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Autore: Frankie92    24/10/2013    3 recensioni
E poi li vide: gli occhi più belli che avesse mai visto in vita sua, un mix di oro e caramello fuso, in cui sembrava così facile perdersi, contornati da una matassa di ricci scuri così morbidi alla sola vista.
“Ciao” mormorò semplicemente l’altro ragazzo con un sorriso che gli fece mancare un battito.
“Ciao”
Kurt poteva sentire le farfalle svolazzare nel suo stomaco e il suo fiato quasi mancargli.
Diavolo, Sebastian aveva ragione.
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Agedifference!Klaine [Klaine; Thadastian;]
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Sebastian/Thad
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Cinque
 
Kurt incrociò le braccia sulla scrivania, passò lo sguardo dal suo migliore amico a quel martire seduto vicino a lui e sospirò “Spiegami di nuovo cosa ti serve Smythe e in fretta, qui qualcuno deve lavorare sul serio”
Jordan  affondò sempre di più nella sedia “A chi lo dice”
Ovviamente Sebastian ignorò il suo commento e iniziò a parlare “Kurt, in nome della nostra vecchia amicizia e di quella volta che ti ho aiutato ad evitare che quel mollusco tinto di rosso ti entrasse nei pantaloni…”
“Dopo che tu gli dissi espressamente che il cocktail che mi avrebbe conquistato era il Mohjito…”
“Ehi, a mia discolpa pensavo fosse meno viscido dei suoi capelli” Sebastian alzò le mani “Dicevo, mi serve il tuo aiuto come guru dello stile per trasformare questo” indicò Jordan “in qualcuno che la mattina non sembri uscito dall’armadio adolescenziale di Rachel Berry”
Allora aveva capito bene, aveva sperato che la sua terza tazza di caffè lo avesse mandato fuori di testa; si passò una mano tra i capelli e si rivolse a Jordan “Dimmi, ti pagano abbastanza per dargli retta?”
Il ragazzo alzò le spalle “Abbastanza per pagarmi l’affitto, le spese e tenere qualcosa da parte”
In effetti era pagato quasi quanto Lucas, l’assistente di Sandra, e anche se erano gli assistenti della strega del male e di suo figlio, alla fine si trattava sempre di una bella sommetta.
Kurt sembrò pensarci un attimo prima di annuire “D’accordo, ti aiuterò solo perché questo povero ragazzo è il tuo assistente e avere a che fare con te è già una tortura, pensa farlo in maglioni che possono prendere fuoco facilmente”
Jordan si accigliò, quasi sentendosi offeso: adorava quei maglioni, erano caldi e tutti colorati!
“Scusate…”
“Lo sapevo Porcellana che ti saresti mosso a compassione” Sebastian ghignò e si appoggiò alla scrivania “Cosa consigli?”
“Di bruciare quei maglioni e di andare da Armani e Calvin Klein…”
“Scusate…”
“Niente Levis? Andiamo, il suo sedere non è così male”
Jordan arrossì “Scusate…” provò a ripetere con più forza.
“Anche, forse anche Prada non può essere…”
“Scusate!!!” finalmente i due ragazzi smisero di parlare e guardarono il ragazzo confusi “Non sono una specie di Ken da vestire sapete?”
“Oh, lo so” Kurt sorrise “Ma questa sarà anche una lezione che dovrai imparare Jordan”
Lo aveva davvero chiamato con il suo vero nome? Perché Sebastian non riusciva ad imparare il suo nome?!?
Vide il giornalista alzarsi e posizionarsi proprio davanti a lui “Nella società d’oggi, il nostro aspetto rappresenta sempre più quello che siamo e quello che vogliamo trasmettere. Vuoi sapere sinceramente cosa trasmetti tu? Insicurezza e tanta. Eppure da quello che mi ha raccontato Sebastian, sei un grande lavoratore e credimi, hai il mio pieno rispetto per sopportare qualcuno come lui” gli fece l’occhiolino mentre Sebastian  sbuffò sonoramente “Sei un bel ragazzo, intelligente e volenteroso. Ti manca solo un po’ di autostima e una bella messa a nuovo. Credimi, ce l’ho fatta con Rachel Berry e ce la farò anche con te, ma per far risaltare la tua personalità, non per cambiarla”
Jordan si fece pensieroso: forse Kurt aveva ragione, magari gli sarebbe servito per avere un po’ più di fiducia in se stesso e forse… okay, la possibilità di avere una chance con Lucas era talmente allettante che avrebbe accettato quell’assurda proposta che il suo capo gli stava offrendo.
“Va bene” disse con un sussurro “Possiamo… possiamo fare un tentativo”
A volte l’amore porta a fare le cose più assurde.

A volte l’amicizia portava a istinti omicidi.
Di questo era sicuro Blaine Devon Anderson, di anni 18, amico di Samuel Lucas Evans dalla tenera età di 10 anni, dopo che il suddetto Samuel gli aveva prestato uno dei suoi fumetti e Blaine gli aveva offerto metà del suo panino.
Panino con burro di arachidi e marmellata fatta in casa dalla nonna, per giunta.
Fu così l’inizio di una splendida amicizia.
O almeno splendida fino a quando il suo migliore amico aveva ovviamente architettato un piano con suo fratello maggiore, un piano che di sicuro avrebbe portato una serie di momenti imbarazzanti e la probabile fuga dell’oggetto dei suoi desideri.
Per questo, seduto sul divano  a mangiare i suoi cereali preferiti, osservava Sam che si allenava con le flessioni, mandandogli qualche sguardo di odio mentre gustava fin troppo piacevolmente i cereali al cioccolato, che Sam non poteva mangiare visto che aveva deciso di mettersi a dieta dopo tutto il take away delle settimane precedenti.
“Potresti finirla?” si lamentò infatti Sam con il fiatone, capendo perfettamente quanto il suo amico stesse facendo di proposito quei rumori.
“Perché? Sto solo gustando una buonissima ciotola di cereali al cioccolato” prese un’altra abbondante cucchiaiata di cereali “Sono così buoni che ti sciolgono in bocca e il latte? Il latte diventa così… cioccolatoso”
Sam sospirò e terminò il suo esercizio, sedendosi stanco sul pavimento “D’accordo, sono giorni che non mi risparmi questi sguardi da serial killer. Sei ancora arrabbiato per la storia della cena?”
Blaine annuì, tanto valeva non mentire “Ve l’ho detto di non immischiarvi!” si lamentò con uno sbuffo.
“Amico, l’ho invitato perché è stato così gentile da ospitarti e in più siamo bravi vicini e da bravi vicini è nostro dovere essere ospitali e…” Blaine lo stava guardando come se non stesse per niente credendo alle sue parole e si sentì quasi offeso, così si alzò, prese il suo asciugamano e fece per andarsene ma non prima di dire “Il giorno del tuo matrimonio, quando sarò un perfetto testimone dello sposo, giuro di fare un discorso talmente imbarazzante da farti sotterrare sotto al tavolo” e se ne andò, convinto che quella minaccia avesse finalmente zittito Blaine, che si era sdraiato a pancia in giù sul divano e sbuffava nel cuscino, non di certo per quella minaccia, ma per l’imminente disastro che sarebbe successo venerdì sera.
Forse aveva ancora tempo per emigrare in Messico.

“Quindi fammi capire: stai aiutando Jordan a conquistare questo ragazzo che lavora nel tuo ufficio?” Kurt si appoggiò meglio alla poltrona in pelle e osservò il suo migliore amico annuire “E perché mai questo scorcio di generosità? Sicuro di stare bene?”
Sebastian roteò gli occhi e tirò fuori il cellulare “Dovevi vederlo, era peggio di te con la tua cotta per Finn” Ghignò alle guance rosse di Kurt “Mi faceva pena e quest’anno ancora non ho fatto la mia buona azione”
 “Giusto, anche il cuore del Grinch è aumentato di tre volte a Natale”
“E poi l’ultima cosa che voglio è un assistente acido come te” Sebastian si alzò e gli tirò un paio di cappelli da una mensola lì vicino “Invece tu sei pronto per la fantomatica cena?”
“È una cena, mangusta, non un invito al ballo della scuola” sbuffò Kurt scartando uno dei cappelli “Perché dovrei essere preoccupato?”
“Perché la tua cotta sarà lì e ho paura che il tuo amichetto lì sotto si risvegli all’improvviso stile L’alba dei morti viventi”
Kurt roteò gli occhi “Spiegami ancora perché ti sto aiutando?”
“Perché hai pietà di uno che è la versione gay e maschile di Rachel Berry? A proposito…” Sebastian si voltò verso il camerino “Joe, ti vuoi muovere? Non ho voglia di aspettare tutto il giorno”
Jordan uscì dal camerino completamente imbarazzato, con un paio di jeans scuri, una camicia bianca con un gilet sopra e una cravatta blu elettrico che spezzava il tutto perfettamente.
Sebastian fischiò e prese il cappello che Kurt gli tirò al volo “Allora ce l’avevi un sedere dentro quei jeans slargati”
“N-non credo sia proprio adatto…” il francese gli poggiò il cappello in testa “Non sembro neanche io”
“JD, è per questo che si chiama estreme makeover” Sebastian lo prese per le spalle e lo portò davanti allo specchio “Sei uno schianto, okay? Perfino la commessa alla cassa sta iniziando a sbavare”
“O quello o non riesce a chiudere la bocca a causa delle labbra siliconate” Jordan sgranò gli occhi a quella battuta acida “O mio dio sto parlando come lei!”
“E questo sarebbe un male perché…”
“Smythe, sei una pessima influenza” Kurt scoppiò a ridere e si alzò dalla poltrona con il cellulare in mano “Devo andare. Emergenza di lavoro ragazzi” spiegò indicando il telefono “Jordan hai tutti i vestiti in camerino e prego che Sebastian abbia un po’ di gusto o tutto il mio lavoro sarebbe sprecato” evitò il cappello che il suo migliore amico gli stava tirando “Sai che se si rovina questo devi pagare 250 dollari?”
“Credimi, se ti colpiva in testa e finivi in ospedale per un trauma cranico lo pagavo il doppio”
Kurt roteò gli occhi e scappò via, lasciando da soli i due ragazzi, uno che non smetteva di fissarsi allo specchio e l’altro che cercava di caprie cosa ancora non andasse in quel look.
Sebastian si posizionò davanti a lui e gli sistemò meglio la cravatta, allentando un po’ il nodo, gli tolse gli occhiali e spostò il cappello “Che ne dici adesso?”
Nonostante dovette sforzarsi un po’ senza occhiali, lo stupore di Jordan aumentò ancora di più: forse non era proprio il suo look tipico, ma cavolo era decisamente migliore.
Forse aveva una possibilità di conquistare Lucas, piccola ma c’era.
In fondo era sempre lui, ma con un nuovo look e, si sperava, un atteggiamento un po’ più sicuro.
“Ti prego, dimmi che non stai immaginando tu e Lucas a cavallo di un unicorno sopra l’arcobaleno” sbuffò Sebastian pizzicandogli un braccio “Siamo solo all’inizio Jay, abbiamo ancora molto da fare”
“O-okay” Jordan deglutì “Ma le ricordo che il mio nome…”
“Bene, passiamo al prossimo vestito”

Thad seguì Robert infastidito “Solo tu potevi scordare di avere un compleanno questa sera. Ho dovuto annullare l’appuntamento con il catering”
“Ti ho detto che mi dispiace”
“E non solo! Adesso dobbiamo prendere il regalo. Un regalo di gruppo. Non c’era proprio nessuno che poteva andare al posto tuo?”
“Amore, te l’ho detto: in ufficio sono tutti occupati a preparare la festa a sorpresa e io mi sono offerto di andarci” aprì la porta del negozio e lo fece entrare per primo “E poi devo solo ritirare il regalo e pagarlo”
“E perché di grazia hai trascinato anche a me qui?”
“Per comprarti qualcosa di carino per farmi perdonare?”
Davvero pensava che comprargli qualcosa sarebbe bastato? Era la TERZA volta che annullava l’appuntamento per il catering e neanche l’ultima giacca di Gucci (seppur perfetta per la sua carnagione) avrebbe risolto la cosa. Forse lo avrebbe tenuto caldo e alla moda per tutto l’inverno, ma non avrebbe di certo scelto lei il menù per il giorno più importante della loro vita.
“Ritiriamo il regalo così mi porti a casa” rispose freddamente Thad prendendolo per un braccio e trascinandolo alla cassa.
Era stanco di dover annullare appuntamenti e poi riprogrammarli, soprattutto odiava l’imbarazzo di chiamare per cancellare il tutto o peggio di dover andare da solo. Non erano forse scelte che andavano fatte insieme?
No, Robert aveva sempre qualcosa di più urgente da fare, in fondo era solo il LORO matrimonio.
Si appoggiò di spalle al bancone mentre la gentile commessa andava a prendere il pacchetto già pronto, e diede un’occhiata agli ultimi arrivi autunno-inverno.
Poi ovviamente il destino doveva giocargli un tiro mancino, come se quella fosse la giornata “Mettiamo alla prova i poveri nervi di Thad”.
Tra tutti i negozi dove Robert poteva andare, Sebastian doveva proprio trovarsi lì? Ma in fondo erano amici, perché vederlo avrebbe dovuto dargli fastidio?
No, la cosa che gli dava fastidio era il ragazzo con cui Sebastian sembrava flirtare un po’ troppo, con i suoi soliti sorrisetti e i tocchi semi accidentali.
Perché si sentiva geloso di quella vista? Lui aveva Robert lì vicino, l’unica cosa di cui sarebbe dovuto essere geloso era il sorrisetto della commessa che purtroppo doveva farlo aspettare un po’ di più perché non trovava il regalo. Di questo doveva essere geloso, non della mano di Sebastian troppo vicina ai capelli di quel tappetto davanti a lui.
Robert era il suo futuro marito, solo di lui doveva curarsi in quel momento.
Si avvicinò al suo fidanzato facendolo voltare e lo baciò dolcemente, quasi stupendo Robert che non ci mise molto a ricambiare.
“E questo per cos’era?” chiese a pochi centimetri dalle sue labbra.
“Per chiedere scusa di essere così isterico” Thad lo baciò di nuovo “E una piccola anticipazione per stasera quando torni”
Era così che doveva essere: lui e Robert felici, Sebastian che stava con qualcun altro.
Era la cosa giusta o almeno così pensava.
Bastava solo ignorare una piccola vocina che gli continuava ad urlare “Non è fottutamente giusto, lo vuoi capire?”

“Jayden, non sorridere come se dovessi fare una foto scolastica!”
“Ma…”
“Sorrisetto, Jay, piccolo ghigno che spazia da “forse ci vediamo in giro” a “ti sbatterei al muro anche subito” E contatto fisico! Piccoli sfioramenti anche casuali…”
“Che spaziano da “Oops non volevo” a “Vorrei che fossi meno vestito”, lo ha già detto”
“Già, ma devi continuare ad esercitati. Lunedì  è sempre più vicino”
“Cosa? Lunedì, perché…”
“Ora reparto biancheria intima!”
“COSA?!?”

Era il giorno.
Il giorno della più imbarazzante cena a cui avrebbe partecipato.
Non solo Sam aveva cacciato via Nick e Jeff costringendoli ad andare al cinema, ma Cooper aveva deciso di cucinare lui stesso.
Senza l’aiuto della sua santa moglie, partita per un’intervista a Washington, ma con un’adorabile Christie con annesso grembiule rosa e la faccia sporca di farina e pomodoro.
Già, aveva intenzione di preparare spaghetti con polpette e pollo fritto, una vera e propria cena da gourmet. Ovviamente non era arrabbiato con Christie che aveva proposto il suo menù preferito o forse l’unico che Cooper sapesse fare.
Così, mezz’ora prima della cena, perfettamente vestito in uno dei suoi completi casual migliori, Blaine osservava suo fratello friggere del pollo e Sam sbavarci dietro, visto che quella sera si sarebbe dovuto accontentare di doppia dose di insalata e petto di pollo magro (sì, era ancora fissato con la sua stupida dieta)
“Spiegatemi perché non potevo cucinare io” si lamentò Blaine appoggiandosi al bancone “Almeno non avremmo fatto un menù per bambini, senza offesa per Christie”
“Perché tu devi essere perfettamente pronto per quando arriverà il tuo principe azzurro” spiegò Cooper girando uno dei cosciotti “E Sam, perché invece di sbavare non vai a far lavare la faccia a Christie?”
Il biondo ancora con l’acquolina in bocca annuì e portò la bambina in bagno. “Comunque, fratellino, sei proprio sicuro di voler tenere quella camicia?”
Blaine la guardò “Che ha di male la mia camicia?”
“Beh, potresti indossare qualcosa di un tantino più aderente” suggerì maliziosamente il fratello “Con Erika funziona  sempre”
“Cooper, finisci di cuocere quel pollo o ti butto l’olio bollente in faccia”
“La mia faccia? LA MIA SPLENDI…” il campanello suonò  e l’espressione di orrore dell’uomo si fece subito eccitata, come una tredicenne al concerto del suo idolo “O mio dio, è qui”
“Coop…”
“Vai ad aprire!”
“Cosa…”
“Pensi davvero di mandare Sam ad aprire con il rischio che racconti i tuoi segreti più oscuri?”
Blaine sgranò gli occhi e subito andò alla porta, si sistemò un secondo (sì, voleva essere carino, c’era qualcosa di male?) per poi aprire e tentare di non svenire alla vista di Kurt, bello come sempre, soprattutto in quei jeans che gli sembravano dipinti addosso.
Non fissargli le gambe, non fissargli le gambe.
“Ehi Kurt” lo salutò con un sorriso smagliante Blaine invitandolo ad entrare “Prego”
Kurt sorrise “Ehi, sono in anticipo? Scusami, sono venuto direttamente dall’ufficio” spiegò porgendogli una scatola rosa “Ma sono passato in pasticceria a prendere un dolce”
“Grazie, ma non dovevi disturbarti”
“Mi sembrava il minimo” il giornalista sorrise e si tolse il cappotto “Allora….”
“SIGNOR KURT!” come un cucciolo, Christie corse verso di lui e lo abbracciò stretto, anche se gli arrivava a malapena allo stomaco.
“Ciao Christie” la prese in braccio e le baciò una guancia “Come sta la bambina più bella di tutta New York?”
Christie ridacchiò “Bene, ma mi manchi!” fece un broncio adorabile “Eri il mio baby sitter preferito!”
“Aw, lo so tesoro, mi manchi anche tu, ma ti ho promesso che ci saremo rivisti ed eccoci qui?” la fece scendere “E la prossima volta faremo uno dei nostri tea party okay?”
“Sììì!” la bambina fece un paio di piroette felice mentre Sam li raggiunse qualche secondo dopo.
“Ehi Kurt!” gli strinse la mano “Come va?”
“Tutto bene, tu? Hai poi provato quell’intruglio di avocado e acciughe che mi dicevi?”
“Oh sì, anche se QUALCUNO” il biondo lanciò un’occhiataccia al coinquilino “Si è lamentato dell’odore”
Blaine sbuffò “Samuel, era nauseabondo. E poi…”
Cooper si affacciò dalla porta della cucina con un sorriso sornione “LA CENA È PRONTA!”

Erano tutti seduti a tavola: Cooper a capotavola, Sam e Christie da un lato e ovviamente Kurt e Blaine vicino.
Questo perché Christie voleva stare vicino al papà e Sam  che non voleva sedersi sul lato sinistro del tavolo perché voleva le spalle al muro e Cooper, essendo Cooper, doveva stare centro per una questione di chakra.
Aveva già rotto i chakra di Blaine.
Stavano chiacchierando del più e del meno, gustando gli spaghetti (stranamente ottimi) quando Cooper prese, sfortunatamente, la parola.
“Allora Kurt fai qualche sport?”
Kurt scosse la testa “Tento di fare jogging, ma finisco sempre per arrancare fino ad una panchina”
“Già, per questo faccio yoga, molto meno stressante” l’uomo poggiò una mano sulla spalla del fratello “Blainey qui invece ha fatto boxe sai?”
Per poco Blaine non si strozzò con una polpetta “Che centro scusa?”
“Stiamo parlando di sport, Bee” spiegò con fin troppa ovvietà “Dicevo, al liceo, oltre a far parte della squadra di Lacrosse, faceva anche boxe, per questo adesso si ritrova con due braccia toniche…”
“Coop…”
“E anche qualche addominale, almeno da quanto si vedeva dalle magliette sudate. Bee, perché non ci fai ved…”
Blaine arrossì “COOPER!” Dio, voleva sotterrarsi per l’imbarazzo, cosa avrebbe pensato Kurt?
Già, Kurt.
Kurt che aveva diligentemente accavallato la gambe e tentava di non pensare a Blaine sudato che dava pugni ad un sacco da boxe.
E dire che non gli piaceva neanche  la boxe, ma Blaine in pantaloncini.
No, doveva pensare ad altro.
Gattini investiti.
Le tette di Santana.
Quella volta che lui e Sebastian avevano visto la nonna di quest’ultimo con un bikini che non lasciava niente all’immaginazione.
Non doveva pensare a Blaine in quel modo, non doveva…
“COOPER!” Blaine si allontanò dal tavolo e guardò l’enorme macchia di vino rosso sulla sua maglietta perfettamente bianca.
“Scusa fratellino!” disse Cooper fin troppo innocentemente “È stato un piccolo incidente”
C’è chi avrebbe visto solo la macchia, ma la verità era che l’unica cosa che Kurt notava era quanto maledettamente aderente era diventata quella maglietta e quanti pensieri erano venuti in mente, soprattutto dopo aver visto quella macchiolina di vino scendere…
No, non doveva pensarci. Di nuovo.
I baci umidicci sulla guancia di sua zia Greta.
Le tette di Santana rifatte.
Quando aveva beccato suo padre e Carole a fare sesso in macchina.
Sì, stava funzionando.
“Accidenti, devo cambiarmi la maglietta. Scusatemi” sbuffò Blaine allontanandosi e, con un’occhiata fortunata, Kurt riuscì a intravedere la schiena nuda dell’altro appena un secondo prima di vederlo sparire nel corridoio.
Sarebbe stata una serata lunga, molto lunga.
Lunga quasi quanto era aderente la nuova polo rossa con cui Blaine era tornato.
Perché aveva deciso di indossare dei pantaloni tanto stretti?

La seconda portata fu buona quanto la prima, anche se il giorno dopo sarebbero dovuti tutti andare a correre per smaltire il pollo e le enormi fette di Torta Foresta Nera che Kurt aveva portato (e a cui Sam aveva ceduto, visto che era il suo dolce preferito). La conversazione era rimasta sul sobrio (nonostante Cooper avesse spiegato la sua teoria del “punta il dito e urla” al giornalista) e a fine cena Blaine e Kurt si divertivano a  giocare con Christie mentre gli altri due si erano offerti di lavare i piatti.
Ora, questo avrebbe dovuto insospettire Blaine, ma come poteva dubitare della sua splendide e dolce nipotina.
Già, dolce piccola bambina figlia di Cooper Matthew Anderson, l’uomo che non lasciava nulla al caso, tanto da arrivare a corrompere la propria prole e farla partecipare all’operazione “Aiutami a trovare un fidanzato allo zio Blaine”. Questo perché Christie voleva tanto bene al suo zio preferito e voleva vederlo felice, in più Kurt era tanto simpatico e bello, potevano essere benissimo due principi delle favole.
Quindi sì, anche lei faceva parte dell’ingegnoso piano di Pinco Panco Moro e Panco Pinco Biondo.
“Adesso facciamo un bel gioco” Christie fece sdraiare Kurt sul divano e lo coprì con una copertina “Il signor Kurt è il principe addormentato e io e zio Blainey dobbiamo salvarlo dal drago cattivo!” posizionò un adorabile pupazzo a forma di draghetto sopra il tavolino del salotto.
Blaine e Kurt cercarono di non ridere “Va bene, quindi noi dobbiamo salvare il principe?”
“Esatto!” prese una bacchetta colorata e una spada di cartone “Siamo il cavaliere e la fatina!”
“E io devo far finta di dormire?” chiese Kurt già a occhi chiusi.
“Sì e non ti dovrai svegliare fino a che non te lo dirò io!”
“Agli ordini principessa!”
Nonostante Blaine si perdesse più volte a contemplare il profilo perfetto di Kurt, il gioco durò una ventina di minuti buoni e il giornalista doveva fare qualche sforzo per non scoppiare a ridere di tanto in tanto.
Alla fine il drago cadde sotto la magia della fatina buona che, insieme al suo cavalier servente, si avvicinò al divano.
“Adesso dobbiamo svegliare il Principe Kurt!” spiegò Christie.
“Uhm, prendo la chitarra e cantiamo una canzone?” perché aveva la strana sensazione che quel gioco non fosse casuale?
“No, zio Blainey! Il principe può essere risvegliato solo da un bacio sulle labbra!” specificò la bambina con un ghigno fin troppo simile a quello del padre.
Padre di cui si vedeva il profilo proprio sullo stipite della porta, che scomparve non appena Blaine lo notò.
Quell’idiota di Cooper l’avrebbe pagata cara, molto cara.
Vide Kurt farsi teso, ma ancora completamente immobile.
No, non poteva davvero farlo per quanto volesse.
Se mai ci fosse stato un bacio con lui non sarebbe stato per un gioco o per uno stupido piano di un idiota che puntava il dito perfino al pollo fritto.
“O no!” urlò all’improvviso indicando un punto impreciso del salotto “Fatina Christie, ho visto qualcosa muoversi dietro il divano!”
Christie si agitò curiosa “Cosa?”
“Non lo so, ma potrebbe fare del male al principe!”
“NON SE LO PRENDO PRIMA IO!”
Blaine si sentì soddisfatto nell’averla distratta, in fondo era pur sempre una bambina e adorava queste improvvisate nel gioco.
Fece finta di non sentire i lamenti di Sam e Cooper e con una mano aiutò Kurt ad alzarsi dal divano.
“Wow, è bello avere una fatina che ti protegge” ridacchiò il giornalista, la tensione svanita nel nulla.
Okay, forse aveva sperato un po’ troppo che Blaine stesse al gioco, ma forse era meglio così, almeno la sua cotta non sarebbe di certo aumentata.
“E un cavaliere al suo servizio” aggiunse il moro con un inchino “Che le offre un boccale della migliore ambrosia di questa casa”
“Ambrosia?”
“Limonata fatta in casa, ricetta segreta di famiglia. Sam vorrebbe sposarmi solo per conoscerla”
Kurt scoppiò a ridere “Allora come potrei mai rifiutare un’offerta del genere?”

Sarebbe stata meglio che l’avesse rifiutata, visto che Cooper aveva magicamente tirato fuori i loro album di famiglia e fatto vedere a Kurt ogni singola foto con ogni suo singolo commento, perfino quella del suo primo vasino con annessi primi attributi in vista.
“Aww, eri adorabile” tubò Kurt con una risata.
“Già era così piccolo ma già si iniziava a vedere il marchio virile degli Anderson”
“COOPER!” Blaine arrossì ancora di più e poggiò la testa sul tavolo, indeciso se battercela contro o prendere la testa del suo fratellone e sbatterla ancora più violentemente sul tavolo.
“Oh, qui invece eravamo a…” Cooper non terminò la frase che sentì qualcosa tirargli la maglia “Ehi piccola” Prese Christie tra le braccia che si accoccolò per bene “Aw, amore hai sonno?”
“Fatina stanca” borbottò “Casa e ninna”
Kurt sospirò intenerito “In effetti si è fatto tardi anche per me” disse notando l’ora e si alzò “Domani ho una riunione”
Blaine si alzò con lui “Ti accompagno alla porta” Ignorò l’occhiolino di Cooper (quel ragazzo non aveva pudore neanche con la propria figlia in braccio)
Se fossero stati ad un appuntamento, quello sarebbe stato il momento clou, quello decisivo, quello che avrebbe portato al successo o al fallimento.
Ma quello non era un appuntamento, solo una buona cena tra vicini e fratelli impiccioni.
Kurt prese la giacca e le chiavi dalla tasca “È stata una serata splendida”
“Già, anche se senza Cooper sarebbe stato molto meglio” scherzò Blaine un po’ imbarazzato “Kurt, io…”
Poteva farlo. Poteva chiedere un appuntamento a questo splendido uomo (forse era la limonata corretta da Cooper a farlo parlare) e se avesse detto sì, magari poteva anche chiedere un bacio, di vivere insieme o di sposarsi.
Okay, stava pensando un po’ oltre.
“Sì?” Kurt lo guardò con occhi curiosi e forse un po’… trepidanti?
“Io…”
Ovviamente il destino era un bastardo, un fottuto bastardo, perché il telefono di Kurt doveva suonare proprio in quel fottuto momento.
Il giornalista guardò l’ID e sospirò “Mi spiace…” si scusò prima di rispondere “Sebastian, aspetta un momento. Sì, aspetta, dal verbo aspettare!” allontanò il telefono dall’orecchio “Ci vediamo in giro okay?”
Blaine annuì e lo fece uscire “Ci… ci vediamo in giro” chiuse la porta e si accasciò con uno sbuffo.
Aveva sprecato la sua occasione e adesso non avrebbe avuto più il coraggio di chiedere un appuntamento a Kurt.
Cooper lo trovò ancora lì cinque minuti dopo, Christie semi addormentata sopra la sua spalla.
“Allora come è andata fratellino?”
“Odio la tecnologia” sbuffò Blaine dando una testata alla porta con fin troppa forza “E odio questa porta!”
“Fratellino, anche io odio Tyler Hoechlin perché mia figlia ha una cotta spropositata per lui, ma non per questo vado a picchiarlo con la testa”
Christie sospirò felice “Voglio un cucciolo di Derek…”
“Dì al tuo migliore amico di smettere di vedere quello stupido telefilm con mia figlia” borbottò Cooper quasi scostando il fratellino con una gamba.
“Dici questo solo perché ti hanno rifiutato”
“Sono io che non volevo fare Twilight 2.0 versione licantropo”
“Sei geloso Coop!”
Cooper strinse le spalle “Per quanto ami parlare di me, come è andata con il tuo aitante vicino?”
Blaine si alzò e aprì la porta “Lasciamo perdere”
“Oh fratellino, se vuoi posso farti conoscere qualcuno…”
“Gli unici uomini che ora mi interessano sono Ben e Jerry, grazie” Sospirò e fece un sorriso “Sto bene, fratellone, davvero”
“D’accordo… ti chiamo domani okay?” Abbracciò il fratello facendo attenzione a Christie “Ti voglio bene fratellino”
“Anche io Coop”
Blaine chiuse la porta e Cooper iniziò ad aspettare l’ascensore; il suo fratellino meritava di essere felice e soprattutto Kurt sembrava l’uomo giusto per lui, solo che entrambi dovevano capirlo.
Cooper Matthew Anderson non era un tipo da arrendersi facilmente.
Il suo piano era ancora in corso.

Odiava Sebastian, lo odiava con tutto se stesso.
Non solo lo aveva interrotto proprio durante la sua chiacchierata con Blaine, ma lo aveva costretto ad andarlo a prendere al locale perché era così ubriaco che non riusciva neanche a chiamare un taxi.
Cosa che non si rivelò del tutto vera, visto che lo trovò perfettamente sobrio al bancone del bar che chiacchierava con un ragazzo tutto muscoli e con un’orribile cresta color platino.
“Ehi Seb” lo salutò Kurt con un finto sorriso “Vedo che come al solito…”
Sebastian non lo lasciò neanche terminare che subito si rivolse all’altro ragazzo “Vedi? Te l’ho detto che ero occupato e soprattutto con uno che non usa il deodorante come profumo”
L’altro era ormai rosso d’imbarazzo e se ne andò in fretta, lasciando il posto a Kurt che subito si sedette.
“Lo sai che ti odio vero?” borbottò appoggiandosi al bancone “Un Martini, grazie”
“Due!” aggiunse il francese “Aw, stavi già pomiciando il piccolo Hobbit sul suo tavolo?”
“Cosa? No! Ma forse…”
“Forse?”
I due Martini arrivarono subito e Kurt cominciò a sorseggiarlo “Forse mi stava per chiedere un appuntamento”
“Wow, e tu cosa avresti risposto?”
“Sinceramente? Non ne ho idea e per ora” prese il bicchiere e con un sorso coraggioso scolò tutto il Martini “Non voglio pensarci”
Sebastian alzò il bicchiere e fece lo stesso “Ottimo direi. Un altro giro di Martini e ci buttiamo in pista?”
Kurt ghignò “C’era un motivo per cui ti ho scelto come migliore amico”
“Perché sono un perfetto confidente e tremendamente sexy?”
“Perché mi offri sempre da bere”
“E quando lo avrei detto?”
“Quando hai detto altro giro di Martini”
Sebastian sbuffò divertito “Solo per questa volta Hummel”

Note dell'autrice:
Io fossi al posto di "Coso" (ancora grazie alla mia dolce Ele) andrei dietro a Sebastian, ma l'amore è amore e le lezioni del nostro improvvisato love coach sono solo agli inizi.
E il verde gelosia non è un po' fuori moda Thaddy? (QuantoavreivolutoscriverediluichesibuttatralebracciadiSebastiansigh) 
Ma vogliamo dare un premio a Coop e Sam, ma soprattutto a Christie (lo zio non può odiarla, è la Fatina dei Klaine!) E sì, possiamo odiare il nostro francesino per un minuto, ma solo uno perché presto rimedierà!
Note corte, ma spero che questo capitolo sia valsa l'attesa altrimenti i pomodori sono sempre al loro posto.
Pubblicità! Nuova mini long Klaine con piccoli accenni Thadastian: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2197964
Mentre qui come al solito la mia pagina facebook con aggiornamenti, spoiler e svariate filipicche di una writer contro il mondo: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2197964
Grazie a Ele e Mickey che come al solito sono stupende e bellissime e non vi sto allecchinando sapete?
Un grazie enorme a chiunque legga, recensisca o metta la storia tra preferite/seguite/ricordate
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo e alla prossima con la Bella Notte!
Baci e Sorrisi
Frankie

 
  
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