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Autore: angyp    24/10/2013    2 recensioni
Seguito della storia: "Strade inaspettate".
L'atmosfera tranquilla che sembrava instauratasi sembra lontana: nuovi cupi presentimenti fanno ingresso nella famiglia Lupin, che lotta per acquistare la serenità. Intanto Remus deve vedersela con i suoi incubi e le sue paure, perchè chi gli ha già fatto del male vuole ancora vendetta ...
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Severus Piton | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Remus aveva su di sé un corpo senza più vita, eppure era terrorizzato e si sentiva impotente ancora una volta. Samantha era morta su di lui da qualche minuto e non riusciva a crederci. Molte persone bramavano per provocare la sua morte, lui stesso avrebbe voluto vendicarsi con rabbia per tutto quello che le aveva fatto e per le sofferenze provocate, ma alla fine era morta con una delle sue pozioni, proprio come tutte le persone che aveva assassinato.
Anche lui sarebbe morto in quel modo se non fosse stato per quel Dolus così umano che le aveva rubato la pozione e che lo aveva salvato dalla sua rabbia. Però John lo aveva abbandonato lì, incatenato, e soprattutto solo con il cadavere di quella strega. Il posto era sporco e la gamba ferita era poggiata a terra: non si sarebbe stupito se avesse preso una brutta infezione e se se la fosse giocata per sempre. Ma un altro pensiero lo spaventò: Samantha non aveva ancora preso l’antidoto per far passare la notte di luna piena, per cui tra poche ore avrebbe dovuto riaffrontare il terribile momento della trasformazione, proprio adesso che si stava abituando a guardare l’astro senza il timore di far del male a qualcuno.
Ma Tonks sicuramente era fuori a combattere, forse lo avrebbero salvato. Ma come avrebbero fatto a liberarsi di tutti quei mostri? Erano tutti ragionevoli come John? Non avevano più una padrona, adesso: cosa sarebbe cambiato? Rabbrividì al pensiero che qualcuno fosse stato ucciso: se lui stesso fosse morto, tutti i Doli sarebbero spariti, e nessuno avrebbe combattuto contro di loro.
 
                                                       ****
-Dove saranno? E se quella megera lo avesse portato via?
-Taci, Ninfadora, potrebbe sentirci qualcuno! Non credo che lei se ne sia andata, ma forse avrà nascosto tuo marito da qualche parte. Adesso non è il momento di pensare a quello sciocco, dobbiamo trovare lei affinché possa disintegrare quei mostri.
-Sono troppi! Come li elimineremo tutti? –chiese Tonks preoccupatissima, mentre si guardava intorno, alla ricerca di qualche riferimento.
-Non lo so … -rispose Piton. Ma in realtà preferì tacere, perché la soluzione a cui aveva pensato non avrebbe fatto piacere a Ninfadora. Il suo intento era trovare quella donna e vendicarsi.
 
 
 
                                                            ***
I Doli erano inferociti più che mai mentre combattevano. Harry e Ron erano in seria difficoltà, e avevano perso tutti gli altri. Ron venne disarmato da un mostro proprio mentre stava per colpirgli il braccio con la Maledizione Cruciatus. Indietreggiò spaventato, quando inciampò sul corpo di un uomo.
-Ron! –Harry colpì di spalle la creatura, che ridendo prese a combattere contro di lui.
Ron tentò di rialzarsi per aiutare l’amico, quando sentì la mano di quell’uomo afferrarlo. Non lo aveva riconosciuto subito perché era pieno di polvere, ma poi lo vide meglio.
-Zio Gideon! Cosa … cosa ci fai qui? Miseriaccia, sei ferito!
Ron strappò la maglietta, rivelando un grosso taglio profondo sulla pancia.
-Aspetta, recupero la bacchetta e …
-No, Ron. E’ tardi, è finita. –disse l’uomo sofferente.
-Ma zio, ti possiamo curare.
-No. Ron, promettimi una cosa. Devi dire a tua madre e a Remus che mi dispiace, mi dispiace tanto … e ai tuoi fratelli e zio Fabian …
-Non dire così, zio!
Un Dolus avanzò verso di loro, ma Ron non aveva ancora la bacchetta.
-Dì loro che mi dispiace, che voglio il loro perdono, l’ultima cosa che chiedo.
-Zio, ti abbiamo già perdonato tutti!
-E Albus … Albus.
Un’esplosione scaraventò via Ron da suo zio, e il giovani capì che quelle sarebbero state le sue ultime parole.
                                                         ****
Remus non riusciva a scostare quel corpo pesante dal suo, provando un forte disagio, o forse era la preoccupazione che lei si fosse risvegliata. Il primo giorno che l’aveva vista, Samantha era radiosa, bellissima, sicura di sé, una donna con una carriera invidiabile ed un’intelligenza fuori dal comune; avanzò per la Sala Grande come se volesse mettere il mondo ai suoi piedi, e mai cosa fu più vera. I giorni successivi, si era subito messa all’opera con le sue provocazioni, mentre aveva già sedotto Piton, per poi rivelare la sua amara vera identità.
Ora restava solo un cadavere stroncato nel corpo e con la bava di sangue: se lei si fosse vista, non si sarebbe riconosciuta.
Mentre Remus formulava questi pensieri, ritornò John.
-Sei tornato? Toglimela di dosso, ti prego.
John non esitò e con una strana delicatezza poggiò il cadavere a pancia in su accanto a lui, prima di sciogliere le catene. Remus, sollevato, tentò di alzarsi, ma la gamba gli faceva malissimo.
-Non parlare –disse John, aiutandolo –c’è qualcuno qui.
-Allora potrebbe essere mia moglie.
-Non tornerai da lei. Tu devi stare al sicuro, altrimenti noi moriremo. Starai con me.
-Come? Ma John …
-Shh!
John pose la sua enorme mano sul viso del licantropo, coprendogli occhi e bocca, e lo trascinò fuori per nascondersi dietro un muro. Il mago tentava di divincolarsi, soprattutto dopo aver sentito la voce acuta di Tonks.
-La porta è aperta! Dove lo avrà portato?
Piton e Tonks entrarono nella cella, e videro quel corpo disteso a terra.
-Non può essere –replicò Piton. Si avvicinò e le toccò il collo.
-E’ … è morta? E’ morta davvero?
Piton annuì in silenzio.
-Non è possibile … no, non ci credo!- Esclamò Tonks –questo ci porta fuori pista, è un trucchetto, lo so, avrà fatto bere il Polisucco  a qualcuno e …
-Ninfadora, chiudi quel becco! Guarda il suo corpo: la pozione Niente- Lupo le ha disintegrato l’organismo. Avrei voluto ucciderla con le mie mani! –urlò Piton alla fine, battendo un pugno per terra.
Tonks rimase sconvolta nel vederlo così, e ancora non ci credeva: la sua acerrima nemica, morta, senza aver dato a nessuno  la giusta soddisfazione.
-E … e Remus? Dov’ è? Per Tosca, deve essere vivo, ma …
John teneva il mago fermo e zitto, ma Remus riuscì comunque a colpire il muro facendo un debole rumore.
Tonks e Piton alzarono gli occhi dal cadavere e uscirono fuori con le bacchette puntate.
-Ti ho sentito, Dolus, vieni fuori! –disse Tonks autoritaria.
John sospirò e uscì allo scoperto, mostrando Remus ai due ma tenendolo sotto tiro con la bacchetta.
-Oh, Remus! –Tonks rivide il suo viso segnato dalle cicatrici e capì: era salvo, aveva preso l’antidoto.
-Ciao Dora. –disse Remus, leggermente rilassato –Severus …
-Piantatela con queste scena patetiche! –disse Piton.
-Andate via! –ordinò John.
-No! Lascia andare Remus. –disse Tonks minacciosa.
-Se non andate via, lo ammazzo. –replicò John puntando la bacchetta sul collo del mano.
-Fallo pure. –disse Piton, per nulla intimorito.
-Cosa? No! Lascialo! –disse Tonks avvicinandosi.
-Lo ammazzo davvero, eh? –questa volta John era poco convincente.
-Ripeto: cosa aspetti? –lo provocò Piton.
John aveva capito che loro conoscevano il loro segreto, per cui non avrebbe mai potuto fare quello che aveva detto. Lasciò Remus  e lo gettò fra le braccia di Tonks. Entrambi caddero seduti per terra, e nel toccarsi provarono un certo timore; si guardarono intensamente negli occhi prima di stringersi in un caloroso abbraccio.
Piton distolse lo sguardo e si concentrò su John:
-Preparati a morire, Dolus!
-No!
Remus si staccò dall’abbracciò e si attaccò alla gamba di Piton:
-Non ucciderlo, ti prego Severus!
-Sei matto? -Replicò Tonks, guardando quel mostro che era rimasto fermo impalato.
-Lui mi ha aiutato, ha rubato l’antidoto a Samantha ed è solo grazie a lui se non ho fatto quella terribile fine! Vi prego! Non sono creature malvagie, sono state istigate da lei a fare questo.
-E allora, Lupin? Ti hanno salvato per loro convenienza, motivo per cui non ti voleva lasciare andare.
-Ma Severus …
-Tu non sai cosa c’è lì fuori, vero? C’è l’inferno, la città è distrutta, i nostri sono in difficoltà e molti di loro sono morti! Sono migliaia, Lupin! Sono furiosi e scatenati, come li facciamo a rendere innocui?
Remus strisciò verso John:
-John, tu puoi fare qualcosa, vero? Sono tuoi fratelli, falli smettere, falli calmare, vivremo in pace.
John scosse la testa.
-Tu sei matto Lupin! Non possiamo convivere con creature del genere!
-Anche io sono una creatura!
-Remus, calmati! –Tonks si sedette nuovamente a terra, abbracciandolo di lato.
Lui davvero si calmò, portando l’attenzione su un altro punto cruciale.
-Ci sono davvero dei morti, Severus?
-Si, e ce ne saranno altri, se non prendiamo provvedimenti.
-E cosa facciamo? –chiese Tonks.
-Lupin, sono certo che tu lo sappia.
Il suo respiro accelerò all’improvviso: Remus non voleva, non voleva arrivare a questo punto. Ma c’erano stati dei morti, e tutto per colpa sua! Sconfiggere migliaia di Doli insieme era impossibile … l’unica soluzione era quella che pensava Piton … ma con Tonks accanto gli sembrò terrificante.
-Dora … lo sai che ti amo, vero? Amo te, i nostri bambini … mi mancano, li adoro, li adoro davvero …
-Lo so Remus, lo so … -disse Tonks, sull’orlo delle lacrime –ma perché mi dici queste cose?
-Addio Dora.
Remus le diede un colpetto dietro la testa che la fece svenire. Poi la poggiò delicatamente a terra, accarezzandole i capelli biondi.
-Questo mi fa comprendere che ti sei deciso, Lupin. Sei consapevole che mi lascerai con la rogna di calmare le sue crisi isteriche?
-Severus, basta. Fa che sia molto veloce, ti prego.
-Non voglio farlo io … pensaci tu.
-Non ce la farei mai, Severus, ti scongiuro! Uccidimi.
-Cosa? –John finalmente riprese a parlare.
-Non c’è spazio per voi mostri in questo mondo –gli disse Piton –purtroppo, per eliminarvi tutti, Lupin deve morire.
-No, no … io non voglio …
-Severus ha ragione, John. Ma ti ringrazio comunque per tutto. Mi dispiace che anche tu debba morire … ma non possiamo fare altrimenti. –gli disse Remus gentilmente.
Severus lo prese e lo poggiò al muro.
-Sei pronto, Lupin?
-Si –rispose Remus raccogliendo molto coraggio.
-Avevo promesso che ti avrei salvato per rimediare al mio tradimento. Non avrei mai voluto arrivare a tanto, ma  non vedo altra soluzione.
-Ti prego, Severus, sii veloce.
La mano di Piton tremava, la voce gli si era improvvisamente bloccata.
-No –disse dopo quella che sembrò un’eternità.
-Severus …
-Non posso ucciderti così come ho ucciso tuo padre! Con il tuo consenso e i tuoi scongiuri! No!
-Bene –disse Remus –passami la bacchetta, farò da solo.
 
 
 
 
 
  
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