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Autore: mikeychan    26/10/2013    1 recensioni
Il nostro Michelangelo si rende conto che ha una seconda strana mutazione, che non passa certamente inosservata a un certo focoso. Che può accadere se il sensei attribuisce questo a una sventura?
T-cest RxM / LxD
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Splinter
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Incest
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-Michelangelo è un...- gemette il sensei, cupamente: -Un NekoKame!-.
-Eeeh?!-...


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Le tartarughe osservavano il loro congelato sensei, mentre Mikey continuava a strofinarsi contro Raphael.
-Sensei...- mormorò Leo, sudando freddamente: -Potresti spiegarti meglio?-.
-Non prima di avermi... miao.... detto perché ho le sembianze di un gatto!- interruppe l'arancione, muovendo sinuosamente la coda.
Raphael si passò una mano sulla fronte: sapeva che stava sudando come un porco: la nuova trasformazione del suo Mikey era un vero impatto sulle sue emozioni. Chissà perché, ma ora, il fratellino Neko aveva un particolare odore che rapiva facilmente il rosso, annebbiandogli la mente e portandola a pensare solo una cosa.
Il sesso. 
Raphael cercò di allontanare dolcemente Michelangelo, ma i suoi tentativi furono vani perché l'arancione si rannicchiò ulteriormente su di lui. Il focoso sentì la bocca piuttosto secca e spalancò gli occhi, ruotando freneticamente le iridi quando le mani calde del Neko si poggiarono sulle sue guance. 
-Miao...- mormorò sottovoce e sensualmente, avvicinando le sue piccole e soffici labbra.
Per quando Raphael stesse fremendo all'idea di essere volutamente baciato, voltò il capo all'ultimo istante, sentendo il fratellino premere le umide labbra sulla sua guancia sinistra. Lo sguardo del rosso ancor più rosso catturò le espressioni basite di Leo e Don, ma quella gelata di Splinter.
-Non ammetto queste cose in casa mia!- tuonò immediatamente il sensei, ripresosi da quell'immagine.
Mikey si spaventò un pò e guardò Raphael, dandogli uno sguardo pieno di tristezza. Accarezzandogli la guancia, scese dal grembo fraterno, solo per avere un diretto contatto con Splinter.
-Un NekoKame è una sventura!- ringhiò il maestro, stringendo con rabbia il suo bastone: -Credevo fosse solo una leggenda, ma a quanto pare mi sbagliavo!-.
-Leggenda?- ripeté Donnie, lasciando scuotere la sua coda in pura curiosità.
Così vicino a Leo, quest'ultimo osservò quel piccolo prolungamento, sentendosi morire dentro. A quanto pare, il semplice bacino di Mikey aveva provocato una rabbia mai vista nel padre, dando la netta impressione che approvare realmente il suo amore per Donnie sarebbe stato una catastrofe.
"Siamo destinati a sopprimere i nostri sentimenti...?" si chiese nel pensiero.
-La trasformazione Neko avviene quando il cuore di un ninja segue una strada sbagliata. Michelangelo, tu mi hai deluso! A causa tua, la nostra famiglia sarà in grossi guai!-.
Mikey si ritrasse, muovendo le sue orecchie: -Ma... non ho fatto nulla di male!-.
-Si diventa Neko quando nel cuore si è portati a pensare solo in modi perversi o desiderosi di far del male!- ruggì il topo: -Nel tuo caso, sei un pervertito e in quanto padre, ti proibisco di avvicinarti ai tuoi fratelli prima che tu possa ferirli!-.
Michelangelo sbatté le palpebre, gonfie di lacrime: -Pe... perché?-.
Guardando un Raphael addolorato, fuggì in camera sua, sbattendo rumorosamente la porta...

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Mikey non poteva fermare le lacrime rabbiose sulle sue guance. Gettato sul letto, non capiva perché il sensei l'avesse ferito così tanto. Lo aveva chiamato "perverso" quando non era affatto così! No... il Neko in questione non aveva mai avuto pensieri erotici sui suoi fratelli né era entrato in contatto con qualche strana sostanza mutagena. 
Mikey morse il cuscino, quando la rabbia gli costrinse ad amplificare i singhiozzi. Lui non riusciva neppure a comprendere perché si era sentito tanto bisognoso di coccole con Raphael. Era come una droga e in qualche modo desiderava solamente qualche carezza. Come un micio, per l'appunto. 
-Non sono perverso...- soffocò l'arancione, incapace di credere che avesse coda e orecchie: -Magari sono solamente malvagio!-.
Mikey si tirò le orecchie, desideroso che sparissero, ma nulla. Si fece solo male e nelle sue mani trovò solo i suoi peli arancioni. Afflitto, si rannicchiò sotto le coperte, sperando che al suo nuovo risveglio, tutto sarebbe stato come prima...

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-Sensei, sei veramente sicuro che Mikey abbia sviluppato un simile aspetto a causa di una vena perversa o malvagia?- formulò Leonardo.
Splinter sbatté la punta del suo bastone in terra: -Non ci sono altre spiegazioni. Un Neko non è che un'entità maligna ed erotica che impone la mente del corpo ospite ad eseguire i suoi oltraggiosi comandi!-.
Raphael ringhiò mentalmente: che cosa c'era di male in un bacino? E poi, Mikey era ancora più carino con quelle orecchie da micio! Sospirando internamente, si alzò dalla sedia, desideroso di andare a controllare il suo kitty.
-Dove vai, Raphael?- stoppò l'adirato sensei: -Ti proibisco di vedere tuo fratello!-.
Raph si fermò sulla soglia della porta della cucina, stringendo rabbiosamente i pugni. Odiava all'ultimo stadio che Splinter avesse volutamente barricato Mikey nella camera di quest'ultimo, senza possibilità di essere visto.
-Non è un animale e ha bisogno di noi!- rispose freddamente il mutante, con voce bassa.
-Non m'interessa! In modalità Neko è mentalmente predisposto ad attaccarci!-.
Raph non sopportava tutto questo e scosse energicamente il capo, voltandosi verso il padre.
-A me non interessa! Si tratta di Michelangelo e non ho intenzione di lasciarlo marcire da solo!-.
-Non tollero un atteggiamento irresponsabile!- rimproverò Splinter, furente.
Raph strinse gli occhi: -Scusa se te lo dico, maestro... Ma non me ne fotte un cazzo se Michelangelo è un Neko! E ora, discorso chiuso!-.
Sebbene la mano del sensei si sarebbe abbattuta sottoforma di schiaffo sulla guancia del mutante, quest'ultimo corse rapidamente via, diretto alla stanza di Michelangelo.
"Sensei, non ti facevo tanto vigliacco!" pensò il focoso, con immensa rabbia...

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-Leonardo, è tuo compito impedire che il Neko si avvicini a noi- ordinò Splinter: -Anzi, so già a chi rivolgermi-.
Come Splinter lasciò la cucina, ancora carico di un'immensa aura negativa, Leo e Don retarono ancora un po' in cucina, per sparecchiare e riflettere. L'azzurro raccolse alcune scodelle e completamente assorto nei suoi pensieri, si scontrò quasi con Donnie, il quale lo guardava sconvolto.
-Don...- respirò l'azzurro, cercando di non arrossire.
L'altro guardò i pettorali fraterni con tristezza: -Non ammette relazioni amorose... l'hai sentito anche tu, vero?-.
-Sì. Io... io non sono d'accordo, però...-.
Donnie sorrise cupamente, stringendo una delle mani del leader: -A me non interessa, April. C'è solo una persona nel mio cuore-.
Leonardo cominciava a respirare affannosamente, spalancando gli occhi. Lui aveva capito a cosa mirasse Donatello. In fretta e a malincuore, evitò un bacio del genio sulle labbra, con un rapido scatto a sinistra, portando le stoviglie nel lavandino. 
Il cuore di Leonardo martellò ferocemente in puro dolore, perché sapeva che stava seguendo inconsciamente gli ideali del maestro Splinter, da sempre rispettoso delle regole tradizionaliste giapponesi. Aveva sprecato una possibilità d'oro di rivelare a Donatello il suo amore illimitato, eppure aveva preferito sigillarsi i sentimenti.
Perché?
Donatello rimase a guardare il fratello di spalle al lavandino, con gli occhi spalancati. La sua bocca si aprì e chiuse un paio di volte, incapace di pronunciare le parole morte in gola. Il corpo tremò, a ritmo di violenti singhiozzi silenziosi e lacrime pesanti. Il genio era stato rifiutato.
-T... tu sei d'accordo con il sensei, vero?- gemette il viola, trattenendosi dalla voglia di piangere: -T... tu sare... sti contrario a... a-.
-E' difficile da capire, Donatello-.
-E io che... che provavo qualcosa per te! Da sempre!- gridò il genio, fissandolo con odio e dolore: -Tu che hai sempre cercato di proteggermi, mi hai ferito! Proprio tu... quello che amavo con il tutto il cuore! Perché? Perché, Leonardo?!-.
Ormai in lacrime, Donatello scappò dalla cucina, lasciando l'azzurro ancora rivolto a fissare le stoviglie nel lavandino. Leonardo chinò il capo, aprendo il rubinetto dell'acqua calda, con la massima potenza. Lo scroscio era potente.
-E' difficile, Don...- ripeté sottovoce: -Se... se non riesco a cambiare le idee del maestro... la nostra relazione... non avrà mai inizio...-.
Afferrando la scodella viola del genio e una spugnetta, un paio di lacrime colarono sulle guance del leader, il quale singhiozzò liberamente, sapendo che nessuno lo avrebbe udito...

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Ero convinto che il Neko non esistesse, Splinter!
Lo so... ma mio figlio Michelangelo si è trasformato in tale e ora tempo per l'incolumità dei miei altri figli.
Il Neko è anche la trasformazione di un cuore puro che è nato per proteggere gli infelici.
Ci... cioè... non nasce dalla perversione e malignità?
Uno su un milione di Neko possiede questa caratteristica. Michelangelo non potrebbe mai far del male a uno dei tuoi figli, neppure in questo stato.
M... ma io credevo che...
Splinter, si sa troppo poco sul Neko. Non permettere a nessuno di portarti via Michelangelo. Credimi, lui è molto importante.
D'accordo, sensei... ha la mia parola.
Sayounara, Splinter...

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Raphael era dinanzi alla porta di Michelangelo, con un piccolo sorriso sul volto. Inspirando un'intensa boccata d'aria, bussò dolcemente, sperando che il suo kitty non stesse ancora singhiozzando.
"Le parole del sensei erano troppo dure!" ringhiò il rosso, nella mente.
Non ci furono risposte e il focoso non esitò ancora. Forzando facilmente la maniglia della porta, entrò nel buio, sentendo come una specie di deja-vu. Mikey era infilato sotto il suo piumone e i suoi respiri erano morbidi.
-Mikey?- sussurrò Raphael, con la netta idea che il suo kitty dormiva: -Sei sveglio?-.
Nessuna risposta. Probabilmente sì. Raphael sorrise e si avvicinò cautamente al lettino di Mikey, scoprendogli appena il viso. Così tenero, con quelle guancine solo da baci: il focoso tornò a essere eccitato. Si chinò per baciare la guancia destra dell'arancione, il quale emise una piccola fusa, muovendo le orecchie e strusciando la coda semiscoperta. 
Il focoso ridacchiò e accarezzò quella pelliccia con fare tenero. Raggomitolandosi a pallina, Mikey si svegliò, stropicciandosi gli occhioni.
-Raph?- mormorò dolcemente: -Sei tu?-.
-Sì, Mikey-.
Ricordandosi delle parole crudele di Splinter, Mikey si ritrasse, nascondendosi la coda sotto il piumone. Accendendo il lume, i due poterono studiarsi meglio.
-Potrei farti del male... non voglio...-.
Raphael tese le spalle: -Non pensare a quello che ha detto Splinter!-.
-E se fosse vero? Se ti facessi... vi facessi del male? Non me lo perdonerei mai!-.
Raphael scosse nevroticamente la testa, stringendo Mikey al suo petto. 
-Stammi a sentire! Niente e nessuno m'impedirà di vederti, hai capito?-.
Mikey si rilassò in quell'abbraccio e cominciò a fare le fusa, riavvertendo quella specie di droga positiva provata prima. Istintivamente, la sua coda tornò a infilarsi fra le gambe di Raph, il cui gemito si udì fortemente.
-Mi dispiace...- soffocò Mikey: -Ma ora che sono Neko, non posso fare a meno di starti sempre appiccicato...-.
-Non sei male, lo sai?- ridacchiò l'altro, strofinandogli amorevolmente il guscio: -Potrei dire che sarai il mio micio-.
-Miao...! Non male come idea!-.
Mikey baciò nuovamente la guancia di Raphael, aggrappandosi al collo, più bisognoso di coccole. Improvvisamente, però, la coda del minore cominciò a incresparsi, mentre le orecchie si tesero. L'arancione si staccò immediatamente dal suo protettore, fissando la porta aperta.
-Che c'è?- chiese Raphie, perplesso.
-Sento... molta tristezza...-.
Mikey sbatté le palpebre e inclinò la testa, non rendendosi neppure conto che la sua coda era finita sullo spacco intimo del rosso, a rischio "caduta membro eccitato"...

  
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