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Autore: VeganWanderingWolf    24/10/2013    0 recensioni
questo è un fondo di cantina. ovvero, ci schiaffo dentro un sacco di cose che, per vario motivo, rimangono sparse, nel senso che non saprei con che filo collegarle esattamente tra loro. ciò che le rende sintoniche è probabilmente il loro pescare da "giornate comuni", se vogliamo così dire, di vite mie e di altri che mi sono vicino. per questo, ci sarà un po' di tutto... certe, poi, sono veramente brutte. cert'altre passabili. soprattutto, in generale, niente più che vomito d'inchiostro che tenta di pingere sogni, dolori, rabbia e odio, sconfitta e rivalsa, stanchezza e divertimento, e tutto il resto, in uno schizzo di biro che si pasticcia fino a bruciar la carta e riderne infine.
tra il resto, vi troveranno posto anche righe dedicate a una certa lei che, per miei motivi, preferisco mantenere separata dalle molte lei che compaiono in 'lei di nuovo'.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nonsenses'
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.e noi che rimaniamo qui.

 

 

il fumo si arriccia sulle strisce di asfalto

come un serpente di mille forme che sussurra

qualcosa a proposito di niente, non lo ascoltiamo

ci passiamo attraverso, un sipario a cortina

fintanto che ci reggono i passi uno dietro l'altro

quante volte la batosta arriva senza essere vista

e quante volte la sorte può essere prevista

ma la sibilla delle notti azzardate tiene la lingua stretta

quante volte potrai rivendicare che ne è poi valsa la pena?

 

il vento che spira giù in picchiata porta un richiamo

una domanda riguardo alle nostre vite corse in certa fretta

se ci fosse bisogno di supporto o di a gara fare insieme

la strada è troppo lunga, i rinforzi arriveranno tardi

insieme ai primi raggi di sole, a svegliare ciò che è rimasto

perciò di nuovo si conta solo su di noi, ed è nostra abitudine

per scelta precisa di doverci avere a che fare solo noi

con qualsiasi demone stia strisciando sulle strade in cerca di preda

a sceglierci uno per uno è stata alla fine solo

la volontà di non fuggire, di non voltarci altrove

 

i bucanieri abituati a navigare sulla terra sanno come succede

che essa in realtà, eppur si muove, ti trascina e ti scivola da sotto le suole

come un tappeto troppo veloce, e il cuore cerca di stare al passo

mantenere l'occhio sulla mira e la mente pronta e lucida

qualsiasi scivolata sperando sia una schivata e non un ammanco

siamo sotto tiro di cecchini invisibili, in balia di ombre che danzano veloci

una sorda danza maledetta, sai che sei ancora vivo ad ogni ulteriore respiro

niente di più a garantire il mattino, nient'alro a prometterti inchino

se non il merito di ciò che sei riuscito a combinare, contando solo su te stesso

persino quando hai al fianco le spalle più fidate di tutta la mera massa

ch'è capace di vorticarti intorno ad ingorgo, gente a cui non offriresti

probabilmente nemmeno una parola o una sigaretta

 

e il mago dei fili delle ballerine fa tintinnare i soldi in saccoccia

mentre lorsignori guardano i loro assassini prezzolati passare dalla soglia

il becchino non sprecherebbe un solo sputo sulle loro tombe

e la strega che ha negato loro consulto   ride di loro un amaro singulto

votati a morte, la portano ovunque con la mano fredda che gira e gira

gioca alla roulette russa sulle carte spianate su un tavolo tirato a lucido

se le parche avevano consiglio saggio, essi giocano alle divinità senza testa

non hanno espressione, non hanno sentimento né cognizione

mentre segnano una carezza di condanna a morte sul tuo nome o il tuo viso

tu non sei nessuno per loro, e loro non sono nessuno per te

e la pulizia delle loro decisioni razionali si consuma su questa distanza

mentre le tue bestemmie pregano il momento di entrare col favore delle ore buone

arrivare con filo di lama a pochi millimetri dai loro impassibili volti

vedere se saltano loro i bottoni, o se riparte il cuore trattandosi

delle suppurazioni delle loro responsabilità venute a reclamar vendetta schietta

 

tremano le vene al luccichio perverso di un bisturi disinfettato di fresco

il sangue pulsa più veloce vita quando essa si preannuncia quasi finita

ma noi si è alla ricerca di quelle guantate dita impugnanti il manico severo

e di tutta la poesia che ci ritrascina su dall'annegamento nel veleno denso

s'impasta una miccia di un odio altrettanto senza cuore

forse il senso sta nel come l'hai perso, se per bilancia di vantaggi

o se perché ti smise di battere il giorno che lo seppellisti

sulla tua lunga strada a vittoria o morte, e ricordi bene come

guardando le sanguisughe in abiti stirati che seguivano la loro preziosa agenda

 

alcuni fuggirono su navi le cui vele erano nuvole

per solcare mari che non esistono, guidati da canti di sirene

difficile distinguere se fosse un requiem per mettersi in pace l'anima

o se fosse qualcosa di più triste, una vittoria mancata e per sempre cercata

...

ma noi che rimaniamo qui, con la speranza che ticchetta a vuoto

corpi animati sempre più dalla rabbia cieca e da desideri inestirpabili

quelli che sopravvivono in misterioso modo quando ti tolgono tutto

...

ma noi che rimaniamo qui, ci ostiniamo ad averci a che fare

ed ogni giorno sembra un momento perfettamente valido

per alzarsi, immischiarsi, combattere e morire

...

e noi che rimaniamo qui, e non ci lasciamo persuadere dal riflesso

delle bellezze sinuose sgorganti da schermi travestiti da specchi

poiché ricordiamo il gioco originale e non quello inverso

di essere la penosa imitazione delle finestre comandate a bacchetta

e ogni sbarra è una scheggia di dente che saetta, ti striscia sangue a pelle

...

noi che rimaniamo qui... e non sappiamo neanche più raccontarvi...

  
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