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Autore: zery    25/10/2013    0 recensioni
Kyoko ha giurato a sua sorella Kaede di non innamorarsi mai, ha deciso che non sarà così sciocca da cedere il proprio cuore ad un uomo: perché gli uomini sono esseri capaci solo di prendere e pretendere e mai avrebbe permesso ad uno di loro di decidere della sua vita. Ma nell'antico Giappone vivere bramando quel tipo di libertà non è semplice e Kyoko se ne rende subito conto. Circostanze sfortunate la porteranno a vendersi ai nobili Shigemaru, persone potenti e spietate e là, nel loro palazzo, la sua vita prenderà una piega inaspettata, proprio quella piega a cui aveva deciso di rinunciare. Quanto sarà dura convincerla del contrario?
Un romance storico un pò fantasy e con un bel pizzico di sensualità, ambientato in una terra lontana dai mille misteri, dove le leggende si confondono con la realtà.
Genere: Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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nageroboshi cap 5 nage






5.Il falco di talento nasconde i suoi artigli.


Divisa bianca, colazione, faccende varie, Shizuka, faccende varie, cena .

Le giornate erano così, variavano al massimo in un entusiasmante sequenza di Shizuka, Shizuka, Shizuka. Proprio come oggi, dovevo ammetterlo però , le giornate con lei erano le più difficili ma anche le più divertenti.

Mi sentivo ridotta ad un colore: il bianco della mia divisa e ad una serie di azioni . I capelli legati, sempre e solo tirati su perfettamente in ordine, anche loro in una posa sconosciuta, costretti in qualcosa di innaturale.

Da quando ero entrata in servizio non mi avevano più permesso di tenerli sciolti, le prostitute li tenevano sciolti mi aveva apostrofato una delle cameriere anziane e io ero una cameriera e servivo un nobile casato e i miei capelli sciolti sarebbero stati un oltraggio. A quelle parole ero a stento riuscita a non riderle in faccia, se io ero classificata come oltraggiosa per i miei capelli sciolti Ida rientreva allora in una gamma di aggettivi non ancora inventata, ma evitai di farglielo notare.

Faticavo ad ammetterlo, perché farlo sarebbe stato deprimente e decisamente non da me, non ero mai stata incline alle lamentele e di certo non avrei iniziato ora. Però sentivo la mancanza del vento marino sulla faccia, del profumo di prati, della consistenza dell'arco sotto la mia mano, il suono dello scocco e il sibilo della freccia. Ovviamente che una serva si aggirasse con un arco rientrava nuovamente nell'aggettivo che mi era stato affibiato: oltraggioso. Arco e frecce erano fuori questione decisamente.

Ma alle volte il mio spirito non poteva fare a meno di correre là, verso casa, in un frangente di libertà. Ripercorreva le vie conosciute, i posti amati, mi riportava al luogo a cui appartenevo, mi circondava di volti noti, del calore della mia famiglia.

Quei momenti erano tristemente belli.

Me li ricavavo nel corso della giornata, assorta, pensierosa, serena, cercavo un luogo tranquillo dove poter pensare, dove rimanere sola, senza il mondo del palazzo a rincorrermi o io a rincorrere lui. Alle volte parlavo con Kaede, altre semplicemente stavo zitta ad osservare il cielo e mi bastava.

Quei momenti erano la mia linfa.

Dubitavo seriamente che oggi ne avrei avuto il tempo, perché sua eccelenza-regina delle carogne-Shizuka continuava a mandarmi su e giù a mettere in infusione tipi di tè diversi , per trovarne uno che riscontrasse i suoi gusti.

Le lanciai un'occhiata fiammeggiante quando mi rispedì per la decima volta nelle cucine, i nove tè precedenti erano tutti troppo caldi, troppo tiepidi, poco dolci,non abbastanza rinfrescanti per il suo nobile palato da regina delle carogne. Feci dietro front trattenendo a stento la rabbia, ormai ero lo zimbello delle cuoche che si stavano sbellicando dalle risate: affogatevi nella minestra megere!

Quei momenti erano la mia forza per sopportare momenti come questo:

Mmm questo è accettabile”

non le dissi che era come il primo che le avevo portato, sospettavo che lo sapesse bene e io dal canto mio ero solo contenta che la tortura fosse terminata.

Com'è il tè?” le domandai astiosa

Ottimo” mi guardò da oltre la tazza ridendo

E lo spettacolo com'era?” le chiesi sorridendo, sapevamo entrambe che mi riferivo al mio ridicolo salire su e giù

mi guardò come per dire 'come puoi prendertela per un adorabile scherzo?'

adorabile un corno! Ma mandai giù gli insulti.

Non avrei potuto chiedere di meglio”

Vuole il bis? Potrei richiamare la compagnia dei teatranti” mi permettevo simili uscite perché sapevo che in fondo la divertivano, anche se probabilmente non l'avrebbe mai ammesso.

Era per l'impertinenza dell'altro giorno, ma mi sa che non hai imparato niente”

Lei vuole fare imparare a un pesce l'arte del volo”

Almeno tento di essere creativa e non annoiarmi”

sbuffai, aveva ragione purtroppo.

Qui alle volte è davvero lento, il palazzo pare dormire” e dopo quell'osservazione mi concessi di sedermi accanto a lei, in questi giorni per qualche strano e contorto motivo eravamo diventate confidenti. Shizuka sapeva che non avrei mai provato pietà nei suoi confronti, che non l'avrei asfisiata con domande sui suoi stati d'animo, probabilmente apprezzava questo di me e preferiva la mia compagnia a quella di qualche altra cameriera impicciona, anche se amava ancora punzecchiarmi e infastidirmi con sceneggiate come quella di prima, semplicemente la divartiva.

Se ti annoi vuol dire che non hai fatto su e giù un numero sufficiente di volte” sorseggiò il tè “Inizio a pensare che questo tè non sia poi così buono” rise e

io alzai gli occhi al cielo.

Che cosa fa di solito?” le domandai

Faccio quello che ci si aspetta da una qualsiasi brava e compita nobile donna, lezioni di portamento, etichetta, cerimonale, lezioni di varie discipline, tante letture, una vita intera nelle mani dell'educazione, ma più che altro dovrebbero chiamarla prigionia” di certo Shizuka era schietta e apprezzavo molto questa sua caratteristica.

Sa nobile Shizuka, alle volte ripenso al mio villaggio e lo paragono a questo posto” le rivelai sincera anch'io

Da dove vieni?” avevo attirato la sua curiosità

Goshogawara, un piccolo paesino vicino al mare, forse là non avremo fasti e lussi, ma tutto è incredibilmente vivo, incredibilmente vero”

Mi piacerebbe una volta vedere il mare, immagino il suo odore, sa di libertà” chiuse gli occhi sorridendo a quel'immagine e compresi che non aveva scherzato riguardo la prigionia. “Ho passato una vita dietro queste mura, perché una nobildonna non si sporca i piedi viaggiando, e nemmeno dovrebbe voler viaggiare, no, una nobildonna sta zitta e fa quello che le viene detto dai suoi parenti maschi, o almeno così la pensa mio fratello” sospirò risentita “Ma avrai notato anche tu che quello che pensa mio fratello è ,la maggior parte delle volte, decisamente opinabile” mi guardò di sottecchi

Beh il nobile Ida è ...” un porco? Un bastardo? Un sadico? Cercai un aggettivo positivo ma non ne trovai.

Oh non avere remore, so anche io che mio fratello è il più grande stronzo nato su questa terra”.

Era chiaro che non amava suo fratello.

Lui e mio padre mi incolpano della morte della mamma, non mi hanno mai voluto bene, non vedo papà da anni, è sempre rintanato alla corte imperiale e quando torna non viene mai a trovarmi, Ida mi evita a meno di non dovermi ordinare qualcosa, quando me lo ritrovo davanti so che è sempre per cose spiacevoli, ma alla fine uno si abitua, solo che quando Satsu è morta mi sono sentita così... ” non finì la frase, non che ce ne fosse bisogno.

Era chiaro che si era sentita profondamente abbandonata.

Ed era ingiusto, perchè in fondo, sotto quell'apparenza altezzosa, pungente, dispettosa c'era la vera Shizuka, una ragazza intelligente, bella, divertente e dalla battuta pronta, che non meritava niente di quello che le era accaduto.

Meno male che sei arrivata tu così almeno ho un nuovo giochino con cui divertirmi” aveva un ghigno semiserio che le attraversava la faccia, era tornata la solita di sempre, non le piaceva lasciarsi andare allo sconforto e preferiva affrontare tutto con la sua pungente ironia. Apprezzavo anche questo di lei.

Il giochino non è d'accordo” le feci notare “Non può trovarsi un altro passatempo?”

Non è che ci sia molto da fare qui, qualche volta passeggio nel parco, vado a cavallo ma raramente, altre mi fermo a guardare mio fratello mentre si allena con le sue guardie, non che stare a contatto con quella banda di maiali sia divertente ma meglio che restare in stanza tutto il tempo”

almeno lo ammetteva anche lei che erano dei maiali,la cosa mi rincuorò.

E per quanto il kyudo o le katane abbiano il loro fascino, ultimamente preferisco ripiegare su di te, giochino” rise, non si era accorta che alla parola kyudo i miei occhi erano diventati languidi.

Senti serva” mi prese in giro “Vai a prendermi qualcosa da mangiare?” me lo chiese col sorriso, gentile e non protestai stavolta, anche se significava scendere di nuovo le scale.

Risalivo con della frutta quando fuori dalla finestra riconobbi il sibilo inconfondibile: freccia.

Mi sporsi fuori, Ida e alcuni suoi uomini facevano pratica, li osservai un po': dilettanti. Poi mi venne un'idea e corsi su a riferirla a Shizuka, non sapendo se mi avrebbe ammazzata o cosa.

Stava ridendo da cinque minuti buoni “ Kyoko sei sicura di farcela?”

Ovvio” le risposi offesa, non mi piaceva veder messe in dubbio le mie capacità, ma la perdonai: era la prima volta che mi chiamava con il mio nome, invece che serva.

E va bene allora, andiamo a dare una svegliata a questo posto”.

Eravamo nel campo di tiro, Shizuka in testa, al nostro arrivo tutti si voltarono.

Ida guardò la sorella torvo e incenerì me “Che ci fai qui Shizuka?” ringhiò

Ho visto che vi stavate allenando e la mia serva sostiene di essere molto brava con arco e frecce, che cosa ridicola da dire per una donna non trovate ?Quindi volevo vedere se è una bugiarda patentata e farmi due rasate, così propongo una sfida tra te e lei” stava mentendo spudoratamente e affrontando suo fratello con una tranquillità non da tutti. Era chiaro che ci fosse abituata.

Non se ne parla, quelle mani da pezzente non toccheranno le mie armi”

Suvvia fratello, non ti costa nulla, immagino tu non abbia paura di una simile concorrenza, il peggio che può capitarti è morire dal ridere per i suoi patetici tentavi, immagino la umilierai, ma ehi la vita è così ” .

Alla parola umiliazione gli occhi di Ida si riempirono di piacere, la cosa lo estasiava.

E va bene, tre tiri, non uno di più” prese in mano l'arco e tre frecce.

Scoccò il primo colpo: centro quasi perfetto, il secondo centro fu molto simile al primo, il terzo colpo lo sbagliò leggermente, era molto bravo.

Shizuka mi guardava, era chiaro cosa le passava per la testa: battilo. Non era una richiesta ma un ordine, e io mi sarei sentita profondamente ridicola ad averla trascinata lì se non ci fossi riuscita.

Presi in mano un arco e lo tastai, mi piacevano la consistenza e il peso, così lo scelsi e mi misi in posizione.

Chiusi gli occhi deglutendo, forza Kyoko. Li riaprii di scatto puntandoli come un falco sul punto da colpire e scoccai.

Centro. Perfetto.

Intorno a me si levarono dei mormorii, mi voltai Shizuka sorrideva, Ida era nero “Sicuramente la fortuna del principiante” tentò di rassicurare il fratello ridendo sotto i baffi.

Gli altri due colpi furono più facili, ormai mi ero sciolta e non ebbi esitazioni.

Altri due centri perfetti.

Gli uomini di Ida se ne restavano in un silenzio glaciale, Shizuka a stento tratteneva le risate e Ida, Ida aveva l'espressione più cattiva, furiosa e folle che gli avessi mai visto. L'avevo battuto di fronte ai suoi uomini e la voce presto si sarebbe sparsa.

Mi hai ingannato sorella” biascicò furente

Non credo proprio, io l'avevo detto che era una sfida” Ida non provò nemmeno a ribattere “Su andiamo Kyoko”.

Una volta lontane Shizuka comincò a piegarsi in due dalle risate “Hai visto la sua faccia Kyoko? L'hai vista? “.

Sì, l'avevo vista e mi ero goduta ogni secondo di quella rabbia, di quella furia, una parte di me aveva la brutta sensazione di essersi cacciata nei guai, ma ero troppo eccitata per prestarci attezione.

Non l'ho mai visto così arrabbiato, sei stata un portento, un portento” continuava a ridere “Che batosta, Ida ti vedrà nei suoi incubi peggiori” mi sorrise “Grazie”

lo disse dolcemente, tranquillamente e quel grazie risuonò come una parola bellissima.

Ne era valsa la pena, avevo umiliato Ida, avevo umiliato un nobile, una piccola rivincita dal valore inestimabile. E mi sentivo lusingata da quel grazie tanto dolce.

Se hai paura Kyoko, non ti preoccupare, farò in modo che non ti accada nulla mia alleata” rise ancora facendomi l'occhiolino.

La verità era che in quel momento, in quegli attimi tra un respiro e lo scocco neanche per un secondo avevo pensato alle conseguenze.

Avevo umiliato un nobile.



*

Le mie katane tenute al fianco sbattevano tra di loro, il rumore dei foderi era sinistramente mettalico. Era la loro dolce e suadente cantilena di morte.

Misi la mano sull'elsa cercando di cancellare le immagini di quello che avevo fatto. Mi disgustava e mi disgustavo, ma non mi veniva lasciata scelta.

Ero il mezzo mostro che qualcuno aveva forgiato ad arte.

Ed ero fiaccato da quel peso, non nel fisico, ma nell'animo.

Facevo quello che mi veniva ordinato, lo facevo per proteggere ciò che avevo di prezioso,il poco che mi rimaneva. Sospirai stanco prima di entrare nel cortile principale. Erano catene le mie dalle quali ,avevo paura, non mi sarei mai liberato.

Alzai la testa abbattuto e la vidi: Kyoko. Per un attimo mi sentii meglio poi scacciai quel sollievo,sensazioni che non dovevo provare, indietreggiai all'ombra di un albero per non essere notato.

Aveva in mano un arco, che faceva?

Poi capii, non sapevo se ridere o correre a fermarla, aveva fegato.

Stava sfidando Ida.

Aveva i capelli legati, non come la prima volta che l'avevo vista, ma anche così concentrata e seria era di una bellezza dolorosa. Quelle ciocche le avrei sciolte una ad una, fatte scorrere tra le dita, tirandole l'avrei tratta a me, facendo combaciare la sua schiena con il mio petto. Sospirai nuovamente, stavolta per un motivo diverso, dovevo porre fine al mio delirio o al mio desiderio, che poi erano la stessa cosa. Tornai a guardarla , nella realtà, non più nella mia immaginazione, tra i miei pensieri aveva la capacità di far scendere la concentrazione e far salire qualcos'altro.

Composta e diligente tirava senza esitazione.

Un centro, due.

Stava facendo infuriare Ida.

Tre centri.

No, lo stava rendendo folle.

E io dovevo fare due chiacchiere con Shizuka al riguardo.

Corsì via prima che si spostassero dall'area di tiro, nell'ombra come mio solito.


Camminavo per la stanza avanti e indietro, irrequieto

Ti vuoi calmare?” mi disse

No” le risposi infastidito “Tu ora mi spieghi cos'era quella sceneggiata” Shizuka sbuffò, era appena rientrata.

Quella sceneggiata era lo schianto totale di Ida contro la più cocente sonfitta”

lei lo trovava divertente ma a me non divertiva affatto

E hai visto Kyoko?”

l'avevo vista purtroppo

E' stata meravigliosa, straordinaria”

lo sapevo purtroppo

Sai che se non la tratti bene potrebbe infilzarti con una freccia nel petto” rise divertita

Potrebbe sì, o forse l' aveva già fatto perché a pensarla mi sentivo male.

Mi accorsi di essermi distratto, ero ridicolo, combattuto tra il correre da lei e restarmene nel mio angolino come invece avrei dovuto. Temevo le conseguenze del conoscerla a questo punto, che effetto mi avrebbe fatto ?.

Sarei diventato ancora più ridicolo probabilmente.

E mi chiesi perché mi stavo interrogando su un problema simile, quando la questione era che a lei non mi sarei nenache mai dovuto avvicinare.

Mi ero di nuovo distratto, ridicolo appunto.

Cercai di concentrarmi ripromettendomi di indugiare in dolci pensieri più tardi. Almeno quello potevo farlo senza conseguenze.

Forse non afferri il problema” le risposi pacato “Ti rendi conto che la tua idea sconsiderata la metterà nei guai?”

Kyoko non è una che si lascia intimorire”

Certo fa arrabbiare la sola persona che la possiede con ogni diritto e poi si aggirerà spensierata, immagino” le dissi ironico

Shizuka mi guardò colpevole

Ida lo sa che la mente geniale dietro quella buffonata sei tu,senza di te lei non avrebbe mai trovato il coraggio, ma non verrà a cercare te quando dovrà farla pagare a qualcuno, no andrà da lei e per quanto Kyoko sia forte, Ida è pur sempre un uomo e sai quanto può essere violento”

quelle mie parole mi misero l'ansia addosso, mi sentivo sciocco oltre ogni modo, ma il pensiero di Ida che la puniva mi innervosiva

l'avrebbe...

e io...

mi coprii la faccia con una mano, non volevo pensarci.

Domani vedi di controllarla” la ammonii “Non è giusto che stia male, inventati qualche scemenza, sei brava in quello”

Figuriamoci se permetterai ad Ida di toccarla” disse tutta accesa Shizuka ignorando la frecciatina

Io?”

Ovviamente!”

No, io non intendo fare proprio un bel niente, non intendo farmi vedere da lei, io non mi avvicinerò e sai perché”

No, non lo so il perché” ribattè indispettita “E' un motivo talmente stupido, meriti affetto e amore più di chiunque”

non lei urlai 'guardami', ma trattenni la rabbia, con Shizuka su quel punto sarebbe sempre stata una battaglia.

E poi l'ho promesso a Kyoko”

Faresti meglio allora a non fare promesse che non puoi mantenere, non credi che io abbia già le mie grane?” sbottai irritato.

Mi guardò per la seconda volta con espressione colpevole “Mi dispiace” si calmò “E' anche colpa mia se ti costringono in quella maniera”

cercai di riguadagnare la calma “Non ti preoccupare, lo sai che non è un peso”

sapeva che mentivo, ero un uomo spezzato e rattopato fin troppe volte perché non si vedesse.

Mi si sedette accanto premurosa “Com'è andata sta volta?”

Il solito schifo” chiusi gli occhi, le immagini della missione tornavano a ronzarmi in testa ogni volta che ne parlavo

Lo sai che ti voglio bene” mi prese una mano

Lo so Shizuka”.

Era quell'affetto che mi portava avanti, era il motivo per cui sopportavo gli ordini, lo schifo, il rimorso. E poi c'era Kyoko, sapevo poco di lei, ma avrei voluto conoscerla di più, avrei voluto un po' più di quel sollievo che avevo provato vedendola.

Sapevo di sbagliare, di metterla in pericolo.

Avrei voluto concedere un po' di luce alla mia anima nera.

Mi alzai e mi fermai sull'uscio “Non le farà nulla” mi limitai a dire.

Alla fine, dopotutto, mi sarei intromesso.









**********
Altro proverbio XD:  nooo , non ho una passione per la cultura giapponese ( è solo un'impressione )
in questo caso "Nō aru taka wa tsume o kakusu"  vuol dire : non scoprite le vostre carte ... così su due piedi direi che Kyoko ne ha di assi nella manica , ma dopotutto ha dovuto a suo modo arrangiarsi e la trovo carina in questa sua "maschiaggine" del tiro con l'arco
mentre il povero Kenjyu ombra tra le ombre che cosa nasconde ? Perché si nasconde ? Dai tesoruccio,  non fare il timido (non ascolta nemmeno la sua mamma ç_ç figlio degenere) ma prometto che presto si metterà più a nudo ... ehm, cioè verrà allo scoperto in quanto personaggio ( insomma avete capito XD )
  
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