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Autore: Siria Lilian Black    25/10/2013    0 recensioni
Nessuno sa perché uno scrittore avverta il bisogno di scrivere. Queste sono le parole di Lizzie, una scrittrice di appena venticinque anni. Ha perso fiducia nel mondo e l'unica sua ragione di vita è la scrittura.
Genere: Generale, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3.

I giorni avevano smesso di correre. Un tempo non riusciva a capacitarsi di quanto veloce passasse il tempo, seduta dietro una polverosa libreria a raccontare la vita dei suoi personaggi, in quei giorni, invece era giunta a domandarsi come facessero le persone a vivere con tutto quel tempo a disposizione.
E fu così che Liz aveva ripreso a sognare. Un qualcosa di stupido, ma era pur sempre un sogno. Sognava di poter cambiare il corso del tempo e arrivare alla sera senza accorgersi dello scorrere del tempo. Sognava di addormentarsi senza pensare a quanto la sua vita fosse vuota in quegli ultimi mesi, perché in fondo non era triste.
Ma non era nemmeno felice e l'idea di non riuscire più a scrivere l'atterriva. Lo nascondeva agli altri e a sé stessa. Lavorava, usciva e si divertiva, ma non viveva. Le mancavano Daniel e i suoi personaaggi, le loro storie e tutto ciò che la legaava a loro.
Rileggeva le sue storie, la sera, sperando di trovare ancora qualcosa da scrivere, ma ogni giorno le sue stesse parole la colpivano nel profondo.
Ti sei arresa, non sei più la stessa. Le gridavano i suoi personaggi e le lacrime iniziavano a scorrere lungo il suo volto.
Sì, l'aveva fatto, aveva smesso di credere in sè stessa. Aveva sempre creduto che non valesse la pena di vivere una vita senza sognare e adesso... adesso era lei stessa ad aver smesso di credere.
Non ne vale la pena. Pensava continuando a camminare verso il tramonto.
Non esisti da tempo, ormai. Continuava leggendo negli occhi del mondo la sua colpevolezza.
Non hai più nemmeno coraggio. Si scherniva, osservando la scogliera dall'alto del faro.
Dan si vergognerebbe di te, ma guardati... Dovresti lottare, non lasciarti cadere. A quel pensiero, scosse il capo vergognandosi terribilmente. Scese dalla balaustra e si calò il cappuccio sul volto, lasciando il faro e riprendendo la via di casa.
Era stata Emily a parlare nella sua mente. Era pazza forse. Avveva parlato con i suoi personaggi così tanto che in un certo senso, per lei erano diventati reali e lei, Emily era nata in un periodo nel quale Liz aveva seriamente pensato di lasciare tutto e andarsene. Le aveva salvato la vita raccontandole la su vita e forse... forse sarebbe stata lei a regalarle ancora una volta la forza di lottare.
   
 
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