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Autore: Aranel_    24/10/2013    3 recensioni
Questa è un piccola raccolta di oneshot ambientate nel Bosco Atro ai tempi dell'adolescenza di Legolas.
Verranno ripresi episodi familiari riguardanti Thranduil, Legolas ed Estel (fratellino inventato).
Dal capitolo 1: Improvvisamente un'idea lo illuminò. Un re non può più essere tale senza la sua corona. Se Thranduil non fosse più stato un re avrebbe avuto tempo per stare con lui e Legolas.
Sembrava davvero l'idea perfetta.
L'avrebbe presa e regalata a qualcun altro così il faticoso compito avrebbe gravato sulle spalle di un altro elfo.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Thranduil
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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.:CAPITOLO 2:.

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Premessa: non ho idea se davvero esistano cose come le scuole nella terra di mezzo però questa
è pur sempre
una fanfiction quindi chiudete un occhio ^^".
PS: scusate, ho dovuto cancellare il capitolo dopo averlo pubblicato a causa di errori nel codice html.

Forza alzati ragazzo!”

La forte voce di Gideon, fedele servitore di re Thranduil sin da che memoria possa ricordare proruppe espandendosi decisa per tutta la stanza dove Legolas, fino a pochi attimi prima, stava dormendo.

Il sole sembrava essere sorto troppo presto quella mattina.

L'aria era fresca e soffiava pacificamente all'esterno delle mura, tranne che per qualche corrente fuggitiva che riusciva ad insinuarsi nelle crepe della finestra creando così degli spifferi che, mischiandosi all'aria tiepida della stanza, creavano il clima perfetto per restare sotto le coperte e rifiutare contatti con tutto ciò che non si trovava entro gli accoglienti confini del letto.

Ad ogni modo, il sole, parzialmente nascosto dietro a delle nubi, rendeva innegabile l'arrivo della mattina e simboleggiava anche l'ora di alzarsi, o almeno che non si voleva fare tardi a scuola.

A Bosco Atro esisteva un'unica scuola, edificata più di mille anni prima da Sire Oropher, per garantire al popolo un livello culturale degno di un elfo. Inizialmente venivano insegnate le lingue elfiche, le buone maniere, la musica, l'erbologia e il tiro con l'arco, insomma, le cose che più rappresentavano la loro razza.

Poi, col tempo e col progredire delle ere, si creò il bisogno di inserire altri insegnamenti quali la storia, la letteratura, l'aritmetica, le lingue delle altre razze e sport associati a differenti armi.

Normalmente gli elfi cominciavano a frequentare l'istituto verso i 5 anni con dei corsi introduttivi volti a dare le basi fondamentali, sia di logia che di comportamento per poter affrontare in modo proficuo i successivi anni.

Dopo di che, le altre fasce educative si raggiungevano solo al pieno adempimento degli obiettivi prefissi. Essendo immortali normalmente non si preoccupavano dello scorrere del tempo e a causa di questo potevano passare svariati anni prima di progredire, l'importante era che l'educazione raggiungesse i massimi livelli.

Come di buona norma e usanza ogni lezione e, di conseguenza ogni test, veniva svolto meticolosamente e senza lasciare nulla al caso.

L'estrema fierezza e orgoglio degli elfi però causava, incoerentemente coi loro principi, anche una certa tendenza ad esigere che ogni giovane non ci mettesse più di quattro anni per ogni livello, pena, la credenza da parte degli altri di essere “poco brillante”, dovuta anche al fatto che quel dato elfo si sarebbe trovato a frequentare le lezioni con compagni un po' troppo giovani rispetto a lui.

Le lezioni variavano il loro orario a seconda della stagione e del mese per poter sfruttare al meglio le ore diurne e notturne.

In quel periodo i corsi avevano inizio alle 7 di mattina e termine verso le 17, era un orario impegnativo ma certamente non il peggiore dell'anno.

Prima di aprire definitivamente gli occhi Legolas fece un riepilogo veloce di ciò che avrebbe avuto quel giorno: letteratura, sindar, tattiche sul territorio e biologia. Pesante ma non male.

A Legolas piaceva andare a lezione e questo giovava al suo già ottimo rendimento.

Avanti, non vorrai fare tardi spero! Devo ancora andare a svegliare e preparare tuo fratello e sai quanto l'impresa richieda tempo”

Eccome se lo sapeva. Quando Gideon era impegnato e non poteva occuparsene, l'ingrato compito spettava a lui.

Svegliarlo non era troppo difficile, ma convincerlo a lavarsi, vestirsi, fare colazione e preparare le cose in tempo, era decisamente un altro discorso. Ad Estel non dispiacevano le lezioni, però, l'idea di dover stare tante ore seduto composto ad ascoltare l'insegnante lo agitava, inoltre, a causa dei continui attacchi al bosco le nascite si erano notevolmente ridotte così, per evitare inutili dispersioni, erano state fatte meno classi inferiori e questo aveva provocato ad Estel dei compagni che lo superavano di età e, di conseguenza, non aveano voglia di partecipare ai suoi giochi.

Altro motivo, non meno rilevante era che il bambino sembrava più interessato ad assecondare la sua curiosità verso il mondo che lo circondava (il che includeva farfalle di passaggio, foglie volanti, polvere che rotolava per terra, fino alle crepe nella cortecce degli alberi che si potevano vedere dalla finestra).

Capisco Gideon, ma non sarà necessario che voi andiate a chiamarlo”

disse tranquillamente Legolas scostando un po' le coperte mostrando una testa bionda ben nascosta
“è venuto a dormire con te anche questa notte?” chiese Gideon

Evidentemente. Deve aver aspettato che mi addormentassi per poi infilarsi nel letto”

Legolas devi fargli capire che deve dormire nel suo letto, o prima o poi il re se ne accorgerà”

in verità penso lo sappia. Immagino che glielo conceda fin tanto che nostra madre è via. Non è facile per nessuno gestire la sua assenza”

Comprendo. A volte anche il re deve adattarsi immagino” Gideon fece una pausa ma poi riprese il suo ruolo “Dai su! Estel in piedi!”

da sotto le lenzuola arrivò qualcosa di molto simile ad un miagolio, si stava svegliano ma non ne era ancora convinto. Legolas lo scosse leggermente mettendogli le mani sulla schiena, ma all'ennesimo miagolio capì che era meglio procedere con metodi più decisi. Tolse le lenzuola e lo tirò su mettendolo in piedi.

Mmh... è già mattina?” mugugnò Estel ancora più addormentato che sveglio.

Si, il sole è già sorto. Che lezioni avrai oggi?” chiese Legolas

bo, qualcosa come elfico credo”

Faresti meglio a tenere più a mente i tuoi impegni. Adesso inizia ad andare in bagno, il materiale lo prepariamo dopo”

Perfetto, allora dato che siete insieme occupati tu di lui, io preparerò la colazione” detto questo Gideon lasciò la camera.

Il ragazzo sbuffò, sapeva che sarebbe finita così.

Raggiunse Estel in bagno e rimase basito dalla scena: l'elfilng si era addormentato per terra, vicino ai recipienti per l'acqua.

Non era possibile.

Lo prese in braccio e gli lavò la faccia con acqua fredda

Eh? Cosa?” Gli occhi azzurri di Estel erano finalmente aperti e svegli

Non ti addormentare nuovamente o ti butto nella vasca!” chiarì Legolas con tono seccato

ti sei svegliato male fratellone?”
“no, ma il tuo comportamento assolutamente irresponsabile verso i doveri danneggia il mio umore, soprattutto se questo avviene di prima mattina”

Ti sei svegliato male”

Taci e finisci di lavarti” concluse Legolas severo.

Una volta finito in bagno scesero per la colazione per poi tornare in camera.

Mettiti questa” disse il più grande appoggiando sul letto la divisa scolastica

Non mi piace quella cosa”

A scuola era obbligatoria la divisa, in verità non era male, era molto semplice e somigliava alle tenute leggere dei sorveglianti del regno, o almeno quella delle classi maggiori; quella che spettava ai più giovani era invece una tunica corta con dei pantaloncini, niente di imbarazzante, ma Estel, che frequentava l'istituto da poco più di un mese, non si era abituato a portarla e le aveva tentate tutte per dissuadere Gideon dal fargliela indossare: aveva provato a bucarla, a bruciarla e a disegnarci sopra. Come risultato il loro responsabile si era rivolto al re che aveva obbligato Estel ad indossare la divisa per due giorni di fila, così come l'aveva conciata.

Lo so, ma devi metterla comunque”

Non voglio!”
“Estel, 'sta mattina ti stai superando! Metti subito quella divisa e non mi sfidare oltre, dopo avermi tirato la marmellata fra i capelli a colazione avrei dovuto portarti direttamente da ada e invece non l'ho fatto, quindi non tirare ancora la corda!”

Legolas si stava davvero innervosendo, il che non capitava spesso, quindi Estel preso alla sprovvista decise di ubbidire. Le disavventure mattutine, però, non erano ancora al termine.

Oltre ad elfico che materie hai questa mattina?”

Uhmm...”
“Sbrigati a rispondere! Fra 10 minuti dobbiamo essere fuori di qua!”

Sisi ok, maaaaaaaaaa”

COSA “MA”??”

Non me lo ricordo”

La pazienza di Legolas, arrivata agli sgoccioli, si esaurì miseramente davanti all'irritante comportamento del fratello, così prese tutti i libri di Estel e glieli mise in cartella

Quelli sono troppi!! Ho solo elfico, erbologia, storia e aritmetica” Ribatté il minore preoccupato dal peso che quello zaino straripante sembrava avere.

Non m'importa! La prossima volta ci penserai prima di fare lo stupido!” detto questo indossò la sua tracolla e poi aiutò Estel a mettere la sua che lo trascinò indietro, ma non se ne curò e preso per mano lo trascinò fuori dal castello.

Legolas pesa troppo!” si lamentava l'elfiling che pendeva visibilmente, nonostante ciò il fratello non gli diede retta ed una volta arrivati all'entrata della scuola lo lasciò solo per poi dirigersi verso la sua classe, felice di poter stare finalmente un po' in pace.

Estel, appena il contatto con la mano di Legolas, finì si trovò seduto per terra, quella cosa era davvero troppo per lui, per un attimo venne tentato dall'idea di lasciarli lì, ma poi immaginò la punizione di suo padre e ci ripensò. Non avrebbe davvero voluto riscriverli a mano.

Ci mise più del previsto a raggiungere la sua classe e arrivò appena in tempo.

L'insegnante entrò subito dopo di lui e si diresse alla cattedra.

Buon giorno a tutti! Eccoci qui per un'altra lezione di elfico sindar! Ci siete tutti?”

Il maestro elfo alto e sottile, aveva i capelli neri che arrivavano a coprirgli le spalle e gli occhi verdi sempre svegli e attenti, era una persona gentile e, in genere, molto paziente.

Allora bambini, siete pronti per cominciare?” il tono entusiasta contagiava la classe, così i bambini annuirono altrettanto allegri.

Benissimo! Allora, chi vuole correggere queste frasi?”

La lezione cominciò bene, anche Estel riusciva a seguire abbastanza, non che facesse fatica a capire, anzi, lui sapeva già leggere e scrivere perfettamente, aveva guardato Legolas fare i compiti tante di quelle volte che aveva imparato, i suoi problemi riguardavano più la sfera dell'attenzione e della pazienza.

Infatti un'ora dopo le sue gambe avevano già preso ad oscillare costantemente sotto il banco, aveva voglia di alzarsi e correre ma ovviamente non era possibile. Doveva rimanere lì, fermo ad ascoltare. Dopo un'altra mezz'ora aveva cominciato a disegnare su una pergamena, disegni che nel restante tempo uscirono dal foglio e cominciarono ad estendersi sulle altre pagine. Non aveva più davvero idea di cosa stesse dicendo il maestro, almeno finché non sentì chiamare il suo nome.

Estel? Vorresti continuare a leggerci il brano a pagina 25?”

In un momento, però, Estel realizzò di non averlo neanche tirato fuori quel libro e allora si affrettò a chinarsi sullo zaino ma, appena lo aprì, tutti i libri caddero fuori con un gran fracasso causando l'ilarità generale.

Basta bambini non ridete!” cercò di calmarli il maestro “Estel, a cosa ti servono tutti quei libri? Nessuno può avere tante materie in un giorno”

Io,” non poteva dire veramente quello che era successo o sì, che lo avrebbero preso in giro seriamente “Non ricordavo cosa ci sarebbe stato oggi”

Ah, capisco, ma non sarebbe bastato leggerlo sul diario?” chiese ancora il maestro con tono gentile.

Ho dimenticato anche quello” rispose in tono leggermente seccato.

Mentre leggeva quel maledetto brano di pagina 25 sentiva il nervoso crescere, era colpa di Legolas se si era trovato in quella situazione, già gli altri bambini non lo prendevano quasi mai sul serio perché lui era più piccolo, se poi faceva anche di quelle figure non ce l'avrebbe mai fatta ad integrarsi.

Il resto della lezione lo passò in relativa calma ma, appena sentì la campanella suonare, il suo viso si illuminò in un sorrisetto. C'è da precisare che nessuno sorrisetto fatto da un bambino portava mai a qualcosa di buono.

Il secondo maestro della mattinata entrò. Il maestro Alyon era più anziano e i suoi capelli ramati erano talmente lunghi che superavano la metà della schiena. Estel lo trovava affascinante, non tanto per le sue doti d'insegnamento o per le sue estese conoscenze di erbologia ma più per il fatto che si perdeva a tal punto in ciò che faceva da non prestare più molta cura a quello che gli alunni combinavano. Le lezioni di erbologia si svolgevano per metà in classe e per metà all'aperto, così da poter associare la parte teorica all'esperienza sul campo e così avvenne anche quella mattina.

Estel si impegnò seriamente a stare tranquillo e buono, non avrebbe mai voluto che l'insegnante per punizione gli proibisse di uscire, eppure l'elfling ebbe l'idea che, ad insospettire il maestro, fosse più la sua calma, ma non poteva certo castigarlo per quello.

Bene, finita la teoria passiamo alla pratica! Oggi cercherete all'interno del bosco e, ripeto, all'INTERNO del bosco, queste erbe: valeriana, achillea, biancospino, china, ginepro, ribes nero e verbena, mi raccomando, fate attenzione e non allontanatevi più di tanto, chi riuscirà a portarmi tutto ciò che ho richiesto avrà un +, quindi impegnatevi! Ci rivedremo qui fra massimo 2 ore!” detto questo Alyon si mise a rovistare in un cespuglio alla ricerca di chi sa cosa, ed Estel ne approfittò per filarsela il più lontano possibile da occhi indiscreti.

Dopo 20 minuti aveva già trovato tutte le erbe richieste, per lui non era una cosa difficile: essendo un elfo Sindar, a differenza degli altri che erano dei Silvani, aveva un rapporto molto intenso con la natura, quindi gli era bastato concentrarsi un attimo per sentire la presenza di ciò che era stato richiesto. Sicuramente se fosse tornato subito dal maestro avrebbe fatto una bella figura, ma quello che aveva in mente valeva molto di più di un complimento.

Passò la seguente mezz'ora a cercare foglie d'ortica, e si lascia alla semplice immaginazione quanta ne possa aver trovato in quel lasso di tempo. Era stato molto attento a trattarla nel migliore dei modi per non sgualcire le foglie e, allo stesso tempo, per non toccarle. In seguito, nascosto su un ramo di un albero si premurò di sminuzzarle finemente tanto che alla fine sembrava semplice polvere.

Era perfetta.

Adesso aveva ancora un'ora per portare a termine il suo piano.

Corse verso l'ingresso, ormai in disuso, che si apriva sul secondo e ultimo piano, cercando di passare il più inosservato possibile. Lo superò scendendo fino al primo dove c'erano la segreteria e l'aula insegnanti e infine, scivolò verso il piano interrato dove era situata la palestra con i suoi relativi armadietti dove gli studenti riponevano le tute che indossavano durante le esercitazioni.

Lesse attentamente i nomi fino ad trovare quello di Legolas e nuovamente sul suo viso si aprì un sorrisetto. L'anta non era bloccata, fra gli elfi non c'erano ladri e quindi non c'era il bisogno di chiudere a chiave.

Grave errore” bisbigliò l'elfling mentre apriva l'armadietto, tirava fuori la tuta e la ricopriva con accurata meticolosità, sia all'interno sia all'esterno con la polverina dall'aria innocente, fatto questo la ripiegò alla perfezione e la rimise a posto chiudendo poi l'anta.

Il primo passo era stato fatto, ma adesso doveva sbrigarsi ad uscire da li, presto la classe di suo fratello sarebbe scesa per le ore di tattiche sul territorio e se si fosse fatto trovare lì era ovvio che Legolas si sarebbe insospettito e il suo piano non sarebbe mai andato a buon fine.

Corse a perdifiato su per le scale fino a tornare al secondo piano. Passare inosservati all'interno della scuola non era poi troppo complesso, gli elfi normalmente erano piuttosto ligi alle regole e rispettosi degli orari per cui sarebbe stato difficile incrociare qualcuno a passeggio per i corridoi, l'ossessione degli elfi per le buone maniere a volte poteva essere davvero vantaggiosa, anche per chi non aveva delle intenzioni poi tanto buone.

Arrivato alla fine del corridoio spiò nell'aula a sinistra. La classe di Legolas era vuota, esattamente come aveva previsto. Entrò, però, a quel punto si rese conto di non avere idea di quale fosse il banco di suo fratello. Non c'erano zaini, o scritte che potessero dargli qualche indizio e i tavolini erano tutti precisamente uguali.

Non importava, non si sarebbe lasciato intimidire dall'imprevisto. Se non poteva colpire direttamente il suo obiettivo avrebbe colpito tutti.

Velocemente si avvicinò alla prima sedia e cominciò, tirando fuori una freccia dalla punta leggermente arrotondata che aveva trovato nel magazzino delle armi, ad allentare le viti.

Gli ci volle più del previsto ma al limitare delle due ore che gli erano state concesse riuscì a ripresentarsi dal suo insegnate con tutte le erbe richieste e un compitino extra svolto alla perfezione.

Adesso non gli restava che aspettare e presto avrebbe avuto notizie sul suo operato. Gli dispiaceva solo non poter vedere la scena: 19 elfi che, dopo aver salutato educatamente l'insegnante, si sedevano tutti insieme e, BAM! Sarebbero crollati a terra come sacchi di patate.

Estel non si aspettava di passarla liscia, Legolas avrebbe sicuramente capito di chi era la colpa ma, d'altro canto, era sicuro che ne sarebbe valsa la pena.

Mentre Estel tornava in classe per seguire la lezione di storia, nel bosco, accovacciato nel tentativo di mimetizzarsi per seguire il piano d'attacco ideato nell'ora precedente, Legolas, cominciava a sentire qualcosa di strano. Era come se delle formichine gli si fossero intrufolate sotto la tuta.

Doveva tentare di concentrarsi, aveva messo molto impegno nel progettare l'attacco, se fossero riusciti a vincere contro la squadra avversaria avrebbe sicuramente avuto un voto positivo e questa era un'ottima ragione. Certo, che però quelle formiche stavano diventando davvero fastidiose.

Prese a grattarsi il petto e le gambe ma il prurito sembrava solo peggiorare.

Cambiò postazione arrampicandosi su un albero per poter vedere dall'alto ciò che succedeva e lì notò che i suoi compagni si stavano avvicinando al punto prestabilito, doveva affrettarsi a raggiungerli.

Corse agilmente su un paio di alberi fino ad atterrare delicatamente sotto la betulla bianca al fianco di uno dei suoi amici, loro parlottavano a proposito di un necessario cambio di tattica causato da un'azione improvvisa della squadra nemica, eppure Legolas proprio non riusciva a seguirli: il prurito aveva invaso gran parte del suo corpo e lui non poteva certo mettersi a grattarsi davanti a tutti, in fondo rimaneva pur sempre un principe elfico.

I compagni ripresero a muoversi, ma lui rimase fermo realizzando di non aver ascoltato una sola parola, più interessato al non grattarsi, non aveva idea di cosa dovesse fare.

Dove si trovava era un bersaglio facile allora si spostò, ad ogni salto cercava di nascondersi il più possibile per darsi una grattata veloce, era talmente imbarazzante.

Ormai il prurito aveva vinto la sua costanza e lo aveva costretto a trovare un riparo dietro a dei rampicanti per cercare di calmare quella fastidiosissima sensazione. Appena tirò su la maglia capì che c'era qualcosa che non andava: la sua pelle, normalmente pallida, era coperta da estesi eritemi rossi che spiccavano come nani fra gli elfi. A Legolas non sembrava di avere particolari allergie ma evidentemente doveva aver strusciato contro qualcosa per causare quell'effetto, ma era ancora strano. Come aveva fatto a venire a contatto con l'allergene con tutto il corpo?

Alla fine decise di tornare alla base, era passata almeno un'ora e mezza da quando si era fermato per cercare di tornare alla normalità, ormai la battaglia doveva essere finita.

Appena arrivato alla palestra, però, si accorse dell'espressione torva dei suoi compagni

Legolas dove ti eri cacciato? Ti aspettavamo a nord per intrappolare le sentinelle e invece ci siamo trovati da soli e siamo stati battuti miseramente!” esclamò uno notevolmente infastidito

Scusatemi ragazzi, mi sono sentito poco bene e mi sono fermato” mentì cercando di salvare la sua reputazione. Le mani però non stavano ferme, continuavano a sfregare sul collo e sulla pancia, stava diventando insostenibile.

Forse è ora che ti lavi sai?” osservò lo stesso compagno di prima.

Cosa intendi?” chiese Legolas confuso.

Continui a grattati come se avessi le pulci! Il fatto di essere un principe non significa che sei esonerato dall'occuparti della tua igiene personale”.

Legolas avvampò. Nessuno gli aveva mai detto cose simili. Lui ci teneva davvero molto al suo aspetto, curava i suoi capelli e la sua igiene con attenzione e la sola idea di essere scambiato per un elfo sciatto lo sconcertò. Senza rispondere si girò e dopo essersi rimesso la divisa si diresse verso la classe.

Davvero non riusciva a capire cosa aveva fatto di male quel giorno, Estel lo aveva fatto disperare più del solito e... Estel. Possibile che potesse esserci lui dietro questo strano evento? Si chiese per un attimo, ma subito dopo si convinse che fosse impossibile, il suo fratellino sapeva essere tremendo ma non avrebbe avuto il tempo per combinare una cosa simile, non poteva certo essere in due posti contemporaneamente, o almeno così cercava di convincersi.

Prima di raggiungere l'aula passò per il bagno e si sciacquò bene il viso ormai arrossato e affaticato dall'impresa di non grattarsi, ma non ebbe molto tempo così, dopo una rinfrescata raggiunse gli amici fuori dalla classe.

I compagni sembravano essersi calmati ma lui preferì comunque stare in disparte, meno dava nell'occhio meglio sarebbe stato anche se doveva ammettere che da quando aveva tolto la tuta un pochino del prurito sembrava starsi calmando.

L'insegnante di biologia li superò ed entrò, raggiunse la cattedra e si mise in attesa dei ragazzi per il saluto convenzionale. Non dovette aspettare molto prima che una fila di giovani elfi fece il suo ingresso sistemandosi ognuno fra il proprio banco e la sedia. In coro esclamarono un chiaro “Buon pomeriggio, professore” e dopo che l'insegnante ebbe salutato a sua volta e si fu seduto, gli studenti fecero lo stesso. O almeno tentarono.

Appena il peso venne trasferito sulla sedia quella crollò lasciandoli cadere rovinosamente per terra con un gran fracasso. Incredibilmente, quella strana scena durò davvero poco dato che tutti si erano seduti nello stesso momento ma a causa di questo il frastuono era stato amplificato.

Gli elfi, ancora seduti per terra si scambiarono sguardi sbigottiti cerando di fare mente locale mentre il professore con aria vagamente divertita chiedeva se qualcuno si fosse fatto male; fra loro, però, Legolas si alzò deciso con uno sguardo cupo e arrabbiato e cominciò ad avviarsi verso l'uscita della classe. Adesso gli era tutto chiaro, era stato il suo pestifero fratello. I compagni si spostavano al suo passaggio senza neanche chiedere dove si stesse dirigendo, cosa che neanche l'insegnante sembrò aver voglia di fare. Legolas non faceva mai pesare chi era, ma quando si trovava in particolari stati d'animo prendeva le inquietanti sembianze di un re Thranduil in miniatura, cosa il cui solo pensiero bastava per tenere alla larga qualsiasi fonte di disturbo.

Arrivato nel corridoio svoltò a destra ignorando gli altri studenti che erano usciti per controllare che non fosse successo nulla di grave e si diresse dritto dentro la prima classe del corso inferiore, dove si trovava Estel.

La fortuna volle che lo trovò già in piedi, intento a risolvere un problema di aritmetica alla lavagna sotto lo sguardo freddo della professoressa Kahlan.

Si precipitò contro di lui e lo prese saldamente per un braccio

E' tutta opera tua vero?” lo accusò con sicurezza

Di cosa stai parlando?” il visibilmente falso sguardo innocente puntato su suo fratello

Non fare finta di niente piccolo impiastro” disse Legolas serrando maggiormente la mano sul braccio di Estel che cominciava ad avvertire una distinta fitta di dolore
“Mi sa che quello che sta facendo finta di niente sei tu. Non ti prude forse qualcosa?” il sorrisetto fece di nuovo capolino nonostante la morsa gli facesse davvero male.

Il fratello maggiore, però, si stava stancando e dopo aver stretto fino a sentire un sonoro “crack” lo prese per il colletto della maglia e lo attaccò al muro.

SMETTILA! Mi hai davvero stancato! Mi stai sempre intorno e nonostante io ti sopporti ogni volta, tu ancora ti ostini a comportarti così! Da oggi ti conviene starmi alla larga se non vuoi che ti sbricioli marmocchio! Ah, ovviamente quando torneremo a casa intendo riferire ogni cosa ad Ada e spero che così si decida finalmente a chiuderti in camera e a buttare via la chiave!” Legolas aveva pronunciato ogni parola come se fosse velenosa, mentre Estel gli stava restituendo uno sguardo risentito.

Tu mi hai trattato male tutta la mattina!” ribatté cocciuto.

Non ti sopporto! Taci e aspetta solo di arrivare a casa! Ringrazia che il buon senso mi impedisca di farti del male di fronte a tutta la scuola!” concluse Legolas sbattendo ancora l'elfilng contro il muro per un'ultima volta prima di lasciarlo scivolare per terra e di tornarsene in classe.

Estel rimase seduto per terra fissando la schiena di suo fratello che spariva fra gli altri studenti.

I suoi pensieri però vennero interrotti dalla professoressa Kahlan.

TUTTI NELLE PROPRIE CLASSI! SUBITO!” ordinò seccamente.

Kahlan era un elfa la cui età era un mistero, la leggenda voleva che fosse nata col primo pianto che si espanse nell'aria della prima era. Dal punto di vista fisico era sicuramente una donna affascinante: i capelli castano scuro ondeggiavano morbidi fino a coprire la maggior parte della schiena e gli occhi grigi erano profondi come le acque di un gelido mare. Nonostante questo era sicuramente l'insegnante che più terrorizzava gli studenti.

Bene ragazzino, così tutto questo è causa tua?” chiese in un sibilo.

Sì” ripose solo Estel, in fondo mentire non gli sarebbe servito a niente.

In piedi!” ordinò in modo perentorio.

L'elfling si sentiva gli occhi di tutti puntati addosso ma obbedì, non voleva peggiorare la sua situazione ulteriormente. Nell'alzarsi notò però che non riusciva più a muovere il braccio, Legolas doveva averlo stretto davvero troppo a giudicare dalle fitte che si diramavano fino alla spalla.

Mani sulla cattedra” ordinò nuovamente Kahlan.

tutti sapevano cosa stava per succedere ed Estel pensò che davvero non voleva peggiorare la situazione quindi appoggiò piano le mani e attese.

La professoressa estrasse dal cassetto più in basso una riga di legno da 60cm.
“Quello che hai fatto è stato stupido” una bacchettata sferzò l'aria atterrando dritta sul dorso delle piccole mani “ed estremamente irresponsabile” secondo colpo “qualcuno avrebbe potuto farsi male cadendo” terzo “dopo” quarto “mi premurerò personalmente di scrivere una lettera alla diretta attenzione di tuo padre” quinto “sicuramente lui saprà come comportarsi” sesto “con un bambinetto” settimo “che non vuole” ottavo “ascoltare le lezioni di chi è più grande di lui” altre due bacchettate lo colpirono e poi fu rimandato a posto.

Si sentiva estremamente confuso. Il braccio doleva, le mani bruciavano come il fuoco mentre rivoletti di sangue appena accennati uscivano sporcando lievemente il banco, eppure, il suo pensiero era fisso sulle parole di Legolas. Forse aveva davvero esagerato mettendolo così in difficoltà davanti a tutti e, inoltre a preoccuparlo c'era anche la lettera che avrebbe dovuto consegnare a suo padre. Raramente gli era capitato di averli contro entrambi e mai era stato facile uscirne.

Il resto della lezione passò troppo lentamente. Si sentiva continuamente osservato e poteva chiaramente distinguere i suoi compagni fare battutine, provava a non ascoltare ma due stavano facendo un discorso che inevitabilmente attirò la sua attenzione

Ma ti immagini dover andare davanti al Re dopo tutto questo casino?”

Sono felice di non doverlo mai fare! Mio zio è una delle guardie e mi ha detto che non ha molta pazienza con i piantagrane”
“Ahahah bhè cosa ti aspettavi? Ti sembra davvero una persona amichevole?”

No, ma effettivamente mi chiedo come faccia Estel, insomma, se fossi nei suoi panni io non mi azzarderei mai, ho come l'impressione che potrei diventare cenere sotto lo sguardo arrabbiato di un padre così”

Estel si costrinse a non ascoltare più. Lo avevano chiamato “un padre così”, cosa significava? Il re certamente non l'avrebbe presa bene ma lui non era “un padre così”, non era cattivo e non si poteva dire che non avesse pazienza. La mente volò a ciò che era successo sì e no un mese prima: gli aveva rubato la corona e poi tutto dispiaciuto era andato a chiedere scusa; eppure adesso l'aveva messo di nuovo in una situazione difficile.

Non era quello che voleva. Aveva preso tutto come un gioco, non aveva minimamente pensato di poter fare del male a qualcuno. Era un gioco. Soltanto quello, eppure tutti la prendevano così seriamente, certo, forse aveva un po' esagerato ma non così tanto.

Appena il suono fastidioso della campanella risuonò nell'aria l'elfling si alzò velocemente e raccolte le sue cose scappò fuori ma, con sua sorpresa, si trovò davanti Gideon.

Ti devo riportare subito al castello” disse semplicemente, quello bastò per far pensare ad Estel che non gli sarebbe dispiaciuto se la lezione fosse durata ancora un po', in fondo le prese in giro dei compagni non erano poi tanto male.

Ci sarei tornato da solo, non volevo mica scappare” cercò di difendersi.

Chiaramente, anche senza la lettera della professoressa era già giunta voce di quello che aveva combinato.

Dall'aula uscì anche la signorina Kahlan che senza indugio si diresse verso Gideon.

Questa lettera è per Sire Thranduil” disse con un lieve inchino, quasi questo gesto stupì Estel, anche l'insegnante che sembrava tanto imperturbabile mostrava rispetto verso il suo re.

Verrà sicuramente consegnata, nel frattempo le porgo delle iniziali scuse per ciò che ha combinato Estel” detto questo il mentore fece un cenno di saluto con la testa e si allontanò tirando l'elfilng per un braccio.

Adar sa già tutto vero?”

Ovviamente”

Anche Gideon era arrabbiato, se non lo sgridava era sicuramente perché il re gli aveva esplicitamente chiesto di non farlo e questo decisamente non era un buon segno.

Il viaggio verso il castello sembrò stranamente breve. Estel credeva che un tragitto fatto in un completo e nervoso silenzio sarebbe stato interminabile e, invece, il tempo aveva deciso di accelerare e solo dopo quelli che gli sembrarono 10 minuti si trovò davanti alle porte del castello.

L'elfo più anziano lo portò davanti alle porte spalancate della sala del trono e gli fece cenno di entrare.

Estel non era sicuro di volerlo fare. Non voleva essere sgridato davanti a tutti, però, proprio mentre indugiava una mano lo spinse con decisione da dietro. Appena fu dentro si vide superare da Legolas, ecco chi lo aveva spinto. Non gli aveva rivolto neanche uno sguardo, era sicuramente ancora incollerito ma sembrava voler mantenere un contegno davanti al padre e alla corte.

La sala era piena di gente: c'erano guardie ad ogni angolo e persone che camminavano impettite portando pergamene o scortando cittadini che dovevano avere un'udienza col re. Quest'ultimo sedeva sul suo trono, lo sguardo fisso sul figlio minore, la testa appoggiata lasciva su una mano sorretta dal poggiolo del trono e le sopracciglia inarcate per marcare l'espressione seccata che aveva in volto.

Vieni avanti” ordinò imperioso.

Estel ubbidì, si avvicinò piano al padre, gli sembrava di dover andare in contro al giudizio finale.

Appena ebbe raggiunto Legolas davanti al trono il re si raddrizzò e assunse una postura estremamente rigida

Gideon” al pronunciare del nome il mentore entrò e dopo essersi portato davanti al re ed essersi educatamente inchinato gli porse la lettera per poi ritirarsi al fianco di una guardia che sorvegliava dai margini della sala.

Il re la aprì con tutta calma e appena le dita affusolate ebbero spiegato la pergamena ingiallita iniziò a leggere a voce alta:


Si comunica che, in data odierna, l'alunno Estel Thranduilion si è reso colpevole delle seguenti infrazioni al codice studentesco:

punto primo: allontanamento dalla lezione senza permesso esplicito dell'insegnante;

punto secondo: uso improprio di erbe orticanti;

punto terzo: manomissione di beni scolastici.

Si porta alla gentile attenzione che il “punto primo” è ancora in fase di verifica.

Con la seguente inoltre si richiede ufficialmente che vengano presi provvedimenti disciplinari che esulano dalle competenze degli insegnanti.

Cordiali saluti.

Professoressa R. D. Kahlan con supporto del collegio docenti.”


stupidamente l'unica domanda che venne in mente ad Estel fu come la professoressa aveva potuto scoprire tutte quelle cose dato che non si era mai mossa dalla classe, di certo non era stato lui a raccontarglielo. Forse era vero che non era normale.

Un pesante sospiro del re richiamò la sua attenzione.
“Estel, hai una buona motivazione per tutto ciò?”

L'elfilng aprì la bocca ma si rese miseramente conto di non aver nulla da dire, improvvisamente l'idea di giustificarsi dicendo che Legolas era stato cattivo con lui la mattina gli sembrò terribilmente sciocca, quindi scosse la testa mestamente.

Legolas hai qualcosa da aggiungere?”

No” rispose seccamente il ragazzo.

Estel però ci rimase male per quella risposta tanto decisa, non che si fosse aspettato che lo aiutasse però, insomma, di solito davanti al padre cercava di supportarlo e invece, questa volta, gli aveva attribuito tranquillamente tutte le sue colpe. Era strano.

Il Re si alzò.

Bene. La corte vorrà scusarmi, se mi ritiro per qualche tempo”

tutta la sala si inchinò rispettosa facendo eleganti gesti di saluto. Questo servì ad Estel per rendersi conto che tutto il castello sapeva cosa aveva combinato e che tutti avrebbero anche saputo che da li a poco sarebbe stato, in qualche modo, punito, era davvero imbarazzante.

Vi ringrazio.” Sire Thranduil salutò a sua volta la corte “Voi con me, nel mio studio” disse rivolto ai due figli.

Nello studio? Estel non era mai stato convocato lì. In un attimo si rese conto che il cuore aveva cominciato a battere più velocemente e non certo per l'emozione.

Appena furono entrati il re tornò a sedersi sulla grande sedia della stanza.

L'elfing notò che improvvisamente Legolas sembrava più agitato, si stringeva le mani e spostava il peso da un piede all'altro, nonostante questo però il bambino non capiva cosa stesse succedendo.

Estel, cosa dovrei fare con te?” chiese il re in tono piatto, la sua domanda però non ebbe alcuna risposta.

Hai fatto delle cose davvero insensate oggi. Non solo hai dato fastidio a tuo fratello superando la soglia di ciò che può sopportare, ma hai anche messo a rischio l'incolumità di un'intera classe”.

A queste parole Estel abbassò lo sguardo con un cipiglio che il re, sfortunatamente, riconobbe.

Così pensi che stia esagerando?”.

Un pochino” rispose con un filo di voce.

Legolas espirò nel tentativo di mantenere la calma mentre borbottava un “Non ci posso credere”, nel frattempo il re chiuse gli occhi come per cercare di riunire delle idee sfuggevoli.

Basta così. Ho cercato di ragionare troppe volte con te e nessuna evidentemente è andata a buon fine. Ho provato a farti porre rimedio ai tuoi errori eppure neanche così hai capito. Ho provato a toglierti la possibilità di uscire, di giocare o di tirare con l'arco ma niente. Quindi adesso assumiti le tue responsabilità. È a causa delle tue ripetute e assolutamente prive di senso marachelle che siamo arrivati a questo punto”.

Legolas riconobbe il discorso, se l'era sentito fare circa 7 anni prima e, come si era concluso, non l'aveva certo dimenticato, improvvisamente gli venne l'istinto di prendere le difese del fratello, ma poi tutto il peso della giornata gli cadde addosso, il padre aveva ragione, non poteva continuare a comportarsi così. Chiuse leggermente gli occhi e attese.

Estel intanto non riusciva a capire, sapeva, però di doversi preoccupare, c'era una nota stanca nella voce del padre e questo era pessimo.

Non avrei voluto prendere questi provvedimenti così presto ma mi hai costretto a farlo, l'altra volta mi sono fermato perché, nonostante tu avessi sbagliato, l'avevi fatto in buona fede ma questa volta non hai attenuanti” il re sospirò nuovamente, non aveva davvero voglia di ciò che doveva fare “Vieni qua”.

L'elfing con rassegnazione fece come aveva detto e appena vide Thranduil battersi leggermente su un ginocchio realizzò cosa stava per avvenire, il cuore prese ad accelerare ancora di più e le gambe si fecero molli mentre gli occhi si alzavano a incrociarsi con quelli di Legolas, che subito cambiarono direzione.

Piano Estel si avvicinò completamente al padre, gli occhi già minacciavano di lasciarsi sfuggire qualche lacrima.

Il Re lo tirò su e lo appoggiò sul suo grembo cercando di sistemarlo al meglio mentre con una mano gli alzava la tunica e abbassava i pantaloncini della divisa scolastica. Il bambino trattenne il respiro e come si aspettava il primo schiaffò scese veloce. Si lasciò sfuggire un gemito.

Fa male?” gli chiese il padre.

Per un attimo Estel pensò di non aver capito bene, insomma, era ovvio che facesse male decise comunque di rispondere “Sì”.

Il re diede un altro colpo “E lo sai perché ti sto facendo male?”.

Sì” questa volta rispose d'impulso, subito ne seguì un altro.

Vorresti spiegarmelo?”

Quel tono tanto pacato stonava profondamente con ciò che stava avvenendo ma esprimeva al meglio ciò che il re voleva comunicare: non era accecato dalla rabbia, era solo un estremo tentativo di ragionare.

Ho fatto delle cose stupide” rispose semplicemente, ma dopo un altro schiaffo aggiuns “e pericolose” le lacrime adesso scendevano fino a bagnare la tunica del re.

Il pericolo è MALE, il pericolo causa MALE, sei d'accordo?” chiese nuovamente posando due pacche ad ogni “male” per rinforzare il concetto.

Sì” disse Estel in un singhiozzo.

E tu stai piangendo perché te ne sto facendo”.

Si”.

Vuoi che altri debbano piangere?”

No” arrivò un altro schiaffo.

E allora perché hai fatto quelle cose?”

Oh. Era li che voleva andare a parare. Adesso sembrava più logico, ed effettivamente Estel si chiese perché non ci avesse pensato quando aveva escogitato tutto il piano

perché non ci ho pensato, non ho riflettuto su quello che stavo facendo” .

Ti dispiace per quello che hai fatto?”
“Si”.

Sire Thranduil gli diede l'ultimo schiaffo “è tutto finito allora” detto questo cominciò ad accarezzargli piano la schiena finché il pianto non si ridusse a qualche singhiozzo. Il Re gli sistemò gli abiti e lo mise seduto.

Se vuoi dire qualcosa a Legolas questo è il momento giusto” disse Thranduil in un suggerimento che di facoltativo non aveva proprio nulla.

Questa volta gli sguardi dei due fratelli si incrociarono e rimasero tali.

Legolas, io... ecco... mi dispiace! Non avrei dovuto metterti la polvere di ortiche nella tuta e allentare le viti delle sedie e risponderti male quando mi hai sgridato in classe”

Si, effettivamente non avresti dovuto fare nessuna di queste cose” confermò Legolas.

Scusami, lo so che sono fastidioso, se non mi vuoi più... ci proverò” nel dire quelle parole aveva l'aria più frustrata di quando il re lo stava punendo.

Dubito che ci riusciresti” disse ancora il maggiore.

Per te potrei, se quello che vuoi è che ti lasci in pace, lo posso fare” le lacrime avevano ripreso a scorrere ma Estel non voleva piangere e continuò a guardare Legolas.

No, alla fine penso che non c'è ne sarà bisogno. Ho detto quelle cose perché ero molto arrabbiato ma non le pensavo. Certo, quando ti ci metti sei tremendo ma se non ti avessi più intorno mi sembrerebbe di non avere più nulla da fare”.

Estel sorrise raggiante “Quindi mi perdoni?” chiese speranzoso.

Sembrerebbe proprio di sì”.

L'elfling aveva un grande sorriso stampato in faccia ma dopo poco si sfumò un po'.

Legolas?”

Mh?”
“Ti prude ancora?” adesso cercava di non ridere, mentre il re si batté esasperato una mano sulla fronte.

Un sacco” rispose Legolas sorridendo accomodante.

La serata proseguì tranquillamente, all'interno delle mura la naturale routine aveva ripreso il suo corso.

Legolas mise a letto Estel che quella notte era talmente stanco da addormentarsi subito dopo aver chiuso gli occhi, forse sarebbe riuscito a dormire nel suo letto fino al mattino, pensò allegramente il maggiore, in fondo non gli dava fastidio ma aveva il brutto vizio di attaccarsi al suo braccio e la mattina finiva sempre per averlo a pezzi. Poco dopo anche lui si arrese al sonno.

Tutto si era concluso al meglio.



  • qualche ora dopo, verso le 4 e 30 del mattino -

Cosa stava succedendo? Estel si svegliò agitato fra le lenzuola attorcigliate del suo letto, c'era qualcosa che lo infastidiva, inizialmente pensò al braccio ma non era quello, gli faceva ancora un po' male ma non abbastanza da svegliarlo era... oh.

Si alzò in fretta puntando dritto verso la camera di Legolas, appena giunto davanti al portone socchiuso lo aprì e lo lasciò, di proposito, andare con forza così che quello sbatté con fin troppa energia facendo rimbombare il suono per tutta la stanza.

Legolas in risposta si alzò di scatto guardandosi intorno spaesato finché i suoi occhi si posarono sulla figuretta con le mani puntate sui fianchi che gli si stagliava davanti.

Estel?” chiese stupefatto.

SI! ESATTO!”

Ma che ti prende ancora?”

Non sei stato leale! Proprio per niente! Non si fa, no no!”

Estel sembrava estremamente deciso, ma il fratello non riusciva a capire a cosa si stesse riferendo.

Sono le 4 e mezza del mattino e sei entrato facendo un casino assurdo, quello poco leale sarei io? Mi hai quasi fatto venire un infarto!”

Solo perché tu mi hai attaccato dopo aver detto che mi avevi perdonato!”

Di cosa stai parlando? Io non ho fatto proprio nulla” quella storia cominciava ad avere dell'assurdo.

La luce di una candela rischiarò improvvisamente la stanza e la figura di un re Thranduil estremamente seccato si fece nitida.

Cosa sta succedendo?” il normale tono gelido del padre era tornato in grande stile.

Legolas mi ha attaccato mentre dormivo!” esclamò deciso Estel.

Non è vero! Non ho fatto assolutamente nulla, te lo sarai sognato!” si difese esasperato Legolas.

Non litigate davanti a me! Estel, cosa avrebbe fatto tuo fratello?” il tono si raffreddava ad ogni parola pronunciata.

Mi ha messo la polvere di ortica nel letto, mi prude tutto” disse l'elfling grattandosi alla rinfusa.

Thranduil sospirò cercando di rimanere calmo “Legolas?”

Padre, vi giuro, non ho fatto nulla, stavo dormendo prima che lui mi svegliasse”.

Puoi essere stato solo tu, io non sono mai uscito dopo la scuola quindi non posso aver toccato qualcosa di orticante” .

I due fratelli presero ad accusarsi a vicenda ma Thranduil li interruppe nuovamente

BASTA!”

il silenzio scese in fretta.

Ti prude davvero o stai facendo una scenata per niente?”

Davvero” rispose il bambino con l'espressione più triste e nello stesso tempo offesa che potesse fare.

Il padre gli si avvicinò ed ebbe paura che volesse punirlo di nuovo, invece, il re, dopo essersi abbassato alla sua altezza si limitò ad esaminare la pelle nuda delle braccia.

Dopo poco si rialzò con un'aria vagamente divertita.

Ada?” chiesero in coro i due.

Quando si dice l'ironia della sorte” commentò semplicemente il sovrano prima di sparire nuovamente oltre il ciglio della porta. I fratelli si guardarono perplessi.

Cos'è l'irònia?”chiese il minore confuso

Ironia non irònia, ed è quando” Legolas non ebbe il tempo di dare la sua spiegazione che il padre fece ritorno con una bottiglietta medicinale in mano, sull'etichetta si leggeva chiaramente:

unguento contro la varicella”


Legolas rise, poi, guardando il fratello disse “ecco cos'è l'ironia”.

*** THE END ***

Salve a tutti! Eccoci col secondo capitolo, che, a grandi linee riprende un pochino il primo mentre dal prossimo si cambierà totalmente tema ù_ù" ad, ogni modo spero vi sia piaciuto^^"
Il disegno che vedete (o almeno spero si veda °A°) in cima alla pagina è opera di G_Elizabeth, se volete vedere altre sue opere lascio nuovamente il link della sua pagina:
https://www.facebook.com/ElizabethsWings?fref=ts

Ringrazio moltissimo FiammaNera (ti ringrazia enche G_Elizabeth per aver messo il "mi piace" alla sua pagina) e Anna Love per aver commentato, e anche tutti quelli che hanno messo la storia fra preferiti/seguiti e non mi ricordo l'altro ._. mi fa davvero piacere che a qualcuno sia piaciuta^^

Per LunaWolf e G_Elizabeth ho un appunto speciale: Luna, per quanto tolleri le mie storie e i miei modi da dittatore quando prepariamo gli esami NIENTE ti autorizza a lasciarmi per 3 ore vicino a chi sai, per questo il simpatico personaggio della professoressa Kahlan è tutto dedicato a te ù_ù (nonostante questo, ti ringrazio per la pazienza e spero che comincerai anche tu a scrivere presto)

G, grazie per il supporto e per aver degnato le mie inutili fanfiction con i suoi carinissimi chibi! Lei è una signorina fantastica!

Vi saluto,
a presto!

  
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