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Autore: Kokky    13/04/2008    4 recensioni
Un mondo parallelo e antico, popolato da vampiri che si muovono nell'ombra e umani troppo ciechi sui nemici succhiasangue. L'esercito, i positivi e gli alchimisti sono gli unici che possono proteggere l'umanità da ciò che stanno bramando i vampiri...
Un'umana insicura. Due piccoli gemelli. Un vampiro infiltrato. Una squadra di soldati. Una signora gentile e un professore lunatico. Una bella vampira e il capo. Due Dannati. L'Imperatore e i suoi figli. Una dura vampira. E chi più ne ha più ne metta!
Di carne sul fuoco ce n'è abbastanza :)
Provare per credere!
Genere: Fantasy, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Positive Blood' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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45-Dannati

 

Violet guardava con relativo interesse i suoi simili composti e ordinati di fronte a lei, mentre con una mano stringeva il suo orsacchiotto.

I vampiri erano un centinaio, e fra di essi Maximilian spiccava per i suoi occhi blu scuri e i capelli dello stesso colore. Hassan gli stava accanto e guardava con interesse il suo amico, rivolgendo di tanto in tanto occhiatine anche alla bambina violetta.

Max e Violet avevano qualcosa in comune, questo lo avevano compreso tutti.

Erano diversi, con quegli occhi e capelli dai colori strani. Risultavano “normali” solo quando attaccavano e le pupille diventavano rosse.

Hassan li scrutò attentamente e intese che già si conoscevano, o che erano così simili da essersi capiti in un istante. Loro erano sempre stati diversi.

Anche da vivi.

 

 La luna piena splendeva alta nel cielo, illuminando il mondo con una luce spettrale e flebile. Quella era la notte migliore per fare alchimie complesse, per la nascita di nuovi mostri. I Dannati si incontravano ogni mese, proprio nelle notti di plenilunio, per festeggiare la loro nascita.

E quella notte era nata lei, Violet. Quella neonata dai capelli viola e gli occhi dello stesso identico colore.

Sua madre aveva gridato di dolore e odio, vedendo la natura di sua figlia.

La sua bambina... era una Dannata, e come tale avrebbe portato sciagura al mondo degli uomini. Se fosse morta subito avrebbe potuto non adempire al suo destino.

Ma come... come togliere la vita a un infante?

Così la maledizione che gravava su Violet e il mondo intero era perdurata per undici anni.

Ora una bella bambina, dai capelli violetti raccolti in una coda di cavallo, correva, saltava e fluttuava ridendo. Aveva raccolto dei bei fiori per la sua mamma.

Gli amaranti gialli li teneva in una mano, nell'altra stringeva un orsacchiotto.

Violet era stata viziata, circondata dai parenti e dai giocattoli. Così che non uscisse mai dalla proprietà della sua famiglia, così che non fosse mai vista dal mondo.

Se lei fosse rimasta lì, non avrebbe recato alcun danno agli umani, no? E nessuno l'avrebbe voluta sopprimere, poiché nessuno l'avrebbe vista.

Quanto si sbagliavano nella loro ingenuità.

I genitori di Violet non avevano calcolato un fattore: i vampiri “superiori”.

Erano apparsi da qualche anno, dilagando pericolosamente ad Aiedail. Bevevano il sangue dei positivi ed erano molto, molto più forti dei vampiri normali. Imbattibili per i negativi. Per questo la famiglia di Violet aveva delle guardie addestrate e possenti, e anche un alchimista. La loro era una famiglia di positivi.

La prima cosa che notò Violet fu il silenzio, la totale assenza di rumore. Nell'aria non c'era nemmeno una battutina delle guardie, che chiacchieravano spesso fra loro.

Avvicinandosi vide anche altro. Qualcosa di ancora più esplicito. Sangue.

Sangue dappertutto.

E corpi senza vita di chi doveva proteggere la sua famiglia.

Violet aveva sempre avuto una vena macabra, fin troppo anche per una bambina, a causa della sua natura di Dannata. Ma in quel momento aveva tremato, mentre i fiori cadevano a rallentatore sopra il liquido scarlatto.

Tonf.

“Gli amaranti gialli significano dolore.„

Le passò in mente ogni nozione sui fiori, studiate la settimana prima con suo padre. Alzò gli occhi viola sulla villa rosa, rabbrividendo.

Poi salì una delle due scalinate e entrò nell'atrio, respirando irregolarmente, pur non essendosi sforzata. Lo sapeva, lo sentiva. Era inutile sperare, ma anche lei era umana, e in fondo era pur sempre una bambina.

Percorse i corridoi della villa, aprendo ogni stanza e cercando di captare un suono, un gemito, un sibilo. Dov'erano i suoi genitori?

Nel suo pugno di ferro torturava il suo orsacchiotto, sfogandosi. Dove?

Dove?

Non riusciva più a capire bene, correva e basta, ormai persa nella sua stessa casa. Era una sua impressione o li c'era già passata? E perché era tutto così maledettamente chiuso e soffocante? Perché, perché quella casa era così in ombra?

Si era mosso qualcosa nel buio?

Violet aprì un'alta porta bianca, debolmente riuscì a scostarla ed a entrare. Di nuovo sangue. Ferro e sale pungente al suo naso da bimba.

Ancora corpi, tutti morti. Ma alcuni di loro si muovevano, contro ogni legge della natura.

Vampiri!

 

*

 

 

46-Discorso
Violet fremette.
No, non aveva paura, non provava angoscia, non più. I suoi genitori erano morti, li vedeva distesi a terra. Ora era sola, con dei vampiri che si erano accorti subito della sua presenza.
No, lei tremava di euforia.
Erano belli, bellissimi, e perfetti. Anche con le bocche insanguinate e gli occhi scarlatti, loro erano stupendi. E anche loro erano strani, diversi.
Certo, in un modo differente da quello di Violet, ma lo erano.
Finalmente vedeva qualcuno simile a lei. Da quanto aspettava questo momento?
Scacciò i suoi pensieri, mentre la sua gioia improvvisa si sostituì a dolore... era pur sempre una bambina, avrebbe detto sua madre.
Corse vicino ai cadaveri, chinandosi a vedere il volto dei suoi genitori. Accarezzò con le dita sottili le labbra ancora calde, i capelli chiari, e chiuse per sempre gli occhi sbarrati di paura.
« Una Dannata. » sibilò un vampiro, adocchiando la bambina.
« Ehi, tu non dovresti essere morta? » domandò un altro, dai capelli castano chiaro e gli occhi azzurri.
Violet alzò lo sguardo d'ametista sui vampiri superiori. « Una Dannata, avete detto? E cos'è una Dannata? » sussurrò lei, accarezzando la madre e macchiandosi le mani di sangue.
« Non lo sai, bambina? Non ti sei mai chiesta perché hai quegli occhi e quei capelli? » ribatté il vampiro castano « Perché sei una Dannata, sei stata maledetta sin dalla nascita. È qualcosa di antico quello che ti ha reso i capelli e gli occhi di un colore innaturale, qualcosa per marcarti a vita. Tu porterai la sciagura sul mondo, bambina. È strano che tu sia ancora viva. »
Violet apprese la sua vera natura stupita. Ecco... ecco perché si sentiva diversa sempre, in ogni istante. Ecco perché aveva delle strane tendenze, perché era viola.
Ed era ancora viva, salvata dai suoi genitori.
« Ma ora morirò, no? Quindi non sarò mai una minaccia. » rispose lei, mostrandosi più adulta di quanto fosse. Almeno così avrebbe seguito i suoi genitori nell'oltretomba.
Il castano guardò gli altri vampiri, sogghignando. « Sarebbe divertente vedere come peggioreresti il mondo, bimba. Toccherà agli umani penare per la tua nascita, quindi perché non portarti con noi? »
« Gabriel... ma in un covo di vampiri farebbe una brutta fine. » esclamò un vampiro rossiccio. Ora che non erano trasformati sembravano innocui, a parte il sangue che aveva macchiato il loro collo.
« E allora rendiamola come noi, non ha un altro destino. » disse il castano. Era sicuramente lui il leader.
« Ma io devo seguire i miei genitori... » si lamentò la bambina. Purtroppo nessuno più la stava ascoltando, i vampiri ora erano concentrati su di lei e sul suo corpo, decidendo dove morderla.
E anche a causa di questo il mondo degli umani sarebbe stato messo alle strette dai “superiori”.


Era passato tanto tempo, e le storie sui Dannati erano andate perse per sempre, poiché ad Aiedail non ne nascevano più. Così Maximilian era ancora “vivo” e camminava su quella terra, senza sapere bene perché si sentiva diverso.
E ora guardava con interesse la sua simile, chiedendosi se avrebbe potuto spiegarle qualcosa sulla loro natura.

Intanto i vampiri bisbigliavano fra loro, discutendo sull'apparsa di Violet. La diretta interessata li osservava con sufficienza, preparandosi a parlare. Si schiarì la gola e li intimidì di fare silenzio.
« Fra una ventina di giorni attaccheremo la villa bianca, nella penisola. Dovrete essere addestrati e pronti, combatterete pur sempre con dei positivi. Nella villa abbiamo un infiltrato... » disse, guadagnandosi l'attenzione di tutti. « Ci aprirà lui il cancello, per non fare scattare l'allarme troppo in fretta. Non uccidete i positivi, tranne se combattono e non hanno intenzione di smettere... gli altri li dovete catturare. L'infiltrato ci ha detto che nella villa si trovano 5 militari, ma non saranno un grosso problema. In questi giorni allenatevi al massimo. Ora vorrei parlare con gli insegnanti. » concluse altera Violet.

*

 





Recensite. Per dio Spongebob, insomma! Non ditemi che i "miei" lettori sono mummie! Non ci credo manco morta.
Se avete la forza di legger fin qua lasciate un commentino!


Per la storia dei Dannati leggete (e recensite ù.ù) I Dannati.
   
 
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