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Autore: GiuliaComix    26/10/2013    5 recensioni
Serena Potter è la sorella di Harry, i due sono molto uniti sin dalla nascita, ma a causa di alcuni eventi futuri potrebbero separarsi: alcuni di questi eventi comprenderanno la domanda "chi è il vero padre di Serena?". Una storia emozionante e piena di sorprese!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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                                                                                                                        Nuovi Eventi

 

Passarono diversi giorni e Serena, da quando fece pace con Severus, era molto più felice e rilassata: ogni volta che si alzava dal letto lo faceva col sorriso, nelle materie in cui era calata riuscì a migliorare e anche notevolmente, con grandissimo piacere da parte dei suoi insegnanti, si divertiva molto di più durante i week end a giocare, ad allenarsi e a rilassarsi con le sue amiche e andava molto più d'accordo con Harry, Ron e anche con la sua nemesi intellettuale Hermione. In quel periodo, infatti, dato che gli esami si stavano avvicinando e che ogni singolo voto era importante per ottenere ottimi punteggi finali, le due ragazze erano sempre in competizione: durante le interrogazioni o anche durante le lezioni in generale, se entrambe sapevano la risposta o qualche particolare in più su un determinato argomento, si davano battaglia all'ultimo sangue; ovviamente, durante Pozioni, era Serena la costante vincitrice, mentre nelle altre materie erano alla pari. Ogni volta che uscivano dall'aula si lanciavano degli sguardi di sfida; ormai era diventato un gioco per loro, anche se, quando Hermione "perdeva", ci rimaneva sempre un po' più male rispetto a Serena, la quale, quando arrivava per ultima, non se la prendeva neanche più di tanto; il suo scopo, a differenza dell'amica rivale Grifondoro, non era quello di sembrare costantemente la più brava, la più intelligente o la più So-Tutto-Io del suo anno, ma quello di imparare il più possibile e di saperlo applicare al meglio delle sue capacità, anche se ogni tanto godeva nel far rosicare la giovane Grifondoro quando eccelleva più di lei.
Fra poche settimane ci sarebbero stati i primi esami e Serena si sentiva piuttosto tranquilla, a differenza di Harry e Ron che temevano entrambi il così detestato esame di Pozioni; di sicuro, secondo loro, Piton non gli avrebbe neanche dato un "Accettabile " per quanto si divertiva ad umiliare gli studenti di Grifondoro.
Serena, insieme alle sue amiche, continuava ripassare e ad aiutarsi a vicenda gli argomenti su cui avevano ancora qualche lacuna, anche se non erano così tremendi nè tanto meno impossibili da ricordare, ma a volte dei piccoli particolari lasciati trascurati avrebbero potuto rovinare tutto il lavoro svolto durante l'anno.
Ormai Serena passava la maggior parte del suo tempo libero a ripassare, ma almeno quel giorno di sabato, sarebbe andata a trascorrere un pomeriggio con Severus; da quando avevano fatto pace non erano riusciti, loro malgrado, a vedersi al di fuori delle lezioni perchè, oltre Serena, anche Severus doveva sbrigare diversi lavori, sia per la scuola che per conto del professor Silente. Ma a Serena non dispiacque affatto, capiva perfettamente i suoi impegni da insegnante; almeno avrebbe avuto più tempo per pensare allo studio e ad un modo per impedire che la Pietra Filosofale finisse nelle mani di Voldemort.
Era sabato pomeriggio e quella stessa mattina a colazione arrivò come al solito il gufo nero del professor Piton con in bocca la lettera dell'orario di visita da consegnare alla giovane Serpeverde, tenuta d'occhio da un irritato Harry dal tavolo dei Grifondoro dalla parte opposta della Sala Grande. Serena, dopo aver finito di studiare e riposto tutti i suoi libri dentro il baule, si issò in spalla il suo zainetto, con dentro il suo album da disegno dal quale non si separava mai, ed uscì dalla Sala Comune in direzione dello studio di Piton. Però, all'improvviso, ancor prima che potesse imboccare il corridoio, Serena si ritrovò davanti Harry, tutto cupo con le braccia incrociate.

<< Oh Harry! Che ci fai qui? >>

<< Perchè sei così sorpresa? Adesso non si può neanche scendere nei Sotterranei liberamente?>> disse in tono serio.

<< Be' devi ammettere però che questo non è il genere di posto in cui preferiresti passare un bel pomeriggio di sabato! >> disse ridacchiando, passandogli oltre << Credevo che fossi insieme ad Ron ed Hermione a studiare >>

<< Invece no, sono qui >> disse seguendola a passo veloce. Serena stavo incominciando a scocciarsi. Quindi si fermò e si voltò verso di lui, parlandogli faccia a faccia.

<< Che cosa vuoi?>> chiese apparentemente tranquilla. Harry aggrottò ulteriormente la fronte.

<< Sai che cosa voglio! Lo so dove stai andando, credi che sia così stupido?! Stai andando da quel viscido serpente schifoso! >>

<< Non sono affari tuoi >> disse secca voltandogli le spalle, riprendendo a camminare ed imboccando il corridoio. Harry la seguì.

<< SI che sono affari miei, SEI MIA SORELLA! Io lo so quello che ha intenzione di fare con te! Sta tentando di usarti e di farci scontrare...>> all'improvviso Serena si voltò di scatto verso di lui e lo afferrò per il colletto, fulminandolo con gli occhi.

<< Tu non sai un bel niente! >> disse minacciosa in meno di un sussurro, facendo raggelare Harry << E se vogliamo parlare di colui che ci sta facendo scontrare, di sicuro quello non è Piton >> disse lasciandolo andare e allontanandosi un tantino da lui, lanciandogli uno sguardo torvo e deluso. Harry aprì la bocca per ribattere, ma non ebbe il tempo di dire niente che da dietro un angolo sbucò fuori il professor Piton.

<< Allora, che cos'era tutto quel baccano? >> disse in tono fermo e gelido. Piton e Harry si lanciarono sguardi di sfida. Ma poi intervenne Serena, sentendo che l'aria era già fin troppo tesa e sgradevole senza che ci mettesse di mezzo anche l'antipatia fra quei due.

<< Non è successo niente, signore >> disse andando verso di lui << Mio fratello è solo eccessivamente iperprotettivo >> disse incalzando sull'ultima parola e oltrepassando il professor Piton che la seguì con lo sguardo, scatenando l'ira di Harry.

<< Non la guardi >> gli ringhiò Harry. Piton si voltò di scatto inarcando un sopracciglio.

<< Perdonami?! >>

<< La smetta di guardarla in quel modo >> disse con gli occhi ricolmi di odio e di disgusto. Ma Piton non si scompose più di tanto per uno sciocco ragazzino che non riusciva a guardare oltre le apparenze, perciò si limitò ad incrociare le braccia, in modo autoritario.

<< Credo fermamente che tu abbia frainteso parecchie cose, signor Potter >> Harry non gli staccava gli occhi di dosso << Non ti assegnerò una punizione...per il momento. Ma toglierò 20 punti dalla Casa di Grifondoro tanto per ricordarle che razza di sciocco, ingrato, arrogante ed impertinente moccioso viziato si è beccata! >> disse in tono mellifluo e rabbioso, alzando un po' la voce: di solito era un uomo con un discreto auto controllo, ma anche il solo pensiero che quel piccolo nano Potter potesse pensare che lui, Severus Piton, potesse pensare in quel modo ad una bambina, se era quello che aveva intuito dal suo comportamento era corretto, lo faceva andare letteralmente fuori di testa!
Dopo aver tolto punti ad Harry, se ne andò per la sua strada, la stessa di Serena << Ah, stai attento, Potter, potresti inciampare sulle tue deduzioni >> disse ghignando malignamente, scomparendo dietro la colonna portante del corridoio, lasciando Harry lì in piedi come uno stoccafisso, furibondo.
Piton raggiunse Serena, la quale era già ferma lì davanti alla porta del suo ufficio, appoggiata con la schiena sul freddo muro di pietra, con la testa e lo sguardo abbassato. Lui le si avvicinò, ma non disse nulla, aprì soltanto la porta e la invitò ad entrare. Comprendeva perfettamente quello che stava provando la piccola in quel momento. Una volta entrati, Piton le disse di sedersi, Serena obbedì senza proferir parola. Andò per un momento verso il suo personale armadio delle scorte, mentre Serena si guardò un po' intorno: le faceva un po' strano ritornare a passare qualche pomeriggio col suo neo-papà dopo la tosta litigata passata. Piton ritornò e le porse un bicchiere con dentro un liquido azzurro.

<< Bevilo, ti calmerà >> Serena lo prese ed iniziò a berlo a piccoli sorsi. Intanto notò che c'era qualcosa di diverso in Piton, che era lì davanti a lei in piedi: in quel momento non indossava il lungo mantello nero, bensì solo la giacca, sempre nera, tutta abbottonata. Serena lo guardò incuriosita e doveva ammettere che stava molto bene anche senza mantello e notò anche come quella giacca riusciva a risaltare tutta la sua alta figura.

<< Desideri qualcosa da mangiare o altro da bere?>>

<< No, grazie, sono a posto >> disse in tono depresso.

<< Ti va di parlarne? Potrebbe aiutarti a sfogarti >> chiese comprensivo, sedendosi nell'altra poltrona.

<< Scusami, ma non mi va. La cosa mi irrita alquanto >>

<< Va bene, ti capisco >> disse rassegnato.

<< Anzi, vorrei scusarmi io per come lui si è comportato. Di solito non fa così, di solito ero io la sorella maggiore...quella protettiva >> Severus incurvò all'insù un angolo della bocca.

<< Non ti devi affatto scusare per conto di Potter, Serena. E' ora che anche lui impari ad assumersi le sue responsabilità e ad auto disciplinarsi >> Serena ridacchiò, poi Piton, comprendendo che era meglio cambiare argomento, iniziò un nuovo discorso.

<< Come va lo studio? Ormai i vostri esami sono alle porte.>> disse Severus con tono incuriosito ed interessato, visto che la piccola aveva avuto qualche problema con un paio di materie l'ultima volta.

<< Va abbastanza bene direi. Le ragazze ed io ci aiutiamo a vicenda, mentre Harry mi allena a volare. Adesso riesco a completare il primo percorso senza problemi! >> disse tutta soddisfatta di se stessa e dei risultati che aveva ottenuto. Piton le sorrise.

<< Sono lieto che tu sia migliorata e che ti senta più sicura sulla scopa. Non è mai semplice superare in così poco tempo una paura così profonda come la tua dell'altezza, è ammirevole >> le disse, facendola arrossire all'istante.

<< Tu di che cosa avevi paura da piccolo?>> gli chiese molto spontaneamente, causando a Piton un attorcigliamento di viscere. In effetti non è che da piccolo avesse avuto particolari fobie. Al massimo gli spaventava vedere i suoi genitori costantemente litigare a causa delle loro diversità, difficilmente colmabili con l'amore. Ecco, poteva aver avuto paura dei rumori forti, visto che i suoi genitori quando litigavano di brutto facevano un gran fracasso insopportabile. Ma ovviamente non poteva rivelare alla bambina una cosa talmente privata come questa. Magari glie lo avrebbe confidato, ma di sicuro quando Serena sarebbe stata più grande e matura.

<< Be', vedi, io alla tua età e anche quando diventai grande, temevo tantissime cose...>> rispose rimanendo sul vago <<...ma alla fine sono riuscito a superarle tutte quante. Ed è quello che dovrai fare tu, Serena. Non si può vivere nella paura >> Serena parve piuttosto confusa, Piton lo notò e pensò che non era il caso di trasformare un piacevole pomeriggio in un dibattito deprimente sulle fobie.

<< Niente, lascia perdere l'ultima frase che ho detto. Cerca soltanto di affrontarle a testa alta e di superarle. Facendo così riuscirai a fare qualunque cosa >> disse deciso, conoscendo il lato timido e insicuro della bambina che ogni tanto veniva fuori facendola sprofondare nello sconforto e dubitando di se stessa e delle sue capacità.

<< Oh..uh..va bene >> ci fu un attimo di silenzio << Quindi...cosa vogliamo fare oggi, Severus?>>

<< Direi che potremmo parlare del tuo incubo. Non abbiamo più avuto modo di discuterne in fondo >>

<< Oh già è vero! Me ne ero quasi scordata!>> disse imbarazzata grattandosi nervosamente la testa. Piton scosse il capo lievemente divertito. Poi guardò fuori dalla finestra e vide che in fondo era una bella giornata e sarebbe stato un peccato passarla come al solito rinchiusi in quel suo inquietante e buio ufficio.

<< Vieni, Serena. Facciamo due passi >> disse alzandosi e porgendole la mano per farla mettere in piedi. Serena si alzò, con aria confusa - Ma non dovevamo parlare del mio incubo? - si chiese mentalmente. Perciò si mise addosso il mantello.

<< Aspettami qui, torno subito >> le disse uscendo dall'ufficio ed entrando in un'altra stanza, forse i suoi appartamenti privati, per andare a prendere il suo mantellone nero. Intanto che attendeva il suo ritorno, Serena diede uno sguardo allo studio, in effetti non è che lo avesse mai osservato molto bene ed era strano perchè ci aveva passato sempre moltissimo tempo. Si fece strada fra i vari scaffali ricolmi di libri e di contenitori con dentro diverse bestie morte, o parti anatomiche di esse, ed erbe di vario genere e specie. Poi si avvicinò alla scrivania: vi erano appoggiate sopra diverse cose tra cui una ciotola di stuzzichini, una pila di libri e riviste di Pozioni, una lampada verde e nera, una vecchia clessidra, una penna d'oca intinta dentro la boccetta di inchiostro e alcuni rotoli di pergamena accatastati uno sull'altro. Ma all'improvviso le cadde l'occhio su di un cassetto semiaperto. Si poteva benissimo intravedere che al suo interno c'era qualcosa, una specie di libro. Istintivamente, Serena aprì il cassetto e vi tirò fuori un album di pelle nera con incisa sopra una frase "Magic Memories". Riuscì solo ad aprirlo di qualche centimetro, tanto da intravedere solo due figure, una maschile e una femminile, che dovette richiuderlo all'istante perchè la porta delle stanze private del professor Piton si stava aprendo. Serena perciò rimise tutto a posto in fretta e furia, prima che lui potesse scoprirla ad impicciarsi degli affari suoi. Quando Piton ritornò in studio, Serena era solo appoggiata davanti alla scrivania a guardare il soffitto come se nulla fosse, fischiettando allegramente. Piton però la guardò con sospetto, inarcando un sopracciglio.

<< Cosa stai combinando?>> chiese dubbioso.

<< Nulla. Stavo solo osservando più a fondo il tuo ufficio >> disse la prima cosa che le venne in mente in quel momento, in fondo era vero, era partita con l'osservazione più approfondita di quella stanza così cupa e penetrante.

<< Mmm... vedo. Allora, scoperto qualche tesoro Azteco insito dentro le mura?>> disse Severus ghignando beffardo, mentre si aggiustava il mantello sulle spalle.

<< Ah-ah-ah, spiritosone!>> gli rispose annoiata, ma lievemente divertita. Forse era una delle poche battute sincere che gli avesse mai sentito dire. Piton, sghignazzando sotto i baffi, pose la mano sulla schiena della bambina e la condusse verso la porta. Dopo aver spento tutte le luci e chiuso a chiave, i due si incamminarono verso il Salone d'Ingresso, in direzione del parco. Una volta usciti dalle mura della scuola, il cielo si presentava loro sereno, ma un po' nuvoloso, insomma il tipico tempo all'Inglese. Severus e Serena passeggiarono fra il cerchio di pietra, oltrepassandolo, camminando piano, senza una meta precisa. Severus aveva una camminata molto elegante ed imponente e teneva quasi sempre le mani infilate nelle tasche della giacca o incrociate davanti al petto; Serena, invece, si dondolava un po' spensierata, come si stesse cullando, e teneva le braccia incrociate dietro la schiena, erano un atteggiamento tipico da bambina. Piton la scrutò incuriosito.

<< Perchè stai camminando così? Mi sembri il contrappeso di un orologio a pendolo.>> disse beffardo. Serena non ci badò più di tanto.

<< E' un movimento che mi rilassa. Mi fa scaricare un po' di tensione accumulata. Anche se devo ammettere che dopo un po' che lo faccio, mi gira la testa >> disse facendo ridacchiare Piton.

<< Allora..che cosa sei riuscito a scoprire del mio incubo?>> gli chiese infine, mentre iniziarono a dirigersi verso il lago.

<< Innanzitutto, devi sapere che quell'incubo che ti ha tormentato per molto tempo non è in effetti un incubo, è in realtà...un ricordo >> Serena si voltò verso Piton stupita ed incuriosita.

<< Un ricordo?>>

<< Sì, una specie di ricordo sepolto >>

<< Ma, scusami, come ho fatto a tenermi dentro questo ricordo se avevo solo 2 anni?! E' impossibile che la mia memoria sia riuscita ad immagazzinare ricordi così lontani nel tempo >>

<< A quanto pare è possibile. Ma purtroppo mi è del tutto ignoto il come lo sia stato >> Serena sembrò molto perplessa. Le parve che il suo cervello facesse uso di una volontà propria. Possibile che sia così complesso e imprevedibile il meccanismo sotto cui lavorava questo poderoso organo vitale?
Serena, ripensando a quello che disse Hagrid durante la visita a Diagon Alley sul fatto che Voldemort aveva ucciso i suoi genitori e a quello che le aveva appena detto Piton, iniziò a collegare e ad incastrare i vari tasselli del puzzle.

<< Quindi è vero. Io ho..ricordato.. l'avvenimento che accade quella notte >> disse voltandosi con sguardo triste e sconvolto verso Piton << Ho visto e sentito...Lui..uccidere la mamma e pap....eh...James?>> era più un'affermazione che una domanda, ma voleva comunque averne conferma. Piton le restituì lo sguardo intenso, anche per il fatto che la piccola non avesse chiamato "papà" James Potter.

<< Sì >> disse in tono avvilito.

<< Però chi era la persona che ho sentito urlare molto dopo? Hai qualche idea?>> sentendo quelle domande a Piton si creò un nodo in gola, deglutì nervosamente.

<< No, non so chi fosse. Probabilmente era una persona che stava passando di lì per caso e che ha scoperto la catastrofe che era successa poco prima >> rispose molto serio. Stava mentendo, sapeva benissimo chi era la persona, o meglio l'uomo che aveva urlato di dolore quella notte. Ma non si sentiva ancora pronto a rivelarlo alla bambina. La ferita non si era ancora rimarginata del tutto nel suo cuore. Ma Serena potè percepire che c'era qualcosa che Piton le stava nascondendo, ma non avrebbe interferito sulla sua decisione. D'istinto, senza neanche pensarci, Serena prese piano la mano di Piton e la strinse. Quest'ultimo sgranò gli occhi incredulo e preso alla sprovvista, ma tutto sommato non si ritrasse. Serena non si voltò verso di lui, ma sorrise. Piton la guardò esterrefatto, ma in fondo contento di quel piccolo gesto d'affetto che la piccola aveva osato regalargli. Inaspettatamente, Serena sentì la propria mano essere stretta calorosamente a sua volta. Piton aveva accettato quel dolce contatto e lo ricambiò volentieri, anche se non osava guardarla negli occhi, ma lei sorrise ancora di più, con il seguente colorito di rosso sulle guance che le si formò. Camminarono lungo la sponda del Lago Nero ed arrivarono davanti al Salice Piangente dove a Serena piaceva starsene in pace a leggere, a disegnare, a cantare o ad esercitarsi con qualche incantesimo: ormai quello era diventato il loro posto.
Serena si fermò, lasciò la presa, e si chinò sulla riva a raccogliere dei sassolini piatti e incominciò a lanciargli tentando di farli rimbalzare, sotto lo sguardo tra il divertito e l'annoiato di Piton. Riuscì a farli rimbalzare per 4 volte, glie ne rimasero in mano solo due e li porse a Piton, il quale inarcò un sopracciglio.

<< Coraggio, lancia!>> disse spensierata.

<< Perdonami?>>

<< Lo sai lanciare un sasso, no?!>> disse lievemente beffarda.

<< Certo che so lanciare un sasso, non sono diversamente abile in questo!>> disse indignato.

<< Allora dai, lancialo come ho fatto io!>> Severus prese in mano il sasso.

<< A quale scopo?>> chiese scettico.

<< Oh santo Salazar! Così per passare il tempo, Severus. Dai, fallo rimbalzare!>> esclamò insistente. Piton, sbuffando, a suo malgrado lanciò il maledetto sasso. Quest'ultimo non fece neanche un rimbalzo. Serena lo guardò annoiata, delusa dalla scarsa prestazione del padre.

<< Che stupido ed inutile gioco >> brontolò Severus.

<< Il prossimo lancialo come si deve almeno!>> Piton la guardò torvo e, sbuffando nuovamente, alla fine lanciò meglio e più energicamente il secondo sasso, il quale rimbalzò per due volte. Serena parve leggermente più soddisfatta, a quanto pare faceva del suo meglio quando lo si stuzzicava.

<< Mm non male...per un principiante >> disse ghignando beffarda. Piton non sembrò badarci più di tanto.

<< Tsk!>> disse imbronciato incrociando le braccia, facendo ridacchiare la piccola; si divertiva un mondo a farlo "arrabbiare" come un ragazzino che non riusciva a fare al primo colpo una cosa così semplice come il gioco del sasso rimbalzante. Il cielo intanto si era rannuvolato velocemente, grandi masse di minacciosi cumulonembi stavano avanzando sopra il paesaggio magico che solo Hogwarts poteva regalare. Stava per iniziare a piovere, un paio di gocce infatti erano cadute sul grosso naso adunco di Piton, il quale lo arricciò per togliersi il fastidio.

<< Sta per piovere. Torniamo a casa >> la incitò Severus. Alla parola casa Serena lo guardò strano e Piton si accorse di quello che si era lasciato sfuggire.

<< Sì, insomma, torniamo al castello >> disse alla velocità della luce, un tantino imbarazzato, facendo nuovamente ridacchiare Serena, la quale lo guardò con sguardo comprensivo e gli prese di nuovo con affetto la mano; Piton non si scostò per niente e le rispose stringendogliela. Ormai erano riusciti ad instaurare un discreto legame, ma, man mano che si sarebbero conosciuti più a fondo, tale legame sarebbe diventato ancora più forte e indistruttibile. Perciò iniziarono ad incamminarsi verso Hogwarts, intanto la pioggia si faceva sempre più battente e fastidiosa e nessuno dei due disponeva di un ombrello. Piton, d'istinto, si tolse il mantello e coprì Serena fino alla testa e anche un po' se stesso.

<< Dai, corriamo se non vogliamo farci la doccia!>> esclamò Serena.

<< Concordo >> Severus cinse le spalle di Serena ed entrambi iniziarono a correre il più in fretta possibile, l'uno accanto all'altra, evitando di bagnarsi da capo a piedi, ma comunque qualche goccia riuscì a colpirli, come se le gocce di pioggia fossero delle pallottole.
Dopo aver varcato la soglia dell'ingresso principale, rimasto totalmente deserto, Piton e Serena si tolsero di dosso il mantello, completamente fradicio. Piton gli puntò la punta della bacchetta contro e pronunciò “ Tergeo” e il mantello ritornò perfettamente asciutto e morbido; Serena, intanto, era riuscita a bagnarsi non poco i capelli.

<< Argh..dannazione! Me li ero lavati ieri!>> disse innervosita ed iniziò a scrollarsi di dosso l'acqua residua, agitandosi come i cani dopo aver fatto il bagno. Piton era vicino alla “traiettoria di tiro “ e si scostò dagli schizzi.

<< Stai attenta!>> disse lui innervosito. Ma quando vide la strana forma che presero i capelli di Serena, che ricordavano tanto la coda di un pavone in apertura a 180°, quando smise di scrollarsi, Piton soffocò una risata, non riusciva a fare altro che tossire per mascherare l'attacco di ridarella. Serena si voltò verso di lui inarcando un sopracciglio interrogativo.

<< Che c'è?>>

<< N-niente...>> poté soltanto dire tenendosi un pugno davanti alla bocca. Poi si ricompose un minimo.

<< Sarà meglio che torni in dormitorio a cambiarti e ad indossare degli indumenti asciutti.>>

<< Va bene, allora vado. Grazie della bella giornata! A presto!>> disse salutandolo, sventolando allegramente al vento la chioma scompigliata di capelli umidi e arruffati, correndo verso i Sotterranei. Piton la salutò di conseguenza e se ne andò anche lui per la sua strada. Mentre camminava, Severus si portò una mano al petto, quasi scioccato e sorpreso di quel piccolo calore che stava provando nel punto in cui l'aveva posata: precisamente sul cuore.

 

******

 

Maggio arrivò in un batter d'occhio e lo stress per gli imminenti esami stava cominciando a farsi sentire fra tutti gli studenti di tutte le Case; probabilmente quelli di Corvonero erano i meno schizzati. Anche nella Sala Comune dei Serpeverde si poteva percepire una certa atmosfera di tensione: gli studenti del primo anno erano terrorizzati, non avevano minimamente idea di come erano strutturati, si potevano soltanto sentire in giro delle dicerie del tipo che se non passavi in più di 3 materie saresti stato espulso all'istante o che ti avrebbero rinchiuso nelle segrete appesi per i pollici per un'ora come punizione per la tua ignoranza e per il disimpegno nello studio. Tutti sembravano terrorizzati, escluse alcune eccezioni. Fra i ragazzi, Draco Malfoy non sembrava affatto preoccupato: si pavoneggiava sempre sul fatto di appartenere ad una famiglia antica e potente e si vantava dell'importante lavoro che svolgeva suo padre al Ministero della Magia e delle importanti conoscenze che aveva al suo interno e che, grazie a queste, nel caso in cui avesse avuto qualche brutto voto, avrebbero potuto “aiutare” gli insegnati a cambiare idea.

<< Gli esami saranno una passeggiata, ve lo assicuro!>> disse rassicurando i suoi scagnozzi Tiger e Goyle che ovviamente non erano dotati di una particolare materia cerebrale.

<< E poi mio padre non permetterebbe mai che io o i miei compagni fossimo bocciati in qualche stupida materia. Mio padre ha un metodo tutto suo per aiutarmi a scuola!>> disse tutto fiero. In quel momento passarono Serena e Liz, con in mano una pila di libri, che si stavano dirigendo all'unico tavolo libero rimasto per continuare a studiare e a ripassare le poche materie in cui non si sentivano sicure. Camminando, incrociarono Malfoy, lì seduto sul divano di pelle nera, durante il suo discorsone.

<< Ma senti che imbecille! Spero vivamente che prenda una bella, grossa e succosa “ T “ in tutte le materie! >> sbottò Liz.

<< Lascialo perdere. E' solo un ragazzino arrogante e patetico che si nasconde costantemente dietro le sottane del padre >> disse tranquilla Serena con tono quasi annoiato e indifferente << Mi fa solo pena >>

<< Lo so che cos'è e da che genere di famiglia proviene, ma mi da sui nervi questa cosa che debba lavorare il minimo indispensabile, mentre noi siamo qui a spaccarci la schiena e le meningi per guadagnarci dei buoni voti invece che comprarli come fa lui ! Anche io provengo da una famiglia agiata, ma i miei mi lincerebbero se non studiassi come si deve!>> disse con tono frustrato.

<< Ti capisco, anche mio padre vuole che faccia così: studiare costantemente, fare tutto al massimo delle mie capacità e nel modo giusto, il tutto senza scuse. Poi se dovessi andare male da qualche parte ha detto che dovrò impegnarmi di più e recuperare le mie carenze >> Liz si voltò verso Serena e la guardò ghignando.

<< Che c'è? >> Serena si sentiva un po' intimorita da quello sguardo compiaciuto.

<< Aaalloooraa ...come va con papà!?>> disse in tono quasi malizioso.

<< Oh..ah..va bene. Perchè melo chiedi?>> chiese mentre si stavano sedendo al tavolo, appoggiandovi disordinatamente sopra le pile di libri.

<< Be' era da un po' che non ne parlavamo, con tutto quello che abbiamo avuto da fare in questi ultimi 2 mesi! Cosa fai...lo hai chiamato papà almeno una volta?>> Serena divenne rossa di imbarazzo.

<< No, in realtà non oso nemmeno chiamarlo in quel modo >> - Anche se mi piacerebbe molto – pensò.

<< Perchè, che è successo?>>

<< Non è successo niente, figurati. Ma secondo me è ancora troppo presto >>

<< Troppo presto?! Ormai l'anno scolastico è quasi finito!>> esclamò basita.

<< Liz, cose di questo tipo richiedono tempo. E' una situazione nuova per entrambi, ma se provassi a chiamarlo papà così di punto in bianco mi sa che gli verrebbe un attacco alle coronarie!>> disse facendo ridere Liz.

<< Oddio, non dovrebbe rimanerne così scioccato. In fondo è una cosa spontanea e naturale da dire. Toccherà prima o poi anche lui essere chiamato così, è inevitabile, non può sfuggire al suo destino!>> disse in tono trionfante e teatrale.

<< Liz, ne parli come se dovesse adempiere ad una missione divina!>> scoppiarono entrambe a ridere.

 

******

 

Il giorno dopo, durante una buona colazione, Serena si domandava quando la professoressa McGranitt l'avrebbe contatta per informarla in quale giorno avrebbe potuto seguire la prima lezione per diventare Animagus. Che se ne fosse dimenticata? Perchè mai avrebbe dovuto aiutare una Serpeverde in un'impresa del genere? Si sapeva che la McGranitt non aveva molta simpatia per gli studenti della Casa di Serpeverde, ma ogni studente era diverso, c'erano quelli brocchi e quelli tranquilli e volenterosi di studiare, senza creare alcun problema e tensione fra i compagni. Serena, anche se all'inizio dell'anno aveva spedito dritto in Infermeria Seamus Finnigan, apparteneva sicuramente alla seconda categoria, nessun insegnate poteva testimoniare il contrario. Sembrava che ultimamente la McGranitt l'avesse rivalutata, ma forse era solo una sua impressione. A quanto pareva non era così.
All'improvviso, uno splendido barbagianni reale, planò sulla tavola e atterrò proprio davanti a Serena, con in bocca una busta arancione con rifiniture rosse. Serena aprì la busta incuriosita e vi tirò fuori il contenuto. Con sua immensa gioia e sorpresa era la lettera della professore McGranitt.

 

Signorina Potter,

ti aspetto oggi pomeriggio per incominciare la tua serie di lezioni di Animagus nell'aula di Trasfigurazione al secondo piano alle 16.30.
Sii assolutamente puntuale, mi raccomando!

 

                                                                                                                                                                                                                        Prfsa. M. McGranitt “

 

 

Serena non ci poteva credere, era semplicemente piena di gioia e di emozione tanto da quasi saltare in piedi sulla panca, ma si limitò a dire un trionfante e contenuto SI !
La giornata passò molto in fretta e alle 16.00 in punto Serena era già pronta per la lezione con la McGranitt. Non sapeva a cosa sarebbe andata incontro, perciò decise di vestirsi normalmente con gli abiti Babbani, composti da un paio di jeans blu e una maglietta a maniche corte viola, il caldo ormai iniziava a farsi sentire, lasciando in camera la divisa scolastica ben ripiegata sulla sedia posta accanto al letto smeraldino. Uscita dai Sotterranei, Serena si diresse verso il secondo piano, ma beccò una scala che decise all'improvviso di cambiare direzione – Ah già..alle scale piace cambiare – si ricordò; di solito era riuscita sempre ad imboccarle quando erano posizionate nella direzione giusta. Serena però sembrava piuttosto in ansia, si accovacciò con le braccia sopra allo corrimano di pietra bianca della scala a riflettere.

<< Accidenti però. Non saprei neanche in quale animale mi piacerebbe trasformarmi, in pratica mi piacciono tutti tranne gli insetti! >>

Mentre attendeva con impazienza che la scala decidesse di ritornare nella giusta posizione, la giovane Serpeverde si avvicinò ad una delle pareti riempite fino all'osso dei quadri magici, i quali svolgevano le proprie attività quotidiane. Pian piano iniziò ad osservarli e ad analizzarli, cogliendo ogni singolo particolare e sfumatura; non ci aveva mai dato troppo peso o importanza da quando aveva varcato la soglia di Hogwarts: in uno c'era una ragazza, una ballerina classica dato il tutù, che si allenava nei passi di danza e ogni tanto salutava la piccola spettatrice, Serena le restituì volentieri il saluto; in quello accanto c'era una mamma che stava allattando al seno il suo bambino, voltò la testa versò Serena e le rivolse un dolcissimo sorriso, Serena glie ne regalò uno a sua volta, ma non era un sorriso felice -Chissà come deve essere..avere una mamma – pensò distogliendo lo sguardo dal quadro; poi lo posò su di un quadro più in là e vide che ci erano rappresentati, non persone o nature morte, ma degli animali, in particolare un'ingenua gazzella, osservata a distanza da una coppia di leonesse che stavano in agguato fra la boscaglia, in attesa del momento giusto per balzarle addosso. A Serena in quell'istante venne un colpo di fulmine.

<< Forse potrei provare a diventare...>> in quel momento la scala si mosse di nuovo e ritornò finalmente alla sua postazione iniziale, Serena sussultò, era sovrappensiero e non se l'aspettava l'improvviso movimento. Finì di salire le scale e raggiunse la porta del secondo piano. Dopo aver percorso tutto il corridoio, Serena si ritrovò davanti alla porta dell'aula di Trasfigurazione, bussò.

<< Professoressa McGranitt, sono io..Serena Potter!>> si presentò ad alta voce prima di entrare.

<< Ah, entra pure signorina Potter!>> disse la professoressa dall'altra parte. Serena entrò ed avanzò verso i primi banchi davanti alla cattedra, rimanendo in piedi.

<< Siediti >> le disse trasfigurando il primo banco che le capitò a tiro in una sedia e Serena si sedette.

<< Be', eccoci quà alla tua prima lezione da Animagus come promesso >> disse la McGranitt mettendosi davanti alla bambina.

<< Eheh già >> ridacchiò imbarazzata.

<< Nervosa? >>

<< Ehm...un po' >> disse strofinandosi le mani.

<< Normale. Allora, come ben sai, l'Animagus è proprio uno dei livelli più alti dell'arte della Trasfigurazione e ci vorrà moltissimo tempo ed impegno per raggiungere una minima forma animale. Richiederà ogni singola goccia della tua forza di volontà, sia dal punto di vista fisico che mentale, ti senti pronta ad affrontare tutto ciò? >> disse camminando avanti e indietro per quel piccolo spazio di aula.

<< Sì >> disse decisa senza ripensamenti.

<< Ne sei assolutamente sicura? >>

<< Sì >>

<< Ti garantisco che andando avanti, quando inizierai a cambiare forma, potresti provare dolore >>

<< Mi creda, professoressa, ho sofferto pene peggiori >> la McGranitt inarcò entrambe le sopracciglia, sorpresa dalla secca e decisa risposta della ragazzina.

<< Molto bene, signorina Potter >> disse voltandosi e prendendo in mano un pezzo di carta e la penna.

<< Cominciamo. Dimmi, hai già un'idea in che tipo di animale vorresti trasfigurarti? >> Serena ci pensò un attimo.

<< Be', in verità non saprei, ma ho sempre avuto una particolare attrazione per i felini >>

<< Mm va bene...>> disse annotandosi qualcosa sul foglio <<...i felini mi dici? E come mai proprio questi?>>

<< Non lo so, ma credo..di rivedermici molto in loro >>

<< Spiegati meglio >>

<< Ecco...insomma....alcuni di loro sono molto solitari: come la tigre, il leopardo, la pantera e anche il gatto di strada comune. Sono soli e indipendenti e tanto spesso incompresi e abbandonati a se stessi, come mi sono sentita io per tantissimi anni >> disse con tristezza in voce, abbassando lo sguardo.

<< Capisco >> si limitò a rispondere seria la McGranitt, dispiacendosi comunque per quello che devono aver passato i due fratelli una volta affidati alla famiglia Dursley. Dopotutto, la notte in cui vennero lasciati davanti alla loro porta di casa, oltre a Silente era presente anche lei e già dall'inizio non era convinta di volerli lasciare proprio a quel genere di Babbani.

<< E ti ci rivedi anche caratterialmente? >>

<< Sì, anche troppo a dire il vero >>

<< Quali tratti di carattere in particolare?>>

<< Be', penso di essere complessivamente docile, ma tuttavia aggressiva se mi si provoca fino al limite della sopportazione. Sono anche molto protettiva, per mio fratello, ma anche feroce se qualcuno osasse toccare la mia famiglia, in effetti potrei anche ad arrivare ad uccidere per proteggerla >> la McGranitt ne rimase piuttosto colpita e sorpresa.

<< No! Cioè...ancora non ci sono arrivata a quel punto, professoressa! E spero di non doverci mai arrivare! Solo....che....>> disse in fretta e furia Serena cercando di rimediare.

<< Capisco perfettamente, signorina Potter, non c'è bisogno che ti giustifichi. E' una cosa che faremmo tutti per proteggere le persone che amiamo >> disse facendola calmare.

<< E dimmi, hai mai assunto o anche solo imitato alcuni atteggiamenti dei felini?>>

<< In effetti sì: quando Harry ed io eravamo piccoli giocavamo spesso alla lotta, facendo finta di essere dei leoncini, io vincevo quasi sempre, e poi l'altro giorno stavo giocando ad Acchiapparella con un'amica e mi misi a 4 zampe per poterla ghermire più facilmente >> la McGranitt la guardò incuriosita ed interessata.

<< E in quella posizione ti sei sentita a tuo agio?>> piacevolmente sorpresa.

<< Be'..sì >> rispose sinceramente Serena.

<< Mm davvero molto interessante. Direi che sei ben predisposta per questo ambito di Trasfigurazione >> Serena sorrise come non mai, ma era anche un tantino imbarazzata, ero raro per lei e per Harry ricevere dei complimenti.

<< Bene, signorina Potter. Iniziamo con un piccolo esercizio, o meglio esperimento >> disse andando a prendere una scatolina da dentro uno sgabuzzino e lo posò sulla cattedra.

<< Tutto quello che dovrai fare è catturare questa piccola Fata >>

<< Wow forte! >> disse entusiasta.

<< Ti avverto però che le Fate sono molto agili e dispettose e questa farà di tutto per non farsi catturare >>

<< Accidenti, credevo che le Fate fossero carine e gentili >> disse un tantino delusa.

<< Per essere carina di aspetto lo è, ma non oserei mai definirla gentile >>

<< Oh..peccato. Quindi devo solo catturarla? >> la professoressa annuì << C'è un tempo limitato?>>

<< Al momento no, questo è solo il tuo primo esercizio, ma andando più avanti e quando inizierai a trasfigurare alcune parti del tuo corpo ti metterò alla prova più duramente con un tempo massimo di esecuzione. Tutto chiaro?>>

<< Sissignora!>>

<< Molto bene. Puoi cominciare!>> disse alzando il coperchio della scatola, dalla quale schizzò immediatamente fuori una creaturina alata, dall'aspetto umano con le orecchiette a punta e dalla vocetta vezzeggiante e stridula, con indosso un fiore verde e rosa come vestito.

Serena iniziò a rincorrerla, tentando di acchiapparla, senza molto successo: la fatina era davvero molto veloce e, molto spesso, faceva sbattere Serena contro le sedie e i banchi e in più le si scagliava addosso mordendola ripetutamente, sotto gli occhi di una divertita professoressa McGranitt.

<< AIHIA Dannazione! E' impossibile!>> si lamentò Serena tutta dolorante.

<< Ahahah signorina Potter! Non riuscirai mai a prenderla nel classico modo umano! Devi liberare l'istinto predatorio che è in te se vuoi avere una possibilità! Fai come facesti quando giocasti ad Acchiapparella con la tua amica! >> le suggerì. Serena ritentò però un altro paio di volte rimanendo in piedi su due gambe, ma niente. Non c'era altro modo, doveva rimettersi a 4 zampe come quel pomeriggio con la cerva d'argento. Perciò Serena si accovacciò ed acquisì la stessa identica posa che aveva visto fare alle leonesse nel quadro, intanto che la perfida fatina la canzonava e le faceva le pernacchie. Serena, come un felino predatore, rimase ferma, in attesa che la piccola avversaria facesse la prima mossa. Dopo qualche secondo, quest'ultima le si scagliò contro, ma, con sua grande sorpresa, Serena si scansò in maniera fulminea verso sinistra, inchiodò per bene i piedi a terra e, dandosi una bella spinta in avanti, la giovane Serpeverde le si fiondò addosso, con le dite delle mani ricurve come se fossero degli artigli tirati fuori per agguantare la preda. La fatina si scansò all'ultimo secondo, ma Serena non si diede per vinta e, continuando a rincorrerla per tutta l'aula in quella che degli umani normali riterrebbero alquanto stancante ed insopportabile da sostenere, alla fine, facendo un balzo su di un banco lì vicino, saltò in aria e riuscì finalmente a catturare l'odiosa creaturina alata con entrambe le mani e ad atterrare a terra, sempre a 4 zampe, con una certa eleganza e leggerezza. Serena si raddrizzò sulle due gambe posteriori, ansimando per lo sforzo fisico, andò verso la McGranitt e le mostrò la fatina che stava stringendo delicatamente nella mano destra. La professoressa McGranitt rimase piacevolmente sorpresa e compiaciuta dal risultato che era riuscita ad ottenere in 40 minuti di lezione.

<< ANF ANF e-eccola qui >>

<< Be', i miei complimenti signorina Potter. Davvero una buona esecuzione per essere stata la tua prima volta >> si complimentò in tono serio la McGranitt, facendo arrossire Serena.

<< Grazie, signora. Ho solo fatto...del mio meglio >> disse modestamente.

<< Ed è quello che dovrai continuare a fare se vorrai ottenere risultati ancor più concreti di questo >> disse in tono autoritario.

<< Sissignora! >>

<< Bene, direi che per oggi abbiamo finito >> disse tornando alla cattedra.

<< Come? Abbiamo già finito!? Io voglio continuare ad allenarmi >> chiese sconcertata Serena.

<< No, signorina Potter. Hai già compiuto un grosso passo avanti oggi e non desidero farti stancare troppo. Diventare Animagus è una questione molto seria e non bisogna mai prenderla sottogamba né con leggerezza per quanto riguarda lo sforzo fisico >> disse seria, sedendosi al suo posto. Serena ne rimase un po' delusa, non era affatto troppo stanca....per ora. Ma decise di non ribattere e di obbedire alla professoressa McGranitt senza discussioni.

<< Sì, va bene professoressa >> disse abbassando lo sguardo, continuando ad ansimare sempre più lentamente.

<< Intanto però potresti leggerti questo >> disse tirando fuori qualcosa da uno dei suoi cassetti. Era una specie di diario di grande dimensioni, di color rosso porpora, dalla rilegatura sembrava piuttosto vecchiotto.

<< Ehm, signora, le posso chiedere di che si tratta? >>

<< Devi sapere, signorina Potter, che da giovane, quando ero ancora bella arzilla e volli studiare per diventare Animagus, desideravo tantissimo anche poter scrivere un libro sull'argomento e, quando finì di studiare, volli trasmettere la mia sapienza ai futuri studenti che avrebbero desiderato intraprendere la strada dell'Animagus >>

<< Alla fine ce l'ha fatta a pubblicarlo? >>

<< Eh, purtroppo no. Un giorno venni a scoprire che il Ministero della Magia non vedeva di buon occhio i maghi e streghe Animagus, alcuni li tenevano solo per sfruttarli come spie, ma li hanno sempre visti come dei mascalzoni che usufruivano del loro potere magico per il proprio tornaconto. Ahimè...da un certo punto di vista non gli do torto. Ma non tutti sono così >>

<< E quando videro questo? Come....?>>

<< Il Ministero non sa della sua esistenza, signorina Potter. Tutto il mio sapere sull'argomento è contenuto e custodito in quel diario, in attesa che qualcuno meritevole potesse studiarlo e adoperarlo nel modo più consono e giusto >>

<< Quindi, non avrebbe potuto leggerlo chiunque?>> la McGranitt scosse la testa.

<< Proprio dopo averlo finito di scrivere, lo sigillai con degli Incantesimi di Protezione e di Riconoscimento >>

<< Riconoscimento?>>

<< Sì, l'incantesimo che usai svolgeva, e svolge tutt'ora, il compito di capire e riconoscere le vere intenzioni della persona che vorrebbe leggere questo libro: se la persona è meritevole, il libro, una volta preso in mano, emana una leggerissima aura verde, mentre se la persona non è meritevole....be'....funziona un po' come un semaforo! >> disse scherzosa, facendo ridacchiare Serena.

<< E..io..sono meritevole? >> chiese timidamente.

<< Be', vediamolo subito, no?>> la professoressa le porse il libro purpureo e Serena lo prese riluttante in mano. Come previsto il libro emanò la leggerissima aura verde. Serena era ricolma di gioia.

<< Lo sono! LO SONO! >> disse saltellando per l'aula come una bambina che aveva appena scartato uno dei suoi regali di Natale.

<< Signorina Potter! Calmati santo cielo, abbi un po' di decoro! >> Serena si fermò all'istante.

<< Mi scusi >> disse penitente.

<< Allora...il libro ti ha riconosciuta come meritevole del suo sapere, perciò...dacci dentro!Leggi e allenati ogni volta che puoi e, mi raccomando, non farlo vedere a nessuno, questo libro dovrà essere visto e usato solo da te e, quando sarai riuscita a raggiungere la tua forma completa di Animagus, me lo restituirai, tutto chiaro!? >> le disse energica.

<< Sì, sarà fatto! >>

<< Bene. Ora mi sa che devi andare. Gli esami inizieranno fra un paio di settimane, ti suggerisco di ritornare in Sala Comune a ripassare. E non ti preoccupare per le nostre lezioni, ti contatterò appena avrò un momento libero >>

<< Oh..ah..va bene, grazie. >> Serena iniziò a camminare verso la porta, ma a metà strada si bloccò e si girò verso la professoressa McGranitt, con aria dubbiosa.

<< Professoressa..>>

<< Sì ?>>

<< Quello che stiamo facendo...è legale?>> la McGranitt non rispose subito, ma inarcò in su un angolo della bocca.

<< Ahimè devo ammettere che non lo è per il Ministero, ma le cose che facciamo qui nella scuola di Hogwarts non è affar loro. Capirò perfettamente se non vorrai continuare >>

<< No, no affatto! Non ho intenzione di mollare un'opportunità simile! Solo che....è davvero sicura che non ci scopriranno? >>

<< Stai tranquilla, Potter. Questa cosa è solo ed esclusivamente affare di Hogwarts e non di quegli impiccioni del Ministero! >>

<< Immagino che non abbia avuto buoni rapporti con loro >>

<< Immagini bene. Adesso SHO fila a studiare, vai!>> le disse facendole un gesto con la mano per mandarla via. Serena, dopo avere messo dentro con cura il libro nella sua borsa, la salutò educatamente ed uscì dall'aula di Trasfigurazione e ritornò nei Sotterranei, nella sua Sala Comune, tenendosi ben stretta la borsa contenente i segreti dei suoi possibili futuri successi.

 

******

 

Le due settimane passarono fin troppo velocemente e ormai gli esami erano lì in attesa di mietere i poveri studenti, terrorizzati all'idea di essere bocciati. Serena non era neanche molto preoccupata, aveva sempre studiato e ripassato costantemente, come avrà fatto di sicuro anche Hermione, mentre per Harry e Ron non si poteva dire la stessa cosa. I due fratelli Potter, da quando avevano avuto quello screzio nei Sotterranei non si erano pi parlati. Prima gli sarebbe passata, come sempre. Intanto, durante quelle due settimane, la professoressa McGranitt ricevette a lezione Serena almeno 4 volte, durante le quali le insegnava le basi dell'essere Animagus, gli atteggiamenti e gli istinti vari e la sottoponeva ad altre prove, quasi tutte simili a quella della Fata, cercando di farla immedesimare il più possibile nell'animale in cui si sarebbe voluta trasformare, in questo caso un grosso felino predatore: stava un tantino migliorando, ma era ancora molto indietro.
Era il primo giorno della carneficina di massa e il primo esame, quello di Incantesimi, lo avevano alle 9.00 di mattina nella consueta aula al primo piano; il secondo era quello di Erbologia alle 10.45 presso la serra numero 1; il terzo era quello di Pozioni, alle 14.30 tenuto nella solita aula fredda e umida dei Sotterranei e poi ci sarebbe stata la giornata libera. Serena ovviamente, durante l'esecuzione di quei primi 3 esami, si era sentita calma, tranquilla e sopratutto sicura, come anche alcune delle sue amiche, inclusa Hermione, mentre Ron ed Harry ne uscirono, per quanto riguardava quelli di Erbologia e Pozioni, ne uscirono devastati.
Un'altra giornata di studio era passata ed arrivò il secondo giorno dedicato agli odiati esami. Questa volta il primo sarebbe stato quello di Trasfigurazione su al secondo piano, che sarebbe cominciato alle 8.30; il secondo era quello di Difesa Contro le Arti Oscure alle 11.00 al quarto piano; una breve ma guadagnata pausa pranzo e poi via al campetto sportivo per l'esame di Volo sulla Scopa, il cui appuntamento era per le 15.00. Serena, finalmente, dopo tanta fatica ed esercizio, riuscì ad ottenere un dignitoso “ Accettabile”: era riuscita a completare bene il primo percorso, nel secondo aveva mancato 4 anelli magici, ma nel complesso non era andata male, mentre nel terzo ed ultimo percorso, quello più difficile, ne mancò 7, ma almeno riuscì a completarlo entro il limite di tempo. Madama Bumb, anche se all'inizio non era troppo ottimista né speranzosa sull'esecuzione di Serena, ne rimase comunque compiaciuta; riconobbe che la ragazza era notevolmente migliorata dalla prima lezione, ma era ancora un po' insicura e traballante, perciò si limitò a darle il minimo dei voti di promozione sulla materia. Serena non ci rimase affatto male, anzi! Per lei quel “ Accettabile“ valeva come un “ Eccezionale “ in quella materia tanto detestata. Harry, ovviamente, prese il massimo dei voti, era davvero un fenomeno sulla scopa, doveva ammetterlo, altrimenti come sarebbe riuscito ad entrare come Cercatore nella squadra di Quidditch se non avesse avuto un minimo di talento naturale?!
Comunque, dopo la fine dell'esame di Volo, Harry fermò Serena, toccandola su di una spalla.

<< Ehi, ciao >>

<< Ciao >> dissero entrambi piano ed imbarazzati.

<< Volevo dirti che... sei stata davvero brava prima. Alla fine ce l'hai fatta >>

<< A quanto pare >> si limitò a dire Serena << Comunque...grazie >>

<< Di nulla >> le rispose sorridendo.

<< Immagino che non mi debba complimentare con te, visto che sei già un fenomeno >> disse ghignando.

<< Un complimento è sempre ben accetto >> entrambi ridacchiarono << Allora, che ne dici? Pace? >> le propose Harry, Serena lo guardò comprensiva.

<< D'accordo, pace >> e così i due fratellini fecero scontrare i pugni, in segno di accordo.

Ron si avvicinò loro e, mentre camminava insieme agli altri nella piazzetta dell'enorme orologio a pendolo, gli venne in mente un'interessante proposta.

<< Ehi ragazzi! Che ne dite di svagarci per qualche minuto? Così per festeggiare la “quasi fine” degli esami! >> disse Ron.

<< Non è più conveniente farlo dopo averli finiti tutti quanti? >> domandò Hermione scettica.

<< Stai scherzando?! Quando avremo finito saremo totalmente stravolti! Meglio rilassarci un tantino adesso e completare tutto dopo! >>

<< Be' dai, mi sembra una buona idea >> disse Harry << Tu che ne pensi Serena? >>

<< Sì, perchè no! Cosa vogliamo fare? >>

<< Mmm...>> fece Ron strofinandosi il mento << ...ci sono! Serena tu sei brava a cantare, no?! >> Serena annuì velocemente, presa un attimo alla sprovvista << E tu Harry? >>

<< Me la cavicchio, ma è più brava lei in questo campo. Perchè? >>

<< Ragazzi, potreste mangiare una delle Caramelle Cambia Voce che ti hanno regalato i miei fratelli quando eri stata male, Serena, e cantare una canzoncina allegra ma tosta e noi potremmo ballare! >> Serena ed Harry si guardarono piuttosto scettici.

<< Ma ne sei sicuro? >> dissero insieme.

<< Dai, sembra simpatico >> intervenne Hermione.

<< Va bene, proviamoci allora >> disse Serena << Ron, ce ne hai un paio con te? Le mie le ho lasciate in camera >>

<< Certamente! Altrimenti non sarei uno dei tanti fratelli Weasley, no?>> quindi Ron, ravanando a fondo nello zaino, tirò fuori un sacchetto consumato, con dentro ancora 5 caramelle e ne diede due ad Harry e Serena. Quest'ultimi le mangiarono e poco dopo entrambi le voci divennero acute e stridule, come le voci del famoso trio di Alvin e i Chipmunk.

<< Ahahahah siete troppo buffi! >> esclamò Ron, facendo anche ridacchiare Hermione.

<< Che cosa possiamo cantare ? >> chiese Harry.

<< Potremmo cantare “ How we roll “, abbiamo anche le voci adatte! >> Harry acconsentì, Ron tirò fuori una radiolina e la sintonizzò sulla musica di quella determinata canzone, lasciando totalmente allibita Hermione, che lo guardava con occhi increduli.

<< Che c'è?! Me l'ha insegnato papà! Va matto per le canzoni Babbane, sapete >>

E così i due fratelli Potter iniziarono a cantare:

 

You know you got it made, when you drop the Escalade
For the drop top, iced out, rocks hot
Droppin' dollars, ladies holler "Hey!"
Gotta get that gree-ee-een
You know you got it made, when they send in a parade
When you drop down, private jet in town
All just for one day,
Gotta get that gree-ee-eee-eeen

Whoa-oo-oh!

Whoa, whoa, whoa, whoa!

How we rooooooooll!”

 

Cantarono per più di 5 minuti e molto spesso ballarono a tempo qualche passo Hip Hop inventato lì sul momento, facendo anche le classiche mosse e gesti dei Rapper. Serena ogni tanto inciampava sulle proprie gambe, con la danza non era il massimo. A volte andavano talmente all'unisono che sembravano quasi gemelli. Harry era un discreto cantante, ma ogni tanto si sentiva che stonava qualche nota, ma Serena sembrava che non avesse fatto altro sin dalla nascita: aveva un buonissimo timing, il timbro e l'intonazione erano semplicemente perfetti e, come se non bastasse, aveva il dono naturale della difficilissima capacità di fare il melisma, come Christina Aguilera. Infatti, in questa canzone, c'erano diversi punti, come gli Whoa, whoa-ooo, whooaaaa, whoaaaaaao! dove si poteva aggiungere un bel melisma e quando Serena partiva non poteva più fermarla nessuno, riuscì persino a sovrastare la voce di Harry. E questa capacità lasciò tutti quanti di stucco, tanto da far rizzare letteralmente i peli delle braccia e da far fermare altri studenti che si aggiravano da quelle parti ad ascoltarla con più attenzione e curiosità. Di colpo la musica si interruppe e Serena, dopo essersi resa conto dell'improvviso silenzio e della sua posa alla Rock Star, ovvero gambe divaricate, mano destra che brandiva la bacchetta come fosse un microfono e il braccio e la mano sinistra che puntavano in alto trionfante, si guardò intorno e vedi più di 30 studenti di diverse Case radunati tutti lì intorno con gli occhi sgranati.

<< Che c'è?! >> erano l'unica cosa che riuscì a dire con ancora la voce artefatta, prima che gli studenti scoppiassero in un rumorissimo applauso, seguiti da versi, risate e fischi di approvazione e ammirazione. Il viso di Serena esplose di un rosso peperoncino acceso di imbarazzo. Non sapendo cosa fare, si lasciò trasportare dal piccolo momento di gloria e si inchinò, ringraziandoli, coinvolgendo anche Harry negli inchini. Poi, ad interrompere la festa, arrivò Madam Bumb, che sentì il frastuono da lontano.

<< Be'?! Cosa fate tutti qui?!! Sgombrate immediatamente l'atrio, non gingillatevi in sciocchezze! FORZA VIA !!!>> urlò. E così, a malincuore, gli studenti se ne andarono di corsa, inclusi Harry, Serena, Ron ed Hermione.

<< Per la miseriaccia! Ma dove diamine hai imparato a fare quello!?!? >> chiese esterrefatto Ron. Intanto ai due fratelli ritornò la loro vera voce.

<< Non lo so. Ecco...lo faccio da quando ero piccola, era l'unico mio svago. Anche il suo, sia chiaro >> disse indicando Harry << Avevo sempre voglia di urlare, se vedeste la famiglia in cui siamo costretti a vivere capireste perchè >>

<< Oh sì ! >> aggiunse Harry facendo una brutta smorfia, concordando con la sorella.

<< E allora mi sfogavo così, col canto da squarciagola. Ovviamente cantavo quando i nostri zii e nostro cugino uscivano di casa >> disse timidamente.

<< Hai mai pensato di diventare una cantante? >> chiese Hermione.

<< Be', a dire il vero sì, ma questo prima di aver scoperto il mondo dell' “ Abra Kadabra” !>> disse scherzosamente agitando in aria la bacchetta << Adesso quel sogno è passato in secondo piano. L'ho degradato a semplice hobby ormai >> disse sorridente.

<< Comunque, lasciatelo dire, anche tu Harry sei bravo per carità, ma tua sorella è stata...sensazionale! >> esclamò Hermione.

<< Eh lo so, è sempre stata lei l'anima artistica della famiglia >> disse dandole un colpetto sulla spalla.

<< Perchè quando tornerai a casa per le vacanze non lo coltivi questo hobby? Sai, no, fare un corso >> propose Ron.

<< Ron, non si può. I nostri parenti non ce lo permettono: dobbiamo persino chiedere loro il permesso per andare in bagno! >> disse Serena con amarezza.

<< Figuriamoci chiedergli di pagarle un corso di Canto! >> intervenne Harry << Se fosse stato per loro non ci avrebbero nemmeno mandati alla scuola elementare per non dover pagare >>

<< Accidenti, e io che mi lamentavo dei miei >> disse Ron sconvolto.

<< Ragazzi, io sono un po' stanca, vado a riposare. Stanotte avremo l'esame di Astronomia, sarà meglio recuperare le energie >> disse Hermione, imboccando le scale.

<< Sì, hai ragione, mi sa che farò anch'io così. Ci si vede stanotte ragazzi!>> li salutò Serena svoltando a sinistra verso i Sotterranei, mentre gli altri la salutavano, seguendo Hermione verso la Sala Comune di Grifondoro.
Arrivò la notte e, intorno alle 11.30, gli studenti del primo anno dovevano ritrovarsi nel Salone d'Ingresso per poi essere accompagnati da un Prefetto verso la Torre di Astronomia per conseguire l'esame, che sarebbe iniziato a mezzanotte in punto. Una volta concluso il noiosissimo esame – a Serena non piaceva molto questa materia, ma non era neanche la più brutta – tutti gli studenti morivano dalla voglia di sprofondare e avvolgersi comodamente nei loro soffici letti a baldacchino.
Il giorno dopo, finalmente l'ultimo giorno, i piccoli maghetti dovevano conseguire l'ultimo e atteso esame del primo anno, anche se la materia in questione non era certo di quelle più amate, Storia della Magia al quinto piano alle 10.00.
A mezzogiorno, Serena e il trio di Grifondoro, decisero di andare a farsi una passeggiata fuori nel parco prima di andare a pranzo, giusto per rilassarsi un po' e per sciogliere i nervi e la tensione accumulati durante quei tremendi 3 giorni, ma fu fermata sulla soglia da Liz, Mary e Penelope.

<< Hei Ser! Non vieni a pranzo con noi? >> disse Liz.

<< Sì sì, vengo, ma prima devo fare una cosa con mio fratello. Vi raggiungo tra poco!>>

<< Ah ok, a dopo allora!>> disse salutandola, Serena rispose al saluto e poi raggiunse il trio. Quando uscirono in giardino, Hermione si sentì in dovere di esprimere la propria opinione sugli esami appena faticosamente terminati.

<< Ho sempre sentito dire che gli esami finali ad Hogwarts erano spaventosi, invece io li ho trovati piacevoli! >> esclamò contenta Hermione.

<< Parla per te per favore >> disse annoiato Ron, facendo ridacchiare i fratelli Potter.

<< Be', certe materie erano davvero belle, mentre per altre...ragazzi miei....devo dar ragione a Ron >> intervenne Serena.

<< Di sicuro tu ti sarai divertita un mondo a Pozioni >> disse Harry in tono un po' sofferente, massaggiandosi la fronte.

<< Altroché! >> ammise soddisfatta. Intanto Ron si accorse delle smorfie di dolore di Harry.

<< Tutto bene Harry? >>

<< Argh! La cicatrice, non fa che bruciarmi >>

<< Non è la prima volta che ti capita!>> disse Hermione.

<< Ma non così!>>

<< Forse dovresti farti vedere da Madama Chips, giusto per precauzione >> disse Ron.

<< Secondo me è un avvertimento. Significa pericolo in vista >> disse Harry, continuando a massaggiarsela e a gemere.

<< Se è una specie di campanello di allarme, potremmo installarci sopra una bella sirena, almeno saremmo avvertiti anche noi del pericolo!>> disse Serena per sdrammatizzare, facendo ridere Ron ed Hermione, Harry invece non sembrava molto in vena di scherzi. Usciti in giardino, imboccarono il viottolo sterrato che conduceva alla capanna di Hagrid ed Harry, in quel momento, si fermò e osservò attentamente Hagrid, il quale era seduto sulle scalette di casa sua a suonare il flauto.

<< Che c'è, che ti prende Harry?>> chiese Serena, notando lo sguardo fisso del fratello.

<< Non vi sembra un po' curioso che quello che Hagrid desidera di più al mondo sia un drago e che si presenti uno sconosciuto che per puro caso ne ha uno!? Quante persone vanno in giro con un uovo di drago in tasca?! Che stupido, perchè non ci ho pensato prima ?! >> disse camminando velocemente verso Hagrid, seguito dai suoi amici incuriositi dalla faccenda.

<< Oh, ciao ragazzi! Come sono andati gli esami?>> chiese allegro, interrompendo di suonare.

<< Hagrid! Chi ti ha dato l'uovo di drago?! Come era fatto il tizio!?>> chiese ansioso Harry.

<< Non lo so, non l'ho mai visto in faccia, portava il cappuccio >>

<< Ma con quello straniero ci dovrai pur aver parlato! >> esclamò un tantino spazientito.

<< Be'..lui..voleva sapere di che genere di creature mi occupavo >> disse ripensando a quel colloquio nel Pub << Glie l'ho detto, dopo Fuffi... tsk! Un drago non sarà un problema >>

<< Sembrava interessato a Fuffi?! >> intervenne incuriosita Serena.

<< Ma certo che era interessato a Fuffi! Non ti capita spesso di incrociare una Cane a 3 Teste, anche se sei del mestiere. Ma glie l'ho detto: il trucco con ogni bestia e sapere come calmarla! >> disse fiero della sua sapienza, intanto i ragazzi attendevano con ansia la risposta << Prendi Fuffi ad esempio: gli basta un po' di musica e si addormenta come un ghiro! >> i ragazzi ne rimasero sconcertati ed iniziarono a guardarsi l'un l'altro, avevano tutti quanti dipinti sul volto la stessa espressione di timore e paura.

<< Forse non dovevo dirvelo >> disse infine dubbioso Hagrid. I ragazzi non ci badarono e corsero subito verso il castello. Entrati nelle mura, corsero a perdifiato subito verso l'ufficio della professoressa McGranitt.

<< Dobbiamo vedere il professor Silente, immediatamente! >> esclamò Harry, afferrando con forza la cattedra della professoressa, la quale fu presa alla sprovvista.

<< Temo che il professor Silente non sia qui. Ha ricevuto un gufo urgente dal Ministero della Magia ed è partito subito per Londra >> spiegò la McGranitt.

<< Come è partito!? Ma è una questione importate! Si tratta della Pietra Filosofale! >> sbottò infine Harry. La McGranitt sgranò gli occhi.

<< Come sapete....?>>

<< Qualcuno tenterà di rubarla! >> disse Hermione.

<< Non so come voi quattro sappiate della Pietra, ma vi assicuro che è protetta benissimo. Ora tornate nei vostri dormitori...in silenzio >> disse seria. I ragazzi non avevano scelta, dovevano rassegnare e obbedire, perciò uscirono dall'ufficio, con la vecchia strega che li seguiva con lo sguardo. Però Harry, in mezzo al corridoio, si fermò.

<< Non era uno straniero quello che Hagrid ha incontrato: era Piton! Vuol dire che ora lui sa come eludere Fuffi! >> esclamò deciso Harry, rimasto sempre solido delle sue convinzioni. Serena non sprecò fiato con quel testardo e si limitò ad ascoltare.

<< E per di più con Silente che è partito...>> iniziò Hermione, quando una presenza e voce glaciale si era avvicinata alle loro spalle.

<< Buon pomeriggio >> disse un terrificante professor Piton. I ragazzi si girarono piano verso di lui.

<< Allora tre giovani Grifondoro e...una dei miei Serpeverde... >> disse spostando lo sguardo dal trio a Serena, la quale lo guardò un po' con timore, Severus quando voleva sapeva essere davvero spaventoso << ...cosa ci fanno al chiuso in una giornata come questa?>> chiese mellifluo, incutendo disagio fra il trio e anche un po' in Serena. Piton era lì in piedi davanti a loro, impaziente di ottenere una risposta.

<< Ehm...ah...n-noi stava...>> balbettò Hermione.

<< Dovete fare attenzione. Si potrebbe pensare...>> poi il suo sguardo si spostò su Harry, il quale lo stava uccidendo con gli occhi <<... che tramiate qualcosa >> da come lo aveva detto e da come stava scrutando gli occhi di Harry, Serena capì che Piton gli aveva letto la mente, ma rimase sorpresa dal fatto che non aveva fatto né detto niente per ostacolarli. Il professor Piton, detto ciò, si voltò e se ne andò.

<< Ora che facciamo?>> chiese allarmata Hermione.

<< Scendiamo nella botola...stanotte >> disse deciso Harry, suscitando qualche perplessità in Serena, la quale si stava mordendo il labbro inferiore per la preoccupazione.

 

 

 

 

Angolo Autrice :

Ciao ragazzi, sono tornata! Mamma mia, sto facendo una faticaccia assurda ultimamente a scrivere questi capitoli -.-
Comunque siamo quasi alla fine di questa prima avventura :) spero che fino ad ora la mia storia vi sia piaciuta!
Alla prossima :D

Melisma: Nella musica vocale, viene detto melisma quel tipo di ornamentazione melodica che consiste nel caricare su di una sola sillaba testuale un gruppo di note ad altezze diverse. La vocale della sillaba viene "spalmata" sulle varie note, e quindi cantata modulando l'intonazione ma, in linea di principio, senza interrompere l'emissione vocale.

Potete trovare un esempio di questa capacità nel video della canzone di Alvin Superstar, che ho usato in questo capitolo per movimentare un po' la situazione, “ How we roll “ su youtube a partire dal minuto 3.00 – quando Alvin in sottofondo spara dei gran acuti – fino al minuto 3.25.
A partire dal minuto 3.21 era più o meno il tipo di melisma che mi ero immaginata che la mia OC potesse fare XD Oh yeah!

 

Eccovi il video --->   http://www.youtube.com/watch?v=hWTNIYxa-Rk&list=FLtGw2IOx8FxNwPbko9FNSnA

 

 

 

 

  
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