.e noi che rimaniamo qui.
il fumo si arriccia sulle strisce di asfalto
come un serpente di mille forme che sussurra
qualcosa a proposito di niente, non lo ascoltiamo
ci passiamo attraverso, un sipario a cortina
fintanto che ci reggono i passi uno dietro l'altro
quante volte la batosta arriva senza essere vista
e quante volte la sorte può essere prevista
ma la sibilla delle notti azzardate tiene la lingua stretta
quante volte potrai rivendicare che ne è poi valsa la pena?
il vento che spira giù in picchiata porta un richiamo
una domanda riguardo alle nostre vite corse in certa fretta
se ci fosse bisogno di supporto o di a gara fare insieme
la strada è troppo lunga, i rinforzi arriveranno tardi
insieme ai primi raggi di sole, a svegliare ciò che è rimasto
perciò di nuovo si conta solo su di noi, ed è nostra abitudine
per scelta precisa di doverci avere a che fare solo noi
con qualsiasi demone stia strisciando sulle strade in cerca di preda
a sceglierci uno per uno è stata alla fine solo
la volontà di non fuggire, di non voltarci altrove
i bucanieri abituati a navigare sulla terra sanno come succede
che essa in realtà, eppur si muove, ti trascina e ti scivola da sotto
le suole
come un tappeto troppo veloce, e il cuore cerca di stare al passo
mantenere l'occhio sulla mira e la mente pronta e lucida
qualsiasi scivolata sperando sia una schivata e non un ammanco
siamo sotto tiro di cecchini invisibili, in balia di ombre che
danzano veloci
una sorda danza maledetta, sai che sei ancora vivo ad ogni ulteriore
respiro
niente di più a garantire il mattino, nient'alro
a prometterti inchino
se non il merito di ciò che sei riuscito a combinare, contando solo
su te stesso
persino quando hai al fianco le spalle più fidate di tutta la mera
massa
ch'è capace di vorticarti intorno ad ingorgo, gente a cui non
offriresti
probabilmente nemmeno una parola o una sigaretta
e il mago dei fili delle ballerine fa tintinnare i soldi in saccoccia
mentre lorsignori guardano i loro assassini
prezzolati passare dalla soglia
il becchino non sprecherebbe un solo sputo sulle loro tombe
e la strega che ha negato loro consulto ride di loro un amaro singulto
votati a morte, la portano ovunque con la mano fredda che gira e gira
gioca alla roulette russa sulle carte spianate su un tavolo tirato a lucido
se le parche avevano consiglio saggio, essi giocano alle divinità
senza testa
non hanno espressione, non hanno sentimento né cognizione
mentre segnano una carezza di condanna a morte sul tuo nome o il tuo
viso
tu non sei nessuno per loro, e loro non sono nessuno per te
e la pulizia delle loro decisioni razionali si consuma su questa
distanza
mentre le tue bestemmie pregano il momento di entrare col favore
delle ore buone
arrivare con filo di lama a pochi millimetri dai loro impassibili
volti
vedere se saltano loro i bottoni, o se riparte il cuore trattandosi
delle suppurazioni delle loro responsabilità venute a reclamar
vendetta schietta
tremano le vene al luccichio perverso di un bisturi disinfettato di
fresco
il sangue pulsa più veloce vita quando essa si preannuncia quasi
finita
ma noi si è alla ricerca di quelle guantate
dita impugnanti il manico severo
e di tutta la poesia che ci ritrascina su
dall'annegamento nel veleno denso
s'impasta una miccia di un odio altrettanto senza cuore
forse il senso sta nel come l'hai perso, se per bilancia di vantaggi
o se perché ti smise di battere il giorno che lo seppellisti
sulla tua lunga strada a vittoria o morte, e ricordi bene come
guardando le sanguisughe in abiti stirati che seguivano la loro
preziosa agenda
alcuni fuggirono su navi le cui vele erano nuvole
per solcare mari che non esistono, guidati da canti di sirene
difficile distinguere se fosse un requiem per mettersi in pace
l'anima
o se fosse qualcosa di più triste, una vittoria mancata e per sempre cercata
...
ma noi che rimaniamo qui, con la speranza che ticchetta a vuoto
corpi animati sempre più dalla rabbia cieca e da desideri
inestirpabili
quelli che sopravvivono in misterioso modo quando ti tolgono tutto
...
ma noi che rimaniamo qui, ci ostiniamo ad averci a che fare
ed ogni giorno sembra un momento perfettamente valido
per alzarsi, immischiarsi, combattere e morire
...
e noi che rimaniamo qui, e non ci lasciamo persuadere dal riflesso
delle bellezze sinuose sgorganti da schermi travestiti da specchi
poiché ricordiamo il gioco originale e non quello inverso
di essere la penosa imitazione delle finestre comandate a bacchetta
e ogni sbarra è una scheggia di dente che saetta, ti striscia sangue
a pelle
...
noi che rimaniamo qui... e non sappiamo neanche più raccontarvi...