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Autore: Raya_Cap_Fee    24/10/2013    10 recensioni
Mi chiamo Sarah Jane Donough e nell’Agosto del 1980 sono morta in un incidente a soli vent’anni. Trovate che sia triste? Non datevene pena. Non sono andata verso la luce, sono stata trattenuta qui sulla terra nelle vesti invisibili della Morte. Beh, una delle tante Morti in realtà. Ho il compito di prelevare le anime da questo mondo e guidarle verso la luce. Ora è giunto il momento di passare la falce, simbolicamente parlando, al mio successore. Daniel Duroy. Finalmente potrò essere libera.
Mi chiamo Sarah Jane e sono la Morte.
Genere: Comico, Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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COME FOSSI NIENTE, COME FOSSI ACQUA DENTRO ACQUA

 

Come death
she said
come easeful future
death how I long
for your nurture
breathe in to me
come death only friend
nothing is born of this pain
take this gift upon thy self
house of pain
this body is too small a chamber
breathe in to me
my true lover is with me
what ever is true is with me

Eivør- True Love

 



 
Seguii con pazienza gli allenamenti fino alla fine e un brivido mi percorse la schiena quando l’ultimo raggio di  sole sparì all'orizzonte lasciando così spazio alla sera di Caldwell.
Avevo freddo.
Mi strinsi nella camicia e continuai a fissare i giocatori che cominciavano a togliersi i caschi.

Continuavo a stupirmi per quelle sensazioni umane che da tempo non mi appartenevano. Io non appartenevo più a quel mondo da anni e lo testimoniava il silenzio della mia cassa toracica, anche il quel momento.

Presi un respiro e mi alzai in piedi per guardare meglio il numero quindici che si stava togliendo il casco, dandomi le spalle. 
Vidi così i capelli castani tagliati corti sulla nuca e appena più lunghi sul davanti. Scesi tutti i gradoni e giunsi a bordo campo mentre Duroy lanciava il casco al numero nove, un ragazzo piuttosto magro dai capelli ramati e ricci.

Il leggero venticello mi permise di sentire l’eco di qualche parola.

“Un altro placcaggio così e mi mettevi fuori uso Ross. Stai attento a quello che faii” udii la voce di Duroy che scherzava.

Era un po’ roca ma piacevole.

Camminai a bordo campo per aggirarlo e poterlo guardare in faccia. Bisognava che lo riconoscessi se dovevo avvicinarlo in futuro.

E così lo vidi in volto.

Inarcai verso l’alto le sopracciglia. Senz’altro le anime sarebbero state felici di vedere una Morte come quella andare a prenderle anziché vedere una come me.

Era senz’altro bello e per un momento pensai con dispiacere che, se doveva essere il mio successore, sarebbe dovuto morto.

“Devi essere professionale Sarah, non sentimentale. Non è da te” parlai sottovoce, ferma e a braccia incrociate. Notai che qualcuno mi stava guardando.

Lui mi stava guardando con una certa sufficienza affiancato dal numero nove che mormorava qualcosa. Incrociai i suoi occhi azzurri e capii che molte cose si celavano dietro quello sguardo e che purtroppo, sarebbe toccato scoprirle tutte a me.

Mi schiarii la voce e mi mossi verso di loro.
Non ero mai stata una ragazza timida, solo apertamente ostile con tutti. Famiglia compresa.

Non mi importava delle opionioni di chi mi circondava, solo della mia.

Stirai le labbra in un sorriso forzato “Qualcuno di voi due può darmi una mano?” chiesi cercando di controllare la voce affinchè non si sentisse la mia solita nota acida.

Numero Nove mi sorrise “Anche due, dove vuoi che te le metta?”

Patetico.

Mi trattenni dal fare una smorfia di disgusto e mi limitai a guardare Ross per un attimo.

Puntai lo sguardo su Daniel, alto quasi venti centimetri più me, decisa a tastare il terreno con lui

 “Dipende da cosa vuoi” rispose con tono distaccato mentre recuperava il casco dalle mani di Ross e scambiava con lui un’occhiata infastidita

“Sono nuova di qui e mi domandavo se ci fosse qualche posto dove bere qualcosa. Dove si può vedere qualcuno al di sotto dei trent’anni” inventai sul momento quella scusa. Patetica.

Daniel continuò a fissarmi e poi d’un tratto, sorrise divertito “Perché hai già l’età per bere? Non mi sembra”

“Sono più grande di quello che pensi” risposi.

Avevo vent’ anni con l’aspetto di una di quindici  e che in realtà ne aveva cinquantatre. Chi meglio di me?

Era lui il ragazzino lì.

Lui si strinse e nelle spalle e si voltò per andarsene insieme agli altri negli spogliatoi. Cosa?

Assottigliai le labbra “C’è il Fire Cracker, di solito noi ci riuniamo lì” sentii la voce del numero Nove, ancora davanti a me.

Gli feci un cenno con il capo “E’ all’angolo tra Marvel Street e la Mary Avenue” continuò lui con un sorriso.

Un' ora e già due che ci provavano come me. Era un record

“Ross! Non perdere tempo e vieni a cambiarti! Tanto nemmeno lei te la darà, non farti illusioni” gridò Daniel.

COSA?

“Ma come si per…” feci per dire ma Ross mi interruppe ridacchiando “Lascia stare Duroy. Se volevi parlare con qualcuno hai scelto la persona sbagliata.” Indicò con il pollice il compagno di squadra.

Sentii la mancina guantata bollente.

“Ci si vede da quelle parti allora” mormorai tra i denti prima di voltarmi per andarmene.




 
Nota d’Autrice:
Salve! :) Ecco un nuovo capitolo, piuttosto breve lo so. Spero vi piaccia comunque. Per il nome “Fire Cracker” ho tratto ispirazione dal telefilm spettacolare “The Black Donnellys” :3 Ringrazio Cristina Maurich 55, cattivamela che hanno messo la storia tra le seguite, recensite, sarebbe piacere potervi rispondere ^_^ A presto,
RayaFee

 
   
 
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