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Autore: Lelusc    26/10/2013    1 recensioni
Dalila è completamente diversa dalla sua famiglia. Tutti hanno i capelli chiari e lei è l'unica scura,tanto che se non fosse per le foto della madre incinta, crederebbe di essere stata adottata. Ma la nostra piccola amica ha un bel segreto. Lei sente nella testa una voce,già proprio così,sente una voce. Chi sarà mai? E quanti misteri nasconderà la sua famiglia? Scopritelo!
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salgo e continuo a seguire Vincent infondo all’autobus. Mi siedo di fronte a lui e mi guardo intorno.

L’autobus stranamente è quasi vuoto, sembra che tutti agevolino Vincent a portarmi dove vuole. Assurdo!

Mi volto e timbro il biglietto alla macchinetta proprio dietro le mie spalle e rimango in silenzio nell’attesa che mi dica qualcosa riguardo la nostra meta, ma niente,non parla,così guardo fuori dal finestrino,almeno mi distraggo e penso ad altro.

 Il cielo è di nuovo terso e il sole risplende caldo e luminoso, la strada però è sempre grigia, monotona e piena di macchine. I palazzi sono sempre gli stessi, certi nuovi, altri antichi e altri ancora modernizzati e ristrutturati, ma non sapete quelli vecchi e fatiscenti come risaltano agli occhi, con i loro muri scoloriti e scrostati e le crepe. I palazzi così mi mettono sempre malinconia e tristezza. Non cambia mai niente, la città rimane sempre uguale.

Dopo un po’ di tempo, siamo scesi e abbiamo preso un altro autobus e non ho fatto in tempo a comprare altri biglietti, così ho usto quello per il ritorno. Voglio vedere come vado a casa dopo, comunque abbiamo lasciato la città e le caotiche e rumorose strade da un bel po’ e adesso ovunque guardo vedo villette e vegetazione folta e rigogliosa, molto calmante, o almeno per me.

“Scendiamo alla prossima”mi dice all’improvviso Vincent.
Lo guardo. Mi sono scocciata, voglio sapere!
“dove stiamo andando?”
Mi guarda “ora lo vedrai”è la sua risposta criptica.

Appoggio il capo al finestrino contrariata e attendo il momento di scendere.
Una volta con i piedi a terra mi guardo intono. Siamo sul ciglio di una strada che continua dritta ed è contornata da vegetazione. Alzando un sopracciglio, perplessa.

“Vieni”mi ordina Vincent incamminandosi fra le strette e ingarbugliate frasche.

“Aspettami!”Esclamo seguendolo.

Quando finalmente sono dall’altra parte della vegetazione caccio un sospiro di sollievo e mi guardo: Per fortuna non ho gli abiti strappati,con tutti quei rametti credevo di essermi graffiata e invece è tutto in ordine.
Molto più tranquilla, alzo lo sguardo e cerco Vincent. Cavolo l’ho perso!

Mi guardo intorno preoccupata. Mi trovo in una zona erbosa, alla mia destra ho dei massi alti e ripidi mentre alla mia sinistra ho altre piante, ma non m’ispirano molto, mi sembra una strada selvaggia e pericolosa, eppure non dovrebbe essere così. Guardo dritta davanti a me, c’è una stradina, sicuramente è passato da lì, però addentrarmi ancora fra quegli arbusti e alberi, da sola, non mi piace per niente, cavolo dovevo stare più attenta e anche lui doveva stare attento a me.

1 non lo conosco.
2 mi ha detto, anzi ordinato di seguirlo.
3 non mi ha detto, dove mi avrebbe portato.

 La mia voce interiore aveva ragione, ho fatto una sciocchezza seguendolo, ora come faccio a ritornare a casa?
Ah, finalmente te ne sei resa conto,hai fatto una sciocchezza, sei un imprudente,oltre ad aver seguito uno sconosciuto ora ti sei anche persa,stupida!”
 “Hai finito?”Chiedo

“veramente no, però non serve a niente sgridarti, mi basta sapere che hai capito e che mi prometta che non lo farai mai più”dice la voce addolcendosi.
“Va bene, lo prometto”dico e mi siedo su di un masso, non posso fare altro.
“mi sei mancato, perchè non parlavi più?”
perché ero arrabbiato e comunque non sarei riuscito a farti cambiare idea, sei cocciuta, quando ti metti qualcosa in testa niente e nessuno può distrarti dalla tua decisione”.
“Già”dico sorridendo
Che cos’è quel sorriso fiero, non è una cosa bella, sai?”
“Io penso di sì, dipende dalle situazioni e dai punti di vista”.

“Ah eccoti!”esclama Vincent correndomi incontro.
“Mi hai fatto spaventare quando mi sono girato e non ti ho visto più” mi dice.
“mi dispiace, mi sono distratta”
Ehi! Perché diavolo ti scusi?!Anche se sei stata tua la prima a sbagliare, lui ti doveva controllare, non ignorarti o dare per contato che lo seguissi”dice la mia vocina irritata.
Faccio un sorrisetto.
“perché sorridi?”
“no, niente”dico
“su, adesso andiamo, ti devo portare in un posto”dice porgendomi una mano.

La prendo e per la prima volta mi fa un sorriso che addolcisce i suoi lineamenti tesi e gli illumina gli occhi. Rimango incantata a guardare quell’attimo fuggente di luce sul suo volto, che poi sparisce ai miei occhi, quando si volta dandomi le spalle e ricomincia a camminare, portandomi con sé.
bene, ora gli permetti anche di toccarti!”
“ma andiamo, mi tiene la mano solo per non perdermi”sussurro.

Vincent si volta “hai detto qualcosa?”
“no”dico subito.
sarà, ma stai attenta, non mi piace”
va bene”sussurro e noto Vincenti guardarmi con la coda dell’occhio.
(cavolo gli sembrerò strana o matta)penso
andiamo, che dici! È lui quello misterioso e strano, sa chi sei, ti chiedi di seguirlo, ti porta fuori città, il che lasciatelo dire, è strano e spaventoso, poi ti da solo un minimo d’importanza e attenzione e infatti ti sei persa e ora è cambiato di botto,scusa ma secondo me lui è quello più strano”
(Beh non ha tutti i torti)penso.

certo, io ho sempre ragione, non scordarlo mai”
(modestia zero)penso e le labbra mi s’increspano in un sorriso e  noto che Vincent guardarmi ancora,ma in modo strano,come se non fosse turbato dal fatto che parlo e rido da sola,il che in effetti è strano.
“che cavolo si guarda?”Chiede la mia vicina seccata.
“su, su”gli dico a bassa voce,mentre Vincent si volta e in avanti.
Camminiamo per un bel po’quando inciampo su qualcosa, ma non cado perché lui mi sostiene.

“tutto bene? Vuoi riposarti un po’?”
ma no, che dici, secondo te?”Dice la voce dentro di me,ironica.
“sì, un pochino se possibile, non sono abituata”
“non sei mai stata in montagna?
“no, sono il tipo da mare e non sono abituata a camminare”
ma se fai tutto a piedi, scuola casa, casa scuola”
“Beh, veramente cammino molto di solito, ma non fra l’erba in aperta campagna e non faccio stradine così scoscese e salite così ripide, ma non mi sto lamentando, davvero, era tanto per rispondere alla tua domanda”
“lo sai che parli molto”mi fa notare Vincent.

Annuisco “però non lo si fa notare alla signore, è maleducazione”
Accenna un mezzo sorriso.
“Andiamo”dice porgendomi la mano.
Glie l’afferrò e ricominciamo a camminare.
“Manca poco al posto, quello che sentirai e vedrai deve rimanere tra noi, non devi dirlo a nessuno, nemmeno alla tua migliore amica o la tua famiglia”mi dice serio.
“Va bene”rispondo sentendomi all’improvviso irrequieta.
(accidenti, detta così sembra una cosa ultra segreta e inaccessibile a chi non è qualcuno, come nei film)

Ripeto, non mi piace, è strano quello che ha detto,stai attenta”
“Mh”dico solo.
“ti sento tesa e mi sembri confusa, tranquilla, non voglio farti niente”dice.
“Ti sto portando in un posto segreto dove le persone normali non possono entrare e di cui nessuno sa l’esistenza,lì ti spiegherò perché ti ho cercato e ti ho portata qui, vedrai sono convinto che ti piacerà quello che ti diremo e credo anche che sarai confusa e incredula alla fine,ma vedrai riuscirai a superare tutto”dice calmo.
“mi stai spaventando”ammetto.

Si volta e mi guarda con calore, chissà forze hai suoi occhi sembrerò spaventata e confusa.
“tranquilla, davvero”mi dice stringendomi dolcemente la mano.
“Ehi! Lo hai visto, digli qualcosa!
“No, mi fa piacere”gli rispondo in un sussurro.
Cosa?! Tu, ah!”Dice ammutolendosi, contrariato e indignato.
“siamo quasi arrivati, vedi quella montagna lì, ebbene dobbiamo andare là”
Guardo la montagna e quasi svengo.

“capisco”dico rassegnata.
Mi guarda.
“non c’e la fai proprio più eh?”
Lo guardo e la mia sola espressione è più efficace di mille parole.
Scoppia a ridere sorprendendomi.
(che strano contrasto, è serio e gelido, ma poi la sua risata è allegra, gentile e spontanea, piena di vita, che contrasto)
te l’ho detto che è strano”dice la mia vocetta.

Smette di ridere e mi guarda.
“se non ce la fai, posso portarti io”si offre.
“ci manca solo questo!”Commenta la mia vocetta.
Divento rossa.
“no, grazie, ancora riesco a camminare”dico sorridendogli a disagio e rossa in volto.
“va bene”dice stingendomi dolcemente la mano e portandomi con sé.
Poco dopo ho i piedi che mi fanno male e ho fame.
“siamo arrivati”dice.

Mi guardo intono, siamo circondati da alberi e piante, mentre davanti a noi c’è la base della montagna o i piedi, se preferite.
Vedo Vincent infilare a colpo sicuro la mano nell’incavo che hanno creato due rocce nell’intersecarsi e in un attimo la roccia si sposta meccanicamente e mi trovo davanti una porta metallica.
Rimango a bocca aperta, sorpresa e con gli occhi spalancati.
“ti ricordo che questo non devi dirlo a nessuno, ok?”Dice Vincent voltandosi,
Non appena mi vede, sorride.

“fico vero?Questa è una roccia falsa, sembra vera non ho forse ragione?Anche al tatto sembra vera”dice sfiorando la roccia e una sensazione strana mi percorre tutto il corpo.
“Ma ora andiamo avanti”dice bussando alla porta metallica.
“parola d’ordine”dice subito una voce virile.
“Piros”dice Vincent con voce chiara e la porta si spalanca.
“Su, andiamo”dice prendendo di sua iniziativa la mia mano e portandomi dentro con sé.
  
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