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Autore: Seagullgirl    24/10/2013    6 recensioni
Dedicata a quello che mi piace chiamare Matteo, perchè mamma non aveva mai scelto tra questo nome e Tommaso, e io voglio scegliere il tuo nome. Avrei anche voluto poter scegliere di non dover affrontare tutto questo senza di te, ma purtroppo in quel caso non è stato possibile. Ma ti ringrazio, perchè senza alcuna ragione hai scelto me.
"Grazie per riuscire a farmi sentire la tua presenza anche se non hai mai messo piede su questa terra; grazie perché credo bisogni essere davvero dei fratelli eccezionali per riuscire a fare qualcosa persino senza essere vivi."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lettera ad un fratello mai nato
 
 

 
A te dedico i miei giorni migliori;
tutti quelli che sono venuti e tutti quelli che verranno.
 
 
 
 
Ciao caro fratellino, come va?
Dovunque tu sia adesso, vorrei tanto saperlo.
Dove sei, cosa fai, come stai... se mi vedi o se mi senti. Ti è rimasto qualcosa di me?
Te lo chiedo perché a me è rimasto tanto di te; o almeno credo.
Ogni volta che mi sento sola, triste, inutile, ferita e abbandonata, mi sembra di averti accanto. Mi sembra di sentirti, mentre mi rimproveri bonariamente prendendomi in giro per il mio pessimismo e mi circondi le spalle con un braccio, stringendomi a te nonostante tutto. Non so se è solo la mia mente che mi illude che tu ci sia, in un qualche modo, per non farmi sentire sola al mondo, o se realmente tu sei accanto a me ogni giorno, anche se non posso vederti.
Quello che so è che se tu fossi qui adesso, seduto sul divano accanto a me a litigare per il telecomando, andrebbe tutto molto meglio. Sì, è vero: probabilmente bisticceremmo di continuo come ogni fratello e sorella ( tu assomiglieresti alla mamma, lo so, saresti insopportabilmente acido ) ma almeno avrei qualcuno di cui potermi fidare ciecamente, senza mai dovermi domandarmi niente. Potrei insultarti, tu potresti dirmi che sono insopportabile e io potrei mettere il broncino o rispondere a tono, ma finirebbe lì.
Faremmo pace, e sarebbe tutto come prima.
Vorrei che tu fossi qui perché saresti l'unica persona che sarebbe con me fino alla fine; su cui saprei di poter sempre contare, a dispetto di tutto.
Se ci pensi bene, non abbiamo nessuno di cui poterci fidare ciecamente.
Gli amici vanno e vengono; possono abbandonarti, deluderti, perderti.
I mariti e le mogli uguale; i figli possono odiarti, ignorarti, evitarti.
E i genitori, che sono gli unici al mondo ad amarti incondizionatamente, prima o poi muoiono. Il più tardi possibile, si spera, ma accade. E che tu abbia trenta, quaranta, cinquanta o sessant'anni è sempre un trauma. Perché è in quel momento che ci rendiamo conto di essere soli al mondo. E chi ci può salvare, allora, da questa solitudine, se non chi ha il nostro stesso sangue?
Chi salverà me? Tu non ci sei, e io un giorno sarò sola. Non avrò nessuno con cui crescere, con cui invecchiare, con cui lamentarmi.
Non l'ho mai avuto, dovrei essermici abituata, e invece più il tempo passa più mi manchi.
E come può mancare qualcosa che non si è mai avuto, ti chiederai?
Beh, sono un'esperta in questo, ormai dovresti saperlo.
C'è chi dice che se non hai mai posseduto qualcosa non puoi sentirne la mancanza, ma si sbagliano. Io sento la mancanza di tutto quello che non ho mai avuto ogni giorno.
La parte più difficile è quando tutti iniziano a parlare delle loro famiglie; quando si lamentano dei loro fratellini da accudire, delle sorelle maggiori che fanno le sapientone e dei fratelloni che si sentono come dei secondi padri, quando guardano dall'alto in basso i loro amici o il loro ragazzo. Si lamentano del bagno da condividere ma sembrano non rendersi conto che c'è molto di più. Stanno condividendo la vita, con loro, e un giorno, forse in un lontano futuro, quando saranno sommersi dai problemi e non sapranno dove sbattere la testa, ecco che spunteranno fuori i fratelli e le sorelle con cui hanno bisticciato da piccini. Senza che nessuno li abbia chiamati, spuntano come se fossero lì da sempre.
Ed è esattamente così che è: loro ci sono sempre stati e sempre ci saranno.
Certo; non vale per tutti i fratelli e le sorelle, ma io parlo di quelli veri. Di quelli che meritano tale appellativo, di quelli come – sono sicura – saresti stato te.
Se ti sto scrivendo questa lettera, adesso, non è solo per dirti che mi manchi, ma anche per ringraziarti. Di cosa? Beh, di tutto. Di avermi lasciato posto ed esserti sacrificato, – come sono convinta tu abbia fatto – di avermi lasciato qualcosa di te dentro e che è ciò che – molto probabilmente- mi fa andare avanti ogni giorno. Grazie per riuscire a farmi sentire la tua presenza anche se non hai mai messo piede su questa terra; grazie perché credo bisogni essere davvero dei fratelli eccezionali per riuscire a fare qualcosa persino senza essere vivi.
Quando racconto a qualcuno che riesco a percepirti, ho sempre paura che mi prendano per pazza. So che sembra strano, ma io non mento. Quando sono sola in una stanza, spesso mi sento come se ci fosse qualcun altro con me; come se riuscissi ad essere due persone nello stesso momento e a vedermi dall'esterno. E costantemente, mi sento come se mi mancasse un pezzetto, una tessera del puzzle. Come se fossi più di una persona e meno di due.
Le mie mani si stanno congelando mentre scrivo, e mi viene a mente che questa è un'altra funzione che avresti potuto avere. Mi sarei accoccolata contro il tuo petto – a dispetto della tua volontà – e avrei assorbito il calore del tuo corpo, mentre chiacchierando ti avrei rintronato il cervello. E se solo provo ad immaginare le tue facce disperate, mi viene da ridere e da piangere allo stesso tempo. Sarei persino disposta a sentirmi dire che sono invadente, appiccicosa e logorroica, pur di poterti abbracciare.
Sarebbe sufficiente anche uno solo, giuro. Uno di quelli che ti bastano tutta la vita; che ti danno il coraggio di svegliarti la mattina e combattere anche se vorresti arrenderti.
Ne ho bisogno non perché non ci sia nessuno che me li dà, ma perché è da te che avrei bisogno di essere incoraggiata.
Certe volte ho così paura di non essere abbastanza, di non meritarmi questo posto nel mondo che sento di averti rubato e che non so apprezzare come dovrei.
Chi mi dice che tu non saresti stato mille volte meglio di me?
Un figlio più ubbidiente, uno scolaro più diligente, un amico migliore e una persona più talentuosa. E chi sono io per pensare di meritare di vivere al posto tuo?
Mamma dice che “forse era destino”, ma io non sono convinta.
Siamo destinati o siamo condannati, fratellino?
Tu sei morto, mentre io sono qui. Dovrei essere grata ancora di più alla vita che ho, e invece non è così. Dovrei essere grata a te per “avermi ceduto il posto”, e non lo sono.
Non abbastanza. Non abbastanza per la vita che hai dato.
Vorrei solo che non ci fosse dovuta essere una scelta; che non fosse stato “ io o te”, ma “ io e te”.Vorrei poterti dare il bacio della buonanotte, abbracciarti e litigare, perché forse sarebbe la prima cosa che mi farebbe davvero capire che non sono sola.
Ma lo so, un giorno ci rincontreremo e allora tu sarai esattamente come ti ho immaginato: i capelli spettinati, gli occhi grandi e scuri, il sorriso di un bambino dispettoso.
Mi dirai “ bentornata” e mi farai l'occhiolino, perché in fondo lo sapevi, quando te ne sei andato ancora prima di poter esistere, che il nostro non era un addio, ma un arrivederci.
Vorrei anche che tu fossi qui per poterti chiedere cosa c'è di sbagliato in me; cosa c'è che non va, che mi fa sentire così diversa da chiunque altro, come se nessuno fosse davvero in grado di capirmi? Cosa c'è che allontana le persone, che fa apparire le mie azioni e le mie parole come ciò che non sono e che non vogliono essere, facendomi sentire una totale incapace ed idiota?
Forse tu avresti la risposta al perché nessuno mi guarda, al perché sembro così invisibile.
Forse mi diresti che è solo una mia impressione, o che tutti ci sentiamo un po' così, in fondo. Mi scompiglieresti i capelli e continueresti a giocare con la tua PSP, splendidamente assorto e indifferente, come ogni ragazzo di sedici anni che si rispetti.
Io ti guarderei con curiosità e sconforto, ma dentro di me sarei felice.
Felice di avere qualcuno da cui andare quando è buio, di avere una mano di afferrare che – seppur protestando che sono una fifona – ricambierebbe la mia stretta, di avere qualcuno che non sa assolutamente dare consigli ma da cui andrei in ogni caso, anche solo per non dovere rimanere sola.
So che non saresti perfetto; so che mi romperesti i coglioni e che saresti un po' immaturo come tutti i ragazzi, ma sono anche sinceramente convinta che se ti avessi, ti amerei come la mia stessa vita. Perché già ti amo, e non ti ho se non nel mio cuore.
 
Stringimi la mano, fratellino. Stringimela anche se non posso sentirlo, perché senza di te non posso farcela. So che è egoista da dirsi, ma non avevi il diritto di andartene e lasciarmi così. Non ce l'avevi, perché se tu mi avessi interpellata, sai che non avrei scelto me stessa.
Ma dovevi essere molto testardo o molto stupido, perché alla fine sono nata io.
Sono un terribile disastro, lo so, ma abbi pazienza.
Giuro che farò di tutto per renderti orgoglioso di me.
Tu promettimi solo una cosa, ok? Non lasciarmi. Non farlo mai. Non per davvero.
 
Ti voglio bene.
 
Ps. E sì, lo so che non vorresti essere chiamato fratellino, “ Ho la tua stessa identica età idiota, siamo gemelli! … purtroppo per me e fortunatamente per te. U_U “ ma per una volta concedimelo. ;)
Ciao cippolo <3
 
Elly
 
 
Mi ricorderò di te, io ricordo tutti quelli che se ne vanno”
Lilo e Stich
 
I got some things I need to say
Now that it's over, I just wanna hold /her/
Just another moment in your eyes
I'll se you in another life
In heaven where we never say goodbye”
 
Lucy - Skillet
 
 



 
Writer's corner
 
 
Ciao a tutti.
So che forse non avrete capito nulla del senso di questa cosa, per cui vorrei spiegarla brevemente.
È una lettera che ho scritto a mio fratello ieri sera, di getto, e non so bene perché avevo bisogno di pubblicarla.
Il fatto è che – come si capisce dal titolo e anche dal contenuto – io non ho un fratello.
Quando mia mamma era incinta di me, aspettava anche un altro bambino, ma purtroppo ha abortito all'incirca verso il secondo mese.
Ovviamente non sappiamo il sesso del feto, ma mi piace pensare che fosse un maschio, perché ho sempre desiderato un fratello.
Ho una sorella ( sorellastra, in realtà. Primogenita di mio babbo ) ma non vale come tale, perché se n'è andata quando ero molto piccola e si è comportata molto male con tutta la mia famiglia. Io non la sento come una sorella e per questo ho sempre pensato che se mio fratello – gemello – fosse nato, adesso non sentirei una così profonda mancanza di qualcuno accanto a me.
Tutto ciò che ho scritto è vero; fin da quando sono piccola spesso mi sembra di sentire qualcuno accanto a me, come se il suo spirito mi accompagnasse e vivesse in me.
So che può sembrare inverosimile, ma in fondo eravamo gemelli, e non trovo così impossibile che ci sia un legame tra noi.
Ho voluto scrivergli una lettera perché ne sentivo il bisogno, e sentivo anche il bisogno di condividerla, perché come ho detto lo sento parte di me, e voglio che anche lui sia qui, in qualche modo.
E questo è il migliore che io conosca.
 
 
   
 
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