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Autore: _Scrivimi_    24/10/2013    2 recensioni
Storia Delena dove sono tutti umani!!!
"-Voglio la verità-
-La verità è che....-
-Dillo- la sua voce era ipnotica, decisa, sensuale, mandò in cortocircuito il mio cervello.
-Ti odio, Damon. Ti odio e ti amo....- Non ebbi il tempo di pensare che le sue labbra furono sulle mie, la sua bocca che si impadronì della mia in un bacio caldo e invadente. Risposi immediatamente al bacio, con trasporto e bramosia come se lo attendessi da tutta la vita"
DAMON ed ELENA. Legati da qualcosa di unico ma incapaci di stare insieme...non importa quanto la vita provi a separarli ogni volta, alla fine si ritrovano sempre. Nel bene e nel male.
Un omicidio, un mistero irrisolto, intrighi e tradimenti.
“Quando ti trovi in questa situazione hai solo due opzioni: lottare o fuggire.
Io, purtroppo, ho scelto la seconda.”
Un evento tragico ha costretto Elena a fuggire, lontana da Mystic Falls, dalla sua casa, dalle persone che amava. Sono passati quattro anni da quella maledetta notte, vecchi incubi sono tornati a tormentarla, Elena si rende conto che non basta nascondersi per dimenticare il passato così decide di tornare a casa ad affrontare i suoi fantasmi.
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1. Incubi






Quando una persona che ami muore, sei consapevole del dolore, è una cosa naturale. Una tappa obbligatoria. E' il modo in cui la vita ci aiuta a renderci conto della perdita. E' il nostro modo di onorare la persona che se ne è andata. Spesso è tutto ciò che ci rimane di lei: ricordi e dolore.
Quando i miei sono morti mi sono aggrappata al mio dolore per non dimenticarli, era la prova che loro erano esistiti davvero, anche quando i ricordi iniziavano a sfumare nella mia mente di bambina. Avevo imparato così a gestire quel dolore trasformandolo nella mia forza, nella mia armatura.
Ma quando una persona che ami viene uccisa le cose sono assai diverse. Soprattutto quando il senso di colpa ti impedisce di provare dolore. O meglio quando pensi di non meritarlo. Quando avverti di non essere degno di sentire la sua mancanza.
Questo è un dolore diverso da quello di cui parlavo all'inizio, non ha nulla di dolce, è solo dolore. Questo dolore non può essere usato come armatura e cancella ogni bel ricordo. E' un dolore che ti consuma, rovinandoti la vita. Quando ti trovi in questa situazione hai solo due opzioni: lottare o fuggire.
Io, purtroppo, ho scelto la seconda.




Delle risate in lontananza, il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli, la pioggia che cade violenta intorno a me. La paura, il dolore, il silenzio. Immagini vivide eppure troppo sfocate nella mia memoria. Come un puzzle che provo a completare da troppo tempo, di cui mi mancano i pezzi principali. Quelli centrali, quelli che alla fine dei fatti danno un senso al tutto. Ho la cornice ma mi manca la tela, come se fosse bruciata e io ne possedessi solo pochi brandelli.
Il vuoto, un tonfo, il dolore. E poi il sangue. Sangue ovunque, su di me, intorno a me. Ovunque.
Una persona è coricata accanto a me, in una posizione innaturale, in un lago di sangue. Mi giro a fatica e poi........Mi sveglio di soprassalto.


Ero sudata, con il respiro accelerato e il cuore che batteva all'impazzata nel petto. La solita storia. Ormai ero abituata a quest'incubo che nell'ultimo mese era tornato a tormentarmi. Ogni notte.
Mi alzai cercando di fare piano per non svegliare l'uomo che dormiva tranquillo accanto a me. Andai a prendere un bicchiere d'acqua in cucina e mi sedei davanti al computer. Lo accesi, sorseggiando l'acqua fresca, e cliccai sulla solita cartella. Tesina di fine corso. Era per un corso di scrittura, frequentavo Yale da quattro anni ormai e avevo frequentato molti corsi come questo. Da sempre volevo diventare scrittrice, era il mio sogno da quando ero solo una bambina. Scrivere era sempre stata la mia più grande passione, mi aveva aiutata a superare i momenti più bui e a godere di quelli più belli. Avevo sempre avuto l'abitudine di tenere un diario, da quando mia madre me ne regalò uno in prima elementare. Lei era scrittrice e mi aveva trasmesso la sua passione per la letteratura, allo stesso modo in cui mi aveva trasmesso i suoi occhi nocciola e il suo sorriso. La scrittura mi scorreva nel sangue. Eppure da un mese circa aprivo il computer ed osservavo la pagina bianca di word incapace di scrivere una singola parola. Questa mia incapacità non derivava da una mancanza d'ispirazione, ne ero consapevole, era il titolo ad avermi sconvolta.
“Questioni in sospeso: rimpianti o delusioni del passato”
Sapevo bene il perché questa tesina mi avesse tanto sconvolta, rendendomi incapace di scrivere e privandomi anche nel sonno. Io avevo delle questioni in sospeso. Questa tesina sembrava ideata apposta per me, per mettermi di fronte ad un passato che da quattro lunghi anni cercavo invano di dimenticare.
-Elena- la voce di Elijia mi sorprese alle spalle. Sentii la sua stretta rassicurante sul braccio -Hai avuto ancora quell'incubo?- sussurrò con dolcezza.
Annuii. Lui sospirò, sedendosi accanto a me.
-Non puoi continuare così- mormorò puntando i suoi occhi nei miei e fissandomi con comprensione -Non ti ho mai vista così da....- si bloccò.
-Da quando ero una tua paziente- conclusi la frase per lui. Elijia era uno psicologo, ero stata una sua paziente per più di un anno quando ero solo una matricola. Non aveva mai superato il limite quando ero in cura da lui, la nostra relazione era iniziata sei mesi dopo la fine della terapia. Lui era molto più grande di me, era maturo, comprensivo e mi aveva aiutata a superare, almeno in parte, un periodo difficile. Non mi aveva mai forzata, aveva rispettato i miei tempi, ascoltato i miei problemi e infine si era guadagnato la mia fiducia. Era questo che mi aveva fatta innamorare di lui: Elijia era quel genere di uomo capace di entrarti nel cuore con cortesia e pazienza, senza che tu te ne renda conto.
-Andrà meglio- mormorai -devo solo abbandonare questa stupida tesina. Ho pensato di lasciare il corso, domani parlerò con il professore. Potrei sostituirlo con quello di letteratura francese, la professoressa è molto preparata e così tutto tornerà alla normalità-
-Ne sei sicura?- mi chiese lui dubbioso.
-Il problema è iniziato quando mi hanno dato questo compito, il problema finirà quando lo abbandonerò-
La sua espressione diffidente non mi piacque. Non sembrava affatto convinto. La fregatura di stare con uno psicologo sta proprio nella sua capacità di comprenderti, molto prima di quanto possa fare tu stessa.
-Non è questa tesina il problema e tu lo sai. Lasciare il corso non risolverà il problema, forse ti aiuterà ad ignorarlo per ancora un po' di tempo, magari anche per anni, ma alla fine dovrai farci i conti-
-Grazie per l'incoraggiamento ma non sei più il mio psicologo- replicai stizzita -Non trattarmi come una tua paziente, sai che non lo sopporto-
-Hai ragione, non sei una paziente ma sei la mia fidanzata e tengo a te molto più di quanto sarebbe lecito tenere ad un paziente- il suo tono si addolcì -Io ti amo Elena e l'unica cosa che voglio fare nella vita è renderti felice-
Sorrisi, sentendomi subito in colpa. Come avevo fatto a trovare un uomo così? Ero davvero fortunata, certe volte finivo per dimenticarlo.
-Anch'io ti amo- con la mano cercai la sua e la strinsi forte -è per questo che ho bisogno di chiudere con il mio passato. Devo metterci una pietra sopra, fa troppo male- ammisi.
-Lo so, è quello che voglio anch'io. Io voglio costruire un futuro con te, Elena, ma non potrò farlo fino a che tu non farai i conti con il tuo passato. Hai cercato d'evitare il dolore per troppo tempo, lo so che è difficile ma devi affrontarlo solo così potrai tornare ad essere felice-
-Cosa devo fare secondo te?- borbottai, non sopportavo il fatto che avesse sempre ragione. Decisamente irritante.
-Smettere di fuggire. Non puoi risolvere il tuo problema qui a Yale, come non potevi risolverlo quando eri in terapia, perché non è qui che si trova il tuo problema e non è qui che potrai trovare la soluzione-
-E' a Mistk Falls- mormorai controvoglia. Mistik Falls era la mia casa, il luogo in cui ero nata e cresciuta ma anche il luogo da dove ero fuggita anni prima -Non posso tornare.....io non saprei come fare....- Ripensai a tutte le persone che avevo lasciato indietro, persone che per anni erano state la mia famiglia e che non sentivo da troppo tempo ormai. Salvo qualche email e alcune brevi telefonate a Jenna, mia zia, e a Jeremy, mio fratello, avevo perso i contatti con tutti loro. Era stata colpa mia, avevo fatto una scelta. Ero fuggita. Non potevo tornare indietro.
-Mi odieranno tutti- blaterai presa dal panico -...e poi non saprei che fare una volta arrivata là...io...-
-Shh- sussurrò lui prendendomi il viso tra le mani -Non voglio metterti pressione, questa è una tua scelta, Elena. Puoi fare quello che vuoi ed io ti appoggerò, sempre- Mi lasciò un bacio dolce sulle labbra, sfiorandomi il viso come fossi fatta di porcellana -Ora andiamo a letto, devi riposare. Non bisogna fare scelte troppo impegnative alle tre di notte-
Sorrisi -Dammi qualche minuto e ti raggiungo- Lo bacia ancora, con più passione. Ero stata davvero fortunata a trovare un uomo come lui -Grazie- mormorai, colma di gratitudine.
-Quando vuoi-


Rimasi seduta in cucina e mi presi la testa tra le mani. Tornare a Mystic Falls. Non avevo mai preso in considerazione l'idea, almeno non negli ultimi anni. Più il tempo passava e più l'idea di tornare a casa mi terrorizzava. Avevo lasciato indietro troppo dolore, troppe situazioni scomode e ricordi tristi. Ma soprattutto quella notte. La notte in cui tutta la mia vita era cambiata inesorabilmente.
Erano passati quattro anni da quel giorno eppure il dolore non si era affievolito, così come il senso di colpa. Ero fuggita, avevo distrutto ogni ponte con le persone coinvolte eppure il dolore non era scomparso. Avevo imparato a conviverci ma se dicessi che prima della tesina andava tutto bene, mentirei a me stessa. Nulla è più andato bene, non dopo quella notte. Il tempo e la lontananza non erano bastati a risanare le ferite e forse non sarebbero bastati mai. Dovevo tornare indietro, per quanto questo mi facesse paura, per quanto potesse essere doloroso dovevo darmi una possibilità, dovevo affrontare il mio passato per costruire il mio futuro. Dovevo tornare a Mystic Falls. Tornare a casa.


Spazio autrice(?) :
Buona sera! Ringrazio in anticipo chiunque sia arrivato infondo al capitolo, mi fa davvero piacere =D Finalmente mi sono decisa a pubblicare!!!! Questo è solo l'inizio, è un capitolo breve, probabilmente noioso, che serve per introdurre la storia, spero comunque di non avervi annoiar (non troppo :P) e e magari d'avervi un po' incuriosite (almeno un pochino). Se avrete voglia di lasciare una breve recensione per farmi conoscere la vostra opinione sulla storia ne sarò davvero tanto tanto felice (anche se dovessero esserci delle critiche, ovviamente).
Ora vi saluto, se la storia vi interessa, potrei pubblicare il secondo capitolo già domani sera =)
A presto
- Scrivimi-
  
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