20 novembre.
Esattamente un mese fa ero in preda al panico, seduta a terra nella mia stanza dell'orfanotrofio a scriverti per la prima volta.
Non so se essere felice di stare qui oggi.
Comunque sia ho promesso a Harry di non pensare troppo a quello che mi fa stare male.
Magari ti racconto che ha combinato quel ragazzino questo pomeriggio.
Si è impegnato molto per rendermi felice, almeno per questa giornata.
Ha fatto lo scemo tutto il tempo e devo ammettere che ci riesce bene.
Mi ha preso la mano e trascinata in piazza dopo aver sentito della musica; c'era una piccola festa, dove la gente era coinvolta solo a parlare tra di loro.
Quello scemo si è precipitato a ballare al centro, invitando una donna, che probabilmente vendeva i fiori sistemati nel suo piccolo carro.
Ha dato inizio a una vera e propria festa e sul mio volto si è aperto tutto il tempo un sorriso.
Harry Styles mi ha sorpresa ancora e ne sono molto felice.
Ah, forse questa me la dovrei risparmiare, con te ho ancora una dignità ma... alla fine quel ragazzino è riuscito a farmi ballare.
Se c'è riuscito lui è pronto a conquistare il mondo.
Dico davvero, io odio ballare ma tutta quella felicità mi ha dato alla testa e mi sono lasciata trascinare.
La gente era tutta così allegra che a pensarci mi compare ancora un sorriso.
Abbiamo preso anche una gondola dove il signore che ci portava era al quanto buffo.
Ha cantato quasi per tutto il viaggio una canzone orribile e allo stesso tempo divertente,
volevo sotterrarmi quando Harry ha iniziato a cantarla insieme a lui.
Sapeva parola per parola e la cosa mi ha spaventata.
Dopo un po’ si è inginocchiato davanti a me e ha chiesto se potevo essere sua per il resto della vita.
 Il signore strano ha smesso di cantare, fortunatamente, e aspettava ansioso una mia risposta.
Sapevo che Harry intendeva essere amici per sempre, così dopo che ho annuito mi è saltato addosso,
il tipo ha iniziato a dire tra lui e lui 'oh l'amor, l’amor' e ha continuato a cantare.

Finito il viaggetto abbiamo preso il treno di ritorno e fermati in stazione, mi propose un’altra sua idea.
“Ti va di scrivere una lettera alle ragazze e Zayn? Davvero Sun, ti porterò io.
Domani avrò la prova pratica. Prenderò quella patente per te. Per la tua felicità”
Non sapevo cosa dire o fare.
Tenevo la manica della sua felpa stretta e fissavo i suoi occhi. Così, sorrise.
Mi trovai tra le sue braccia a ripetere mille volte la parola ‘grazie’.
Mi strinse più forte a sé e andammo via.