di camuffare quel momento di imbarazzo.
“No, va bene” disse Loris giustificandosi più con se stesso che con Rachele “se uno vuole restare solo, per me è solo scemo e al momento la cosa non mi riguarda” aggiunse davvero convinto delle sue parole.
“Quello è poco, ma sicuro” rispose Rachele banalmente non contraddicendolo.

Nel portare il suo sguardo dagli occhi di Loris al mare, si guardò intorno, nonostante cominciasse a fare buio, la spiaggia era ancora piena di persone, per lo più coppie.
In lontananza scorse una figura che era intenta a lanciare dei sassi nel mare, quasi con rabbia, ne aveva visti tanti di individui del genere, ma in quel momento quella figura le pareva più sola che mai.
Focalizzò la sua attenzione, allora, su una coppia di pescatori; la colpì il fatto che mentre l'uomo sembrava contento di trovarsi in spiaggia con la compagna, la donna sebbene desiderasse altro, condivideva quel momento con il marito, sacrificandosi e cercando di appassionarsi a qualcosa che sembrava proprio non coinvolgerla. Rachele pensò che quello fosse vero amore, sorrise stupidamente e pensò a quanto l'avrebbe resa felice Loris, se solo avesse fatto qualche passo più avanti standole al suo fianco.

Pochi minuti dopo raggiunse Loris, sicura che anche lui l'avrebbe voluta al suo fianco. 
La serata passò veloce, parlarono del compleanno di Rachele che si avvicinava, di cosa Loris potesse averle preso come regalo e immaginarono di passare insieme anche la serata successiva alla festa, proprio come quella.

Rachele non volle rovinare quel momento in cui si sentiva padrona della sua parlando dell'uscita con sua cugina e James e neanche della sconfitta a Scala40. Era consapevole del fatto che avrebbe rovinato quel momento magico introducendo l'argomento. Visto che tutti si sarebbero visti al compleanno, decise di rimandare la cosa, sicura che ci avrebbe pensato la cugina a sistemare tutto.

Verso mezzanotte, decisero che per quella sera avevano amoreggiato abbastanza. Nonostante tutti i suoi pensieri, Rachele poteva definirsi soddisfatta, felice. Salutò Loris con un vivissimo bacio sulle labbra e mentre lui, dopo averla accompagnata fino al Lapis, si allontanava verso il centro di Sentita, dove viveva, lei aprì la porta, la richiuse dietro di sé e sali le scale che portavano alla casa sopra il ristorante. Trovò il fratello, Dario, ancora sveglio che guardava la televisione.
“Ciao Scemo” lo salutò con una pernacchia.
Lui la ignorò troppo preso da un programma del canale B-Min.

Si cambiò e si mise al letto con la testa ancora piena di pensieri e incognite, crollò quasi subito, la sua stanza era illuminata leggermente dalla luce della strada che dava l'atmosfera giusta per addormentarsi.
Si addormentò, appunto. E iniziò a Sognare...
Al prossimo Capitolo, presto in arrivo. (:
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Giechi