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Autore: TheSandPrincess    25/10/2013    4 recensioni
{Raccolta ispirata alle PJO Shipweeks}
#1. Thalia/Luke ~ Erano stati gli occhi a colpirlo. Occhi troppo brillanti, troppo elettrici, troppo vivi per poter appartenere a un mostro.
#2. Charlie/Silena ~ Non c’era stato giorno, da quando Percy era tornato con la notizia che Charlie non ce l’aveva fatta, in cui non avesse desiderato di essere morta.
#3. Grover/Juniper ~ Juniper era giunta alla conclusione che essere una driade fosse una grandissima fregatura.
#4. Chris/Clarisse ~ Perché lei se lo ricorda Chris, com’era prima, e non riesce a credere che se ne sia semplicemente andato.
#5. Frank/Hazel ~ Frank adorava avere il turno di guardia.
#6. Leo/Hazel ~ Leo, suo malgrado, era incuriosito da quella ragazza silenziosa.
#7. Jason/Reyna ~ C’era stato un tempo in cui lei e Jason erano stati come una cosa sola.
#8. Jason/Piper ~ La mente umana può giocare brutti scherzi.
#9. Sally/Paul ~ Gli dei greci non esistevano. Era un dato di fatto.
#10. Percy/Annabeth ~ Ogni mattina, alle sette e quarantacinque in punto, c'era la Telefonata.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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#8. Jason/Piper 



Finto




 

La mente umana può giocare brutti scherzi.
Piper lo sapeva bene, e non c’era giorno in cui non se lo rammentasse.
Non c’era giorno in cui, ritrovandosi a guardare Jason con sguardo sognante, non dovesse ricordarsi che non era proprio il caso di farsi abbindolare da quegli occhi azzurri e da quella minuscola cicatrice a forma di mezzaluna sul suo labbro superiore. Non di nuovo.
O meglio: non dopo aver creduto di essersene già innamorata. Perché era così che erano andate le cose. Piper aveva immaginato tutto.
O almeno, quello era ciò che era riuscita a capire.
Tutta quella storia del vero e non vero le mandava il cervello in tilt, ogni volta che ci stava a rimuginare sopra troppo a lungo.
Insomma, era difficile credere che potesse avere tanti ricordi, così ben dettagliati, che altro non erano che le pagine riscritte da qualcuno della sua vita. Cose che non erano mai accadute, ma che lei ricordava come se le avesse vissute in prima persona.
C’erano momenti in cui avrebbe voluto tornare a vivere nelle memorie che Era le aveva impiantato nel cervello. Perché, nonostante fossero false, erano molto più allettanti di tutto quello che le era toccato vivere nell’ultimo periodo.
Se ne vergognava, perché era quasi certa che i semidei dovessero essere più o meno come gli eroi degli antichi miti greci, ma spesso non riusciva a resistere alla tentazione di tornare in quel mondo quasi perfetto, anche solo per un po’.
Ogni volta che chiudeva gli occhi, lasciava che i ricordi le riaffiorassero alla mente, vividi come pochi altri che aveva.
E così l’aria stantia del Nevada prendeva il posto del vento che le accarezzava i capelli, il chiacchiericcio delle aule scolastiche sostituiva lo sbattere ritmico delle ali di Festus, e il freddo pungente, tipico delle grandi altezze, lasciava posto al tepore dei dormitori.
Per pochi attimi, prima di sprofondare nel sonno, riusciva a dimenticarsi completamente dell’impresa suicida nella quale si era imbarcata, senza avere né l’esperienza né le conoscenze necessarie per portarla a termine con successo, e tornava ai mesi in cui il suo unico obiettivo era stato quello di far sì che Jason s’innamorasse di lei.
Aveva sempre pensato che la sua vita, rispetto a quella di molti altri adolescenti, fosse piuttosto complicata, e molto poco invidiabile. Solo ora si rendeva conto di quanto in realtà, lei avesse avuto una vita tranquilla. Ora, che si trattava di vivere o morire, e non c’era nessuna certezza, se non quella che dovevano continuare la missione a loro affidata, avrebbe dato qualsiasi cosa pur di tornare indietro nel tempo, e riavere quella vita che prima aveva tanto disprezzato.
Ma era troppo tardi, e lei lo sapeva bene. Aveva avuto tutto il tempo di godersi la sua quasi-normalità – quindici anni, per un semidio, non erano mica pochi – ma non si era accorta in tempo di quello che aveva.
E ora l’unica cosa che le restava erano quei ricordi, tutti finti, ma tutti così incredibilmente allettanti, che la cullavano fino a farla addormentare.

 




[502 parole]

 





















Yaw.

502 parole per la mia primissima Jasper! :D
Ora, per quanto riguarda il tema, che probabilmente ha sollevato parecchi dubbi, teoricamente la connessione di quel finto con l'amore dovrebbe essere questa: che bisogna stare attenti a non inseguire un qualcosa di falso, di non ricambiato. O, almeno, questa era l'idea che ha avuto la mia malatissima e bacatissima testolina, ormai più di un mese fa, quando ho scritto questa flash-fic xD
Poi, vorrei un enorme applauso perchè, cavolo, ragazzi, ho pubblicato prestissimo! Non è da me O.O
Il motivo è che domani e dopodomani non ci sarò, perchè - si, ve lo dico anche se so che non ve ne frega nulla - *rullo di tamburi* sarò a Parma, a incontrare Pierdomenico Baccalario! Ancora non ci credo! *-*
Probabilmente, adesso vi starete chiedendo chi diavolo sia questo tizio. Tranquilli, è normale. Non lo conosce nessuno xD
In poche parole: è un autore di fantasy, che io amo con tutto il mio cuore; pieno di idee come pochi, tutte nuove ed intriganti (vedi: Century, la miglior saga italiana di sempre)
Cioddetto, prima di andarmene e lasciarvi finalmente in pace, un ultimo avviso (di cui, anche stavolta, non ve ne potrebbe fregar di meno): ho finalmente aperto un blog su tumblr! Ovviamente, l'ho appena iniziato, quindi è ancora in fase di avviamento e non c'è un granchè, ma conto di cominciare, piano piano, a postare le mia fanfiction anche lì, giusto per vedere se qualcuno se le fila ;)
Se vi interessa, e volete farci un salto, si chiama Giving Up Is For Rookies.
E nulla, io vi amo quindi amatevi ;D

-TheSandPrincess-

 
  
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